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Dizionario geografico fisico storico della Toscana – Emanuele Repetti: i Popoli extraurbani e Contado

Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana

contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato

compilato da Emanuele Repetti

socio ordinario dell’i. E r. Accademia dei Georgofili e di varie altre   –  Volumi vari

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AVANE (S. JACOPO AD). Borgata con parrocchia nel Val d’Arno inferiore, piviere, Comunità Giurisdizione e miglia toscane 1 e 1/2 a maestro di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze. – Si incontra questa chiesa d’Avane, nella strada che guida al navalestro, dove si attraversa l’Arno dirimpetto al colle di Cerreto Guidi.
Fu probabilmente anche quest’Avane luogo riservato alla caccia, o bandita dei conti Guidi, stati Signori di questa contrada insieme con i conti Cadolingi di Fucecchio, innanzi che questa porzione di Valle dell’Arno fosse riunita al distretto della Repubblica fiorentina insieme con Empoli suo capoluogo. – Vedere EMPOLI
La parrocchia di S. Jacopo d’Avane ha 598 abitanti.

BASTIA nel Val d’arno inferiore. – Villa e borgata sopra un umile poggetto fra il Ponte d’Elsa e l’Arno. Ha un’antica chiesa parrocchiale (S. Silvestro) filiale della pieve di S. Genesio, attualmente suburbana della cattedrale di Sanminiato, nella Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a libeccio di Empoli, Diocesi di Sanminiato, già di Lucca, Compartimento di Firenze. Infatti nel suolo dove oggi sorge la magnifica villa della Bastìa dei nobili Orlandini del Beccuto di Firenze esisteva un fortilizio notissimo nelle cronache e nei diplomi Pisani che rammentano costà una torre e un luogo di confine naturale e politico fra il territorio fiorentino e pisano. Questa Bastia portava il nome di Torre Benni, e dominava il passaggio dell’antico ponte d’Elsa e della strada Regia Pisana. La quale strada il poggio della Bastìa attraversare doveva innanzi la caduta del ponte (1307), allora situato sotto la Torre Benni; poscia rifatto nel 1347 alquanto più dentro terra, come oggi si vede.
La Torre Benni fu un dì compresa tra i feudi dei conti Guidi, siccome risulta dai diplomi di Arrigo VI e di Federigo II spediti a favore di quella prosapia. Anche la prioria di S. Stefano alla Bastìa, nel catalogo delle chiese della Diocesi Lucchese dell’anno 1260, trovasi notata sotto il piviere di S. Genesio con l’indicazione di S. Stefano della Torre Benni. La stessa indicazione essa conservava nel secolo XV, quando era rettore della medesima il dotto empolese Andrea d’Jacopo Vannozzi, fatto poi canonico della metropolitana fiorentina. (SALVINI, Serie dei Canonici Fior.) Alle falde orientali del poggetto della Bastìa, lungo la vecchia strada, esisteva un Borgo appellato di S. Fiora
(Sanctae Floris) nominato nelle carte del medio evo, e nell’opera del Padre Ildefonso, (Delizie degli Eruditi, Tomo VII) quando i Ghibellini, stanti vittoriosi nei campi di Monteaperto, disfecero costà molte case di Guelfi. Non ostante che nuovi guasti ed incendj al Borgo di S. Fiora apportassero i soldati di Uguccione della Faggiola nel 1312, (LELMI, Cron. Sanminiat.) pure lo stesso luogo viene rammentato ancora nella Bolla d’oro di Carlo VI come paese fedele dell’impero. Nell’archivio pure della chiesa della Bastìa si conservano due documenti comprovanti l’esistenza non tanto remota del Borgo di S. Fiora. Vi è tuttora un pozzo in mezzo a un campo che appellasi il Pozzo di S. Fiora, e la strada e i campi adiacenti, conservano sempre il nomignolo di Strada e Campi di Borgo. – Nell’escavazione fatta nel 1788 dal priore Capoquadri per la costruzione di una cisterna presso la canonica, alla profondità di braccia 18 fu trovato un pezzo di marmo ov’era scolpito a bassorilievo un pellegrino nell’atto di orare. Lo che richiama alla memoria uno di quegli ospizi degli Ospidalieri dell’Altopascio, che essi probabilmente avevano a questo ponte d’Elsa, come all’altro superiore di Castel Fiorentino.
Anche gl’Itinerari dei romei Irlandesi del secolo XII segnano lungo la via Francesca una mansione fra Fucecchio e l’Osteria bianca, sotto nome Arno bianco.
La parrocchia della Bastìa conta 422 abitanti.
BASTIA nel Val d’Arno inferiore. – Si aggiunga. – Che questo borgo, ora Villaggio con chiesa parrocchiale S. Stefano a Torre Benni, già S. Flora, fosse in un punto donde si dominava il passaggio sull’antico ponte d’Elsa innanzi che questo nel 1307 rovinasse, lo dichiara fra gli altri un decreto della Signoria di Firenze del 12 settembre 1378 (al tempo dei Ciompi) che ordinò la fortificazione del castello di S. Flora (GAYE Carteggio di Artisti ec. Volume. I. Appendice 2.)

