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Sulle Mura d’Empoli: Un progetto di Rigenerazione Urbana

Empoli ha un altro tesoro architettonico e storico, seppur nascosto.

Passeggiando da Piazza Matteotti verso Via Chimenti e curvando a dx in piazza Pulidori costeggi un fabbricato, apparentemente vetusto e ad un piano, ma la sua sagoma nasconde un tratto pressochè intatto dell’ultima cerchia delle Mura d’Empoli, parlo del tratto nord-ovest; per capirsi, sto parlando di un tratto di Mura che cinge anche il secolare convento delle suore domenicane, in passato dette anche le “suore nuove” perchè instauratesi dopo il convento delle Benedettine (oggi centro Trovamici ndr).

 

Il tratto delle mura è in buone condizioni e lo stesso dicasi del bastione, l’unico intatto e rimasto “poco” alterato. Considerato che il Comune sta facendo la revisione del decaduto Regolamento Urbanistico, ho redatto questa bozza progettuale che prevede il recupero di una pregevole parte storica della città, e che una volta completato l’articolo mi riservo di inviare alla stessa A.C. affinchè possano trarre spunto.

Fonte immagine area: Bing.com

Nel previgente R.U. tale porzione risultava assoggettata alla presentazione di un Piano Urbanistica Attuativo, ovvero un progetto mirato che doveva coinvolgere unitamente l’intera porzione e che doveva essere approvato con l’apposita procedura a variante del PRG.
Per il momento ignoro le future decisioni urbanistiche e architettoniche su questa area, ma preferisco nel frattempo lanciare l’idea di “Rigenerazione Urbana” come metafora di recupero e riqualificazione. In estrema sintesi si propone un intervento di  “sfollamento” e rimozione di immobili incoerenti anche se ormai consolidati al tessuto urbano, ma il tutto è mirato a restituire e liberare una porzione intatta delle cinquecentesche mura di Empoli.
Nelle demolizioni non coinvolgerei la villa d’angolo tra Via Chiara e Via Chimenti, anche se posta con ubicazione sfavorevole; tuttavia la rimozione del restante spazio permetterebbe un’ampia connessione tra Via Chimenti e Via Chiara.

 

Lo spazio cosi recuperato restituirebbe respiro a Via Chimenti, attuando anche una buona idea prevista dal primo Piano di Ricostruzione del 1948; lo spazio liberato dovrebbe ovviamente diventare uno spazio pubblico, possibilmente verde e libero da autovetture. Considerato anche che tale spazio in origine era interamente dentro il fossato (cfr mio articolo sul Segno d’Empoli n° 87/2012, pag. 14,) sarebbe congruo riprogettare in via definitiva ed esecutiva usando il tema dell’acqua. Senza esagerare con fontane e idrogetti come fatto altrove.

Confesso che il problema principale non sia la fattibilità urbanistica e architettonica, ma ahimè come al solito, è la valutazione economica che sbarra il passo o lo rende difficile.
E’ sottinteso che l’attuale proprietà privata sia totalmente contraria a questo progetto, infatti occorrerebbe un adeguato “quantum” da offrire, forme e modalità che ometto in questa sede.

Sarebbe anche interessante dal punto di vista archeologico, magari i ns amici dell’Associazione scoverebbero là sotto le armi e altro testimoniante l’assedio del 1530,  e proprio nell’affresco dello Stradano si vede questo lato danneggiato e assaltato dalle truppe del Vitelli.

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