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Notizie storiche sulla Villa di Empoli Vecchio, già Rinuccini e infine Azzolino

Le fonti basilari su questa villa fattoria sono riassunte in una breve ricognizione sulle proprietà e cartografie storiche.


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La villa di Empoli Vecchio è situata nella località di Santa Maria a Ripa o meglio, di Empoli Vecchio, posta poco ad ovest del vicino convento francescano di Santa Maria a Ripa; il suo complesso immobiliare è assai articolato in diversi corpi di fabbrica, alcuni dei quali difficilmente osservabili dall’esterno a causa di folta vegetazione e recinzione che circonda il suo perimetro sul lato ovest; il suo fronte sud-est si affaccia sulla Statale 67 (via livornese), in cui vi è inserita anche l’oratorio del SS. Crocifisso[1].
Sulla facciata vi è ancora oggi la meridiana, anche se in pessimo stato di conservazione.

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta sud-est da via Livornese o SS ’67

Empoli - Fattoria di EmpoliVecchio 03-10-2011 2

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, lato est visto da via Livornese o SS ’67

Empoli - Fattoria di EmpoliVecchio 2014-03-10 (9)

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta sud da via Livornese o SS ’67

Empoli - Fattoria di Empoli vecchio 13-12-2014 (2)

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta da via Livornese o SS ’67

Empoli - Fattoria di EmpoliVecchio 2014-03-10 (5)

Il Cinquecento e la famiglia Valori 
La documentazione inconfutabile di una mappa dei Capitani di Parte Guelfa (1580-1595) [2] attesta l’esistenza del solo corpo di fabbrica a pianta squadrata, prospettante la statale ’67, la cui intestazione è riferita al Ms Baccio Valori; la stessa dicitura riporta « chasamenti piaze e aie di d.Ms. Bacio Valori » e si riferisce anche chiaramente ai due edifici situati di fronte alla villa, uno dei quali descritto in un altro articolo con gli interni rassomiglianti a quelli di una chiesetta.  ====>     [ APPROFONDIMENTO ].
Ritengo debba trattarsi di Bartolomeo Valori il giovane (1535-1606), anch’egli detto “Baccio”, che provvide a recuperare i possedimenti familiari diventando senatore sotto Ferdinando I de’ Medici. 

Casa frontistante la Villa di Empoli Vecchio, anno 2011

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Un possibile riferimento comparativo può essere la lastra marmorea datata 1575 e citata dallo stesso Pogni sulla facciata del non lontano oratorio di San Rocco [3] che riportava la memoria di un adempimento ad un voto fatto da Niccolò Valori, fratello di Baccio.

MDLXXV

FR · NICOLAVS VOVIT · BACCIVS FR · ABSOLVIT

VALORII · FRES · PHILIPPI · FILII

Secondo il Pogni, la « proprietà della villa passò in proprietà dei marchesi Rinuccini eredi dei Valori » senza citare ulteriori dati; Pogni probabilmente si riferisce alle stesse fonti di Luigi Lazzeri o lo prende spunto direttamente dal suo Notizie Istoriche della Terra di Empoli, nella nota n. 52 a cui si riferisce il Campione Beneficiale del Capitolo a c. 141.
Lo stemma della famiglia Valori esiste ancora oggi sopra il portone della villa, e prospettante la via Livornese:

Valori

Il Settecento e i Rinuccini

Al momento non si è provveduto a ricostruire con esattezza il passaggio ereditario citato dal Lazzeri e Pogni; occorre focalizzare un particolare periodo intorno all’anno 1687, in cui passò a miglior vita l’ultimo discendente del ramo fiorentino dei Valori.

1748: Il Marchese Carlo Rinuccini (giu 1679 – gen 1747) e la moglie Marchesa Vittoria Guicciardini rendeva pubblico l’annesso oratorio privato del SS. Crocifisso edificato dai Valori, gli « antichi proprietari della villa » come cita il Pogni [5].

1749: Dai Ricordi storici di Filippo Rinuccini di Empoli Vecchio[6] si leggono notizie interessanti ovvero che Folco Rinuccini (giu 1719 – nov 1760), primogenito di Carlo e subentrante nel marchesato « divenuto possessore di tutti i di lei beni (Maria Camilla Aldobrandini, moglie), rifabbricò dai fondamenti la villa d’Empoli vecchio, ed elegantemente adornandola la rese un gradito campestre soggiorno ».

