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Vecchie famiglie empolesi nell’inedito zibaldone d’un capitolare: parte 2 di 3

Si pubblica la seconda parte del manoscritto settecentesco di Ercole Vittorio Figlinesi, documento essenziale per la ricerca storica su Empoli.   

Copyright opera: estrazione di opera pubblicata sul Bullettino Storico Empolese v. III, a. VII, 1963, n. 2 pag 97, v. III, a. VIII, 1964, n. 3 e v. III, a. VIII, 1964, n. 4. Tale estrazione parziale d’opera esclude le parti scritte dai rispettivi autori nei suddetti volumi, e contiene il solo testo scritto dall’originario autore Ercole V. Figlinesi, vissuto nel Settecento. Essendo tale opera pubblicata per la prima volta negli anni 1963/64 non sono più vigenti i rispettivi diritti d’autore, come previsto dal vigente Art. 85 ter comma 2 L. 633/1941.

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NOTIZIE DI FAMIGLIE EMPOLESI – SECONDA PARTE
– ELENCO PER ORDINE ORIGINALE DELL’OPERA – 


706 – A dì 5 dicembre 1635, Luisa Bonaventuri, vedova del già Agnolo Marchetti, fa riceuta di scudi 10 al Sergente Santi Bonsignori.

707 – Il dì 7 settembre 1655 viveva fra’ Ippolito Sesoldi empolese, carmelitano al Convento di Corniola, come vedesi per riceuta di propria mano scritta. Fu Generale del detto Ordine.

708 – A dì 22 novembre 1601, Lorenzo e Giovanni, figlioli di Niccolò di Nanni Lotti, oggi a Monterappoli, si chiamano debitori a Mariano di Santi Bonsignori di lire 63, per valuta di libbre 57 e oncie 3 di cuoio; e per loro stanno mallevadori Francesco di Domenico Saltalamore, beccaio in Empoli, e Giovanni di Domenico Caprotti, oste a Empoli Vecchio; come per scritta.

709 – A dì 8 aprile 1598, apparisce fede di Decima di Giulio Franceschini, scrivano alle decime di S.A.S., estimo S. Spirito n° 128, Podesteria di Montaione: « Nucerino di Ruberto Palmerini da Montaione; sustanze: una bottega appiè della sua casa posta in Montaione nella via di sotto; confina a primo rede di Simone di Cristofano; 2.o Bastiano di Cristofano; a 3.o Porta Guelfa; con decima di soldi 2 e denari 1; arroto 1574, n° 771. Soldi 2-1 ».

710 – Il dì 30 luglio 1593 viveva Enea Galletti, Decano d’Empoli, poeta; come vedesi [a suo luogo]; e l’Arciprete Piero Bonsignori in Roma.

711 – A dì 16 settembre 1575, Sebastiano Medici, Vicario Generale di monsignor Alessandro Medici Arcivescovo di Firenze, spedì le bolle a favore a Gio. Batista Buonaccorsi Adimari, cherico fiorentino, della Cappella della Visitazione nella Pieve d’Empoli, per obitum di Francesco Bonsignori, et a presentazione dei Capitani di Parte, ex persona del già Gherardo Adimari, ribelle; come si vede per dette bolle [cui si rimanda].

712 – L’anno 1607 era campanaio d’Empoli Piero d’Amadio Tusdini.

713 – A dì 18 luglio 1602, Baldo di Pagolo Feroni si contenta che Mariano Bonsignori paghi la pigione della casa compra da Giulia e Virginia di Giuseppe Patani e madonna Claudia, loro madre, fino a tutto agosto 1602, come vedesi per polizza di detto Baldo.

714 – A dì 26 settembre 1603, Ferone di Pagolo da Empoli (Baldacci) fa riceuta di lire 28 a Gio. Francesco d’Andrea Ferranti, come vedesi da detta riceuta.

715 – L’anno 1609 l’Opera d’Empoli spese scudi dugento in far rifondere la campana grossa, che si era fessata, come vedesi per partito di detta Opera.

716 – A dì 29 novembre 1607, apparisce che intervenne nell’Opera, in luogo del sig. Proposto, il sig. Pietro Bonsignori, Arciprete e di lui Vicario.

717 – La Croce d’argento dell’Altar maggiore la donò il sig. Tommaso di Lorenzo Marchetti; e quella dell’aste della Croce la fece far l’Opera; e spese scudi cento, come vedesi per lettera de’ Sigg.ri Nove di Firenze.

718 – L’anno 1607 era campanaio Piero di Amadio Tusdini; e per l’avanti era detto Amadio Tusdini campanaio.

719 – L’anno 1611 il dì 3 di ottobre, fu decretato dal Magistrato de’ Nove di Firenze doversi fare il Coro nuovo della Chiesa Collegiata di S. Andrea d’Empoli, dietro all’Altar maggiore, con spesa di  scudi mille cento; che di essi ne mettesse seicento l’Opera, e scudi cinquecento i benefattori; e si operasse secondo il disegno di Gherardo Mechini. Et il muratore fu maestro Andrea Bonistalli d’Empoli. Il Proposto era il Bartoli. Tutto come vedesi da ricordi in sbozzo; il pietrame lo fece maestro Iacopo di Baccio Mastelli, scarpellino di Gonfolina, come per scritta del dì 21 agosto 1611; siccome le finestre. Le vetrate del Coro, che sono tre, gostorono scudi sessanta.

720 – Il dì 22 luglio 1598 era Proposto d’Empoli il sig. Cosimo Bartoli, come vedesi da lettera da esso scritta di Firenze al sig. Arciprete Piero Bonsignori, suo Vicario.

721 – Il 12 gennaio 1593 viveva in Empoli Filippo e Tommaso di Giovanni del Greco; e Michele di Niccolaio, detto il Biancone da Empoli, come vedesi per scritta. Suocero di Tommaso del Greco.

722 – Il dì 27 agosto 1565 viveva in Empoli Piero di Matteo Bartolucci da Empoli, come vedesi per fede fatta da esso.

723 – A dì 22 agosto 1517 era badessa del Monastero di S. Croce d’Empoli una tale suor Gostanza, come vedesi per scrittura.

724 – A dì 18 settembre 1599, affittano all’Arciprete Pietro Bonsignori tre campi, posti a Empoli Vecchio, Giuliano di Francesco del Tenca [?] e Pietro, suo figliolo, d’Empoli; da cominciare il dì primo novembre 1603, per scudi nove l’anno; quali campi erono livellari del Capitolo d’Empoli e di Baccio Valori; come vedesi per scritta.

725 – L’anno, 1618 era beccaio di Montelupo un Zuccherini, come vedesi da una riceuta.

726 – Il dì 8 giugno 1610 era segretario di monsignor Arcivescovo Marzimedici di Firenze prete Andrea Lotti da Empoli, come vedesi per fede di detto Lotti; Andrea di Polito Lotti fu Canonico e poi Priore di Vinci; era dottore.

727 – Francesco di Filippo Pancetti d’Empoli, macellaro, come vedesi da un precetto.

728 – A dì 25 gennaio 1614, Vincenzio Mugnaini era proveditore dell’Opera d’Empoli; et il dì 25 settembre 1583 fu compare Giovanni di Benedetto Giomi da Empoli di Domenico del Testa da Sovigliana, come per attestato di detto Mugnaini.

729 – Il dì 5 gennaio 1615, in giorno di mercato, fu mandato bando d’ordine della Mercanzia di Firenze, che, tanto i debitori che i creditori di Geri Michelucci da Empoli, o chi avesse scritture, beni o altro del detto Michelucci, comparisse alla Mercanzia di Firenze a darne nota.

730 – Il dì 20 agosto 1621 viveva prete Giovanni Bandini da Empoli, come vedesi per sua riceuta.

731 – A dì primo giugno 1635, Orazio di Santi Capretti era macellaro al Ponte a Elsa; e Leone Bonsignori e compagni appaltatori del Sigillo a Empoli; come vedesi per scritta.

732 – A dì 7 di giugno 1624, Batista di maestro Simone Federighi era sarto in Empoli, come vedesi per obbligo di sua mano.

733 – A dì 21 giugno 1596, vedesi per scritta la compra del podere del Giardino a Empoli, fuori della Porta Giudea, che fecero Marco di Francesco Losti da Empoli e Mariano di Santi Bonsignori, da Iacopo d’Antonio Berti, e per lui da Vincenzio Vettori; e vi era lavoratore Giovanni di Bastiano Lotti, detti poi i Lottini.

734 – A dì 28 giugno 1608, Mariano di Santi Bonsignori pagò a Orazio di Ticciato Ticciati da Castelfiorentino lire 210, come mallevadore di Domenico Pettoreggi, come vedesi per riceuta di detto Ticciati.

735 – A dì 7 ottobre 1608, viveva messer Vincenzio Bartoloni, come vedesi da una riceuta di denari, da lui portati a Firenze per il Bonsignori.

736 – A dì 10 settembre 1609, viveva lacopo di Giovanni Gonnelli e Domenico di Filippo PettoreggI, tutti da Castelfiorentino, come vedesi da un pagamento di denari.

737 – A dì 7 settembre 1610, Tommaso di Giovanni del Greco da Empoli fa riceuta di sua mano per una giunta d’un paio di bovi, avuta il suo contadino di Ponzano.

738 – A dì 30 maggio 1614, maestro Gio. Antonio di Verdiano Gonnelli e Verdiano suo figliolo, da Castelfiorentino, sono detto giorno condannati dall’Arte de’ Vaiai e Coiai a pagare a Mariano di Santi Bonsignori da Empoli lire 366 soldi 18 e denari 4, come per sentenza soscritta da Bastiano Scalandroni, Cancelliere.

739 – A dì 15 novembre 1612, Giuseppe Cittadelli era spezziale in Empoli, come vedesi per riceuta di sua mano.

740 – A dì 24 maggio 1570 Lionardo di Alessandro di Iacopo Doti, cittadino fiorentino, huomo d’arme di S.A.S., affittò a Giovanni di Frosino di Piero Fondati, cittadino fiorentino, per sé o per chi egli nominerà una casa già a uso di mulino, al presente guasto, posto nel Popolo di S. Andrea d’Empoli, luogo detto il Mulino, per tempo e termine di anni cinque, per annuo affitto di fiorini dieci e mezzo. Rogò, il dì suddetto, ser Francesco d’Agnolo Lapini, o Sussini.

741 – Caterina Berti d’Empoli fu madre di Guasparri, Tommaso, Leopoldo et Antonio Cavalli, canonico d’Empoli, come vedesi per lettera del sig. Andrea Cittadelli, empolese abitante in Livorno, nipote di detti Cavalli, come figlio della sig.ra Cecilia Cavalli, figliola ancor essa di detta Caterina Berti. I detti Berti si chiamavono anche delli Aratai.

742 – Di gennaro, o febbraio 1672, partì di Amsterdam per Livorno il sig. Francesco di Ubaldo Feroni, già Baldacci da Vinci e poi da Empoli, il quale, dal suo arrivo in qua, fu fatto dal Gran Duca Cosimo terzo Senatore, Depositario e marchese di Bellavista.

743 – Del mese di febbraio 1672 ab incarnatione, morì Alessandro, figliolo di Leone Bonsignori, quale cascò, dal terrazzino delle mura, nella strada maestra che è dall’uscio di sua casa alla Porta Pisana, per la parte di dentro a Empoli.

744 – Di luglio dell’anno 1674, partì di Livorno per Cadis il sig. Tommaso Cavalli empolese; quale, quando tornò poi a Livorno da Cadis, ove era stato a negozziare nella Banca del sig. Folco Renuccini, portò 27 mila pezze di suo avanzo; e morì al lazzeretto di S. Iacopo a Livorno, mentre faceva la quarantena.

745 – Li 16 ottobre 1675, il Bonaini era sarto in Livorno, e faceva da huomo e da donna; e serviva Guasparri Cavalli in Livorno.

746 – L’anno 1618 di luglio, prete Giovanni di Michele Bandini, cappellano, da Empoli, prese il Capitolo Odoardus, come vedesi da una sua lettera del dì 5 luglio 1618; cioè fece il Cedo bonis.

747 – A dì 25 marzo 1628, Giuliano di Batista d’Adamo era garzone di Santi Bonsignori, come vedesi da una riceuta di detto giorno. Descende da Val di Sembra del Bolognese.

748 – Alli primi di maggio del 1673, arrivò in Empoli la famiglia del sig. marchese Francesco di Ubaldo Feroni, accompagnata dal sig. Sergente Maggiore Paolo di Ubaldo Feroni, di lui fratello; e fu incontrata da molti signori e signore d’Empoli, come vedesi da una lettera.

749 – Il podere del Giardino lo vendette il Capitano Pier Mariano Bonsignori a Guasparri Cavalli e fratelli.

750 – Del mese di giugno l’anno 1675, che addottorò in Pisa Ipolito del già dottor Lorenzo’ Neri d’Empoli, seguì il cimento che egli ebbe di far tirar mano ad un Lanfranchi e sfregiare detto Lanfranchi; e Giovanni di Lotto Lotti ancor lui sfidò, nel tempo istesso et occasione, un altro nobil pisano, che erono assieme; e di poi si portò detto Neri a Livorno, ove fece azzioni da esser disteso, se non partiva presto di Livorno; come vedesi da lettera del dì 6 giugno 1675.

751 – Leone Bonsignori ammazzò tre persone, e di più sfidò e volse dare un ceffone al Sergente Maggior Lopez o Bauli, comandante della Banda d’Empoli; per la qual cosa doveva esser condannato a morte. Ma scappò in chiesa, e per rimettersi, si ebbe a costituire, condotto da’ Birri di notte nel Bagno di Livorno, ove ottenne di non esser rapato, né di portar l’abito di forzato; e vi stiede per poco tempo. Stiede anche bandito a Lucca. Nel Bagno vi stiede 15 giorni.

752 – Circa il 20 di marzo 1672 ab incarnatione, passò da questa all’altra vita in Livorno il Sig. Dionisio Zeffi mercante, senza aver testato; e fu erede il di lui fratello, e non vi successe per allora il sig. cavaliere Zeffi, andatovi da Empoli apposta.

753 – Circa il 15 giugno 1675, si imbarcò a Livorno la Serenissima Gran Duchessa, moglie del Gran Duca Cosimo terzo, et il di lei primo sbarco fu a Marsilia, per di lì portarsi a Parigi.

754 – Il podere di Cerbaiola, che l’anno 1675 godevono i Cavalli, fu prima di Marco del Papa da Empoli; e quello del Cittadelli fu prima del Mugnaini. In oggi, il podere e casa de’ Cavalli e la casa de’ Cittadelli a Cerbaiola è di ser Antonio Tassi.

755 – Circa a 20 gennaio 1673 ab incarnatione, morì in Empoli Andrea Falagiani, pannaiolo.

756 – Di agosto 1674, la sig.ra Agata, figlia del sig. Guasparri. Cavalli, tornò a stare in casa il sig. Capitano Pier Mariano Bonsignori, suo zio, di ordine di suo padre.

757 – A dì 23 maggio 1674, il dottor Gio. Vincenzio Tozzi, canonico di Empoli, stato frate carmelitano, era lettore in Pisa, come vedesi da una sua lettera; morì il dì 9 gennaio 1678 a nativitate.

758 – A dì 26 dicembre 1674, Francesco e Michele Michelucci erono piattai a Puntormo, come vedesi per lettera; di poi a Empoli.

759 – Del mese di luglio 1675, seguì la cascata dalla finestra di messer Giuliano Zuccherini, curato di Sovigliana, e la di lui morte, come vedesi per lettera.

760 – Il canonico Antonio di Giuseppe d’Antonio Cavalli, dottore di legge e canonico d’Empoli, morì il dì 14 aprile 1664; et era fratello di Guasparri, Leopoldo e Tommaso di Giuseppe Cavalli.

761 – A Palaia vi è una famiglia Sandonnini d’Empoli, quali sono legnaioli; et erono padroni della casa che in oggi è dei Dazzi, in Empoli, sulla Piazzetta della Propositura. Oggi stanno a Palaia, legnaioli.

762 – L’anno 1675 del mese d’aprile, viveva in Livorno Caterina Berti, moglie già di Giuseppe Cavalli d’Empoli, in casa di Guasparri, Leopoldo e Tommaso Cavalli, suoi figli, mercanti in Livorno; la detta famiglia Berti fu detta anche Aratai.

763 – A dì 27 febbraio 1741 ab incarnatione, passò da questa all’altra vita Marco del già Marchionne Dazzi, legnaiolo et abbondanziere; e fu detto che egli con otto o dieci altri empolesi avessero supplicato le truppe spagnuole a passare da Empoli per Lombardia e che ottenessero l’indulto; et egli da esse fu dichiarato suo Provisioniere, ma morì quattro o cinque giorni avanti che esse passassero da Empoli, poiché morì egli il 27 febbraio suddetto, e le truppe spagnuole principiorono a passare da Empoli il dì 3 marzo 1741 ab incarnatione, in sabato; e ci pernottorono la sera; e partirono la domenica mattina per alla Lastra, e di lì, il lunedì mattina, partirono per alla volta del Galluzzo, voltando dal Ponte a Greve; et erono n° tremila cinquecento soldati a piedi.

A dì 5 marzo detto in lunedì, ne vennero circa altri tremila pedoni, e ci pernottorono una sera; e la mattina seguente in martedì, partirono per la Lastra a Signa; e di lì si portorono verso Firenze e girorono le mura di Firenze, per andare a Fuligno, in quel del Papa, per unirsi con altre truppe spagnole.

