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Nevicata 01-02-2012

Nicoletta ci invia tre foto della nevicata 01/02/2012, direi una temeraria e avventuriera nella tormenta siberiana. Buon sangue non mente,…

Via del Giglio, vista anni fa…

Altra foto scattata anni fa in Via del Giglio, siamo all’altezza dell’attuale banca san paolo, e sulla destra c’è l’edificio ove fino agli anni Ottanta c’era la Pasticceria Gaggioli e Vezzosi. Ovviamente anteriore alle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale.

Il misterioso Arco di EmpoliVecchio

Questo arco rappresenta un mistero, anzi, presenta ancora oggi degli aspetti che necessitano ulteriori indagini di matrice archeologica. A prima vista un osservatore senz’altro dirà che è stato costruito basso per errore oppure che nel medioevo la statura media era veramente più bassa. In verità viene da pensare che tale arco in antico fosse più alto e che sotto vi transitavano persone senza dover chinare la testa, o magari considerata la non piccola luce dell’arco, vi transitassero anche carri con cavalli. Si torna allora al quesito di quale fosse la sua originale altezza, anzi, quale sia stata l’originale quota del piano di campagna.

Un gemellaggio con San Miniato…

Farà piacere ai nostri lettori questo gemellaggio, con la pagina Facebook curata dall'amico Francesco Fiumalbi e al sito corrispondente http://smartarc.blogspot.com/…

EMPOLI, DA IERI A OGGI

EMPOLI, DA IERI A OGGI Carissimi empolesi e non, Nel ringraziarvi nella collaborazione finora dimostrata, vorremmo illustrarvi un nostro progetto:…

Pontorme: Rilievo urbano e architettonico del Borgo, a cura di Prof. Marco Jaff

Estratto da una Ricerca ricevuta per cortesia dal Prof. Marco Jaff, Ordinario di Rilievo architettonico della Facoltà di Architettura di Firenze. Ricerca pubblicata su Firenze Architettura 2010 anno XIV

La storia recente delle due piccole città murate di San Donato in Poggio e di Pontorme può essere presa ad esempio dell’evoluzione di tanta parte del patrimonio edilizio storico minore della Toscana e non solo di essa. Un tempo, peraltro non molto lontano, erano proprio le mura della città, anche di quelle più piccole, soprattutto di quelle più piccole, che segnavano con chiarezza il confine tra il “rurale” e l’“urbano”.  Due universi separati e complementari che, insieme ad altri pochi segni naturali, come le coste del mare, le rive delle acque dolci, il limite delle nevi perenni e delle foreste, componevano l’intero paesaggio: uno scenario appena inciso da un reticolo di strade, via via più fitto e leggero, che collegava le città, i paesi e le varie attività agricole. Così per secoli.

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