BRUSCIANO (BRUSCIANA, ndr) nella Valle dell’Arno inferiore.
Villaggio spicciolato sulla ripa destra e presso il Ponte dell’Elsa
con chiesa parrocchia (S. Bartolommeo) filiale della cattedrale di Sanminiato, che è 3 miglia toscane a
ponente, e nella cui Comunità e Giurisdizione è compresa la borgata di Brusciano, Compartimento di Firenze.
La parrocchia di S. Bartolommeo a Brusciano conta 396 abitanti.

CORNIOLA presso Empoli nel Val d’Arno inferiore.
Casale con antica parrocchia (SS. Simone e Giuda) nel piviere Comunità Giurisdizione e quasi 2 miglia toscane a ostro-libeccio di Empoli, Diocesi e Compartimento
di Firenze. È situato in collina sopra il bivio della strada provinciale che da Empoli guida a Monterappoli in Val d’Elsa con quella detta sotto i Colli che porte da Val di Botte al ponte a Elsa. La chiesa di Corniola, già cappellanìa del capitolo di Empoli, fu data a ufiziare ai frati Carmelitani che vi costruirono nel secolo XVII un convento, soppresso nel 1809, conservando la chiesa con cura e un parroco congruato.
Nacque sul chiudersi dello scorso secolo, e nel 1829 di dicembre fu sepolto costà l’erudito abate Giuseppe Salvagnoli Marchetti, rapito in giovane età alla Repubblica letteraria. La parrocchia de’SS. Simone e Giuda a Corniola conta 216 abitanti.

CORTE NUOVA nel Val d’Arno inferiore.
Casale con parrocchia (S. Maria) nel piviere Comunità Giurisdizione e miglia toscane 1 e 1/2 a levante-grecale di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Trovasi fra la strada fiorentina e la riva sinistra dell’Arno in mezzo a un’ubertosa e ben coltivata pianura. Fu signoria dei conti Cadolingi e Alberti, del ramo di quelli che dominarono in Capraja e a Pontormo. – Infatti nel 18 marzo del 1186 il conte Guido Borgognone, che fu padre di Rodolfo conte di Capraja, risiedeva in Cortenuova con la sua consorte Donna Tuttabuona, quando essi conjugi per atto pubblico rinunziarono a favore del monastero di S. Miniato al Monte presso Firenze un pezzo di terra posta a Campigliano nel popolo di S. Piero a Ema. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte degli Olivetani di Firenze)
Il giuspadronato della chiesa di Cortenuova fu ceduto alla compagnia di Or S. Michele di Firenze, dalla quale passò alla religione dei cavalieri di S. Stefano, che lo conserva tuttora. Da Corte nuova fu un tal Silvestro di Giovanni di mestiere tintore, stato scelto fra i quattro ambasciatori, che la Repubblica fiorentina nell’anno 1380 inviò a Carlo di Durazzo, mentre questi stanziava in Arezzo per procurare un trattato di pace, che infatti conclusero con quel re. (AMMIRAT. Istor. Fior.)
La parrocchia di S. Maria a Corte Nuova conta 606 abitanti.