A dì 7 marzo 1741 ab incarnatione ne arrivorono altre truppe spagnole di pedoni,

che dissero fussero quattro mila pedoni e ci pernottorono; e la mattina seguente

partirono per la Lastra a Signa, conforme avevono fatto gli antedetti passaggi.

A dì 8 marzo 1741/2, circa all’ore 14, desertò uno de’ suddetti soldati che era per partire con gli altri; e si rimpiattò nella stanzina, detta sotto il fondo del Campanile della Collegiata, ove fu trovato dal cherico Giuseppe di Francesco Demi, quale corse a dirlo al Proposto Guido Forti; e detto Proposto mandò subito a chiamare i birri et un ufiziale spagnolo, e lo fece consegnare ad essi: cosa che non fu ben fatta, perché doveva aspettare che le fusse chiesto, e non lo far far noto egli ai birri e all’ufiziale. E gli fece fare la fede che era cavato di chiesa, la qual fede la scrisse il prete Bucalossi, uno dei curaioli di detta chiesa. Il detto desertore era di circa 55 anni e di nazione fiammingo.

Il detto dì 8 marzo desertorono altri tre soldati fiamminghi del detto reggimento, e si refugiorno in S. Agostino; e dal padre Leonardo Pistolesi, Priore, gli furono dati.

A dì 9 marzo detto comparvero a Empoli altri quattromila pedestri, intitolati il reggimento di Parma, composto di italiani e siciliani, e ci pernottorono la sera; e la mattina del di 10 partirono per la Lastra a Signa, per andare (dissero) a Fuligno.

A dì 10 marzo detto, arrivorono qui a Empoli una Compagnia di soldati a cavallo spagnuoli, che erono in quattrocento, e ci pernottorono; e la mattina del dì 11 detto partirono per la Lastra a Signa.

A dì 12 marzo detto, arrivò a Empoli un Reggimento di Carabinieri reali spagnuoli di n° 900, e ci pernottorono; e la mattina del dì 13 detto partirono per la Lastra a Signa.

764 – La Commenda della famiglia Covi di Brescia, la quale è in oggi a Puntormo, era Convento e beni de’ Frati Umiliati; la qual religione di frati fu soppressa dal Papa, per aver uno di detti frati fatto l’attentato di tirare un’archibusata a San Carlo Borromeo, miracolosamente non colpito. Siccome resta compresa in detta Commenda la chiesa di Ogni Santi di Firenze et altro. Un altro convento di essi era a Civoli.

765 – Gaetano, figlio del già Leonardo di Iacopo Galli d’Empoli, in età di circa anni 20 partì d’Empoli, circa l’anno 1700; e si portò in Lisbona di Portogallo. Ivi prese moglie una francese e fece fortuna nella mercatura; e di poi portossi ad abitare e negozzíare in Cadis di Spagna, ove accrebbe il suo stato. Il dì 13 dicembre 1743 morì in Lisbona la sua moglie.

766 – A dì 24 marzo 1741, passorno da Empoli e ci pernottorono, che fu il sabato santo, ottocento soldati a cavallo spagnoli, cognominati la Guardia della Regina, e molti altri soldati pedoni, per portarsi in Lombardia; e partirono la mattina del dì 25, che fu Pasqua di Resurrezione, per alla Lastra a Signa; et il di 23 detto ci

pernottorono ottocento mule genovese, quali andorno a caricare monizioni da guerra a Orbatello.

767 – Francesco, figliolo di Ubaldo Feroni già Baldacci, da Paterno, Podesteria di Vinci, nacque in Empoli, ove commorava detto Ubaldo, suo padre, tintore, il dì 16 giugno 1614, e si battezzò nella Chiesa Collegiata Insigne di S. Andrea in Empoli; fece sua fortuna nella marcatura in Amsterdam; morì in Firenze, ove fu fatto Senatore, Depositario Generale e marchese di Bellavista, il dì 18 gennaio 1695. E fu sepolto nella chiesa della SS.ma Annunziata di Firenze, nella di lui cappella; e ne’ Libri de’ morti sepolti in detta chiesa, esistenti appresso dei padri de’ Servi, apparisce la di lui morte, seguita il dì 18 gennaio 1695 ab incarnatione. Tornò di Amsterdam a Firenze, detto Feroni, l’anno 1673.

768 – Il dì 13 ottobre 1541 morì in Firenze Leonardo Felice, figliolo d’Andrea di Lionardo Giacchini da Empoli e, portato a Empoli, fu sepolto il dì 16 detto nella sepoltura de’ Giacchini nella Collegiata, quale è appié dell’altare di S. Antonio Abate in S. Giovanni. Il detto fu medico eccellentissimo e stampò un libro « De febribus »; era nato in Empoli il dì 11 ottobre 1501.

769 – I medici anticamente non chiamavansi dottori, ma maestri, come vedesi anche inciso in pietra nella Chiesa Collegiata d’Empoli al sepolcro, che è sotto al quadro di S. Biagio, di padronato già della famiglia dell’Empoli ove sta scritto: SEPULCRUM MAGISTRI FRANCISCI MEDICI ET SUORUM;  cioé «sepolcro di maestro Francesco medico e de’ suoi»; e vi è l’arme dell’Empoli, in oggi famiglia spenta;

e detta inscrizione è stata levata.

770 – In S. Giovanni, nella Collegiata d’Empoli, vi è una lapida di marmo con la seguente inscrizione:  ANNO DOMINI 1267. HIC IACET TRIBALDUS FILIUS DOMINI ILDIBRANDINI DE MANGIATORIBUS DE SANCTO MINIATE; e vi è la seguente arrne gentilizia [il mns. presenta un piccolo disegno, non finito].

771 – L’anno 1605 del mese di febbraio, viveva Francesco dell’Empoli, padrone del podere e villetta di Cortenuova che in oggi è de’ Rossetti; e costituì egli un censo sopra detto podere di scudi cinquecento col Balì Rinaldi, a ragione di scudi sette per cento. Doppo dell’Empoli fu di uno Scardigli di Cortenuova, e si vendè alla tromba.

772 – L’anno 1647 del mese di agosto, viveva un altro Francesco dell’Empoli, in tempo che Vincenzio Rossetti estinse scudi dugento di detto censo, pagati al Rinaldi.

773 – L’anno 1700 in circa viveva una monaca dell’Empoli in S. Giovannino di Firenze, che fu l’ultima di tal famiglia.

774 – Ricordo come, il dì primo maggio 1742, partì d’Empoli a ore 18 a cavallo prete Bartolommeo di Lorenzo Romagnoli per Firenze per di li partire il giorno 2 detto in calesse per Roma per andare (fu detto) a fare la penitenza del maneggio fatto, di far dare l’anello, senza denunzie, in casa propria, e senza licenza dell’Ordinario Fiorentino, dal canonico Pier Francesco Cilotti, e contro l’ordine di detto Ordinario, a Petronilla di Lorenzo Romagnoli, di lui sorella, et a Cammillo del già Sebastiano Restoni di Figline di Valdarno, la sera del dì 18 dicembre 1736 ab incarnazione, quantunque fosse preceduto il precetto inibitorio ai curaioli, uno de’ quali era detto canonico Cilotti.

775 – Messer Piero Antonio di Lionardo Giacchini d’Empoli, l’anno 1529, fu Vicario generale di monsignor Arcivescovo di Firenze. Era Priore delli Innocenti e canonico di Volterra; e nel 1532 fu fatto Vescovo d’Ippona, o sia Bona; risedeva in Pistoia, come suffraganeo, dove morì il dì 15 maggio 1534.

776 – Messer Antonio di Giovanni da Empoli, Priore di Santa Maria Maggiore e canonico di Firenze, l’anno 1447 fece fare il Baptistero di marmo, quale è nella Collegiata d’Empoli; e si suppone fosse uno de’ Giacchini d’Empoli, perché vi è l’arme della famiglia Giacchini d’Empoli, la quale è un becco e tre mezzelune; cioè una sopra il capo del becco, et una per parte laterale da ambi le parti di detto becco. L’inscrizione è la seguente: DOMINUS ANTONIUS IOANNIS DE EMPULO BEATAE MARIAE MAIORIS PRIOR ET CANONICUS FLORENTINUS 1447.

777 – La sepoltura di marmo quale è in oggi 1740 nel mezzo della Collegiata d’Empoli, di padronato della famiglia Righi, era anticamente della famiglia Bruni, nativi e descendenti d’Empoli. In oggi detta famiglia Bruni è spenta; eron legnaioli.

778 – Il dottor Domenico, medico, figliolo del già dottor Sigismondo Ticciati da Cerreto Guidi, sposò clandestinamente Maria Caterina, figliola fanciulla di Antonio Cordelli, Sindaco del Malufizio a Cerreto Guidi, il dì primo gennaio mille settecento trenta, 1730, con aver chiamato in propria casa a Cerreto, fraudolentemente, prete Anton Francesco Torrigiani, oriundo di verso Lamporecchio, allora vice curato di Cerreto Guidi. Il tutto come appare in Atti Criminali nella Cancelleria Episcopale di S. Miniato; e fu il dì primo gennaio 1730 ab incarnatione.

779 – Cammillo del già Sebastiano Restoni della Cura di S. Maria di Figline di Valdarno e Petronilla di Lorenzo Romagnoli della Cura di S. Andrea di Empoli contrassero matrimonio clandestinamente per vista de’ presenti, in casa di detto Lorenzo Romagnoli, la sera del dì 18 dicembre mille settecento trenta sei ab incarnatione, alla presenza del canonico Pier Francesco Cilotti, vice curato d’Empoli, chiamatovi fraudolentemente, conforme apparisce negli atti della Curia Criminale dell’Arcivescovado di Firenze; et alla presenza del sig. cavaliere Antonio Bartolini fiorentino e di ser Giovanni Versari da Galeata, Cavaliere di Corte d’Empoli, testimoni a detto matrimonio clandestino. Et ottenuta di poi da monsignor Arcivescovo Martelli licenza di farne una sola denunzia, seguita il dì 12 maggio 1737 ab incarnatione, domenica terza doppo Pasqua, susseguentemente, il dì 13 maggio detto, contrassero «in facie Ecclesiae », alla presenza di detto Cilotti vice curato, con la previa licenza di monsignor Domenico Bardi, Vicario generale di Firenze, ecc.

780 – Suor Dionisia Feroni fu monaca corale nel Monastero di S. Benedetto in Empoli; morì il 28 aprile 1674.

781 – A dì 9 giugno 1643, viveva Iacopo d’Antonio Chiavacci o Bartolucci, da Cerreto Guidi.

782 – A dì 23 gennaio 1644, viveva, ad Empoli il sig. Francesco dell’Empoli; et il dì 18 maggio 1644 viveva pure a Empoli il sig. Ipolito dell’Empoli.

783 – A dì primo agosto 1642, viveva a Empoli Giuseppe d’Antonio Cavalli, calzolaio a Empoli.

784 – A dì 18 maggio 1642, Stefano di Francesco Landi era lavoratore dell’Empoli a Ripa.

785 – A dì 30 giugno 1648 viveva Domenico di Gio. Batista Cittadelli a Empoli; e messer Michele fu fratello di detto Domenico Cittadelli.

786 – Il dì 18 giugno 1642 Iacopo Giani era speziale in Empoli.

787 – Il dì 16 maggio 1634 Antonio Sanesi era lavoratore del Bardelli a Monte Boro.

788 – L’anno 1630 Batista di Iacopo Bonelli era lavoratore di messer Andrea Bonsignori da Empoli, a Monte Boro.

789 – Il dì 8 aprile 1639 Francesco di Iacopo Scarpini era lavoratore de’ Tozzi d’Empoli, a Cerbaiola.

790 – L’anno 1529, nel quale fu Vicario generale di Firenze messer Piero Antoni di Lionardo Giacchini da Empoli, era Arcivescovo di Firenze Niccolò Ridolfi, nobil fiorentino, duodecimo arcivescovo e undicesimo cardinale, come leggesi nella Cronologia Sacra de’ Vescovi e Arcivescovi di Firenze, composta da Luca Giuseppe Cerracchini, sacerdote fiorentino, protonotario apostolico e accademico apatista dedicata all’ill.mo e rev.mo monsignor Tommaso Bonaventura de’ Conti della Gherardesca, Arcivescovo di Firenze, Prelato domestico di Nostra Santità papa Clementi undecimo, Vescovo assistente al soglio pontificio e Principe del Sacro Romano Imperio; stampata in Firenze, in 4.o, di carte 325, nella stamperia di S.A.R. per Iacopo Guiducci e Santi Franchi, l’anno 1726, e per il Carlieri, libraio all’insegna di S. Luigi. E detta notizia di detto Niccolò Ridolfi leggesi in detto libro, a c. 178, quale fu nel 1521 fatto arcivescovo di Firenze, ma il possesso lo prese l’anno 1524 e lo tenne detto arcivescovado fino all’anno 1532, nel quale egli lo renunziò; e successe Andrea Buondelmonte, canonico fiorentino.

791 – Il dì cinque del mese di giugno dell’anno mille seicento settanta, 1670, furono rubate da Lessandro di Giovanni Giubbilei, di notte tempo nella Compagnia di S. Lorenzo posta nella Collegiata d’Empoli, le sacre Reliquie de’ gloriosi S. Lorenzo e S. Stefano, con suoi reliquiari d’argento, come consta per il ricordo registrato al Libro de’ Partiti e Ricordi di detta Compagnia di S. Lorenzo, e del processo pubblico, fatto e fabbricato dalla Corte del Podestà d’Empoli di detto tempo. Dalla qual Corte fu condannato detto Lessandro di Giovanni Giubbilei d’Empoli, reo di detto sacrilego furto, alla pena di forca e squarto, come nel medesimo bando, al quale [si rimarnda]. E dal sig. Proposto Leonardo Giraldi solennemente furono portati due pezzetti d’osso simili, statigli consegnati a Empoli da Carlo Baldi, quale aveva fatto arrestare e carcerare detto ladro in Roma, affine di riavere le dette Reliquie state rubate; per il che vi occorse la spesa di ducati venticinque. Onde furono tenute per poco tempo all’adorazione; ma di poi, risaputosi che detti pezzetti d’osso erono di cane e non altrimenti quelli stati rubati, furono tosto levati via. Le predette sacre Reliquie state rubate erano del dito di S. Lorenzo martire e della costola di S. Stefano protomartire. E di tal furto, commesso sacrilegamente la notte del 5 maggio 1670 da detto Lessandro di Giovanni Giubbilei d’Empoli, se ne avveddero la seconda domenica di giugno, che fu il dì otto di detto mese di giugno 1670, essendo priori di detta Compagnia di S. Lorenzo Bastiano Vanghetti, Piero Piattini e Giuseppe Romagnoli, ai quali parendo che fussero scommessi gli sportelli dei due tabernacoli laterali che sono dell’altare di S. Lorenzo, ove stavano dette Reliquie in suoi reliquiari d’argento, si portarono a visitargli e gli trovorono senza dette reliquie e senza detti reliquiari d’argento. Onde, facendo riflessione essi et altri fratelli di detta Compagnia di S. Lorenzo chi potesse essere stato il sacrilego ladro, et osservando che mancava d’Empoli detto Lessandro di Giovanni Giubbilei, huomo di poco buon nome stante l’aver egli rubato antecedentemente tutti i candellieri d’ottone che erono sulli altari di detta Collegiata d’Empoli e quelli ancora, pur d’ottone, di detta Compagnia di S. Lorenzo, e, spezzatigli, svenduti a Pisa all’ottonaio che sta sotto le logge da S. Michele, scrissero subito, seguìto detto sacrilego furto di dette sacre Reliquie, in varii luoghi; e specialmente a Roma, al sig. Carlo di Vincenzio di Domenico Baldi, fratello carnale del sig. canonico Giovanni Baldi d’Empoli. Quale, inteso ciò, trovò subito in Roma detto Lessandro di Giovanni Giubbilei, ed abboccatosi seco, lo scorse per il ladro di dette sacre Reliquie e reliquiari d’argento; e si portò prontamente dal Governatore di Roma e ne ottenne l’ordine della cattura arbitrariamente senza farne far processo, stante l’esser seguito qua il furto, in altro Stato; e carcerato detto Lessandro in una segreta ove già trovavasi prigione il sig. Orazio Pascali senese, fu pregato detto sig. Orazio Pascali a cercar d’intendere da detto Giubbilei se era stato lui il ladro che sopra; e, ritrovatolo per tale, gli cavò di bocca che il pezzetto di costola di S. Stefano l’aveva dato in mano in Roma a un tale nominato lo Straccino, et il dito di S. Lorenzo averlo dato in mano di un suo amico qua nel piano di Pisa. Onde il pezzo di costola di S. Stefano fu subito recuperato di mano di detto Straccino da detto sig. Carlo Baldi; e fu spedito anche da esso un huomo apposta a detto huomo del piano di Pisa, da cui furono ricavati tre pezzetti d’osso piccolissimi, e portati a Roma da detto mandato, in mano di detto sig. Baldi. Onde, a richiesta di qua dei parenti di detto Lessandro ladro, fu fatto scarcerare detto ladro, e licenziato senza che qua dai fratelli della Compagnia di S. Lorenzo si sapesse tale scarcerazione, poiché furono eletti da detta Compagnia due fratelli, per andare a Firenze al Gran Duca a fare tentare di farlo chiedere al Papa e farlo condurre qui prigione; uno de’ quali deputati fu il sig. Giuseppe Galli; e portatisi a Firenze al Gran Duca a farle tale instanza, l’ottennero. Ma il giorno istesso che arrivò a Roma tale instanza, e che il Papa lo concedeva, era già stato scarcerato e licenziato detto ladro, e non era più in Roma. Onde, venuto qua a Empoli per suoi affari il sig. Carlo Baldi, il dì 7 novembre 1670 riportò egli dette Reliquie, e le consegnò in mano del sig. Proposto Leonardo Giraldi e ritirò dalla Compagnia di S. Lorenzo scudi 22 delli scudi 25 occorsi di spese a Roma et a mandare huomo di là apposta nel piano di Pisa, facendo egli la carità di relassare tre scudi di suo proprio; e fatto negozziato da detto sig. Proposto con monsignor Vicario Bardi a Firenze di tal recuperazione di Reliquie, ma senza autentiche, ottenne di esporle nuovamente all’adorazione; onde, riportate solennemente in Compagnia di S, Lorenzo dette Reliquie da detto sig. Proposto il dì 25 aprile 1671, giorno di S, Marco, le ricollocò in reliquiari di legno sigillati in detti tabernacoli, ove prima; et il padre fra’ Giuseppe Santini gesuita, quale si trovava a Empoli in occasione di Missione, fece sopra di ciò l’orazione, la domenica seguente. Ma doppo qualche tempo di anni tre in circa, fu mandato a chiamare segretamente a Firenze detto sig. Proposto Giraldi da monsignor Vicario Pucci dell’Arcivescovado, e conferitoli segretamente come, da un gesuita che trovavasi nelle riviere di Genova, veniva scritto a monsignor Nunzio esser capitato là, in dette riviere di Genova, detto Lessandro di Giovanni Giubbilei d’Empoli, scappato di Turchia ove era stato condotto schiavo; e li aveva confessato come la Reliquia del pezzetto di costola di S. Stefano era la vera da esso rubata, ma i tre pezzetti, asseriti del dito di S. Lorenzo, non essere altrimenti tali, ma ossi di piccolo animale (che dicesi di cane), e che disse egli tal falsità per uscire di prigione di Roma, e che la vera Reliquia del dito di S. Lorenzo l’aveva egli data ad una meretrice di Livorno. Onde, consultato sopra di ciò da monsignor Vicario Pucci e detto sig. Proposto Giraldi, per levar via la sollevazione del popolo se avessero saputo la falsità di tal osso asserito del dito di S. Lorenzo e per tale adorato, pregò detto sig. Proposto il predetto monsignor Vicario a scrivere lui a Roma al Maestro del Sacro Palazzo o a monsignor Sacrista per ottenere la vera Reliquia di S. Lorenzo con esporli il fatto che occorreva. Et ottenne un dito di S. Lorenzo; e datolo segretamente a detto sig. Proposto in Firenze, quale prese il compenso di dire qua di voler portare a Firenze dette Reliquie per collocarle in due reliquiari nuovi di legno, intagliati e dorati (o sia inargentati), conforme fece. E levò via l’ossaccio di cane di quei tre pezzetti, supposti dal popolo per parti del dito di S. Lorenzo; e vi collocò il dito di S. Lorenzo, venuto nuovamente di Roma a monsignor Vicario Pucci; e da detto monsignor Vicario Pucci fu sigillata detta nuova Reliquia in reliquiario nuovo di legno, intagliato e dorato; siccome in altro simile il pezzetto di costola di S. Stefano; e fattole le sue autentiche a ciascheduna di esse; e detti reliquiari valsero circa lire 35.

