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Santa Cristina a Pagnana
La chiesa di Santa Cristina a Pagnana è situata ad Empoli nell’omonima località, in via della Motta.
In passato la sua posizione era di “frontiera”, in quanto posta in prossimità del confine che separava la Comunità di Empoli e da San Miniato, ma anche la Diocesi fiorentina da quella sanminiatese (e prima ancora lucchese).
Diocesi: Firenze
Piviere: S. Andrea di Empoli
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Collocazione e censimento nel ns ATLANTE DEL PATRIMONIO → http://goo.gl/maps/A9LG3
Il suo aspetto attuale non corrisponde a quello originario in quanto completamente ricostruita a causa dei gravi danni bellici perpetuati nel 1944. E’ stata infatti riedificata in posizione e orientamento diverso dall’originario, si rimanda alla seguente comparazione con le mappe catastali.
Sulla sinistra si è riprodotto un estratto dal Catasto leopoldino 1820, da cui si evince l’originario orientamento, sagoma e posizione della chiesa; sulla destra invece si è riprodotto una sovrapposizione georeferenziata sul catasto vigente, da cui appare chiaro fin da subito l’intervento di sostituzione edilizia, come diremmo oggi.
Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione B – Pagnana e Vitiana, Foglio 1 di 2 – Archivio di Stato di Firenze, Catasto Generale Toscano,
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani – Per gentile concessione. Info Crediti e Copyright
Sovrapposizione sul Catasto vigente:
in giallo l’originaria sagoma di S. Cristina, in viola la sagoma attuale, in tratteggio nero edifici demoliti
In passato nella Pianta dei Capitani di Parte Guelfa (circa 1580) appare raffigurata con una semplice facciata con tetto a capanna, un oculo circolare e un piccolo campanile a vela (forse in facciata ?).
Oggi si presenta con caratteristiche esteriori non propriamente consone alla sua secolare esistenza documentata come segue; quasi tutte le facciate si presentano stonacate e lasciano intravedere le pareti realizzate in pietrame con alternati filari in laterizi, la cui sommità è disturbata dalla presenza di un evidente cordolo in cemento armato.
La facciata principale si presenta con un discutibile intonaco cementizio tirato a fratazzo un pò alla meglio e a più riprese; è composta da due ordini sovrapposto, o meglio, da un corpo di fabbrica minore in aderenza al corpo principale.
Il corpo minore è coperto con una falda semplice con spiovente esterno, intervallata da due simmetrici rostri o contrafforti murari. L’ordine inferiore è composto dall’unico portone e cinque monofore lapidee, disposte simmetricamente a coppie ravvicinate rispetto alla monofora centrale; l’ordine superiore è sprovvisto di elementi architettonici di sorta, ad esclusione dell’anzidetta presenza dei contrafforti.
La pianta dell’edificio appare regolare, la sagoma dell’edificio risulta preponderante sui corpi di fabbrica adiacenti, e dotata di copertura a capanna. Sul retro insiste un prominente campanile a vela dotato di tre campane, realizzato con stesse caratteristiche materiche delle pareti.
Sulle campane, si riporta l’integrale notizia relative al getto di due campane realizzate da un celebre esecutore dell’epoca, tratta dalla Gazzetta Toscana dell’anno 1784, Tomo DecimoNono:
1784 Agosto 26: <<Dal Celebre Fonditore Sig. Gio. Batista Grossi Cittadino di Pontremoli furono gettate due Campane alla Prioria di S. Cristina a Pagnana a spese del Revedendo Sig. Antonino Puccioni Priore attuale della medesima; avendole accrescinte notabilmente per comodo del suo Popolo. Tal opera per la grata armonia, struttura, e bassi rilievi di cui è adornata ha meritati gli elogi, e l’approvazione degl’intendenti, e dimostra sempre più la già nota abilità dell’artefice per altre manifatture di simil genere.>>
Arte.
Nel vecchio edificio della chiesa, completamente distrutto dagli eventi bellici del 1944, vi era collocata nella cappella a sinistra[1] per chi entrava una tavola centinata, di tipo tardogotico, della Madonna col Bambino, poi traslata nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea; l’opera, datata al 1393, sarebbe attribuita al pittore fiorentino Mariotto di Nardo di Cione; se fosse confermata questa attribuzione, si amplierebbe il range cronologico delle produzioni del pittore, e questa diverrebbe a tutti gli effetti la opera iniziale.[2]Il proposto Bucchi rileva e cita la presenza di due notevoli croci di rame dorato del XIV secolo.[3]Nella prima parte del XVIII secolo vi fu realizzato un altare lapideo, consacrato ad un venerato Crocifisso ligneo racchiuso in una tela coi Santi Sebastiano, Apollonia e Macario.[4]
Cronologia dei principali documenti in cui è citata:
1119: citata nell’Istrumento dell’incastellamento di Empoli
1192: citata nella Bolla papale di Celestino III a conferma di possessi e privilegi
1258: citata nella Bolla papale di Alessandro IV a conferma di possesso e privilegi
1276–1277: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1286: risulta citata nell’elenco dei canonici che assistettero nel 03 aprile 1286 al sinodo diocesano tenutosi nella cattedrale di Firenze
1290: risulta citata nell’elenco della Decima relativo al piviere empolese
1302–1303: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1580/1595: censita e rappresentata nella Pianta dei Capitani di Parte, Popolo di S. Cristina a Pagnana [5]1596 Luglio 06: Fu sepolto a S. Mamante per la peste Ser Donnino di Maso Aringhieri, prete in Empoli il dì 6 luglio 1596. [6]1784: la chiesa parrocchiale assunse la cura del popolo di S. Martino a Vitiana, Prioria esistente fin dal 1498 [7][8]
1804: censita nella mappa dell’Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana 1804 di Marco Moretti
1818: censita nella mappa dell’Imposizione del Fiume Elsa sotto il Rio delle Volpi 1818 Luigi Martini
1820: censita e rappresentata nel Catasto Leopoldino 1820, Sezione B di Pagnana e Vitiana, foglio 1, particella 84
1833-1845: ricordata dal Repetti nel suo celebre “Dizionario”
1847: in carica il sacerdote Martino Rimediotti, investito il 3 febbraio 1806; era censita sotto il Patronato di S.A.R. per le ragioni del Popolo, e del R. Conservatorio di S. Agata[9]
Note e Riferimenti:
[1] Guida di Empoli illustrata, G. Bucchi. Firenze, 1916, pag. 156 e segg.
[2] Empoli. Una città e il suo territorio. W.Siemoni e M.Frati, Editori dell’Acero, S. Croce sull’Arno, 1997, pag. 64-65.
[3] Guida di Empoli illustrata, G. Bucchi. Firenze, 1916, pag. 156 e segg.
[4] Chiese,cappelle, e oratori del territorio empolese – W.Siemoni, 1997 S. Croce sull’Arno, pagg. 65;
[5] A.S.Fi, Cap. di Parte, Piante, t. 120 II° c. 303
[6] ibidem
[7] Empoli. Una città e il suo territorio. W.Siemoni e M.Frati, Editori dell’Acero, S. Croce sull’Arno, 1997, pag. 64-65.
[8] Notizie storiche riguardanti le chiese di Firenze, Luigi Santoni, 1847, Firenze, pag 156.
[9] ibidem
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Credo che addirittura originariamente fosse intitolata a San Cristoforo, patrono dei pellegrini e degli attraversamenti fluviali……guarda caso lì vicino c’era anche un antico attraversamento dell’Arno…..