1758: L’ultimo giorno di Novembre del 1758, trovavasi il nostro marchese Folco (Rinuccini) insieme a tutta la sua famiglia nella villa di Empoli vecchio, ove in compagnia di pochi amici passava allegramente l’autunnale stagione fra le delizie della vita campestre, così ricreandosi dalle noie e dagli splendidi fastidi della città; accadde in quella notte che per le dirotte pioggie sopravvenute essendo le acque dell’Arno strabocchevolmente gonfiate, ruppero in più luoghi gli argini impotenti a raffrenarle, ed in un tratto apertasi la via attraverso ai campi allagarono altamente tutto il piano dalle mura castellane d’Empoli fin sotto Fucecchio.
Svegliatisi al cupo rombo delle acque irrompenti i contadini e i pigionali dei casolari circonvicini, si dettero spaventati a cercar ogni riparo per impedire a queste ognor crescenti di penetrare nei miseri e mal difesi abituri; ed intanto trasportavano dalle mandre in più sicura stanza i bovi, i giumenti e l’altro minuto bestiame, e alla rinfusa ogni masserizia, per salvare tutto, se possibil fosse, dalla morte e dal guasto. Spettacolo veramente doloroso e compassionevole, reso anche più orrendo dall’oscurità della notte, dal pianto delle tenere creature, dai gemiti e dalle strida delle affannate madri, che disperate coi figli in braccio o sulle spalle si arrampicavano fin sui tetti cercando di porre in sicuro i pegni del loro amore, e le loro speranze. In tanto pericolo ed in tanta confusione ogni famiglia fece tutti gli sforsi per salvare i propri individui e i pochi e malconci domestici utensili; ma come provvedersi di alimento, mentre quella coltivata in pianura non rappresentavasi che come una vasta e profonda laguna, e le case come tante isolette, senza mezzi però di potersi porgere scambievole soccorso ? Destatosi il marchese all’improvviso romore che si faceva dei servi nella villa per impedire l’adito all’acqua, balzò dal letto per conoscere la causa del tumulto; e sentito il tristo accidente, si fece alla finestra onde vedere co’ propri occhi quella lacrimevole scena. E come potranno vivere, esclamò tocco da paterna carità, quella povera gente sprovvista di tutto, nell’impossibilità di uscire a procacciarsi il necessario sostentamento ? Questa idea risvegliò nel suo cuore il generoso sentimento di accorrere esso come angelo tutelare a dar pronto ed efficace sollievo a tutte quelle desolate famiglie percosse da tal flagello; e chiamato il fattore gli comandò che subito provvedesse quanti più navicelli e barchette poteva, e spedisseli in giro alle case di tutta la sottoposta pianura allagata, onde porgere ai miseri abitanti opportuno soccorso; quindi ordinasse ai fornai d’Empoli che spianassero a conto suo quanto più pane potessero. Furono tosto eseguiti i suoi pietosi comandi; e per nove intieri giorni che quelle campagne rimasero sott’acqua, fu distribuito pane, vino, legumi ed olio con animo veramente regio a tutta quella numerosa popolazione; e così mentre gli altri possidenti circonvicini erano solo occupati a piangere ed a riparare ai propri danni, il solo Folco, dimenticando o non curando la devastazione che l’acque facevano ne’ di lui possessi, attendeva con rara carità a sovvenire ai bisognosi e a rasciugar le lacrime degli afflitti. (omissis) [7].

1776: nella Decima granducale [8] la villa risulta ancora intestata al Marchese Carlo e fratelli Renuccini (Rinuccini), riferendosi a Carlo di Folco Rinuccini (giu 1742 – lug 1790) [9], nominato ciambellano d’onore di Francesco Stefano di Lorena; la casata prosegue in successione col figlio Alessandro.

L’Ottocento e il passaggio agli Azzolino 

1804: la villa è rappresentata pressapoco con l’odierna consistenza nella mappa dell’Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana, redatta nel 1804 da Marco Moretti e già pubblicata in specifico articolo →

Estratto della mappa Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana (nord verso l’alto)

Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana 1804 di Marco Moretti

1805: decedette Alessandro Rinuccini (apr 1745 – apr 1805), figlio di Carlo; in vita aveva sposato Teresa del conte Luigi Bardi da cui nacque l’ultimo della casata, ovvero Pier Francesco Rinuccini (lug 1788 – set 1848)[10]. Egli fu un saggio amministratore e sposò Teresa Antinori da cui ebbe tre figlie:
Emilia Rinuccini sposò il marchese Pompeo Azzolino, marchigiano;
Marianna, la più grande, sposò nel 1831 il marchese Giorgio Teodoro Trivulzio di Milano;
Eleonora, nel 1834 sposò al Cav. Neri de’ Principi Corsini, marchese di Lajatico, e parte dei beni e dell’archivio Rinuccini passarono in questa casa.

1820: la villa è rappresentata nelle mappe del Catasto Leopoldino redatte nel 1820 e di cui si propone di seguito un estratto dalla banca dati regionale, e si rimanda anche alla versione digitalizzata →

Castore estratto 1820 Empoli Vecchio

Estratto dal Catasto Generale della Toscana
Sezione C, “Avane e Riottoli”, foglio n. 2 e Sezione S, “S. Maria a Terrafino ”, foglio n. 1
Archivio di Stato di Firenze, Catasto Terreni, Mappe, Empoli,
Immagine tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per gentile disponibilità. Info Crediti e Copyright
 

La villa rimase di proprietà Azzolino fino al periodo del Ventennio fascista, momento in cui la tenuta fu venduta e l’archivio cartaceo smembrato di in due parti. [11]

Lo stemma della famiglia Rinuccini in facciata sull’edificio frontistante la villa:

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Lo stemma della famiglia Guicciardini in facciata sull’edificio frontistante la villa:

Guicciardini 13-10-2013


Note e Riferimenti:
[1] Chiese, Cappelle, Oratori del territorio empolese, di W. Siemoni, 1993, pag. 57.
[2] ASFI, Capitani di Parte, Piante, t. 120 II° c. 303;
[3] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 445;
[4] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 445;
[5] ASFI, Decima granducale, 5735-5755;
[6] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840, pag. 205;
[7] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840,  pag. 207;
[8] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 638;
[9] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840,  pag. 211;
[10] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840,  pag. 217;
[11] http://www.associazioneleopardi.it/default.aspx?pageid=56

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Grazie , molto interessante. Mi capita spesso di passare davanti alla villa di Empolivecchio, ma non ho mai saputo la sua storia, anche se mi è sempre piaciuta pur nel suo stato un pò cadente.

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