MARCIGNANA (Marciniana). – Casale spicciolato che dà il titolo a una chiesa parrocchiale (S. Pietro), il cui popolo costituiva una comunità nel piviere di S. Genesio, già della Diocesi di Lucca, ora cura suburbana della cattedrale di Sanminiato, da cui dista circa 3 miglia toscane a grecale nella Comunità e Giurisdizione medesima, Compartimento di Firenze.  È situato in pianura alla destra del fiume Elsa, non molto lungi dal suo sbocco in Arno e dal nuovo ponte che lo cavalca fra Empoli e Fucecchio.
All’Articolo BORGO SAN GENESIO fu detto che la chiesa di S. Pietro a Marcignana esisteva fino dal secolo XII, mentre trovasi rammentata fra quelle del plebanato di San Genesio in una bolla del 1194 spedita dal Pont. Celestino III a Gregorio preposto di detta pieve, oltre di che fu inserita nel registro delle chiese della diocesi lucchese redatto nel 1260.  Una delle più antiche rimembranze di questa contrada di Marcignana la trovo in un istrumento dell’anno 883, 24 maggio, celebrato nella corte di S. Casciano a Settimo, col quale Giovanni vescovo di Pisa concesse con titolo d’enfiteusi a un certo Gumberto figlio del fu Libertà di Firenze diversi beni che la sua mensa possedeva
nel distretto di Quaratiana (Corazzano) in Marciniana, e in Vico Walari nel piviere di S. Genesio. (MURATOR., Ant. M. Aevi. T. III).
Fra le membrane della comunità di Sanminiato, ora nell’Arch. Dipl. Fior., havvene una contenente il rogito sulla demarcazione dei confini fra il comune di Marcignana del distretto di Sanminiato, e quello di Pagnana del contado fiorentino, fatto nel dì 25 marzo 1288, di martedì, indizione XV; cioè, il primo giorno dell’anno 1288 secondo l’uso di Sanminiato (ossia stile pisano) e primo giorno dell’anno 1287 secondo lo stile fiorentino. Il quale atto fu celebrato in Marcignana mentre si designavano i confini da Ser Giovanni del fu Corso di Pagnana uffiziale pel Comune di Firenze, e da Ser Guido del fu Bonaventura uffiziale pel Comune di Sanminiato.
Quattr’anni dopo (5 agosto 1292) nella villa di Marcignana fu celebrato un istrumento, relativo alla vendita di un pezzo di terra posto nei confini di Marcignana in luogo detto al Santo,il quale terreno acquistò Ganduccio di Malpiglio da Marzana per lire 25 di denari pisani. La parrocchia di S. Pietro a Marcignana nel 1833 contava 307 abitanti.