In oggi dette due sacre Reliquie sono in reliquiari d’argento, fatti fare da detta Compagnia, e sono sigillati con autentiche; e detto sig. Proposto Giraldi non confidò tal cosa se non a prete Mariano del Papa, allora cappellano della Collegiata di S. Lorenzo, et a prete Ottavio Messerini, altro cappellano di detta Collegiata:  tutto come appare al Libro Ricordi e Partiti della Compagnia di S. Lorenzo a c. 15 et a c. 27 di detto anno.

Anni avanti a che seguisse il sopradetto furto, era seguito altro furto di scritture et autentiche di detta Compagnia di S. Lorenzo, commesso dal nonno di detto Lessandro di Giovanni Giubbilei, conforme appare ove sopra, a c. 15 et a c. 27. Il padre di detto Lessandro Giubbilei, chiamato sopranome Gonnellino, misuratore di terreni; e la di lui casa era in via delli Asini in Empoli, allato alla casa de’ Cittadelli; e in oggi è di padronato, detta casa, di Lorenzo, Giuseppe e Gaetano del già Vettorio Busoni d’Empoli, navicellai.

Il Nunzio di Firenze, a cui fu scritto di Genova dal padre gesuita, era monsignor Pallavicino; et il Vicario dell’Arcivescovo di Firenze, a cui fu parimente scritto di Genova da detto padre gesuita, era monsignor Alessandro Pucci, Vicario generale di Firenze; ma quando furono rubate le suddette Relique era allora Vicario generale di Firenze monsignor Bardi.

Detto Giovanni Giubbilei ebbe due figli maschi et una femmina: cioè Lessandro, ladro suddetto, et Antonio, huomo ancor egli poco da bene, cioè senza timor d’Iddio; et ebbe detto Antonio moglie, ma morì senza figlioli e si spense la detta famiglia.

La femmina fu Lisabetta, quale morì fanciulla in Empoli, siccome morirono in Empoli Giovanni Giubbilei detto Gonnellino suddetto e Antonio, suo figliolo.

Anni avanti del furto delle suddette sacre Reliquie, furono dal nonno di detto ladro rubate varie scritture et autentiche di dette Reliquie della Compagnia suddetta di S. Lorenzo d’Empoli, conforme apparisce al suddetto Libro di detta Compagnia, come sopra dicesi. Il padre di Lessandro, ladro delle suddette sacre Reliquie, era Giovanni di Gio. Batista Giubbilei, detto Gonnellino d’Empoli.

792 – A dì 31 agosto 1645, Pasquino di Lorenzo Rossetti era lavoratore della sig.ra Margherita Bicci, in luogo detto Castiglione, podere di detta sigma Margherita Bicci.

793 – Prete Agnolo dell’Empoli fu fratello di Francesco dell’Empoli, vivente l’anno 1641. Detto messer Agnolo fu rettore l’anno 1624 della Cappella di S. Francesco nella Pieve d’Empoli, e l’anno 1635 la renunziò a messer Francesco d’Alessandro dell’Empoli, suo nipote.

794 – A dì 4 giugno 1742, fu mandato bando a suon di tromba sulla Podesteria in Piazza d’Empoli, d’ordine del sig. Cammillo Orsini di Firenze, Podestà d’Empoli, in esecuzione di decreto del dì primo giugno 1742 stante, emanato ad instanza del sig. Ottavio Mannini di Firenze, che la sig.ra Anna Mannini, vedova del sig. Capitano Lorenzo Vanghetti, di lui [Ottavio] sorella, non possa far contratti, né obbligazioni di sorte alcuna; alias [si rimanda] a detto decreto del dì primo giugno stante e del Magistrato del’Ill.mi sigg.ri Luogotenenti e Consiglieri della Repubblica Fiorentina; pubblicato a suon di tromba et affissato da Domenico Fiori, messo pubblico, in lunedì, il dì 4 giugno 1742.

795 – A dì 29 agosto 1629, Domenico Salamoni era guardia a Cerreto Guidi.

796 – Bastiano di Filippo di Visobello era lavoratore a Ponzano di Marco del Papa d’Empoli.

797 – Eredi di Leonardo di Simone di Francesco di Berto Rossetti, l’anno 1656. Sono i Rossetti d’Empoli.

798 – Iacopo e Guido di Gio. Batista Cilotti, lavoratori a Gavena, al podere del Palazzo, del Capitano Domenico Nenci, Bargello di Siena, questo dì 11 giugno 1742; e sono dell’isteso ceppo de’ Cilotti d’Empoli. Così disse Niccolaio del già Pierfrancesco Cilotti.

799 – Il dì 2 gennaio 1626 si battezzò in Empoli Lisabetta di Stefano di Giovanni Giani da Spicchio e di madonna Lucrezia d’Antonio Rossetti; fu compare Michele di Bastiano Poggianti.

800 – Al Campione antico della Compagnia della S. Croce di Empoli, vi apparisce come, il dì 27 gennaio 1607, fu, da detta Compagnia, fatta fare la tavola dell’altare di detta Compagnia a Lodovico Cardi da Civoli, pittore eccellente; vuolse scudi centodieci; e furono deputati dal corpo di Compagnia a farla fare: Andrea Cantini, Giovanni di Verdiano, Pandolfo Scarlini e Tommaso Contri, tutti da Empoli e fratelli ancor essi di detta Compagnia.

801 – Il Monastero di monache di S. Benedetto fu fabbricato in Borgo d’Ernpoli, cioè dietro al Borgo, in luogo detto « le Scorcie », ove era uno speciale della Compagnia della Croce; e prima di detto spedale vi era stato anticamente un altro Monastero, detto di S. Brigida. L’anno 1507, fu data da detta Compagnia facoltà a sei fratelli di detta Compagnia di assistere a far fare detto Monastero ove era detto Spedale; e furono Giosaffà di Bartolommeo delli Albizzi, Antonio di Bartolommeo da Cammiano, Orazio di Giovanni Turi, et altri tre fratelli di detta Compagnia, come per rogito di ser Bartolommeo Isotti da Empoli, l’anno 1507; e fu principiato a fondare la mattina di S. Maria della Neve di detto anno 1507, nel luogo suddetto, ove allora era detto spedale della Croce, ove chiamavasi detto luogo «le Scorcie ». Tutto come apparisce al suddetto Campione antico di detta Compagnia; e chiamossi il Monastero di S. Croce. Il detto Monastero fu poi l’anno 1529, a causa della guerra delli Spagnoli, disfatto; e fabbricato in Empoli, in luogo ove era uno spedale con casa della Compagnia di S. Andrea; e permutato detto spedale e casa con il luogo ove era detto monastero fuori d’Empoli, in luogo detto «le Scorcie », et assegnatolo in permuta alla Compagnia di S. Andrea, di cui è detto terreno e casa, ancora oggi di detta Compagnia, ad uso d’ortolano.

802 – A dì 20 giugno 1742, in mercoledì sera a ore due di notte, tornò di Roma per la via di Firenze prete Bartolommeo Romagnoli e fu trovato a piedi di qua alla Lastra dal sig. dottor Giovanni Lupardi, Cancellier d’Empoli, con il quale si accompagnò in detto luogo; ma detto sig. Cancelliere era a cavallo, e il detto Romagnoli a piede, fatto sfrattare di Roma in poche ore per ordine della Giurisdizione di Firenze.

803 – Antonio detto lo Sbona, figliolo di * * * Cilotti, pigionale senza mestiero in Empoli, aveva due figlioli, il maggiore per nome Pietro e il minore Agostino, e due femmine che la maggiore era Petronilla e la minore Lisabetta.

804 – Lessandro di Giovanni del già Giovanni Batista Giubbilei d’Empoli fu il ladro delle sacre Reliquie di S. Lorenzo e S. Stefano della Compagnia di S. Lorenzo, e faceva il mestiero di mazzicatori di fabbro [lettura incerta].

805 – A dì 5 luglio 1742, disse il Rofia, Priore della Bastia, esserci fuori una lettera circolare della Giurisdjzione di Firenze, non potere le Collegiate mettere l’abito corale, senza prima accordare la loro Cattedrale. E disse avere il Capitolo della Collegiata di Castelfiorentino, avere il dì 29 giugno 1742 rinnuovato l’abito di roccetto e mozzetta nera.

806 – Il Monastero che fu alle Scorcie, avanti che vi fusse lo Spedale della Croce, chiamavasi il Monastero di S. Brigida, ove stavano ritirate alcune donne, e chiamavasi il Monastero di S. Brigida e le donne di detto monastero pagavono ogn’anno al Pievano lire venti, come vedesi al Libro del Ciaperoni. Vi erano nel 1400.

807 – Il podere di fondo al Borgo, et in oggi de’ figlioli di Giuseppe Galli, fu per l’avanti de’ Tozzi d’Empoli, calzolai.

808 – Tommaso di Lorenzo Marchetti, morto miserabilmente alla guerra in Fiandra, doppo essere stato lungo tempo ritirato in Firenze nel Convento de’ frati di S. Croce, si ridusse a dormire sulla paglia in un sottoscala; aveva, di prima, di entrate annue scudi seicento, e la mandò male. E in Empoli abitava dirimpetto al Monte Pio, cioè nella casa che fu de’ Ronconcelli, e che in oggi è di Giovan Piero e Giuseppe del già Donato Ricci.

809 – In Roma, nella Basilica di S. Maria Maggiore, il dì 6 giugno si celebra un anniversario per Giovanni Lotthi prete, come leggesi nella Tavola di detta Basilica a carte 110 dell’anno 1741, appresso prete Bartolommeo Romagnoli d’Empoli. Giovanni Lotti. Siccome un anniversario, il dì 8 agosto, per Girolamo Herminii, per l’anima sua e de’ suoi congiunti. Estratti dalla Tavola dell’Ufizio Divino ad uso del clero della sacrosanta Basilica liberiana per l’anno 1741, disposta da Niccolaio Ricci, cherico benefiziato e maestro di sacre cirimonie di detta sacrosanta Basilica di S. Maria Maggiore, e stampata, detta Tavola, da Girolamo Mainardi, stampatore in detto anno 1741. In Roma.

810 – La tavola dell’altar maggiore della chiesa delle Monache di S. Benedetto d’Empoli, chiamato e intitolato il Monastero della Santa Croce, fu dipinta l’anno 1643 da Lodovico Cardi da Civoli, pittor celeberrimo; e volse, assieme con un quadro che fecero in refettorio, scudi centododici; e la spesa la fece domina Maria Maddalena Falagiani, monaca corale, allora vivente in detto monastero.

811

D. O. M.

SCIPIO AMMIRATUS IUNIOR SACRAE THEOLOGIAE DOCTOR

FILIUS FRANCISCI DEL BIANCO ET DOMINAE SUSANNAE DE MARCHIS

HANNES TESTAMENTARIUS CLAR.MI ET REV.MI VIRI D. SCIPIONIS ADMIRATI

VOLENS RESURGERE UBI RENATUS EST

GRATIA DEI

RESTAURATO ET ORNATO HOC TEMPLO

HOC SEPULCHRUM SIBI CURRENTI, ET SI PODOGRICO, ANNO 64 SUAE AETATIS

ET CADAVERIBUS AMATISSIMAE MATRIS

ET

FRATRIS DOMINI BENEDICTI I.U.D. CANONICI ECCLESIAE PISANAE

FIERI FECIT ANNO SALUTIS 1646

La sopradetta inscrizione è nella chiesa di S. Bartolommeo a Montaione, nel luogo ove è sepolto il suddetto Scipione Ammirato, figliolo di Francesco Bianchi, muratore da Montaione, et altri suddetti.

812 – Il dì 27 aprile 1518 fu battezzato in Empoli da messer Francesco d’Ivo Paglia, Pievano d’Empoli, Andrea Giovanni figliolo di Gabbriello, ebreo commorante in Empoli. Fu compare Domenico Parigi, Podestà di Empoli, e Batista di Batista Dini, e comare madonna Lucrezzia di Francesco di Cipriano; e perché dovettero gli ebrei far allora qualche attentato, furono condannati dal Magistrato delli Otto di Firenze a far fare un’immagine di rilievo di maiolica della SS.ma Vergine con Gesù Bambino in braccio, quale è quella che è in cantonata nella facciata di Podesteria, per voltare alla Piazzetta dell’Olio; sotto la quale sta scritto: DEL PREZZO DELLI EBREI PER LORO ERRORE – FERNO A LAUDE D’IDIO FAR QUESTA ALLI OTTO, SEDENTE NEL 18 DOMENICO PARIGI QUI PRETORE.

813 – Il Monastero di S. Brigida, qual’era in piedi l’anno 1400 dentro al Borgo, era situato in luogo detto il Romitorio, contiguo al luogo detto le Scorcie; e perché possederono del terreno del podere detto di Borgo del Pievano, gli pagavono perciò annualmente a detto Pievano lire venti; era però detto monastero un ritiro di donne senza clausura [chiosa illeggibile].

814 – A dì 17 luglio 1742, comparve a Empoli Alessandro di Ceseri d’Alessandro Sanesi del Borgo d’Empoli, desertore dal servizio dell’Armata Spagnola, accampata e trincerata sul Panaro, parte in quel di Modena e parte in quel di Ferrara, ove serviva egli di soldato, in qualità di Sergente di Brigata. E fu detto aver egli menato via alli Spagnoli tre cavalli de’ più belli che fossero in quell’accampamento spagnolo, e le paghe dovute a cento soldati. E la mattina del d’ 23 luglio 1742 gli fu circondata la casa dagli Sbirri d’Empoli e di S. Miniato, quali volevano catturarlo; et egli scappò da una finestra di sopra un pozzo e dissero che andasse ai

frati di S. Maria; et i birri lo rincorsero ma non l’arrivorono; e ciò seguì dopo le ore dodici del detto dì 23 luglio 1742; e la notte susseguente, se la batté via; ma poi tornò qua libero.

