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50° anniversario dell’Alluvione dell’Arno 1966

Empoli con l’Arno ha un rapporto secolare meraviglioso, a parte quelle bizze che ogni tanto la natura gli fa provocare nella vallata.

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Chissà che faccia fecero gli empolesi quella mattina del 4 novembre 1966, che si videro passare un mare di fango, proprio lì, davanti casa.

E anche ai frontisti soviglianesi e spicchiesi non andò poi tanto meglio.

La peggio l’ebbero gli abitanti delle zone “basse” secolarmente a rischio di ristagno (toponimi come Marcignana, Pantaneto, Bassa testimoniano lo storico problema).

Zone come Avane, Marcignana, Ponte a Elsa, Terrafino, e quelle finitime furono travolte soprattutto dalle acque dell’Elsa, ricacciate indietro dalla furia prevaricatrice dell’Arno.

Il centro storico di Empoli fu parzialmente coinvolta, sopratutto la parte “basse” delle vie del Giglio, Piazza dei Leoni, via Chiara, via Marchetti, via Lavagnini e altre ancora, interessate soprattutto dai rigurgiti di acqua d’Arno provenienti dal sistema fognario urbano.

Quartieri limitrofi come Cascine, Ponzano e Carraia furono anch’esse coinvolte da rigurgiti e fuoriuscite dai rii e torrenti (Orme) limitrofi.

Zone come Serravalle, Pontorme, Cortenuova e Tinaia idem.

Il territorio pianeggiante empolese fu praticamente quasi tutto interessato da allagamento e ristagno, con tutti i disagi per abitanti e abitazioni, attività industriali, e anche le aziende agricole allora assai diffuse ebbero enormi danni.

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50 anni da quell’evento.

Ma quanti ’66 ci saranno stati a memoria d’uomo e di cronache istoriche ?

Parecchi direi, alcuni di essi sono stati ricordati in alcuni eventi storici, ad esempio quello del 1758 che coinvolse il Marchese Folco Rinuccini,possidente di appezzamenti agricoli tra Empoli Vecchio e Marcignana.

Anche quella del 1844 è ricordata per gli estesi danni alla piana empolesi, di cui si dice che le acque alluvionali dell’Arno arrivarono a lambire sotto la Villa del Cotone.

Anche nel 1992 l’Arno si ripresentò agli empolesi con lo stesso tono minaccioso avuto 26 anni prima, ma andò bene in confronto.

Il Villani ci testimonia la terribile alluvione del 1333 che devastò tutto il Valdarno in special modo Firenze, ecco un estratto riportato dal Lazzeri in cui è testimoniata il danneggiamento delle Mura medioevali di Empoli e Pontorme:

Anno 1333.
Era il primo di Novembre di quest’anno quando ingombrato di dense nuvole il cielo e rotto da spessi lampi, versava con orrendo fragore pioggia così diretta, che per quattro giorni, e per quattro notti, parvero di nuovo aperte le cateratte del cielo a sommergere la Toscana. Atterriti gli abitanti si aspettavano ad ogni momento la morte, o percossi da fulmini, o trasportati dall’acque, che uscivano dai fiumi a desolare la terra. L’Arno ridondante, e superbo invadeva la città di Firenze, e quindi fattosi alveo di tutta la pianura discendeva tra le foci della Golfolina nella valle inferiore con tale impeto che prima le mura di Pontormo, dipoi quelle di Empoli non ressero all’urto, e cadendo cederono alle acque vittoriose.
Lo spavento dei miseri abitanti è più facile ad immaginarsi, che a dirsi: gli urli e le preghiere ora mescevansi al fracasso dell’onde soverchianti ed ora allo scroscio della rovina delle case. Molti la roba, molti vi perderono la vita. Chi per salvarsi periva; e chi salvo tra i palpiti e la paura aspettava la morte. Cessò finalmente tanto sdegno del cielo, e ritirate le acque, apparvero le squallide macerie, ed i vestigi dell’orribile flagello. Ammirato lib. 8 a c. 359 lib. medesimo a c. 405 (25). Villani lib. 11 cap. 1.

Dal libro “Caro Arno” edito nel 1986 a cura della Conti tipocolor, Firenze, si estrae un riepilogo di ben ottocento anni di alluvioni documentati dalle cronache storiche, punteggiati in base alla gravità dell’evento.

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Vogliamo ricordare quelle devastazioni, morti e feriti con tutti i nostri articoli riuniti in questa raccolta generale dell’evento 1966:

https://www.dellastoriadempoli.it/?s=alluvione+1966

FILMATO INTEGRALE SU ALLUVIONE 1966 A EMPOLI:

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Ammirazione e gratitudine per gli autori di questa rassegna presentata con sobrietà ed efficacia,

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