MARCIGNANA (Marciniano) nel Val d’Arno inferiore. – Vedere l’aggiunta all’Articolo MARCILLIANO:
cui unirò qui la notizia di un atto del 15 aprile 1475 rogato nella chiesa di S. Pietro a Marcignana, relativo alla investitura della cappella de’ SS. Antonio e Caterina posta in detta chiesa parrocchiale di Marcignana data al prete Limone di Pietro Fabiani da San Miniato. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Arch. Gen.)
PONTE NUOVO A BOCCA D’ELSA nel Val d’Arno inferiore. – Allorché io dava fuori i primi numeri di questo Dizionario non vi era ponte di materiale che attraversasse l’Arno fra Signa e Pisa, mentre attualmente due grandiosi e solidissimi sono in piena attività in due punti principali del Val d’Arno inferiore, cioè, un ponte nel centro della Valle dove sbocca l’Elsa, e l’altro nella sua estremità dove sboccano l’Era e la Nievole All’Art. ARNO (Vol. I. pag. 146) dissi, che nella sezione del Val d’Arno inferiore non vi è stato mai ponte alcuno di materiale , comecché si trovi fatta menzione di uno che fu là dove sboccava l’antica strada Romèa, che da Lucca per l’Altopascio ed il Galleno varcava l’Arno dirimpetto a Fucecchio, ponte che trovasi rammentato in un diploma dell’ aprile 1244 concesso da Federigo II agli ospitalieri dell’Altopascio, e che probabilmente corrispondeva al Ponte Bonfilii, del quale fanno parola diversi istrumenti lucchesi, che due di essi, del 24 luglio 1027 , e del 15 nov. 1078 pubblicati di corto nell’ appendice al Vol. V. P. III. delle Memorie per servire alla storia del Ducato di Lucca.
In un punto di passaggio cotanto ne’tempi antichi frequentato da chi scendeva dall’alta nella bassa Italia, ma ancora ai tempi nostri da chi ha duopo passare dall’una all’altra parte del popoloso Val d’Arno inferiore, volse l’occhio una società di azionisti, la prima in Toscana che abbia conseguito buoni resultamenti in genere di lavori pubblici, e che sia stata validamente patrocinata dal regio Governo, la quale mediante la costruzione di questi ponti ha ravvivato i rapporti di comunicazione nel Val d’Arno inferiore.
All’Articolo EMPOLI Vol. II. pag. 66 fu data per la prima volta una breve descrizione del Ponte sopra Bocca d’Elsa, che rimase compiuto nel 1835 dirimpetto al colle della Bassa, dove fu un navalestro appellato della Motta, e ciò con la direzione dell’ ingegnere pisano, sig. Ridolfo Castinelli. Veramente quegli che primo sentì il bisogno di due ponti attraverso l’Arno nel bacino inferiore a Firenze, e che ebbe in animo di formare a tale effetto una società anonima, come egli infatti con gran fatica compose, fu l’ingegnere Pietro Martini di Fucecchio, cui la morte barbaramente troncò i giorni nel fiore dell’età. Fortunatamente l’impresa non venne meno stante l’essere questa stata poi affidata alla perizia ed onestà di tal uomo che ogni diffcolta seppe valorosamente superare. – Vedere l’Opuscolo, Costruzione di un ponte a castello sull’Arno del Prof. Fr. Curridi nel Nuovo Giornale de’ Letterati nel Vol. XXXIII. (Pisa 1836.) Ben diversa però dalla costruzione ideata dal Martini fu quella dell’ ingegnere Castinelli, di che l’autore stesso  diede ragione in una sua Memoria, stata pubblicata in Pisa nel 1836 insieme col rendimento di conti che il consiglio di amministrazione presentò al corpo degli azionisti dopo compita la costruzione del Ponte nuovo a Bocca d’Elsa. Da quel rendiconto inoltre emerge chiaro quanto giustamente quel consiglio di amministrazione riponesse intera la sua fiducia nell’ingegnere Castinelli.  Dal prospetto di Entrate e Spese ivi esposto risultò, che il Ponte nuovo a Bocca d’Elsa, compito nel 16 dicembre 1835, costò fiorini 98102,47, corrispondenti a lire fiorentine 163503, 33.  Fu già da noi avvisato all’Art. citato, che cotesto ponte consiste in sei piloni di pietra, cui sovrappongono sette  armature di legname di querce sostenenti l’impiantito stradale fatto di travi di querce della lunghezza in tulto di br. 251 e della larghezza nella carreggiata di br. 11 compresa la cornice e le spallette che sono pure di legname e in parte di ferro.Solida non meno che ingegnosa appariva l’armatura fra un pilone e l’ altro, la quale ha br. 24 di luce.
Ivi io aggiungeva essere da desiderarsi, e forse non passerà gran tempo che una strada più diretta e più comoda conduca da Empoli al Ponte nuovo di Bocca d’Elsa. In questo frattempo cotal desiderio fu soddisfatto, poichè da pochi mesi è aperto alle vetture un braccio di strada provinciale che staccasi dalla regia postale Livornese davanti alla chiesa e convento di S. Maria a Ripa, circa mezzo miglio a pon. di Empoli, per mettere in comunicazione la sinistra parte del Val d’Arno inferiore e delle valli minori sue tributarie con la porzione alla destra dello stesso fiume e con le valli contigue della Nievole e dell’ Ombrone pistojese, mentre  un altro braccio di strada provinciale staccasi attualmente dal piazzale del Ponte nuovo e porta in linea retta sulla via regia dell’Osteria bianca, dove fanno capo due strade postali, quella Livornese per Firenze, e l’altra
Traversa per Poggibonsi, Siena e Roma.  Se a questi pochi cenni si aggiunga che la parte destra del Val-d’Arno inferiore è confinata a settentrione dal Monte Albano, a maestro dal Padule di Fucecchio e dalla piccola giogaja dei colli delle Cerbaje, sarà facile a concepire la cagione perché fino alla erezione del Ponte nuovo di Bocca d’Elsa.