815 – Vi è una famiglia Rossetti di tre fratelli, per nome uno Francesco, uno Antonio e l’altro Gaetano, quali erono contadini, a Petrazzi, del prete e curato Ugolini; poi di lì tornarono alla Fontaccia, contadini di S. Maria Nuova, ove stiedero un anno incirca, e di lì tornarono verso Coiano, vicini a S. Stefano, in luogo detto Colle Bertini; et il figlio di uno di essi, nell’anno corrente 1742, per nome Niccolò Rossetti, è agente di fitti che tiene in detto luogo un Paoletti di Gambassi da’ siggi Bracci. Un’altra famiglia Rossetti, muratori, stanno a Civoli, di là a S. Miniato.

816 – La Porta Pisana d’Empoli dicevasi la Porta al Noce, ed era verso Chiasso Ombretti, ove ora è la concia del Torrione; e dicevasi anche la Porta di S. Brigida. Di poi, l’anno 1589, la Porta Pisana dicevasi la Porta di S. Brigida e la Porta al Noce; e la Porta Fiorentina, quando era ove è in oggi 1742 il Portone, ove sono le case di Lorenzo Romagnoli, chiamavasi la Porta al Toro, o la Porta de’ Buoi; e ora la Porta Fiorentina.

817 – Gli Adami descendono da Val di Sambra di Bologna, che è di qua a Scarica l’Asino, 18 miglia vicino a Bologna.

818 – La famiglia Contri d’Empoli descende da Gagliana, Stato di Milano; funaioli, panerai, sarti, lanciai, pianellai, cimatori, poi pannaioli, poi speziali.

819 – La famiglia di Marco del Papa d’Empoli descende dalla Bastia di Perugia, e vennero a Empoli, cimatori di pannilani; poi pannaioli, poi speziali e medici; vi fu il Meschino.

820 – La famiglia Cella descende da Varana, Stato di Milano, velettai. In oggi sono a Napoli e Milano.

821 – La famiglia Cocchi descende di Capraia.

822 – La famiglia Neri, del Bolognese, e perciò detti anticamente Neri, ma Bolognesi; manescalchi, pizzicaroli, coiai.

823 – La famiglia Bartoloni vennero tessitori a Empoli da S. Quirico e da Capraia; vi fu un pittore detto Calessino.

824 – La famiglia Rossetti da Cerreto Guidi; fittuari, fattori.

825 – La famiglia Bianconi da Pretoio, poi da Monte Lupo; pizzicagnoli a Empoli; poi pannaioli e l’appalto della carne.

826 – La famiglia Mugnaini da Firenze, merciai; poi a Livorno.

827 – La famiglia Falagiani da Falagiana, che è vicino a Montespertoli; pizzicagnoli, merciai, cappellai, pannaioli.

828 – I Maggi di Livorno sono da Empoli et erono fornai; e la loro casa è quella di cantonata del Pistolesi, ov’è l’arme Maggi, al Canto alla Corona; manescalchi.

829 – La famiglia Bonsignori da Empoli Vecchio; contadini.

830 – La famiglia Bartolucci, di Livorno, erono sarti e legnaioli da Empoli.

831 – La famiglia Calzabigi, di Livorno, erono tessitori di panni in Empoli; avevono un livello di un campo, in Bonistallo, della Propositura, e ricascò al tempo del Proposto Incontri; tornorno a Pontedera, e poi a Livorno.

832 – Romani di Livorno, vengono di Firenze e poi da Empoli.

833 – Feroni vengono da S. Lucia a Paterno di quel di Vinci; e poi da Vinci a Empoli, tintori; erono Baldacci.

834 – Salvagnoli vengono da Corniola a Empoli, biadaioli; poi sarti, poi pannaioli.

835 – Scappini da S. Miniatello, barbieri.

836 – Polidori da Bologna, navicellai; poi barbieri, calzolai.

837 – Camorani da Massa di Carrara, cappellai; di poi a Livorno.

838 – Garinei da Angiò di Francia, cappellai.

839 – Doni da Cerbaiola, pizzicagnoli e poi calzolai; poi pannaioli.

840 – Ticciati da S. Miniato a Empoli; notai, oste e donzello; oste nel 1622.

841 – Baldi da Montalbino, e poi da Cerbaiola; muratori, fornaciai.

842 – Sandonnini da Sandonnino, cura d’Empoli, contadini; e Curzio piazzaiolo e alle Porte d’Empoli.

843 – Capacci da Carmignano a Empoli; et erono rigattieri.

844 – Giomi da Carmignano e dalla Lastra; calzolai, poi pannaioli.

845 – Dazzi, mugnai, da Peretola; pizzicagnoli e poi legnaioli.

846 – Primi da Empoli Vecchio, contadini; poi barbieri.

847 – Pistolesi da Empoli Vecchio, contadini del Zeffi; fornai.

848 – Lotti da Vitiana e da Empoli Vecchio; vi fu un macellaro.

849 – Galli da S. Piero a Sieve; eron Gallerini, funai.

850 – Losti da Prato, tintori.

851 – Tognetti da Montelupo, contadini.

852 – Bini da Ponzano, zoccolai; poi calzolai.

853 – Cilotti da Avane, da Puntormo, da Cerbaiola e di Bonistallo, contadini; osti e bottegai.

854 – Ser Barnaba Gherardi da Cammiano.

855 – Pandolfini sono Tassi da Brucianese, scarpellini; e poi fabbri in Borgo d’Empoli, e non Pandolfini.

856 – Masantini di Puntormo, legnaioli.

857 – Marchetti di Puntormo; speziali, pannaioli; abbondanziere fu Agnolo Marchetti.

858 – Checcacci da Cortenuova; legnaioli e zoccolai.

859 – Pistolesi da S. Maria a Ripa; contadini del Zeffi, poi fornai.

860 – Mangoni di Caravaggio, Stato di Milano, cappellai.

861 – Monaldi da Castelfiorentino, spaziali; cerusico.

862 – Turi, speziali in Piazza, da Castelfranco di Sotto.

863 – Giacchini da Mosciano di Marti, spaziali; e fabbri a Montespertoli.

864 – Cavalli da Monterappoli, fabbri; poi calzolai a Empoli.

865 – Ricci di Pier Lorenzo, sarti, da Empoli; e prima detti i Ferrini.

866 – Ricci di Giuliano, coiai, da Empoli; e prima detti i Ferrini.

867 – Tacchelli, manescalco fiorentino, venne a Empoli e poi a Livorno.

868 – Cittadelli da Cittadella, contigua al Borgo d’Empoli, contadini; poi speziali in Empoli; poi a Livorno.

869 – Giubbilei, fabbri, da Martignana; tali a Empoli; poi a Caprona del pian di Pisa, navicellai e bardotti.

870 – Guidetti, organista, da Modana; poi a Empoli; poi a Livorno; ne sono ora a Livorno di quelli che vennero a Pescia e Lucca.

871 – Sanesi da Siena, fornaciai; macellaio a Puntormo; cerusico; cappellai; bidello dell’Accademia del Gioco; oste a Pescia.

872 – Romagnoli di Romagna, e prima si dicevano Bertacchioli; macellaio, calzolaio, speziale; Lorenzo prigione doppo la morte del sig. Simone Alessandri di Firenze, processato; levato da Capitano, processato; la figlia, e Restoni Pasquale levato di Tenente; tintori, da Prato, nel 1575.

873 – Righi, gualcherai dal Molino Nuovo e Ponte a Elsa: poi calzolai a Empoli, lanciai e pannaioli, mugnai e gualcherai al Ponte a Elsa, 1613, poi detti Troni.

874 – Vanghetti, macellari, a Empoli e S. Miniato.

875 – Del Frate da Sovigliana, navicellai; poi da Spicchio, lanciai, pannaioli; la tinta; e Marco oste alla Cervia a Empoli.

876 – Contucci, operaio del Monastero Vecchio; speziale 1620.

877 – Celli, speziali, da Empoli.

878 – Zuccherini, tintori; pannaioli, macellari a Monte Lupo; medici; ve n’è uno barbiere della Vigna, 1740, in Firenze.

879 – Mainardi, legnaioli, da Puntormo e Cortenuova.

880 – Bartoletti, magnano milanese: Flaminio toccò la fune per alzatore.

881 – Poggini, fiorentino, sartuccio da contadino.

882 – Pelli da Castra del Barco, pizzicarolo; pannaiolo, detto il Baraba.

883 – Pellicini, sarto, da Empoli; Carlo, cuoco a Pisa de’ Certosini e di Collegio Ferdinando.

884 – Scardigli, ortolano e poi mulattiere per Siena.

885 – Grazzini, calzolai da Empoli.

886 – Zeffi, sarto e poi pannaiolo, poi mercanti a Livorno.

887 – Scarlini da Scarlino, fabbri e fornai, e da Empoli Vecchio.

888 – Tani da Campo Collese, il Proposto Tani; eron detti di Tano.

889 – Brugiotti da Sovigliana, e poi da Spicchio e Cortenuova.

890 – Guiducci, cittadino fiorentino, da Spicchio.

891 – Pancetti Filippo, speziale da Portoferraio, vien da macellaro.

892 – Pancetti Tenente, velettaio da Fucecchio.

893 – Martini, cittadino, velettaio da Vinci.

894 – Michelucci, pannaiolo da Vitolini.

895 – Michelucci speziale, piattaio da Puntormo, poi dalle Fornaci fuori della Porta d’Arno. Francesco di Donato.

896 – Bonistalli da Bonistallo in Carraia, Popolo d’Empoli, muratore.

897 – Messerini modanese, tessitore.

898 – Tozzi d’Empoli, calzolai.

899 – Grazzini, calzolai.

900 – Federighi, calzolai e sarti; e Coccolini, 1560; calzolaio.

901 – Aringhieri, legnaiolo; e Ringhieri sarto, 1621, di Puntormo.

902 – Pentolini da Empoli, battilani e scotolalino, in oggi a Livorno; descendono da uno, detto il Pentola.

903 – Ferranti da Empoli, macellaio.

904 – Panizzi, magnano milanese, dal Castel di Lierna.

905 – Chiavacci, messo d’Empoli e famigli; da Cerreto Guidi.

906 – Adami del Popolo di S. Andrea di Val di Sambra, territorio del Bolognese di là a Scarica l’Asino, vicino a Bologna a circa diciotto miglia; oste a Empoli alla Cervia.

907 – Famiglia del Greco, pannaioli da Empoli; fu suo erede un Paolsanti, cittadino fiorentino, quale ebbe una del Greco ed era detto Paol Santi de’ Lucardesi; redò un podere a Ponzano, quale oggi ha lo Scarlatti alla Fattoria del Cotone a Ponzano, ove in oggi è il Palazzetto che serve per granaio a Ponzano.

908 – Becci da Castiglion Fiorentino a Empoli, e da Empoli a Radicofani; cerusici e medico.

909 – Bucalossi, fabbri da Ponte a Elsa.

910 – Aratai o Berti, legnaioli in Borgo.

911 – Orsacchi, bastieri in Borgo, poi pannaioli, da Spicchio.

912 – Messer Moriale di Giovanni di Lupo, o Lupi da Vitiana.

913 – Verdiani da S. Miniato, calzolai a Empoli.

914 – Cannedoli, speziale in Empoli, 1670, in via del Giglio.

915 – Pulignani da Pulignano del Barco, manescalco e bastieri.

916 – Mirancieli da Pretoio, funai e poi linaioli.

917 – Patani, già Dotti, vagliai, pizzicagnolo. Giuseppe, cuoiaio detto il Salvatico, suocero di Lorenzo di Paolo Feroni; Duchessa.

918 – Corsi, fiorentini, da Sovigliana, legnaioli; merciaio, sere [notaro], e navicellai a Empoli.

919 – Mazzei, manescalchi e fornai.

920 – Spiritelli, calzolai e legnaioli.

921 – Borsellini di Montaione, linaioli e battilani.

922 – Rozzalupi, navicellai e poi bastieri.

923 – Tempesti contadino; poi fattore alle Calle e guardaroba a Cerreto.

924 – Giuseppe Martini da Palaia, detto il Mosca, piazzaiolo d’Empoli.

925 – Bertini d’Empoli, torniai, legnaioli, cimatori.

926 – Berti detto Carobello, pizzicarolo e ferravecchio.

927 – Contri, osti al Panico; tamburini.

928 – Sollazzi, pizzicagnoli.

929 – Ricci, di Firenze, hanno la sepoltura nella Collegiata di Empoli, in mezzo alla Chiesa, col chiusino di marmo senza arme o inscrizione; ed è sotto appunto a quella di marmo del Proposto Sandonnini in mezzo alla Chiesa, dirimpetto al pulpito; la loro casa era quella del Feroni al Canto alla Corona.

930 – I Federighi descendono di Sovigliana, e battezzati a Empoli.

931 – Gli Adimari descendono da Ripa, Pevieri d’Empoli, e sono battezzati a Empoli.

932 – I Miniati d’Empoli erono padroni della casa seconda in via Chiara, a mano dritta a venire in giù dal Magazzino del Sale (comprò poi il Losti), dipinta, a sgraffo; in oggi della famiglia Losti, quest’anno 1740; ed erono detti Miniati pannaioli in Empoli; ma prima erono calzolai, nel 1576.

933 – Cappiardi da Montelupo a Empoli, macellari.

934 – Attucci da Vitolini, tintori a Empoli.

935 – Martinelli da S. Miniato a Empoli, massaio del Monte Pio.

936 – Saltarelli, ciabattino a Empoli; poi cappellai a Livorno.

937 – La famiglia Gherardi fu descendente da Cammiano e vi fu ser Niccolò e ser Barnaba Gherardi, ultimo della famiglia, morto in Firenze, come vedesi al Libro de’ Morti nell’Opera d’Empoli.

938 – La famiglia Isotti fu d’Empoli e vi fu ser Bartolommeo Isotti, l’anno 1507; uno canonico e uno notaro.

939 – Tocci, calzolaiuccio, aveva per moglie una Giubbilei, sorella di * * * Salucci.

940 – Fabbrizzi, linaioli da Monterappoli; Giovanni Fabbrizzi detto Tappennan.

941 – Tocci, manescaichi; e Lorenzo detto Naspo, piazzaiolo e manescalco.

942 – Bandini, pannaiolo, si affogò nel pozzo de’ Cappuccini.

943 – Nai, ciabattino, e poi il figliolo calzolaio, e pizzicagnolo.

944 – Nacci Pietro Paolo, facchino, e il figliolo linaiolo; e uno cappellano prete.

945 – Vanghetti Pier Antonio detto Manoni, garzone di calzolaio; e Iacopo Angelo, fratello, accattone senza mestiero; Tommaso, lor padre, macellaro.

946 – Cambi Gregorio da Cerreto; spedaliere in Borgo e filatore di funi.

947 – Viviani detto il Brancica, sarto, andò a Roma.

948 – Berti, mulattieri; Tommaso andò a Pisa e Livorno.

949 – Carfagnini, oste lucone, andò a Pisa.

950 – Dino di Bastiano Farinelli era funaio.

951 – Gabbati o Gambati, macellaro a Empoli.

952 – Andrea di Bastiano Giachini era fabbro a Montespertoli a dì 8 gennaio 1597.

953 – Giampieri, beccai a Empoli.

954 – Farnesi, sarto a Empoli, 26 aprile 1626; fornaio 1622.

955 – Ringhieri, sarto in Empoli, 22 luglio 1621; legnaiolo 1592.

956 – Giannini, spezziale da Empoli, 2 settembre 1590.

957 – Bruni, famiglia empolese, legnaioli nel 1583.

958 – Bruni, fiorentini che stanno in Empoli, linaioli; Giovanni Bruni detto Pettinaccio.

959 – La famiglia Bonsignori fu prima cognominata Vitali; poi Bonsi; poi Bonsignori.

960 – La famiglia Sorbi, pizzicaroli d’Empoli, andò poi a Livorno; legnaioli.

961 – Zerini, fornai, nel 1519.

962 – Niccolò di Vaggio Giuseppi da Empoli, massaio ivi del Monte.

963 – Berzelli o Brizzelli, detto il Pecchia, pianellaio in Empoli, 1620.

964 – Pelamatti da Empoli, 1570.

965 – Ugolini da Empoli; ser Giuliano, 1570, poi a Castelfiorentino.

966 – Luparelli d’Empoli, 1582; madonna Cosa Luparelli.

967 – Panizzi, magnano milanese, in Empoli, 1610.

968 – Menconi da Empoli; ser Agostino notaio, 1610; e uno prete cappellano.

969 – Lippi, cerusico e speziale in Empoli, 1608.

970 – Guidi da Empoli; ser Alessandro, notaro, stava in Firenze, 1580.

971 – Sorbi, 1670; poi a Livorno, ma empolesi; Vitale, pizzicarolo, poi legnaioli a Livorno.

972 – Bagnaschi milanese in Empoli; poi a Pisa, cartucciaio;

973 – Milanesi, detto Rondine e Pintero, sepolto a S. Ruffino.

974 – Frosini d’Empoli, l’anno . . . . , poi a Pisa, nobili.

975 – Capacci d’Empoli, da Carmignano; erano rigattieri.

976 – Migli d’Empoli, da Gambassi.

977 – Corsini, sarti a Empoli, poi a S. Miniato.

978 – Menichetti, ciabattino a Empoli; da Faltognano.

979 – Stanghellini, calzolaio a Empoli, già Bandini, stava col Bonsignori, per tagliatore di scarpe.

980 – Maestro Andrea di maestro Simone Pratovecchi, fornaciaio a Empoli, 6 maggio 1598; e il di lui figlio ammazzo il cherico in chiesa.

981 – La famiglia Burali fu prima nominata Beccafumi e Scassinati; e la famiglia Stanghellini detta già Bandini.

