In merito alla ex Chiesa di San Martino a Vitiana sconsacrata nel 1764 si propone una fotoelaborazione del previgente stato della facciata.
Vitiana e la ex Chiesa di San Martino: tracce romaniche in vista?
A pochi chilometri da Empoli, a metà tratto della via della Motta tra Pagnana e Riottoli, vi è la località di Vitiana ove c’era una chiesa intitolata a San Martino.
Questa ex chiesa risulta citata nei documenti fin dal 1119 con l’istrumento di incastellamento di Empoli.
Appare inoltre citata nei seguenti documenti:
1192, 27 Maggio: Bolla papale di Celestino III sui possessi e privilegi
1258, 03 Luglio: Bolla papale di Alessandro IV a conferma di possessi e privilegi
1274-1280 Rationes Decimarum Tuscia
1295-1304 Rationes Decimarum Tuscia
In seguito il Santoni la cita come prioria esistente fin dal 1498 [1].
Nel Cinquecento la famiglia patronale dei Soderini[2] la concesse alle monache di San Frediano di Firenze; dello stesso periodo, in particolare alla fine del XVI secolo, risulta una testimonianza cartografica sul suo previgente aspetto dove è raffigurata con copertura a capanna, tettoia sulla facciata principale e campanile a vela, oltre alla presenza di una canonica dotata di merlature.[3]Da alcuni precedenti studi emerge che al suo interno vi fossero tre altari.[4]
Secondo il Repetti, con l’istrumento del 6 maggio 1253, il Conte Guido Guerra figlio del Conte Marcovaldo di Dovadola vendé al Comune di Firenze la sua porzione del palazzo vecchio d’Empoli con l’intero giuspadronato della chiesa di S. Martino a Vitiana [5].
La chiesa di S. Martino a Vitiana dal padronato de’conti Guidi passò in quello della famiglia Soderini di Firenze, dalla quale fu ceduto nel 1502 alle monache di S. Frediano di Cestello.
Il Lami in un suo elenco sintetico del 1758 cita l’esistenza della chiesa con la dicitura « S Martini Vitianae Prioratus, adnexa Monasterio S. Frigidiani Florentiae », confermando il suo ruolo di prioria già sopracitato dal Santoni.
La chiesa fu soppressa nel 1764 e sconsacrata in normale abitazione. [6]
Una sua prima rappresentazione geometrica risulta nelle carta dell’Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana redatta nel 1804 dai Consorzi idraulici empolesi, redatta a mano da Marco Moretti.
Una successiva rappresentazione geometrica emerge dal Catasto Leopoldino 1820,
in cui è riconoscibile dalla particella numero 647 (al centro).
Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione B – Pagnana e Vitiana, Foglio 2 di 2 – ASFi, Catasto Generale Toscano,
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani – Per g.c. Info Crediti e Copyright
Oggi il corpo di fabbrica della ex chiesa ci appare come una civile costruzione, la sua consistenza originaria è stata poi modificata da precedenti interventi di addossamento edilizio e trasformazione edilizia.
Nel suo complesso è da considerarsi con sufficiente stato conservativo.
Sarebbe auspicabile che i futuri interventi sull’immobile potessero consentire una lettura delle stratigrafie storiche della facciata. Inutile nascondere che quest’immobile, da un punto di vista storico e urbanistico è tutto da studiare.
Si nota che anche lo strumento urbanistico del Comune ha classificato l’immobile col “livello di attenzione” nella carta del Rischio Archeologico, una scelta che intende salvaguardare gli immobili aventi un potenziale valore di recupero.
L’edificio nella mappa di Google:
Si coglie l’occasione per sottolineare la lettura di due conci lapidei di un sicuro arco a guisa di quella che doveva essere la porta d’ingresso, salvo quanto dovesse emergere da altri studi e ricerche specifiche.
Certo è che si ritiene utile testimoniare questo aspetto, scattando immagini dalla pubblica via di Vitiana all’intersezione con via della Motta.
Il particolare dei due conci in pietra ben leggibile in facciata:
Questo fotomontaggio intende dare un’idea, certamente approssimativa e schematica, di come poteva presentarsi la chiesa di Vitiana prima della sua riduzione ad abitazione, prodotto e gentilmente inviato da Francesco Fiumalbi .
In mancanza di ogni altro elemento, è da considerarsi un ottimo punto di analisi interpretativa.
Note e Riferimenti:
[1] Raccolta di notizie storiche riguardanti le chiese dell’arci-diogesi di Firenze : tratte da diversi autori, curato da Santoni Luigi, Firenze, 1847, Tipografia Gio. Mazzoni.
[2] Chiese, Cappelle e Oratori del territorio empolese, di W. Siemoni, ATPE 1997, S. Croce sull’Arno, pag. 65;
[3] ASFI, Capitani di Parte, Piante, t. 120 II° c. 182;
[4] Chiese, Cappelle e Oratori del territorio empolese, di W. Siemoni, ATPE 1997, S. Croce sull’Arno, pag. 65;
Questo articolo ha 3 commenti
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Quando ancora ero molto piccola mia mamma ha provato a fare ricerche su questa ex chiesa e ha chiesto a persone che abitavano qua vicino e che purtroppo adesso la maggior parte non ci sono più, delle informazioni…lei mi ha accennato che le hanno parlato di una leggenda che dice che qua nascosta da qualche parte ci sia la statua di un vesxive dalla mazza d’oro…più di questo non so…
non conosco codesta leggenda, perchè non ci anticipi qualcosa?
Vorrei saperne di più su questa ex chiesa…abitandoci ogni cosa di questa casa mi incuriosisce e non posso fare a meno di fare ricerche per approfondire ogni curiosita’. Ho sentito parlare di una leggenda, vorrei saperne di più…