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Due detti empolesi su Sant’Agostino

 

Il secolare “oriuolo” di S. Agostino è dotato di due facce, una sulla pubblica Via de’ Neri e l’altro sulla parete interna del transetto lato nord. Può ritenersi quasi un “miracolato” del crollo del campanile, che si ripete avvenuto mediante brillamento di mine tedesche; perchè miracolato ? Perchè il crollo di tale torre alta e snella poteva causare danni ben peggiori, e a giudicare dalle foto scattate dopo il crollo, nel complesso è andata bene, limitando i danni ad una parte del transetto. Lo stesso non si può dire dell’ex adiacente Teatro Salvini, che dopo la sua demolizione estesa è stato ricostruito come lo vediamo oggi nel Cinema La Perla.

Le campane di S. Agostino

Già, le campane di Sant'Agostino. Che fine avranno fatto dopo la distruzione bellica del campanile del Convento di S. Stefano degli Agostiniani?Poveracce, saranno rimaste là sotto alle macerie dopo un salto di circa 40 metri, magari poi furono gettate via…

Uno sguardo in S. Agostino

In questi giorni ho trovato aperta al pubblico la secolare chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, che noi empolesi chiamiamo brevemente "S. Agostino", e bisogna ammettere che una volta entrato in questo edificio ti soprende il silenzio e l'avvolgimento della…

Claudio Biscarini: Vennero da molto lontano

Il tenente colonnello Arapeta Marukitepua Pitapitanuiarangi Awatere (25 aprile 1910-6 marzo 1976), comandante del 28° battaglione Maori.

 
Spesso, avvicinandosi le date della liberazione dei vari paesi e città d’Italia, ci sono contrasti su coloro che effettivamente scacciarono le truppe tedesche dai centri abitati. Nella vulgata tradizionale sono quasi sempre gli americani coloro i quali fecero scappare a gambe levate i soldati di Hitler. Nella realtà dei fatti, a parte che molte poche volte i militari delle divisioni di Kesselring se ne andarono di volata, gli statunitensi non furono onnipresenti e divisero l’onore, e l’onere, di aver combattuto in Italia con soldati di altre nazioni alcune anche molto lontane geograficamente dai luoghi che contribuirono a far tornare alla normalità della pace. Per quanto riguarda Empoli, sappiamo che agirono nella zona truppe indiane, inglesi, americane, sudafricane, canadesi. Ma chi materialmente conquistò la città furono i Kiwis, ovvero i soldati dei battaglioni della 2. Divisione Neozelandese comandata da sir Bernard Freyberg. Strani soldati i neozelandesi. Amavano il saccheggio, specie nei negozi di cappelli civili. A Tavarnelle Val di Pesa rubarono un intero magazzino di fisarmoniche che dovettero abbandonare poco dopo. A San Casciano Val di Pesa si impadronirono della cassaforte di una banca a colpi di mine. Ma erano anche i soldati che avevano combattuto strada per strada nelle macerie di Cassino e sulle pendici del Monte dell’Abbazia. Quando gli indiani e i canadesi arrivarono in vista di Empoli dalle colline di Cerbaiola, la città chiusa nelle vie del Giro, Monte Albano alle spalle gli ricordarono la cittadina laziale che era costata tanti morti. Non vi entrarono ma l’aggirarono da ovest e da est, dalla Bastia e Osteria Bianca e da Fibbiana. I Kiwis no: Erano abituati a combattere tra le strade, le macerie, le case e penetrarono in centro a Empoli. Combatterono per tre giorni e, alla fine, ripulirono il centro spingendosi fino all’Arno. Tra di loro un battaglione aveva un che di esotico: il 28° Maori che colpì la fantasia di Luigi Testaferrata il quale lo ricordò nel suo romanzo “I cenci e la vittoria”. Non hanno mai avuto riconoscimenti ufficiali da parte delle amministrazioni comunali cittadine i ragazzi della Nuova Zelanda per quello che fecero nell’agosto 1944. Il Comune di Tavarnelle Val di Pesa, per iniziativa dell’ex sindaco Stefano Fusi, oggi membro del Consiglio Provinciale, gli ha dedicato cerimonie al Cimitero del Commonwealth ai Falciani di Firenze, dove sono sepolti i caduti neozelandesi assieme ad altri di diverse nazioni, due libri di cui uno tradotto anche in inglese e pubblicato in Nuova Zelanda e un monumento nel centro della città dove sono riportati i nomi dei soldati di Freyberg deceduti nella liberazione del territorio comunale. Il Comune di Scandicci patrocinò, assieme all’Associazione Combattenti della città, un monumento-ricordo in località San Michele a Torri, dove si è combattuta una delle più aspre battaglie della seconda guerra mondiale in Toscana, con una iscrizione in tre lingue, italiano, inglese e maori.

Camminando sulle Mura d’Empoli, Parte 3

PROSEGUE LA CAMMINATA sulle Mura d'Empoli della ultima (forse terza ?) Cerchia medioevale. Siamo nello spazio che fino al Settecento era il celebre Spedale De' Nocenti, ovvero Spedale degli Innocenti diventata poi Fattoria omonima. Lo Spedale nel 1820 non appartiene più…

Sulle Mura d’Empoli parte 2

Continuiamo la passeggiata lungo le mura d’Empoli. Adesso osserviamo questa corte tergale, a servizio di un nuovo bar ristorante,  “L’orto”, che da qualche giorno ha aperto l’attività al posto del “Gori Fiori” in Via Roma. Il titolare, gentilissimo, ci ha  invitato a visitare il retro.

Davvero una bella cornice, l’unico tratto delle ultime mura medioevali (III° cerchia ?) ad essere dotato dei becattelli in pietra e con il terrazzamento arcuato. Forniamo due foto, diurna e notturna per notare il bell’effetto. Ma a breve faremo la recensione di questo nuovo locale illustrandovi gli interni e le specialità culinarie.

Sulle Mura d’Empoli – Parte 1

Ecco a voi una foto che in molti avranno visto, si tratta del bastione tondo di Tramontana, lungo il tratto nord dell'ultima Cerchia muraria di Empoli, reso visibile al pubblico con la recente demolizione di un muro di cinta con…

Centro Storico di Empoli: area pedonale o angolo punizione?

Da qualche giorno leggo dalla stampa pubblica che il Centro Storico di Empoli (o quel poco che ormai resta) nella parte del “Giro d’Empoli” è divenuto area pedonale, ma sarebbe opportuno definirla area “esclusivamente” pedonale visto che non è più consentito neppure circolare in bicicletta; considerato che in quasi tutte le grandi capitali del mondo nelle aree pedonali è consentito (è incentivato) l’uso delle biciclette, ritengo che tale scelta provocherà solo disagi per i residenti del C.S. e di riflesso, anche per quelle coraggiose (oppure ostinate?) attività commerciali che resistono, anche se la moria prosegue ancora.

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