982 – Il suddetto cherico fu ammazzato con un coltello in chiesa, alla predica, nella Cappella, fuori della Compagnia di S. Lorenzo il dì 4 aprile 1604 da Francesco di maestro Andrea di maestro Simone Pratovecchi da Empoli, fornaciaio e muratore, quale non aveva compiti undici anni; et il cherico ucciso fu Andrea figliolo di Piero de’ Fabbri da Chianni, o Rosignano, salvo errore, cherico de’ frati di S. Agostino, e seguì in domenica a ore 13 in tempo di predica, il dì 4 aprile 1604; et aveva anni 12 in circa; ma il colpo lo ricevette il dì 28 marzo 1604, cioè la 4.a domenica di quaresima; e la chiesa fu ribenedetta il dì 6 aprile 1604 da monsignor Marzimedici, allora Vescovo di Fiesole.

983 – Il Capitolo d’Empoli ha l’obbligo di mandare ogn’anno messe tre alla Pieve di Cerreto Guidi per Rinaldo Piccini, il dì 20 agosto; e messe tre la mattina doppo.

984 – Il detto Capitolo, il dì 20 agosto, deve mandare ogn’anno messe otto al Monastero nuovo di S. Domenico in Empoli per Gio. Batista Cella, milanese.

985 – Luparelli d’Empoli; il Capitolo fa un anniversario di madonna Cosa Luparelli.

986 – A dì 23 agosto 1742, ricordo come questa mattina circa all’ore sette in otto, due famigli del Bargello d’Empoli, essendo andati per la via de’ Cappuccini dietro a Gio. Batista Tocci detto il Gerbola, bandito di galera per fede falsa, lo ritrovorono accompagnato con Domenico di lui figliolo e si azzuffarono assieme; et i due famigli restorono feriti a morte di coltellate, et i due Tocci scapparono sotto le logge della Madonna di Fuori alla Porta Fiorentina, ove già da molto tempo stava ritirato detto Gio. Batista, chiamato Gerbola, bandito di galera per fede falsa da lui fatta al Santini dalla Cappella di Granaiolo; il qual Santini scappò a Lucca, bandito ancor esso di galera per detta causa.

987 – A dì 30 agosto 1742 furno tagliate le funi ove era legato un baule ad un calesse di un finanziere, quale passava da Montelupo per Livorno, e fu tra l’un’ora e le due di notte; e dicesi fussero i ladri n.o cinque montelupini; anzi tre montelupini, che uno per nome Giuseppe Casini; l’altro . . . Terreni detto Barinchino, l’altro . . . Costoli detto Bonanulla; e due lucchesi et un romano, quali tre forestieri erono all’Osteria di fuori già molti giorni; quali tre forestieri scapporono via; siccome Giuseppe Casini e …. Terreni detto Barinchino; ma …. Costoli detto Bonanulla fu arrestato dai soldati e consegnato ai birri e condotto prigione a Firenze alli Otto.

988 – Lionardo Chiavacci, messo d’Empoli, era da Cerreto Guidi; era messo d’Empoli e stiede in galera; ma morì poi a Empoli, messo.

989 – Ricordo come l’anno 1740 Andrea del già Andrea Sandonnini vendette al duca di Modena, per prezzo di ruspi dugento la contea di Corniana e Poiano nel Modenese; e detto duca l’accrebbe di territorio e la rivendette al cavaliere Arnaldi genovese, abitante in Firenze per prezzo di trecento ruspi; e detto cavaliere Arnaldi è descendente di sangue naturale della nobilissima famiglia Pallavicini genovese, della quale fu fatto erede dall’eminentissimo Cardinale Pallavicini, ultimo di detta famiglia legittimo.

990 – Il Capitolo d’Empoli deve mandare ogn’anno messe sei alla chiesa di Pontormo per Francesco Migliorelli.

991 – Il suddetto Capitolo deve mandare ogn’anno messe quattro a Puntormo per Giovanni di Luca Marchetti da Pontormo.

992 – La famiglia Migliorelli era di Pontormo.

993 – Il predetto Capitolo d’Empoli deve ogn’anno mandare messe tre a Puntormo per Gabbriello da Puntormo.

994 – A dì 4 settembre 1742 passò da Empoli in navicella per Arno Valentino detto Carnaccia, figliolo di Eugenio del già Orazio di Eugenio Lotti, in oggi detti Lottini, da Corniola, d’anni 23, pigionale a Corniola del dottor medico Tommaso Salvagnoli; quale Valentino andava a Livorno condannato alla galera dal Tribunale delli Otto di Firenze; et era assieme con altri condannati alla galera; vi andò per ladro. Non andò poi in galera, ma confinato a Volterra.

995 – A dì 9 settembre 1742, la sig.ra Maria Giovanna figliola del sig. Giuseppe Martini di Livorno, sottoconsole di Spagna e descendente da S. Colombano nel piano di Firenze, vestì l’abito corale nel Monastero della SS. Annunziata dell’ordine di S. Domenico in Empoli, con i nomi di suor Maria Maddalena, Costanza, Caterina, Ottavia, Giovanna, Rosa, Giuseppa, in età di circa anni sedici; e fu in domenica.

996 – Luca della Gianna detto Battaglino, battilano in Empoli, era padrone di una parte di casa in via S. Giuseppe, e la vendè a prete Ottavio Messerini; la moglie di detto Luca cascò a terra di un incorrentato di un palco smattonato, e morì; e si chiamava per nome Innocenzia dello Spedale delli Innocenti di Prato, ed era stata serva del Capitano Pietro Paolo Falagiani in Empoli. Ebbe detto Battaglino da detta Innocenzia una figliola per nome Barbera, quale si maritò ad Andrea di Piero Paolo Nacci detto Baloccone, facchino e poi linaiolo, la quale litigò col Capitolo d’Empoli e pretendeva detta casa come erede di detto Battaglino suo padre e come dote di detta Innocenzia sua madre; ed essa ebbe la sentenza contro al Magistrato de’ Consiglieri, come apparisce dalla copia di detta sentenza e scritture, esistenti nell’Archivio del Capitolo d’Empoli, l’anno 1739; e detta sentenza corse il dì 2 giugno di detto anno. Il detto Nacci descende da Fibbiana, et un fratello d’Andrea, per nome Francesco, prese una vedova a S. Quirico, figliola del guardia.

997 – A dì 21 settembre 1742, in venerdì mattina, festa di S. Matteo apostolo, sull’ore quindici arrivò in Empoli il generale Montemarre spagnolo, con tutto il carriaggio e seguito di personaggi e corte di suo servizzio; e posò in via Chiara all’osteria detta de’ Cavalieri, ed ivi si trattenne tutto detto giorno e pernottovvi; e la mattina seguente 22 del detto mese, a ore undici, partì di Empoli per Pontedera, per andare (si crede) in Spagna; ed era egli in un carrozzino e veniva di Lombardia.

998 – La sera del dì 21 settembre 1742, in venerdì sera, festa di S. Matteo apostolo, dall’un’ora alle due di notte, fu crudelmente ucciso, con coltellate e rottura di bracci, Giuseppe del già Giuseppe Lunardi di Vinci e di Ottavia Rossetti d’Empoli, d’anni 23 in circa, per la strada che va da Vinci a Faltognano, in luogo precisamente detto Piastrino, luogo distante da Vinci circa un miglio e mezzo ed altrettanto da Faltognano, per dove era egli inviato dalla sua sposa Maria Ginevra Cinelli di Faltognano; e non si sa da chi fusse egli ammazzato; e fu trovato un coltello ivi ossia una coltella da macellaro, e fu conosciuto esser egli stato strascicato circa 90 passi, stante la traccia del sangue che ivi era; ma dicesi bensì sia stato l’uccisore Lessandro del già Anselmo Lunardi, suo cugino, e figlio secondo di tre figli lassati da detto Anselmo Lunardi di Vinci, cognominato il Marchesino, quale lo condusse lui a tradimento per ammazzarlo; e dissero che se ne andasse a Piombino detto Lessandro uccisore; bandito di forca e squarto, condannato dal Tribunale di S. Miniato a forca e squarto e 200 scudi d’oro di taglia.

999 – Leone del già Lorenzo Rossetti fu carcerato in abito clericale di commissione dell’Arcivescovado di Firenze et ad instanza di una Fontani di Lucca, stata in Empoli ed abitante a Fucecchio, il dì 23 maggio 1742, vigilia della festa del Corpus Domini, a ore 19; la quale si chiamava per nome Caterina Fontani di Lucca; e fu scarcerato il dì 2 giugno 1742, in sabato mattina.

1000 – A dì 29 giugno 1742 tornò di Firenze Andrea figliolo d’Agnolo Bartoletti, magnano d’Empoli d’anni 25 in circa e cherico del Capitolo, con aver deposto l’abito clericale d’ordine di monsignor Francesco Gaetano Incontri, arcivescovo di Firenze, per causa delli amori e promesse nuzziali per viglietti in scritto con Anna figliola di Gio. Carlo di Michele Bianconi d’Empoli, d’anni circa 25 ancor essa. Detto Bartoletti detto il Regio.

1001 – A dì 30 settembre 1742, in giorno di domenica, all’Osteria di Puntormo allato alla Posta, circa all’ore 22, fu ammazzato da Francesco Gervai o Gersana, sellaio dal Finale di Genova abitante in Empoli, Ottavio di . . . . Poli fiorentino, di età di circa anni 25, doratore commorante in Empoli; perché erono a bere assieme a detta osteria a Puntormo ed ebbero che dire assieme; et il Poli tirò mano alla spada e tirò una piattonata sulla spalla al sellaio, e la spada si roppe: et il sellaio raccolse di terra la punta di detta spada rotta e la cacciò nella gola al Poli, quale morì quasi subito e non potette né meno finire di confessarsi, che morì; e la notte lo tennero morto a Puntormo e lo fecero sapere al curato d’Empoli, quale andiede la mattina del dì primo ottobre 1742 a prenderlo a Puntormo a misericordia, e l’associò a Empoli; ove la sera del detto dì primo ottobre le fu data sepoltura nella Collegiata a misericordia; et il sellaio uccisore si ritirò in chiesa di Puntormo, cioè Francesco Gersana.

1002 – Il Capitolo d’Empoli fa due ufizzi solenni l’anno per lassito d’Andrea d’Agnolo Verdiani da Tresanti; pagono gl’eredi.

1003 – Agnolo Marchetti, quale fu padre del dottore Alessandro Marchetti, lettore di mattematica nell’Università di Pisa, fu speziale ef abbondanziere in Empoli; e fu uno di quelli che l’anno 1631, in tempo di peste, fu preso e condotto a Firenze, perché aveva fatto venire di Livorno, come abbondanzieri d’Empoli, una navicellata di fave fradice, e le mescolava col grano, e fattone farina la faceva mangiare ai poveri; e perciò fu processato e vi spese il prezzo del podere delle Fonti, quale era suo, e lo vendette alli Innocenti; et il podere di Marcignana, quale pure era suo, e lo vendette ai Sandonnini; et essi poi l’hanno venduto al Baldovinetti di Firenze.

1004 – Lodovico Cardi da Civoli, pittore celeberrimo, nacque l’anno 1559; fu scolare di Alessandro Allori; la sua prima pittura fu una Madonna detta dello Spasimo, collocata in una cappellina vicino al Castello di Civoli, assai miracolosa; fu egli Cavaliere di Malta per l’eccellenza della pittura; fatto cavaliere d’aprile l’anno 1613; e morì in detto anno 1613, il dì 8 giugno; così dice il dottor Giovanni Lami da Santa Croce nel tomo X delle sue Deliciae Eruditorum a c. 241 et a c. 243. Dice che a Civoli vi era un convento di Padri Umiliati assai ricco, che in oggi ne è fatta la Propositura di Civoli; siccome era anche a Puntormo, ora del Covi.

1005 – La presa d’Empoli fatta dalli Spagnoli l’anno 1530 viene descritta dal dottor Giovanni Lami di Santa Croce nel tomo decimo delle sue Delizie delli eruditi, a carte 22 fino a carte 35; quale porta ivi la descrizione di un autore anonimo d’Empoli che si trovò presente a tal fatto; e dice infra l’altre cose che un soldato spagnolo uccise un empolese perché detto empolese non volse che detto soldato entrasse violentemente nella di lui casa a depredare; e che il comandante fece impiccare detto soldato ad una finestra di detto empolese; e che la casa ove successe tal cosa era dirimpetto all’autore anonimo che fa tal racconto. L’originale manoscritto è nella Libreria del sig. marchese Ricciardi. Nel tomo decimo a carte 116 nomina Figline di Val d’Elsa; cioè la Villa di Figline e il Bagno di Figline.

1006 – Cammillo Soldi d’Empoli, 1646, era pisano.

1007 – Il Capitolo d’Empoli deve ogn’anno per l’ottava di S. Andrea, il dì 7 dicembre, mandar quattro messe con nome di festa alla Madonna di Fuori detta del Pozzo, lassate da Andrea Arrigucci; paga il Capitolo.

1008 – Luigi di Tommaso Bandini, vocato Stanghellino, da Empoli morì a dì 4 dicembre 1520, e fu sepolto in S. Agostino; allora i Bandini si fecero chiamare non più Bandini, ma Stanghellini.

1009 – A dì 19 gennaio 1523 morì Tempo di Michele di Porro alias Cittadella, e fu sepolto in Pieve d’Empoli.

1010 – Ricordo come, la notte susseguente al dì otto dicembre dell’anno 1742, da Giuseppe Cupola nativo di verso Firenze, stato anni 22 in Turchia, e cioè anni 4 in Costantinopoli e anni diciotto in Tunis, e di poi servitore di fra’ Paolo Pinucci fiorentino, certosino alla Grancia di S. Ansano, fu votata la cenere di un caldano di rame nella stanza ove tenevano a detta Grancia le legna e carbone; e la notte suddetta, circa l’ore cinque in sei, prese fuoco le dette legna e carbone e s’incendiò detta Grancia e bruciorono sette stanze con quanto vi era dentro; e non vi restorono di dette stanze se non le pareti del muro d’avanti; et i palchi e tetti rovinorono e fu un danno di circa . . . .

1011 – La famiglia Coccoli d’Empoli erono orcellai, cioè pentolai e vasai, nel 1583; ci fu un canonico detto Morellone, quale fu anche curato di Riottoli e vi fabbricò la casa a detta chiesa.

1012 – Ricordo come il dì 5 dicembre 1742 i preti della Collegiata fecero capitolo generale e fecero lo sproposito massiccio e memorabile di levare la candela che dava in mano accesa ai sacerdoti capitolati quando andavano a fare i lucentorij alli ufizzi di detta Chiesa.

1013 – Serafini, spezziale; mancò e finita [la ƒamiglia].

1014 – I Cardi da Civoli erono lanaioli in Empoli nel 1592, e poi doganieri in Empoli l’anno 1600. Postieri a Puntormo.

1015 – Da Pezzuolo era calzolaio in Empoli nel 1600.

1016 – Patani furono per l’avanti del casato de’ Dotti.

1017 – Baldi furono per l’avanti del casato de’ Montalbini e furono muratori e fornaciai da Montalbino, diocesi di S. Miniato; poi da Cerbaiola e poi da Empoli.

1018 – Doni furono da Cerbaiola, poi da Empoli, pizzicagnoli, calzolai e poi pannaioli. In oggi in Firenze, cittadini fiorentini.

1019 – Pellicini d’Empoli, sarti, poi pizzicagnoli; vi fu un medico.

1020 – Tafani d’Empoli, calzolai.

1021 – Tacchelli descendono di Firenze; manescalchi e bastieri a Empoli. In oggi stanno a Livorno.

1022 – La casa nuova in via delli Asini in Empoli, vicina al Magazzino del Sale e contigua al Capitolo d’Empoli, la comprò il canonico Lodovico di Leonardo Rossetti dal canonico Andrea Giubbilei come procuratore di Andrea Cittadelli d’Empoli, padrone di detta casa, abitante in Livorno; e la pagò circa a scudi settanta.

1023 – Grassi da Castelfiorentino, magnani in Empoli, 1610.

1024 – Martini da Palaia, bastiere in Empoli; e Giuseppe Martini, poi piazzaiolo in Empoli, detto il Mosca.

1025 – La famiglia Lotti da Vitiana fu prima cognominata de’ Pucceschi; ai Matrimoni, l’anno 1595.

1026 – Busdraghi erono calzolai in Empoli e livellarij dell’orto di S. Andrea fuor di Porta Pisana, in luogo detto le Scorce.

1027 – Camorani, cappellai in Empoli, descendono da Massa di Carrara. In oggi sono notai a Livorno, 1742.

1028 – Cappiardi, beccai a Empoli, descendono da Montelupo e da Puntormo.

1029 – Ronconcelli, speziali a Empoli.

1030 – Il dì 23 dicembre il Capitolo è tenuto fare ogn’anno la festa di messe 30 di S. Giuseppe nella chiesa Collegiata d’Empoli per messer Giuseppe di Francesco Grazzini d’Empoli, già cappellano della Cappella della Natività di Maria, di padronato della famiglia Brogiotti e in oggi Bonaccorsi; e poi canonico.

1031 – Il dì 25 detto il Capitolo è tenuto a far dire messe 27 per messer Bastiano Coccoli d’Empoli, cioè la mattina della Natività di N. S. G. C. per messer Bastiano di Batista di Bastiano di Papo Coccoli, alias detto Morellone, cappellano della Cappella di S. Maria delli Angeli e priore di Riottoli.