PAGNANA o PAGNANA CANINA, e VITIANA nel Val d’Arno inferiore.
Due contrade nella stessa  valle e nello stesso piviere portano il vocabolo di Pagnana, una alla destra dell’Arno, dirimpetto a Empoli che dà il nome al popolo di S. Maria Assunta a Pagnana Mina o a Spicchio nella Comunità di Vinci, e  Giurisdizione di Cerreto Guidi; e l’altra Pagnana Canina, consistente in una borgata con chiesa parrocchiale (S. Cristina) cui è annesso il popolo di S. Martino a Vitiana nella Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a ponente maestrale di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Trovasi Pagnana Canina sulla strada che da Empoli va al ponte nuovo che cavalca il fiume Arno dirimpetto alla villa della Bassa per andare a Fucecchio. Nella contrada di Pagnana possedevano beni sino dal secolo X i conti Cadolingi di Fucecchio, uno dei quali,  il Conte Lottario figlio del Conte Cadolo, mediante istrumento rogato li 9 aprile 1003, donò alla badia di Fucecchio, tra gli altri beni un podere situato in Pagnana nel territorio e piviere di S. Andrea d’ Empoli. Infatti i popoli di Pagnana Mina e Pagnana Canina sino dai secoli XII e XIII dipendevano dalla chiesa battesimale di Empoli, siccome lo dimostrano le bolle del Pontefice Niccolò II, Celestino III e Alessandro IV dirette ai pievani di S. Andrea d’Empoli.
Questa popolazione sparsa in una pianura colmata dalle alluvioni dell’Arno non offre alla storia alcuna memoria, né alcun avanzo di quelle fortificazioni che i popoli riuniti di Vitiana, di Pagnana Canina e di S. Pietro (a Riottoli) nel 1300 ebbero voglia d’innalzare sul loro territorio per difendersi dai Ghibellini e dai Pisani, quando questi dominavano sopra molti paesi del Val d’Arno inferiore.
A tale oggetto è rammentato un documento del 4 aprile 1300, col quale i sindaci dei popoli di S. Martino a Vitiana, di S. Cristina a Pagnana Canina e di S. Pietro a S. Pietro (Riottoli) chiesero ed ottennero licenza dalla Signoria di Firenze di poter edificare una fortezza (di cui non esistono tracce) nel loro territorio, onde difendersi dalle incursioni ostili. – (GAYE, Carteggio inedito d’artisti ec. Vol. I. Appendice 2a.) All’Articolo EMPOLI si disse che, per istrumento del 6 maggio 1253, il C. Guido Guerra figlio del C. Marcovaldo di Dovadola vendé al Comune di Firenze la sua porzione del palazzo vecchio d’Empoli con l’intiero giuspadronato della chiesa di S. Martino a Vitiana.
Infatti le due Pagnane sono nominate tra i feudi ai conti Guidi confermati dagl’Imperatori Arrigo VI e Federigo II.
Finalmente mediante istrumento del 25 marzo 1288 furono stabiliti e posti i termini di confine fra il comunello di Marcignana spettante al distretto di Sanminiato e quello di Pagnana Canina nel territorio di Firenze; i quali confini vennero ratificati col trattato finale del 21 dicembre 1297 fra i Sanminiatesi ed i Fiorentini.
Li 3 aprile del 1286 il prete rettore della chiesa di S. Cristina a Pagnana Canina assisté al sinodo tenuto nella cattedrale, mentre la chiesa fiorentina vacava del suo pastore. – (LAMI, Monum. Eccl. Flor.) Nel balzello imposto nel dicembre del 1444 dalla Repubblica Fiorentina ai popoli del suo contado e distretto, questo di S. Cristina a Pagnana fu tassato in quattro fiorini, e l’altro di S. Martino a Vitiana in tre fiorini d’oro, quando il popolo di Pagnana Mina, o di Spicchio, era già compreso nel Comune di Vinci.
La chiesa di S. Martino a Vitiana dal padronato de’conti Guidi passò in quello della famiglia Soderini di Firenze, dalla quale fu ceduto nel 1502 alle monache di S. Frediano di Cestello. Sennonché alla soppressione di questo monastero anche il popolo di S. Martino a Vitiana nel 1783 fu raccomandato al parroco di Pagnana Canina.
La popolazione di Vitiana nel 1551 contava 123 abitanti e nel 1745 ne aveva 129.  La parrocchia di S. Cristina a Pagnana nel 1551 noverava soli 71 abitanti. Nel 1745 ne faceva 154, e nel 1833 i due popoli uniti ammontavano a 538 abitanti. – Vedere EMPOLI.

