l’alluvione 04 Novembre 1966 danneggiò pesantemente il ponte vecchio di Empoli,
erodendo il piede fondale del plinto sulla sponda soviglianese.
Progetto di rinverdimento di Via Masini – di Roberto Fabiani, Dott. Agronomo
Si pubblica quest’interessante proposta progettuale sulla riqualificazione del verde urbano rimosso in Via Masini ad Empoli durante il mese di Agosto 2011.
La proposta progettuale è stata redatta dallo Studio Progetto & Giardino http://www.giardino.net/ e pubblicata anche su Facebook https://www.facebook.com/ViaMasiniAlberata
I PINI DI VIA MASINI RICRESCERANNO?
di Roberto Fabiani, Dott. Agronomo
Sulle cause dell’abbattimento dei pini di via Masini ormai è stato detto tanto e personalmente sono d’accordo con la decisione presa; i pini la non avrebbero mai dovuto essere stati piantati, perché inadatti agli spazi che gli erano stati assegnati. E’ stato un inserimento sbagliato figlio di una moda di qualche decennio fa, e purtroppo tutte queste piante sparse per tutto il territorio comunale ne stanno facendo le spese.
D’altra parte avrei visto con piacere che alla eliminazione dei giganti sempreverdi fosse seguita repentinamente una nuova piantagione, con specie questa volta (più) adatte alla localizzazione. In effetti l’ambiente urbano è una brutta bestia per il povero albero che viene catapultato in città , anziché in un giardino in campagna o, meglio ancora in un bosco. Molte sono le avversità che cercheranno di eliminarlo sin dalla sua piantagione in una aiola di 50 cm di diametro, molte di queste naturali, ma spesso causate da noi stessi, dalla nostra incuria, soprattutto dalla nostra mancanza di sensibilità. Certo , tutti sono sensibili al verde a parole…non lo sono per caso gli amministratori? Non lo sono gli appaltatori del verde pubblico? Ed infine non lo sono i cittadini che si siedono sotto l’ombra di questi colossi? Certo, lo siamo tutti! Ma perché allora ci sono piazze a Empoli dove gli alberi appena piantati muoiono? Per non parlare di quelli che avrebbero compiuto 100 anni fra non molto.
Questo speciale tipo di sensibilità ci ha portato dunque a togliere i pini da via Masini senza avere uno straccio di progetto per la loro sostituzione. Mi si dirà che, il progetto dovrebbe riguardare una visione più ampia che porti a realizzare una pista ciclabile (che fisicamente non potrà mai essere compresa a meno di fare un marciapiede ciclabile e uno pedonale e che poi risulterà pericolosissima per la presenza dei numerosissimi passi carrabili). Ma di questo passo solo i nostri nipoti forse riusciranno a vedere i nuovi alberi.
L’investimento economico nel verde è limitato; vogliamo piantare 100 alberi quanti all’incirca ne sono stati tolti? Per individui di una grandezza giusta per il trapianto si spendono circa 400 euro a pianta compreso il lavoro di piantagione…vogliamo arrotondare a 500 per non avere sorprese? Fanno 50.000 euro. La strada e i relativi marciapiedi dovrebbero essere comunque riasfaltati e in quell’occasione potrebbero essere realizzati gli spazi per gli alberi; se volessimo abbellire un po’ di più la strada potremmo aggiungere qualche arbusto tappezzante , ma il costo dell’intervento non salirebbe molto. Per una piccola spesa in più si potrebbe pensare (udite udite) a realizzare un impianto di irrigazione a goccia (perché anche gli alberi hanno sete in certi periodi!)
I nuovi alberi per via Masini certo non potranno essere di dimensioni ragguardevoli, ne avere una chioma espansa. Dovranno essere snelli , spoglianti per non ombreggiare in inverno, qualche fiore ogni tanto non guasta.
Io avevo pensato di dividere le alberature in due tronconi: il primo da viale Petrarca al semaforo e il secondo dal semaforo a piazza Gramsci. Nel primo inserire il Carpino piramidale, impalcato alto, nel secondo un Prunus da fiore anch’esso declinato nella sua varietà piramidale, con una fioritura rosa intensa alla ripresa vegetativa (marzo).Naturalmente basta con le forniture “spazzatura” (piazza della Vittoria docet), dove vivaisti con pochi scrupoli forniscono piante dalle caratteristiche impresentabili. Stabilire quindi standard di qualità nel capitolato di appalto e prevedere un collaudo dove però il collaudatore non sia chi fornisce la prestazione!
Questi alberi saranno potati con interventi delicati, nel rispetto della loro crescita naturale, non saranno “capitozzati” (tagli a “capitozzo” sono definiti quelli su rami più grandi di un polso ..8,10 cm di diametro), saranno rispettati dalle ditte che si troveranno ad intervenire nei loro pressi, non gli verranno appiccicati cartelli indicatori e gli innamorati eviteranno di incidere i loro nomi sulla corteccia.
Forse così quegli alberi potranno vivere un po’ più a lungo rallegrandoci della loro presenza, assorbendo un po’ di quell’enorme quantità di anidride carbonica che noi spariamo quotidianamente nell’atmosfera.
Gli alberi in città hanno una vita molto più breve rispetto a individui simili in un contesto più naturale, ma noi dovremo dare loro le possibilità per poterci stare nel miglior modo, partendo dalla scelta delle specie più adatte per ogni contesto.
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