1032 – L’anno 1571, del mese di settembre, un Lotto Lotti era macellaro in Empoli, come vedesi ad un Civile esistente in Cancelleria d’Empoli, ove è registrata una lettera della Grascia, nella quale il detto Magistrato dà licenza di ammazzare una vacca vecchia infruttifera per comodo della Fiera d’Empoli; e ciò gli viene concesso come macellaro d’Empoli; e ciò apparisce al Civile del sig. Tommaso di Francesco Mannelli, Podestà d’Empoli all’anno 1571 a c. 211 tergo, in detto Civile, il dì 19 settembre 1571.

1033 – Ricordo come il dì 29 giugno 1677 venne in Empoli l’avviso della morte del sig. Tommaso del già sig. Lorenzo Marchetti d’Empoli, occorso sotto la città di S. Omero in Fiandra, essendo Alfiere nell’armata francese. Il suddetto aveva un’entrata annua in Empoli di beni stabili di scudi seicento, e dissipò tutto; in modo che dai gran debiti si ritirò in Firenze nel convento di S. Croce de’ Francescani, ove dormiva sotto una scala sopra un poca di paglia; per la morte del medesimo ricaderono al Capitolo d’Empoli i beni stabili del Proposto Tani, de’ quali era stato lassato egli usufruttuario da detto Proposto Tani. L’avviso suddetto di sua morte, come sopra, trovasi nell’Archivio del Capitolo d’Empoli, fra le scritture del detto Proposto Tani.

1034 – A dì 15 gennaio 1742, in martedì mattina, partì d’Empoli per Firenze in calesse con l’Arciprete Andrea Pistolesi la signora Anna Mannini, vedova del già Capitano Lorenzo Vanghetti, licenziata di casa detto Vanghetti.

1035 – Il dì primo novembre 1742, Valeriano del già Girolamo del fu Pier Lorenzo Ricci d’Empoli si interessò nell’appalto e botteghe di macello con Ventura e Simone Masi e con Giuseppe Giachi cognominato il Cadetto, oste in Empoli all’Osteria del Panico. E detto Valeriano stava in veste da camera in bottega.

1036 – Ricordo come il dì 26 aprile 1682, o agosto salvo errore, un tale Salvadore di Gio. Francesco Fensi da Castelfiorentino, di età di anni sedici in circa, fu trovato essere stato ammazzato con numero diciassette ferite, in luogo detto alla Cataratta delle Volpe, in un’albereta, Popolo di Marcignana, a ore 22 del sopra detto dì 26 detto 1682, e non ebbe alcuno de’ SS. Sacramenti per non aver avuto spazio di penitenza. Fu sepolto in detta chiesa di Marcignana, nella sepoltura del popolo, colle solite essequie prescritte nel rituale; ed era curato di detta chiesa di Marcignana prete Paolo Saccenti da Cerreto Guidi; 26 aprile 1682.

Ricordo come il dì otto 8 luglio 1684, Santi di Pasquale Fensi da Marcignana, detto Ciale, livellario e contadino in detto Popolo di Marcignana del Capitolo e Canonici di S. Miniato, fu impiccato e squartato il dì 8 luglio suddetto, in luogo detto il Pinocchio, lungo la via maestra pisana, da Francesco Maria Breschi maestro di giustizia, o sia boia, di Firenze, condannato alla forca e squarto dal Tribunale del Vicario di S. Miniato, per aver egli ammazzato a tradimento il sopradetto Salvadore di Gio. Francesco Fensi, ragazzo da Castelfiorentino, suo parente; e fu accompagnato al patibolo da Antonio Sorelli, allora Bargello della Corte di S. Miniato. Il detto impiccato era cognominato Ciale.

1037 – L’anno 1608, messer Piero di Giovanni Federighi, vescovo di Volterra, morì a Sovigliana nelle stanze del Commendatore di Malta Rondinelli, e fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni Battista di detta Commenda, come apparisce al Libro de’ Morti di detto armo nell’Archivio dell’Opera di Empoli, ove ne sta registrata tal memoria.

1038 – A Gambassi vi era nell’antico una famiglia Cardi, come vedesi al Libro de’ Vescovi di Scipione Ammirato; siccome vi era a Gambassi una famiglia di Luco, come vedesi al Priorista de’ cittadini fiorentini, a carte 47, perché erono cittadini fiorentini.

1039 – A dì 9 marzo 1572 viveva in Empoli ser Giuliano di Giuliano Ugolini, notaio da Empoli. In oggi, 1752, abitano a Castelfiorentino.

1040 – L’anno 1333, al principio di novembre, rovinorono le mura d’Empoli, Puntormo et altri luoghi del Valdarno di sotto, dall’inondazione delle acque; e l’anno 1336 furono rifatte le mura d’Empoli e di Puntormo in pochissimo tempo, perché la Repubblica fiorentina relassò ai terrazzani alcune immunità e franchigie; cita Scipione Ammirato, Istorie fiorentine, tomo primo a. c. 144.

1041 – A dì 11 febbraio, la notte antecedente a questò di 11 febbraio 1742 ab incarnatione, circa all’ore sette, dal Bargello d’Empoli furono condotti a Livorno per ladri in galera Paolino di Simone di Francesco Brunelli d’Empoli per anni dieci, e Niccolaio…. di Francesco Tozzi d’Empoli per anni cinque alla smaniglia [?]

di galera, per aver rubato più volte alla bottega di pannine de’ Ricci d’Empoli.

1042 – Il dì 3 febbraio 1742 seguì una fiera battaglia fra Spagnuoli, Tedeschi e Savoiardi in Lombardia, in luogo detto il Campo Santo, la quale durò dall’ore 18 del suddetto giorno fino a mezzogiorno del dì 4 detto; et ai Tedeschi arrivò il soccorso de’ Savoiardi all’ore 5 della notte che fu fra il dì 3 et il dì 4 detto.

1043 – Gabbati o Gambati, macellaro a Empoli, primo novembre 1586; cioè Francesco di Domenico Gabbati.

1044 – Dino di Bastiano Farinelli, funaio a Empoli, 12 giugno 1592.

1045 – Giuliano di Iacopo, detto l’Osticino, messo a Empoli, 25 luglio 1571; e 30 novembre 1572.

1046 – Lodovico di Meschino era Lodovico del Papa, cimatore in Empoli, l’anno 1598; ed era dalla Bastia di Perugia.

1047 – Il dì 9 luglio 1737, a ore 14 e minuti 20, morì il Gran Duca Giovan Gastone primo, Gran Duca settimo di Toscana, ed ultimo di maschi della famiglia Medici; morì d’anni 66, mesi uno e giorni 14; governò lo Stato anni tredici, mesi otto, e giorni nove.

1048 – Tullio Falagiani fu cappellaio in Empoli, e poi merciaio. Andrea Falagiani era pannaiolo in Empoli, e stava egli stesso di bottega sotto i portici, all’ultima bottega di cantonata, per andare verso il macello.

1049 – Niccolò di Lorenzo da Falagiana, pizzicaroli in Empoli, l’anno 1589.

1050 – Ricordo come il dì 16 maggio 1732 da monsignor Francesco Guidi, allora Vescovo d’Arezzo, fu consacrato il nuovo Altar maggiore di marmo della Collegiata d’Empoli e si parorono il Decano Figlinesi, il canonico Pier Leonardo Ricci, il canonico Giuseppe Poggini, tutti d’Empoli.

1051 – Ricordo come Domenico di Giusto Scarselli, lavoratore e contadino di un podere di Domenico di Bartolommeno Lippi da Puntormo, ammazzò proditoriamente detto Domenico, suo padrone, in Naiana vicino al Ponte di Orme, mentre tornavano assieme dal mercato di Empoli; e l’ammazzò a causa d’interessi; e l’ammazzò con un fuso di ferro da filatoio da lana, che detto Scarselli aveva sotto; e detto Domenico Lippi, doppo essere stato ferito, campò tre giorni e morì il di 20 agosto 1704 a ore tre di notte; e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di S..Michele a Puntormo, ed era d’anni cinquantacinque; e detto Domenico di Giusto Scarselli omicidario se la battè via a Lucca, ove poi è morto. L’uccisore suddetto era contadino del detto Lippi al podere di Cortenuova.

1052 – Ricordo come la principessa Anna Maria Luisa, figliola del Gran Duca Cosimo terzo di Toscana, di casa Medici, Elettrice vedova Palatina, nata in Firenze il dì undici agosto mille seicento sessanta sette, 1667, sorella del fu Gran Duca Gio. Gastone, ultimo di detta famiglia, ed ella ultima pure di detta famiglia; aggravatasi dal suo male, che da qualche tempo era essa incomodata, la mattina delli 18 febbraio 1742 ab incarnatione le furono da monsignor Nunzio Apostolico residente in Firenze amministrati li SS. Sacramenti; doppo li quali, circa l’ore venti di detto giorno 18 febbraio 1742 ab incarnatione, rese l’anima a dio, lasciando inconsolabili i popoli tutti della Toscana per la perdita di sì degna principessa; il martedì sera (che fu il 19 di detto mese di febbraio) fu spedito a Vienna corriere con la copia del testamento fatto dalla suddetta defunta, nel quale era da essa stato lasciato erede il Granduca regnante con varij legati; fra i quali la paga in vita alla sua famiglia, trentamila ducati per una famiglia di casa Medici, e centomila ducati per fondare una primogenitura. Il giovedì mattina, che fu il dì 21 di detto mese, fu esposto il di lei cadavere nel gran salone del Reale Palazzo de’ Pitti, lugubremente apparato sopra un maestoso catafalco con quantità di ceri, ed ivi stiede ancora li due seguenti giorni, nella mattina de’ quali furono celebrati molti sacrifizzi, ed ivi concorse numeroso popolo. La sera poi ne fu fatta l’associazione, cioè la sera del dì 23 febbraio, alla chiesa di S. Lorenzo, con quella pompa e formalità, stata praticata in simili occasioni alli altri Serenissimi Principi della real casa Medici; ed ivi le fu data la sepoltura.

1053 – Ricordo come la notte delli 17 febbraio 1742 ab incarnatione, doppo penosa e breve malattia, passò all’altra vita in Livorno, ove trovavasi a diporto, il sig. Prencipe Ottaviano de’ Medici, quale la mattina del 18 detto fu esposto con funebre pompa in quel Duomo di Livorno per stare a disposizione del suo primogenito figlio, da lui avanti la sua morte con due spedizioni, una per mare e l’altra per terra, da Napoli richiamato.

1054 – Il podere di Carraia de’ Salvagnoli lo comprorono i detti Salvagnoli dalli Innocenti di Firenze.

1055 – Dino Farinelli, funaio in Empoli; cioè Dino di Bastiano Farinelli, funaio, 12 giugno 1592.

1056 – Famiglie d’Empoli nominate dal dottor Luca Giuseppe Cerracchino, fiorentino, nella sua opera intitolata Fasti Teologali, o vero Notizie Istoriche del Collegio de’ Teologi della Sacra Università Fiorentina:

Il padre maestro fra’ Michele Durazzini, agostiniano; di lui esistono alle stampe Opus Predicabile in 4°, ove si contengono sermoni per le domeniche dell’Avvento della Quaresima, per varie solennità della Madonna, de’ Santi e comuni. Morto in Empoli.

Antonio Lotti, canonico di S. Lorenzo di Firenze, o sia di Lotto; alcuni lo fanno fiorentino, altri oriundo di Monte Spertoli, e molti empolese.

Niccolò da Empoli, priore della chiesa di Corte nuova, ove morì l’anno 1476.

Dionisio di Lotto, cappellano l’anno 1624 della Cappella della SS. Concezione

della Collegiata d’Empoli.

Matteo Lippi da Empoli, cittadino fiorentino e frate domenicano, fu Arcivescovo di Corinto, circa l’anno 1385; alla cittadinanza fiorentina fu ammessa la di lui famiglia l’anno 1360, sotto nome e cognome di Lapo di Lippo; vedi alle Riformagioni, nel Libro di Provisioni dell’anno 1360 a c. 202.

1057 – La famiglia Giomi è antichissima d’Empoli; ed erono calzolai, e poi fecero negozzio di pannine, nel quale accumulorono grandi ricchezze, e compronno moltissimi stabili, e messero molti denari contanti su luoghi di Monte di Roma, di parte de’ quali ne fu fatta una buonissima Commenda per farsi cavaliere d’uno di essi, di S. Stefano di Pisa; la quale poi vacò, finita detta famiglia, e ricadde a detta Religione; la casa di loro abitazione e dominio in Empoli fu in Piazza, la quale passò poi per compra in Marco del Papa e suoi figli.

La detta famiglia Giomi ha due sepolture nella Collegiata: che una di esse con inscrizione di pietra, fatta fare dal sig. Benedetto di Giovanni Giomi (fu chiamato di soprannome Riccione), con la seguente inscrizione: BENEDICTUS IOANNIS DE GIOMIS DIBI SUISQUE POSUIT 1566; l’altra, con inscrizione in marmo, la fece fare il dottore Anton Francesco Giomi legista, e vi è la seguente inscrizione:

D. O. M.

ANTONIUS FRANCISCUS GIOMIUS CIVIS FLORENTINUS

IURIS UTRIUSQUE DOCTOR ET IN ALMO PISARUM GIMNASIO PUBLICUS LEGUM INTERPRES

MEMOR SOLUM SUPERESSE SEPULCHRUM

HOC SIBI ET SUIS PONENDUM CURAVIT

OBIIT PRIDIE KALENDAS SEPTEMBRIS

ANNO DOMINI 1585

Morì il sopradetto a Pratolino e fu portato a seppellirsi a Empoli in detta sepoltura, in mezzo alla Chiesa Collegiata.

Il sig. Giovanni di Benedetto Giomi ebbe per sua consorte la sig.ra Cassandra, figliola di Giovanni Guiducci, cittadino fiorentino descendente da Spicchio, la quale morì il dì 17 settembre 1617 in Empoli.

Il predetto sig. Giovanni di Benedetto Giomi, l’anno 1608, fondò e fece fabbricare a sue spese il Convento de’ Cappuccini a Empoli, siccome la chiesa di detti Cappuccini, nella cui facciata vi è la seguente inscrizione:

D.O.M.

IOANNES GIOMIUS EMPORIENSIS CIVIS FLORENTINUS – HANC ECCLESIAM COENOBIUMQUE

– SUIS SUMPTIBUS A FUNDAMENTIS EREXIT – VIVENTE CASSANDRA EJUS UXORE – AC

ALEXANDERO FILIO – ANNO DOMINI 1608.

Fu consacrata la detta chiesa da Mauro Corsi, Vescovo di S. Miniato, l’anno 1670, come si vede da una inscrizione in pietra, la quale è nella facciata di detta chiesa, sotto la loggia, la quale è la seguente:

D. O. M.

DIVOQUE IOANNI BAPTISTAE

ECCLESIAM HANC

DICAVIT

CANDORI MAURUS

PRAECURSORI CURSIUS

ANTESIGNANO EPISCOPUS

UTERQUE PRAESUL

ILLE REDIMENDORUM

HIC REDEMPTORUM
HIC CULTUI

ILLE OFFERTUR COLENDUS

ANNO DOMINI 1670

Alla cantonata del muro del bosco, o sia clausura, sopra il tabernacolo ove è dipinta la Natività del Signore, vi è scolpita in pietra le seguente inscrizione:

S. O. E. D.

THOMAS CRECHIUS EMPORIENSIS
CATHARINA BLANCONI HORTANTE

NEMUS ET HORTUM

HOC MURO CIMXIT

ANNO DOMINI 1613

Il sopradetto sig. Giovanni di Benedetto Giomi morì a Empoli, d’anni 72, il dì primo gennaio 1617. Rogò il suo testamento ser Bastiano Civi da Montevetturini, Cancelliere della Comunità d’Empoli; e detto rogito seguì il dì 23 agosto 1617.

Il sig. Giovanni di Benedetto Giomi predetto lassò, vivente alla di lui morte, il sig. Alessandro suo figlio, quale poco doppo alla morte di suo padre si fece Cavaliere di S. Stefano di Pisa, e fondò la Commenda in tanti luoghi di Monte di Roma. Prese per moglie la sig.ra Gostanza, figliola del sig. Carlo Catastini gentilhuomo fiorentino, dalla quale ne nacquero due figli maschi, che il maggiore di essi per nome Giovanni, nato il dì 6 gennaio 1616; e l’altro, per nome Alessandro, nato postumo doppo la morte del sig. cavaliere Alessandro suo padre; quale cavalier Alessandro suo padre morì il dì 7 maggio 1618, trovandosi egli in corso a fare le carovane, sopra una galera del Gran Duca, nominata S. Maria Maddalena; la quale affondò nel golfo di Leone il dì 7 maggio 1618; ed affogorono tutti quelli che vi erono dentro, fra i quali uno

fu detto sig. cav. Alessandro di Giovanni Giomi, con altri sette empolesi.

Il sig. Alessandro, figlio del predetto sig. cav. Alessandro Giomi, e respettivamente fratello di detto sig. Giovanni, morì in Firenze in età di circa anni 78, il di 2 agosto 1696, in una casa in via del Cocomero, dirimpetto la chiesa di S. Niccolò; e le furono fatte l’essequie in S. Marco. E perché aveva egli ordinato d’esser sepolto nella chiesa de’ Padri Cappuccini d’Empoli, fu perciò, doppo le dette essequie, consegnato

il cadavere al rev.do prete Bartolommeo Gori, vicecurato allora d’Empoli, e messo sopra un paro di stanghe portate da muli, ed accompagnato da detto prete Bartolommeo Gori al Convento de’ Cappuccini di Empoli; dal qual Gori fu di poi, arrivato a detto convento, consegnato detto cadavere al Padre frate Arcangelo, guardiano allora di detto convento, e da esso guardiano le fu data sepoltura in S. Felice, nella sepoltura de’ frati, il dì 4 agosto 1696.