PIANEZZOLE, o PIANEZZOLI nel Val d’Arno inferiore. – Casale con chiesa antica parrocchia (S.  Michele) del piviere di S. Genesio, Diocesi di Lucca, ora di Sanminiato, nella Comunità Giurisdizione e quasi  miglia toscane 3 a ponente libeccio di Empoli, Compartimento di Firenze. Risiede in pianura fra la strada postale pisana e la base occideotale delle colline che da Montrappoli scendono alla villa di Terrafino sul confine dell’antica diocesi di Lucca con quella di Firenze. La chiesa di S. Michele a Pianezzole é rammentata fra quelle del piviere di S. Genesio nella bolla di Papa  Celestino III spedita li 24 aprile 1194 a quel proposto, siccome per egual modo trovasi designata nel registro delle chiese lucchesi del 1260. la parrocchia di S Michele a Pianezzole nel 1833 contava 320 abitanti.

RIOTTOLI nel val d’Arno inferiore.
Borgata con chiesa parrocchiale (S. Pietro) nel pievanato, Comunità Giurisdizione e circa due miglia toscane a maestrale di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Trovasi in una pianura presso la ripa sinistra dell’Arno lungo la strada rotabile che da Empoli per Avane guida alla barca che passa il fiume dirimpetto al poggio di Cerreto Guidi. È una campagna coperta da terreno di recente alluvione, attraversata da fossi, dogaje, mercé cui i buoni vitigni anche costà danno un liquore che se non è da paragonarsi a quelo del Chianti, neppure può assomigliarsi ai fiacchi vini di Quaracchi e di Peretola. La chiesa di S. Pietro a Riottoli è di data alternativa di casa Alessandri e ricci.  Cotesta cura nel 1833 contava 158 abitanti.   

