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Nel frattempo il cantiere del Ponte Nuovo….

Anno 2012, mese di Aprile. Non dovrebbe mancare molto alla fine del cantiere del "ponte nuovo" a Spicchio. Il nuovo ponte tra le due rive di Spicchio ed Empoli è stato concepito, anche per intelligenti motivi di cantierizzazione, come esecuzione…

Sulle Mura d’Empoli: Progetto di Rigenerazione Urbana n° 2

A breve pubblicherò e presenterò una proposta di Piano Organico di Rigenerazione Urbana delle emergenze culturali, nel frattempo pubblico alcuni articoli mirati ad alcuni angoli notevoli del Centro Storico, o di ciò che ormai rimane.

Le foto sono tratte e già pubblicate  su articolo del 2004 su La Nazione e il Tirreno.

Sulle Mura d’Empoli: Un progetto di Rigenerazione Urbana

Empoli ha un altro tesoro architettonico e storico, seppur nascosto. Passeggiando da Piazza Matteotti verso Via Chimenti e curvando a dx in piazza Pulidori costeggi un fabbricato, apparentemente vetusto e ad un piano, ma la sua sagoma nasconde un tratto…

Due detti empolesi su Sant’Agostino

 

Il secolare “oriuolo” di S. Agostino è dotato di due facce, una sulla pubblica Via de’ Neri e l’altro sulla parete interna del transetto lato nord. Può ritenersi quasi un “miracolato” del crollo del campanile, che si ripete avvenuto mediante brillamento di mine tedesche; perchè miracolato ? Perchè il crollo di tale torre alta e snella poteva causare danni ben peggiori, e a giudicare dalle foto scattate dopo il crollo, nel complesso è andata bene, limitando i danni ad una parte del transetto. Lo stesso non si può dire dell’ex adiacente Teatro Salvini, che dopo la sua demolizione estesa è stato ricostruito come lo vediamo oggi nel Cinema La Perla.

Le campane di S. Agostino

Già, le campane di Sant'Agostino. Che fine avranno fatto dopo la distruzione bellica del campanile del Convento di S. Stefano degli Agostiniani?Poveracce, saranno rimaste là sotto alle macerie dopo un salto di circa 40 metri, magari poi furono gettate via…

Uno sguardo in S. Agostino

In questi giorni ho trovato aperta al pubblico la secolare chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, che noi empolesi chiamiamo brevemente "S. Agostino", e bisogna ammettere che una volta entrato in questo edificio ti soprende il silenzio e l'avvolgimento della…

Claudio Biscarini: Vennero da molto lontano

Il tenente colonnello Arapeta Marukitepua Pitapitanuiarangi Awatere (25 aprile 1910-6 marzo 1976), comandante del 28° battaglione Maori.

 
Spesso, avvicinandosi le date della liberazione dei vari paesi e città d’Italia, ci sono contrasti su coloro che effettivamente scacciarono le truppe tedesche dai centri abitati. Nella vulgata tradizionale sono quasi sempre gli americani coloro i quali fecero scappare a gambe levate i soldati di Hitler. Nella realtà dei fatti, a parte che molte poche volte i militari delle divisioni di Kesselring se ne andarono di volata, gli statunitensi non furono onnipresenti e divisero l’onore, e l’onere, di aver combattuto in Italia con soldati di altre nazioni alcune anche molto lontane geograficamente dai luoghi che contribuirono a far tornare alla normalità della pace. Per quanto riguarda Empoli, sappiamo che agirono nella zona truppe indiane, inglesi, americane, sudafricane, canadesi. Ma chi materialmente conquistò la città furono i Kiwis, ovvero i soldati dei battaglioni della 2. Divisione Neozelandese comandata da sir Bernard Freyberg. Strani soldati i neozelandesi. Amavano il saccheggio, specie nei negozi di cappelli civili. A Tavarnelle Val di Pesa rubarono un intero magazzino di fisarmoniche che dovettero abbandonare poco dopo. A San Casciano Val di Pesa si impadronirono della cassaforte di una banca a colpi di mine. Ma erano anche i soldati che avevano combattuto strada per strada nelle macerie di Cassino e sulle pendici del Monte dell’Abbazia. Quando gli indiani e i canadesi arrivarono in vista di Empoli dalle colline di Cerbaiola, la città chiusa nelle vie del Giro, Monte Albano alle spalle gli ricordarono la cittadina laziale che era costata tanti morti. Non vi entrarono ma l’aggirarono da ovest e da est, dalla Bastia e Osteria Bianca e da Fibbiana. I Kiwis no: Erano abituati a combattere tra le strade, le macerie, le case e penetrarono in centro a Empoli. Combatterono per tre giorni e, alla fine, ripulirono il centro spingendosi fino all’Arno. Tra di loro un battaglione aveva un che di esotico: il 28° Maori che colpì la fantasia di Luigi Testaferrata il quale lo ricordò nel suo romanzo “I cenci e la vittoria”. Non hanno mai avuto riconoscimenti ufficiali da parte delle amministrazioni comunali cittadine i ragazzi della Nuova Zelanda per quello che fecero nell’agosto 1944. Il Comune di Tavarnelle Val di Pesa, per iniziativa dell’ex sindaco Stefano Fusi, oggi membro del Consiglio Provinciale, gli ha dedicato cerimonie al Cimitero del Commonwealth ai Falciani di Firenze, dove sono sepolti i caduti neozelandesi assieme ad altri di diverse nazioni, due libri di cui uno tradotto anche in inglese e pubblicato in Nuova Zelanda e un monumento nel centro della città dove sono riportati i nomi dei soldati di Freyberg deceduti nella liberazione del territorio comunale. Il Comune di Scandicci patrocinò, assieme all’Associazione Combattenti della città, un monumento-ricordo in località San Michele a Torri, dove si è combattuta una delle più aspre battaglie della seconda guerra mondiale in Toscana, con una iscrizione in tre lingue, italiano, inglese e maori.

Camminando sulle Mura d’Empoli, Parte 3

PROSEGUE LA CAMMINATA sulle Mura d'Empoli della ultima (forse terza ?) Cerchia medioevale. Siamo nello spazio che fino al Settecento era il celebre Spedale De' Nocenti, ovvero Spedale degli Innocenti diventata poi Fattoria omonima. Lo Spedale nel 1820 non appartiene più…

Il Culo e le Quarant’ore

Riporto un vecchio aneddoto empolese, forse diceria, forse e probabilmente accaduto, e che nel tempo si è tramandato con un detto empolese noto come "Che c'entra il culo con le quarant'ore?".
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