Ebbe egli moglie in Firenze la signora . . . . . . . . . ., dalla quale ebbe solo due figlie femmine, che una fu la sig.ra Maria Cassandra, quale morì fanciulla in Firenze; e l’altra fu la sig.ra Maria Giovanna, quale fu maritata al sig. Giovanni Scalandroni, abitante in Firenze, in luogo detto In Parione; la quale morì vedova di esso Scalandroni il dì 12 dicembre 1741, e fu sepolta in S. Maria Maggiore di Firenze, a piè dell’Altare della Madonna, come terziaria, con sua inscrizione in marmo; e fu l’ultima della famiglia Giomi; lassò di detto Scalandroni, e suoi, tre figli maschi, abitanti in loro casa In Parione.

Il sopradetto sig. Alessandro, del cav. Alessandro Giomi prese la Croce di cavaliere che già aveva il cav. Alessandro Giomi suo padre, il dì 4 agosto 1675, quale fu l’ultimo de’ maschi Giomi, e sepolto ai Cappuccini in Empoli il dì 4 agosto 1696; e il sig. Giovanni Giomi, suo fratello, era morto a Roma.

1058 – Niccolaio Cilotti d’Empoli: piato d’inopia ai Conservadori di Legge a nome de’ figlioli per la dote della madre, che fu Teresa di Ceseri Palmerini di Montaione, del mese di agosto 1741, e della Lisabetta, fanciulla e sorella di detto Niccolaio, al Magistrato de’ Pupilli di Firenze, in detto mese di agosto 1741.

1059 – Il dì 13 di maggio 1592, in mercoledì a ore nove, fu ammazzato il sig. Bartolommeo di Benedetto Giomi, fratello, detto sig. Bartolommeo, del sig. Giovanni Giomi che fondò il Convento de’ Cappuccini d’Empoli; e tale omicidio segui in camera sua nel proprio letto, essendo d’età d’anni ventiquattro in circa; e l’istessa mattina, all’istessa ora, fu anche ammazzato Domenico di Bartolommeo da Forno di Massa di Carrara, servitore di detto sig. Bartolommeo Giomi; quale fu ammazzato dietro alli Innocenti, e poi portato in casa il Padrone dall’uscio di dietro di detta casa, l’istessa mattina e l’istessa ora del medesimo giorno et anno 1592. Tali omicidi furono fatti da Domenico di Giovanni detto Becastrino, cappellaio in Empoli, il quale

omicidiario fu preso et impiccato in Piazza, sotto le finestre della casa di detto sig. Bartolommeo Giomi, il dì 21 maggio 1592, cioè otto giorni doppo che ebbe commesso detti omicidj; e seguì tal atto di giustizia in giovedì, giorno di mercato, a ore quattordici, E doppo impiccato, portorono e messero tale spettacolo fuori della Porta Pisana sui fossi. Ed era detto Domenico di Giovanni, detto Becastrino, cappellaio empolese omicidario di età di anni 26; e la sera istessa poi lo squartorono, e messero i quarti in Piazza e dietro alli Innocenti. Il detto sig. Bartolommeo Giomi aveva moglie, la quale in tempo di detto omicidio trovavasi a Montopoli assieme con una bimba loro figlia; la detta sua moglie fu madonna Castoria, figliola di Simone Canuti da Montopoli; anzi detta sua moglie gli era morta sopraparto il dì 15 gennaio 1588; e la di lui bimba pure era morta il dì 2 aprile 1589, ed ebbe nome Cammilla di Bartolommeo di Benedetto di Giovanni Giomi, pannaiolo in Empoli. La casa del Giomi era in Piazza dirimpetto al Pretorio della Giustizia.

1060 – Nel Libro intitolato Registro della Comunità di Empoli, quale principia l’anno 1586, esistente nella Cancelleria della Comunità d’Empoli, infra a c. 240 detto, apparisce quanto in appresso:

A dì 29 giugno 1603 vi si vede il partito pieno di voti 24, con il quale resta deliberato farsi un nuovo Convento nel Comune d’EmpoIi per i Padri Cappuccini, attesa l’offerta fatta dalli infrascritti di dare per carità per detta fabbrica l’appresso somme:

Messer Giovanni di Benedetto Giomi scudi 100

Tommaso Marchetti scudi 60

Rev.do messer Cesare Bartolucci scudi 50

Tommaso del Greco scudi 50

Marco Losti scudi 40

Mariano Bonsignori scudi 40

L’Ill.mo sig. Lorenzo Strozzi sen. fior. scudi 200

La suddetta contribuzione non fu poi fatta altrimenti, perché il sig. Giovanni di Benedetto Giomi fece la spesa della chiesa e convento tutto di suo, ed il recinto del muro del bosco ed orto lo fece Tommaso del Greco tutto a sue spese; era de’ Taddei, vocato del Greco, e Masarra soprannome.

1061 – Il venerdì di Passione, festa della SS. Vergine de’ Dolori, il Capitolo d’Empoli deve mandare ogn’anno al Monastero vecchio messe undici per obligo di Giovanni Batista Cella milanese, già abitante a Empoli.

1062 – La domenica delle Palme il Capitolo ha l’obligo perpetuo di messe diciannove per la famiglia Mugnaini d’Empoli.

1063 – Il mercoledì santo il Capitolo ha l’obligo di messe diciannove per messer Matteo Mazzucchi, già canonico d’Empoli, quale morì l’anno 1620, ed era figlio di Bartolommeo Mazzucchi.

1064 – Le monache di S. Benedetto d’Empoli passano ogn’anno al convento de’ frati di S. Agostino staia uno di grano, per recognizione del pezzo d’orto della clausura contigua a detti frati, detto l’Ortaccio, quale fu concesso da detti frati a dette monache con l’onere di pagarne ogn’anno staia uno di grano a detti frati.

1065 – Il Capitolo d’Empoli tiene un obligo annuo perpetuo di messe 30 l’anno per Vincenzio di Francesco Lippi d’Empoli, quale si soddisfece l’anno 1743: per detto anno, il dì 16 maggio 1743; quale lassò il podere di Bassa.

1066 – A dì 22 maggio 1743, in mercoledì, vigilia dell’Ascenzione, Verginia Sani, vedova, in età di circa ottantacinque anni, tornandosene dal mercato d’Empoli per la parte di Sovigliana, sull’ore 23 in circa, dibattuta da una fierissima burrasca d’acque e vento, cadde a terra sull’erta di Collegonzi, nella piaggia cognominata la Piaggia del Mannino; ivi restò affogata, e la mattina del dì 23 maggio, giorno dell’Ascensione, sull’ore 13, fu trovata ivi morta da un suo figliolo, contadino de’ frati di S. Ansano al podere allato alla Pieve; e da esso fu portata addosso a casa; e, doppo visitata dalla Corte di S. Miniato, gli fu data sepoltura in detta pieve da quel pievano Paperini.

1067 – L’anno 1670, il sig. dottor Francesco Pannocchi da Empoli tornò ad abitare a Peccioli, ove aveva maritata una sua figlia al dottor Cedrai, et il dì 21 dicembre 1670 ebbe grazia di condurvi i suoi arnesi e robe usate senza pagamento di gabella, come per lettera del dì 29 dicembre 1670, registrata al Libro delli Ordini della Dogana d’Empoli, senza da Marco Antonio Ristorelli, cancelliere di dogana di Firenze a …. Pecciotti, doganiere d’Empoli, fratello del sig. Benedetto Pecciotti; qual doganiere morì in Empoli del mese di dicembre 1671; e prese la consegna di doganiere il sig. Giovanni Iacopo Figlinesi, il dì 28 dicembre 1671, come apparisce al Libro delli Ordini di detta Dogana d’Empoli a c. 27, tergo.

1068 – Copia di lettera estratta dal Libro delli Ordini, esistente nella Dogana di Empoli a carte 29, tergo, di detto libro, scritta al sig. Gio. Iacopo Figlinesi, doganiere di detta dogana l’anno 1672, dall’Ill.mo e Clar.mo sig. senatore Bonsignore Spinelli, allora sotto proveditore di Dogana di Firenze, del seguente tenore:

Mio Signore,

non ho mancato di fare nuove diligenze come li promessi per conto dell’olio; et insomma ho trovato il rescritto di S. A. S. che concede facoltà ai proprij padroni dell’olio di Montaione e Gambassi, di poterlo condurre a Empoli senza il pagamento dello spalleggio, solo il giorno di mercato e non altrimenti e solo [se lo] conducono fattori o vetturali. Occorre aver non ostante la fede del padrone che levi di uno di detti due luoghi; e questo è quanto posso dirle intorno a tal fatto; e salutandola caramente le bacio le mani. Firenze, 25 giugno 1672. Di VS. mio Signore, aff.mo Servitore

Bonsignore Spinelli sotto Proveditore

1069 – Nello stratto di dogana di Pisa a carte 31, è notato quanto appresso:

«Grano, vino, olio, biade et ogn’altra sorte di grasce dei cittadini fiorentini, raccolte di loro parte in questo contado, si possono trarre per mettere nel contado di Firenze, con pagare solo il passo di S. Miniato e non altra gabella, purché siano loro proprie e non sia mutate in altri. Riforma a 59, carte 278 ».

1070 – Molto Illustre Signore Oss.mo,

questo giorno è tornato il Negozio dei Passeggeri, per il quale VS. vien confermata da S. A. S. per un altro anno in cotesta carica; nel qual tempo Lei averà facoltà di riconoscere le frodi che nella sua jurisdizione si commetteranno, con venire di poi alla sentenza, la quale VS. non potrà darla senza la precedente partecipazione da farsi da Lei all’Ill.mo e Clar.mo sig. Depositario Generale, ché così chiede il rescritto. E ne porto con questa mia l’avviso a VS., acciò si possa preparare per ricevere le spedizioni; e per fine le bacio affettuosamente le mani.

Firenze 29 luglio 1678. Di VS. Molto Illustre, aff.mo servitore

Antonino Sergrifi sotto Proveditore

Al sig. Gio. Iacopo Figlinesi

Estratto da carte 31 tergo, del libro che sopra.

1071 – Altra lettera estratta da detto libro a carte 26 tergo:

Le monache di S. Brigida del Romitorio di S. Salvadore fuori della Porta a S. Niccolò hanno fra l’altre privilegio per la Riforma, rubrica sesta e settima, libro quarto, di poter mettere nel contado et in Firenze e Terre senza pagamento alcuno di gabella o passaggio tutte le cose necessarie per uso e vestito loro, eccetto li panni forestieri et altre cose proibite, come al quadernuccio della Dogana di Firenze, nel quale devono fare notare da’ Ministri deputati sopra le gabelle tutto quello che metteranno o trarranno; e che le robe sian sempre a lor fattore o agente che con giuramento affermi dette robe esser per uso e bisogno di dette monache; quali perché per il passato hanno incontrato qualche difiicoltà, con la presente nostra l’aviamo stimato di cerziorarvi di quanto sopra, acciò sappiate come dovete contenervi, avvertendovi che, portando più essi di robe, facciate loro per tutte un solo manifesto per meno aggravevole di spesa, chè così vuole la giustizia, e Dio vi guardi. Di Fiienze 26 febbraio 1668.

Li Proveditori e Maestri di Dogana di Firenze

Marco Antonio Ristorelli Cancelliere

1072 – Copia di altra lettera estratta come sopra da detto Libro delli Ordini, a carte 20:

Molto Magnifico et Honorando,

ho ricevuto la sua gratissima e, per risposta, de’ Padri di Certosa le dico che non sono sottoposti a gabella nissuna; però, renda quanto ha preso da loro, ma pigli riceuta sopra a tutto, acciò alla rimessa se li possino far buoni; et il medesimo godano quelli di Camaldoli, se mai avessino in costà occasione alcuna; e perciò, quando viene alla Dogana con fede di superiori loro, non si pigli gabella alcuna, e così vi fu scritto dal sig. Lodovico Carli di Dogana, questo dì 18 giugno 1644.

Proveditori e Maestri della Dogana di Firenze

1073 – Altra copia estratta dal sopradetto libro a c. 141, tergo:

Carissimo nostro,

Cosimo di Giovanni Sandonnini di costì d’Empoli ci ha domandato poter portare una soma d’olio la settimana, levandola del convento di Pisa, a Prato; però potrete fargli le bullette per a Prato di una soma la settimana, quando però vi porterà la bulletta sottoscritta in Prato dal doganiere di averlo venduto ai bottegai di detta Terra che lo vendono a minuto; le quali bullette salverete appresso di voi per rimetterle a questa Dogana; e quando la volesse ogni quindici giorni di due some, poco importerà, purché non passi la somma predetta; e state sano, Di Firenze, della nostra Audienza, 21 di febbraio 1605.

Proveditori e Maestri della Dogana della Città di Firenze

1074 – L’anno 1604 e 1605 era Passeggiere della Dogana d’Empoli Antonio Cardi da Civoli, pannaiolo in Empoli.

1075 – Marco di Gabbriello Signorini stava a Celicciavoli, Podesteria di Monte Spertoli, il dì 12 gennaio 1595.

1076 – Giovanni Lodovico Casciotti, bottegaio e linaiolo a Montelupo, 6 aprile 1595.

1077 – A dì 10 giugno 1743, obligo del Capitolo di messe quattro nella chiesa di Pontormo per messer Giovanni di Luca.

1078 – Pier Francesco Marchetti d’Empoli e Isabella di Pietro Battaglia di Vico Pisano, abitanti in Empoli l’anno 1652, padre e madre di Pietro Marchetti, abitanti di casa sulla Piazza d’Empoli allato alla Chiesa, tornorono ad abitare a Castelfranco, perché da persona malevola e maligna le fu appiccato all’uscio cosa ignominiosa (corna) per malignità; e l’anno 1695 Pietro Marchetti, figliolo di detto Pier Francesco Marchetti e di detta Isabella di Pietro Battaglia, prese per moglie Piera Angela del già Pier Lorenzo Ricci d’Empoli, ed in tale occasione tornò egli ad abitare in Empoli, ed ebbe dote scudi tremila di contanti et il corredo; e da essa ebbe due ,figlie femmine, che una di esse, Isabella, si maritò poi ad Antonio del già Francesco Salvalgnoli d’Empoli; e l’altra minore si monacò nel convento di S. Croce d’Empoli; .ed ebbe un maschio postumo e gli posero nome Pietro, nome del già suo padre defunto.

1079 – La famiglia Toti erono spadai in Empoli e livellarij del campo della SS. Annunziata d’Empoli, posto detto campo sul Rio di S. Maria a Ripa. E Niccolò di Filippo di Raffaello Toti fu ammazzato in Piazza d’Empoli, il dì 2 ottobre 1611, da Maddio di Piero Tusdini, campanaio.

1080 – Ronchi. La famiglia Ronchi era d’Empoli; vi fu una monaca velata nel Monastero di S. Benedetto d’Empoli; e Martino Ronchi era ministro del negozio di velettaio di Gaspero Cella in Empoli, e camarlingo della Compagnia della SS. Annunziata, l’anno 1637.

1081 – Mazzucchi, ministro di fondaco di Iacopo Galli e di Vincenzio Bartoloni in Empoli. Fu l’ultimo di detta famiglia, de’ maschi, Bartolommeo di Piero Mazzocchi, morto in Empoli il dì 4 febbraio 1690, ed era di circa anni 80; e Lisabetta fanciulla di lui figlia morì il dì 7 gennaio 1726 e fu sepolta in Empoli, nella chiesa delle monache di S. Domenico, come terziaria domenicana, ma separata dalle monache.

1082 – Famiglia Gufoni, detto Malìa, d’Empoli, battilano.

1083 – A dì primo agosto 1743, in giovedì mattina, fu ammazzato di un’archibusata nella gola dal garzone della guardia di Gricciano, nel bosco di Gricciano, Ranieri figliolo di Domenico Lapi, cittadino fiorentino abitante a Corte nuova, quale era andato con bestie a raccattare delle foglie fradice al bosco per far concio.

1084 – Violanti, tintore in Empoli della Tinta del canonico.

1085 – Pancetti in Via Chiara; e contadini a Monte Boro.

1086 – Pugi Domenico, ultimo della famiglia, donzello della Comunità e del Monte Pio circa l’anno 1690.

1087 – Cannoni Giuseppe e 2 figlioli, donzello, successore al suddetto Pugi, della Comunità e del Monte Pio.

1088 – Rossi d’Empoli, ciabattino; e Cammillo Rossi detto il Brutto, Magalotto, Babbiante.

1089 – L’anno 1676 morì Antonio di Lessandro Lupacchini, detto il Lupo, facchino del sale a Empoli, marito di Fillide Cinci.

1090 – Il dì 20 agosto, ogn’anno, il Capitolo d’Empoli ha l’obbligo perpetuo di far dire tre messe per messer Rinaldo Piccini, nella pieve di Cerreto; e 2 il dì 21 a Cerreto.

1091 – Gio Filippo d’Antonio Righi, nato 1630; nacque l’anno 1630; i detti Righi cognominati i Troni.

1092 – La famiglia Rossetti, contadini, stanno a S. Stefano di là a Castelnuovo, villa de’ sigg.ri Bracci, ove sono due o tre poderucci, quali tiene a fitto il Paoletti di Gambassi, 1743.