RIPA (S. MARIA A) nel Val d’Arno inferiore. – Contrada dove fu innalzata sino dal secolo XIII una chiesa parrocchiale (S. Maria) detta S. Maria a Empoli Vecchio, o a Ripa, cui più tardi furono raccomandati i popoli di S. Donnino e S. Michele ad Empoli vecchio, nella Comunità, Giurisdizione e circa un miglio toscano  a ponente di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze. Trovasi lungo la strada regia postale Livornese accanto ad un convento di Francescani Zoccolanti eretto non prima dell’anno 1510, per quanto ne fosse stata ottenuta licenza dai Pontefici Sisto Ivi poi da Alessandro VI. – (WADING., Annal. Minor.)  Nell’estimo fatto nel 1266 per ordine del Comune di Firenze dei danni cagionati dai Ghibellini ai Guelfi cacciati di Firenze dopo la disfatta di Montaperto, che il Pad. Ildefonso riportò nelle sue Delizie degli Eruditi toscani (T. VII.), vi si trova indicata una casa grande e due più piccole state distrutte nel popolo di S. Maria d’Empoli vecchio, in luogo detto Ripa. – Vedere EMPOLI VECCHIO.
La parrocchia di S. Maria a Ripa, o a Empoli vecchio nel 1833 noverava 581 abitanti.
RIPA (S. MARIA a) nel Val d’Arno inferiore dove si cita il Wadingo (Annal. Minor.) che disse cotesto convento di Francescani eretto non prima del 1510, si aggiunga, quantunque fino del 19 agosto 1493 la Signoria di Firenze provvedesse a favore del convento de’ Frati di S. Maria degli Angeli a Ripa, sino d’allora abitato dagli Osservanti di S. Francesco, una elemosina annua di staja 5 di sale per 15 anni.- (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’ Arch. Gen.)

S. DONATO IN VAL DI BOTTE. 
Borgata con parrocchia nel Val d’Arno inferiore, piviere, Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a scirocco di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.  È posta in un seno fra piagge fiancheggiate da due borri, uno dei quali di Piavola, l’altro porta il nome di Botte. Quest’ultimo, che scaturisce da’contorni di Botinaccio, diede probabilmente il nome a questa località.  Vedere BOTINACCIO.
Alla canonica di S. Donato in Val di Botte lasciò per utilità della chiesa un legato la contessa Beatrice figlia del conte Rodolfo di Capraja e vedova del conte Marcovaldo de’conti Guidi, a forma del suo testamento olografo del 18 febbrajo 1278 stile fiorentino. (1279 Era Volgare – LAMI, Mon. Eccl. Flor.). Nelle bolle spedite ai pievani di Empoli dal pontefice Niccolò II, li dicembre 1059, da Celestino IV, li 8 giugno 1192, e da Alessandro III, li 3 luglio 1258, la canonica di S. Donato è indicata prima prioria fra le 30 chiese succursali di quella insigne pieve.  Furono aggregati allo stesso popolo di S. Donato le parrocchie di S. Fredino in Val di Botte, e di S. Michele a Lignano.
S. Donato in Val di Botte conta 542 abitanti.
BOTTE (S. DONATO IN VAL DI) già a Ligliano nel Val d’Arno inferiore. – Contrada che diede il titolo a  due chiese, S. Michele a Ligliano in Val di Botte e S. Donato a Ligliano pur essa in Val di Botte, riunite  entrambe alla parrocchia prioria di S. Donato nel piviere, Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia a scirocco di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.  È la prima chiesa parrocchiale del piviere di Empoli che aveva il titolo di canonica fino dal secolo XIII, siccome tale l’appella il testamento scritto nel 1278 dalla contessa Beatrice figlia del fu conte Ridolfo di Capraja, la qual donna in quel testamento lasciò tre lire alla Canonica di S. Donato in Val di Botte per spenderle in utilità di detta chiesa.  Infatti la prioria di S. Donato in Val di Botte a quell’epoca era di giuspadronato de’ conti di Capraja, fintanto che sul declinare dello stesso secolo XIII un messere Tommaso del conte Ridolfo di Capraja rinunziò il padronato della chiesa medesima al Cav. Stegghia di messere Abbate de’ Mannelli di Firenze; la quale rinunzia fu poi approvata nel 1292 dal Vescovo Fiorentino Andrea de’ Mozzi. – (MANNI, Sigilli Antichi Volume XV. n.° 2.)
La prioria di S. Donato in Val di Botte nel 1833 contava 542 Abitanti.

SOVIGLIANA nel Val d’Arno inferiore. – Villaggio con chiesa parrocchia (S. Bartolommeo) filiale della pieve d’EmpoIi, nella Comunità e circa 6 miglia toscane a ostro di Vinci, Giurisdizione di Cerreto Guidi, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Risiede stilla ripa destra dell’Arno, quasi dirimpetto alla Terra di Empoli sulla confluenza in Arno del rio de’Morticini. Esiste in Sovigliana un priorato di Cavalieri di Malta, ora commenda Rondinelli con fattoria omonima ed annesso ospizio che ha l’obbligo di alloggiare per una notte i passeggeri, questo e quella indipendenti dalla chiesa parrocchiale di Sovigliana. II parroco di S. Bartolommeo a Sovigliana nel 1286 assistè al sinodo diocesano fiorentino. Spicchio, Sovigliana e Collegonzi hanno un medico condotto mantenuto dalla Comunità di Vinci.- Vedere Vinci, Comunità.
La parrocchia di S. Bartolommeo a Sovigliana nel 1833 contava 403 popolani.
SOVIGLIANA nel Val d’Arno inferiore. – Si aggiunga, che nella chiesa di S. Bartolommeo a Sovigliana nel 15 febbrajo 1252 fu rogato un istrumento, col quale il conte Guido Guerra, figlio del Conte Marcovaldo di Dovadola e della Contessa Beatrice di Capraja, rinunziò in favore degli Eremiti di Camaldoli alla parte indivisa che gli spettava di beni della chiesa di S. Maria a Pietrafitta nel Casentino, a riserva del giuspadronato. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Monastero di S. Mich. in Borgo di Pisa).

SPICCHIO, o PAGNANAMINA DI VINCI nei Val d’Arno inferiore.
Villaggio, che fu Castello con chiesa parrocchia (S. Bartolommeo) nel piviere d’Empoli, Comunità e circa 5 miglia toscane a ostro di Vinci, Giurisdizione di Cerreto Guidi, Diocesi e Compartimento di Firenze.  Trovasi fra la ripa destra dell’Arno e la sinistra del rio de’Morticini, alle falde della collina di Collegonzi, appena mezzo miglio toscaneoa grecale di Sovigliana. Questa contrada fu dominata dai conti Guidi fino dopo la metà del secolo XIII, poiché fra il 1258 ed il 1265 essi alienarono la loro giurisdizione sull’una e l’altra Pagnana al Comune di Firenze. – Vedere gli Articoli EMPOLI, PAGNANA e VINCI.
Da Spicchio si crede che traesse origine la nobil famiglia Guiducci di Firenze. – (LAMI Mon. Eccl. Fior. Pagina 39.)
La parrocchia di S. Maria a Spìcchio, o a Pagnanamina nel 1833 contava 846 abitanti.

TINAJA (TENUTA DELLA) nel Val d’Arno inferiore.
Era possesso della Corona conquistato sotto il governo Mediceo mediante la colmata dell’Arno vecchio,e quindi nel 1786 alienato dopo esservi stata eretta una chiesa parrocchiale sotto l’invocazione de’SS. Michele e Leopoldo alla Tinaja, nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 2 e 1/2 a grecale di Empoli, Diocesi e Compartimento di Firenze. Trovasi in pianura sulla riva sinistra dell’Arno fra le chiese di Corte Nuova, e di Limite, quella sotto la Diocesi di Firenze e situata alla destra del fiume sotto la Diocesi di Pistoja. – Vedere EMPOLI. La parrocchia de’SS. Michele e Leopoldo alla Tinaja nel 1833 noverava 259 abitanti.

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