1093 – Messer Piero Antonio di Lionardo Giacchini d’Empoli, il dì 7 giugno 1524, era Vicario generale dell’Arccivescovo di Firenze, come vedesi da una indulgenza da esso concessa di 40 giorni ai visitatori e visitatrici delli infermi, et alli accompagnatori del SS. Sacramento della Compagnia, secondo la sua proprietà, detta Opera di Pietà, esistente in Empoli in detto anno 1524. Fu di poi egli Monsignore delli Innocenti di Firenze; e di poi Vescovo d’Ippone, o sia Bona; risedeva egli in Pistoia, ove morì; fu anche canonico di Volterra.

1094 – Che i Borromei di Milano descendino da quelli di San Miniato, si prova dalla bolla di Gregorio decimo quinto, nella quale di San Miniato si legge: « foedera ac capitula cum florentina, ac senensi republica aequis conditionibus firmasse; ab illoque oppido antiquam et nobilem illam borromeam gentem, ex qua sanctus Carolus olim Archiepiscopus mediolanensis, Sacri Collegij, Romanae Ecclesiae, Cardinalium splendor, editus est, originem duxisse ». Il medesimo ci dimostra Baldo da Perugia doppo il Consiglio 147, dove chiama i Borromei da San Miniato, benché abitassero in Padova; et oltre le predette autorità, ciò ancora confermato ci viene da un testamento di ser Baldo di Baldi da San Miniato, il quale nel 1363 lasciò un legato che si facesse la festa di S. Caterina, nella cappella di detti signori Borromei da San Miniato; come ciò apparisce dal rogo di ser Vanni di ser Ferrino da San Miniato.

Della predetta cappella esistente nella chiesa de’ rev.di Padri domenicani, appena se ne vedono nel presente giorno le vestigia; benché in faccia della medesima si veda scolpita in pietra l’arme di detti signori Borromei. Ma che bisogno c’è di andare cercando tali autorità, mentre il signore Giuseppe Antonio Sassi milanese, bibliotecario dell’Ambrogiana, confessa aver egli il medesimo, come accennato ci viene da esso in una relazione della gran festa fatta in Milano nell’anno 1724, in occasione della porpora avuta dal Cardinale Giberto Borromei, nel tomo trentesimo de’ Giornali di Venezia?

1095 – Nel Libro di Ricordi in foglio della Compagnia della S. Croce d’Empoli, principiato l’anno 1559, vi è, a carte nove, l’arroto delli huomini propri di detta Compagnia, fra i quali sono:

Messer Francesco d’Agnolo, canonico (della Pieve d’Empoli)

Ser Raffaello di Memmo

Ser Leonardo di Donnino Dalgorsi

Gherardo di Mariotto Masi

Antonio di ser Benedetto Pandolfi

Bartolommeo d’Antonio (detto il Fratino; sono i Conti)

Vincenzio di Tommaso Dini

Niccolò . . . . delli Alberti

Lorenzo di Tommaso Marchetti

Bastiano d’Antonio Bartoloni

Lotto d’Antonio di Lotto (sono i Lotti o Puccieschi di Pisa)

Giovanni di Niccolaio Giuseppi

Piero di Lazaro Tani (padre di Gio. Piero di Piero, già da Vitiana)

Giovanni d’Andrea Zuccherini

Ser Giovanni Guidi

Baptista di Vincenzio Dini.

1096 – Nel tempo che fu Proposto in Empoli Sebastiano Zucchetti di Pisa, fu catturato d’ordine del Gran Duca Cosimo terzo, per aver mancato di rispetto a detto Proposto in tempo che detto Proposto cantava la messa, Diacinto del già Giuseppe Cocchi d’Empoli; gli ebbe a chiedere perdono pubblicamente in chiesa, a tempo del Vespro; et era Cavalieri di Corte il ventinove; e fu per Ognisanti.

1097 – Quando fu preso Empoli dalli Spagnuoli, ci stiedero i soldati spagnuoli a quartiere per molti mesi; ed era un quartiere di essi da S. Agostino, nello stallone del Soderini, ove in oggi è lo stanzone delle commedie; et essendo alcuni di essi soldati un giorno a giocare, avendo uno di essi perso tutto il denaro, eccettuato che un chiosone che aveva d’argento, ove vi era impressa l’immagine della Madonna, levatosi egli da canto una pugnalina, la sfoderò e dalla rabbia diede una puntata a detto chiosone, e gettollo sul tetto di detto stallone, di dove si vedde subito grondar sangue in strada da detto tetto; onde, saliti a vedere di dove scaturiva detto sangue, veddero che scaturiva da detta immagine ferita in detta moneta. E fu presa detta moneta e riposta nella chiesa de’ Frati di S. Agostino, ivi contigue, ove la conservorono per molti anni; ma, venutoci Priore un Padre del convento di S. Spirito di Firenze, la prese e portò a Firenze in S. Spirito, ove conservasi tuttavia, e si espone ogn’anno la domenica di Passione di quaresima.

1098 – S. Niccola da Tolentino, mentre viveva, fu al convento di S. Agostino in Borgo d’Empoli, e fece un miracolo cioè di resuscitare un ragazzo già morto.

1099 – Domenico di Michele Cittadelli fece fare la sua sepoltura nella Collegiata d’Empoli, allato a quella de’ Feroni; e in oggi l’hanno rimutata; e la fece fare l’anno 1599. Morì d’anni 70, il dì 11 luglio 1608.

1100 – Il dì 30 settembre 1743, in lunedì, seguirono in Firenze gli sponsali della sig.ra Claudia figlia del sig. marchese Francesco del già marchese Fabio del fu senatore e marchese Francesco Baldacci Feroni d’Empoli, con il sig. conte Francesco Guicciardini di Firenze.

1101 – Giovan Piero di Rinaldo Ticciati d’Empoli, ciabattino, detto Piccinino; e Michele di Rinaldo Ticciati, conciaio, suo fratello.

1102 – Girolamo Giubbilei, ciompo, detto il Capitano Cipollone.

1103 – Giuseppe Zucchelli, donzelle dell’Opera, detto il Bubbolino.

1104 – Pietro …. Matteini, detto Baluce.

1105 – Andrea Zucchelli, detto Finestrino.

1106 – Giovan Antonio Menghetti, detto Fuso.

1107 – Giovanni Bicchierai, detto Fiammone;

1108 – Pietro . . .  Menghetti, detto Cucuzza. Pasquale Menghetti, detto Rapina.

1109 – Iacopo Zucchelli, detto Pollo, scotolatore di lino.

1110 – A dì 16 ottobre 1742, circa all’ore 17, fu ammazzato vicino alla Nave di Pretoio, davanti a Pretoio, Vicariato di S. Miniato, Giuseppe del già Caporal Michelagnolo Bardini, navicellaio, dal Casino d’Empoli vecchio, da Felice Guidi, famiglio del Bargello d’Empoli; quale Bardini doveva esser preso per debito di circa lire quaranta, ad instanza del prete Rofia, priore della Bastia, ei fuggiva con il suo navicello; e il detto birro era nel barchetto del Busoni, navalestro di Pretoio, con il detto navalestro, che andavono alla volta del navicello del detto Bardini; et il Bardini con la stanga rispingeva detto barchetta che non si accostasse al suo navicello ove egli era; et il birro, vedendo non si potere accostare con un oncino che ancor detto

birro porgeva il barchetto, messe mano alla pistola e diede al Bardini, che era sulla prua del suo proprio navicello, una pistolettata; e colpì nel capo e subito morì, senza spazio di penitenza. Et il birro se ne tornò a Empoli con tre altri birri di sua camerata, quali erono sulla ripa d’Arno, quando esso tirò la pistolettata, e non lo presero.

1111 – La casa che fu in Empoli di Tommaso del Greco, detto Masarra, è in via del Giglio, la quale è stata di poi di Carlo Francialli, per rogito di ser Giuseppe Masantini d’Empoli; e fu detto rogito circa l’anno ottantacínque o sei.

1112 – Giomi, cognominato Riccione: Benedetto Giomi.

1113 – A dì primo novembre 1743 sono viventi in Livorno Carlo medico, Pietro e Mariano del già Fabio Maggi di Empoli; e circa due anni sono morì Ubaldo, loro fratello, e lassù erede del suo peculio Mariano suddetto, suo fratello. La loro casa in Empoli è quella del Pistolesi, sul Canto alla Corona.

1114 – Niccolaio Dani d’Empoli, detto Martana d’Empoli.

1115 – Giuseppe di Carlo Primi, magnano milanese abitante in Borgo d’Empoli, vocato Ghiro, morì a Castelfiorentino.

1116 – La campana del Comune di Puntormo fu fatta l’anno milledugento settanta otto, 1278, come vedesi al Libro de’ Partiti, esistente in Comunità d’Empoli, al principio di detto Libro, nel qual libro vi sono anche i partiti dell’anno 1571 e 1572.

1117 – Nel Civile dell’anno 1571, esistente in detta Comunità d’Empoli, vi apparisce «lulianus de Adamo de Bononia, 12 ottobre 1571 », che sono gli Adami stati in Empoli osti, et in Livorno cantinieri, et in oggi Cavalier di S. Stefano in Firenze; e sono da Val di Sambra nel Bolognese.

1118 – I Maggi di Livorno descendono d’Empoli, e la loro casa in Empoli era al Canto alla Corona, in oggi del dottor Niccolaio del già Leonardo Pistolesi, fornaio; e facevano il fornaio; e vi è sulla cantonata di detta casa l’arme di detti Maggi, perché era loro detta casa che fa cantonata. In oggi, 1743, vivono in Livorno, di detti

Maggi, Carlo medico, Pietro e Mariano mercanti. Furono figlioli di Fabio Maggi e di Lisabetta Salomoni di Livorno; l’anno 1741 morì Ubaldo, altro loro fratello e figliolo ancor egli di detto Fabio, e lassò circa 18 mila pezze a parte, solamente a Mariano. Detti Maggi descendono da una Feroni, maritata ad un Maggi: cioè Vincenzio di Guasparri Maggi e Prudenza di Paolo Feroni, maritati nel 1581.

1119 – La tavola dell’Altare di S. Iacopo e S. Benedetto nella Collegiata d’Empoli è di mano del Mariotti fiorentino, dell’anno 1505.

1120 – La tavola dell’altare di S. Giovanni Evangelista nella Collegiata d’Empoli è di mano di Francesco Ligozzi, pittore fiorentino, fatta fare da prete Andrea di Domenico Cittadelli, l’anno 1622, rettore di detta cappella; siccome fece fare egli lutto l’altare a sue spese, e vi era la sua arme; e prete Francesco del Frate, l’anno 1741, allora egli cappellano, levò l’arme di detto Cittadelli e ci messe l’arme sua e de’ Ferrini arbitrariamente.

La casa di detto Cittadelli era in via S. Giuseppe, che in oggi è del Puccioni da Cortina, cioè allato a quella che era del Chiavacci, in oggi del Dazzi, et allato a quella che fu del canonico Pier Leonardo Ricci e risponde anche verso la Porta Fiorentina.

1121 – Piero Vanzi d’Empoli, detto Bell’al buio, garzone de’ macelli.

1122 – Il dì là detto Bardini, stato ammazzato, fu sepolto per carità alla chiesa di S. Iacopo ad Avane da prete Tommaso Giugni, ivi curato di detta chiesa.

1123 – La famiglia Ronconcelli d’Empoli erono speziali, e la loro casa era dirimpetto a dove, oggi di, è il Monte Pio; ed è quella che in oggi è di Gio. Piero di Donato Ricci; la qual casa, doppo detti Ronconcelli, passò in Tommaso di Lorenzo Marchetti, e poi in Giuliano Ricci; ma la disfecero e rifecero detti Ricci a fundamentis.

1124 – Domenico Montelatici, vocato Bigio Buio, e Maria Brancadori sua consorte, e vocato detto Domenico anche Lupo Mannaro.

1125 – Francesco Vallesi, detto Tillo d’Empoli, garzone di macellaro.

1126 – Prete Giovanni Malepa, Pievano d’Empoli, del mese di novembre ha dal Capitolo d’Empoli un ufizio di messe trenta solenne da due moccoli per messa, e distribuisce in mano tre crazie per prete capitolare.

1127 – Fillide Cinci d’Empoli, vedova in primo luogo di Ceseri Toccafondi, et in 2° luogo di Antonio Lupacchini, detto il Lupo, facchino del sale, lassò la sua casa, posta in Empoli alla Porta d’Arno, alla Compagnia della SS. Annunziata per donazione inter vivos, rogata dal dottor Giuseppe Masantini.

1128 – Giuliano Marzocchini d’Empoli, materassaio, detto Corpo Sodo; Iacopo suo figliolo, detto Pino di Corpo Sodo, galera giugno 1694 da Empoli.

1129 – Circa il principio di settembre 1743, fu catturato in Firenze, e condotto nelle carceri segrete delli Otto, Francesco Maria, vocato Tremoto, figlio del già dottor Domenico Felice del fu dottor Carlo Rossetti da Empoli e di donna Bartolommea del già Francesco Bichi di Livorno, detto Ciaino, per aver tentato di menar via di monastero suor Giuditta Bichi, sua cugina, monaca corale in S. Benedetto d’Empoli; e doppo essere stato ritenuto nelli Otto in dette carceri segrete circa un mese e mezzo, fu poi scarcerato e datole l’esilio perpetuo fuori di Stato del Gran Duca; e si trovava a Lucca il dì 10 novembre 1743. Il medesimo era nato et abitava a Montelupo, siccome la di lui madre, quando fece tale attentato.

1130 – Antonio Giugni, detto Togno delle Prate [?], alias Falterone.

1131 – Del mese di novembre il Capitolo ha l’obligo di un ufizio annuo perpetuo di tutti i suoi preti per Niccolò di Maso detto Pezzuolo, quale donò il podere della Bastia e di Rignana. Si fanno tre ufizi l’anno.

1132 – Giovanni Ferruzzi, detto Pelle.

1133 – Arcangelo Landrini, detto il Romito, e Filippo, suo figliolo, vocato Cervello.

1134 – Paolo Pratesi, detto Birinco, ciabattino.

Zanobi Pratesi, detto Maestro Grillo, ciabattino.

1135 – Prete Andrea Pistolesi, Arciprete, detto Cervellone.

1136 – Andrea Cappietti, detto Ciocio, ciompo.

Domenico Cappietti, suo padre, detto Buci, ciabattino.

Giuseppe Cappietti, detto Saltapalazzi.

Bartolommeo Cappietti, suo figlio, campanaio, detto Diluvio.

1137 – Giovanni Giubbilei, detto Gonnellino, misuratore di terre.

1138 – Il Capitolo ha di novembre un ufizio perpetuo di messe 20 senza organo e senza * * * per Piero di Corso Adimari.

1139 – Niccolaio Bartolucci, detto Leprino, tamburino e garzone di fornaio; e Tommaso, suo fratello, detto il Sordo.

1140 – Giuseppe di Orazio Cappietti, detto Saltapalazzi.

1141 – Il Capitolo d’Empoli, del mese di novembre, fa un ufizio annuo perpetuo di messe venti per ser Piero d’Alesso Ruminelli da Empoli.

1142 – Antonio di Gregorio Cambi, vocato Spiritello.

1143 – Francesco Fancioti [?], detto Vipera.

1144 – Antonio di Domenico Contri, vocato Ballottone, garzone del Pistolesi fornaio, tornò a Livorno in biscotteria; fu figliolo di Domenico Contri oste, detto Buchino, oste in Empoli.

1145 – Domenico Bigalli, detto Beco di Tartacchino, battilano, morì a S. Croce.

Giuliano Bigalli, detto Giuliano di Diacciato.

1146 – Michelagnolo del già Giuseppe Zucchelli, scotolalino e donzello dell’Opera, vocato il Cappuccino; e Giuseppe, suo padre, vocato il Bubbolaio. Donzello dell’Opera.

1147 – Francesco d’Andrea Bertini, vocato Tegamino, cimatore.

1148 – Giuseppe di Giuliano Marzocchini, detto Girella.

1149 – Andrea Fabiani, battilano, detto il Capitanino, e Piero, suo padre.

1150 – Luca della Gianna, detto Battaglino, marito di Nocenzia delli Innocenti di Prato, e padre di Barbera, moglie di Andrea Nacci, detto Baloccone.

1151 – Antonio di Donato Ristori, pigionale, detto il Botto.

1152 – Vettorio Bartoletti, magnano, detto Gnocca.

Agnolo di Vettorio Bartoletti, magnano, detto Almanacco.

Giovanni Bartoletti, legnaiolo, detto Morgane.

Giuseppe Bartoletti, magnano, detto Brucione.

1153 – Raffaello Baldini, tintore, detto Fondamenta.

1154 – Andrea di Pietro Paolo Nacci, linaiolo, facchino, detto Baloccone.

1155 – Vincenzio di Giuseppe Marzocchini, tamburino e vagliaio, detto il Padre Ghiotti.

Arcangelo, suo figliolo, vagliaio, detto Putatore.

1156 – Antonio di Giuseppe Zucchelli, scotolalino, detto Finocchino.

1157 – Niccolaio Sollazzi, ciabattino, detto Mucidino.

Michele, suo figliolo, detto Nappa.

1158 – Giuliano Ricci, detto lo Zura.

1159 – Domenico Manetti, scotolalino, detto Sdricchi.

1160 – Vincenzio di Francesco Tassi, o Pandolfini, detto Cencio fabbro.

Girolamo, suo fratello, fabbro, detto Giomino.

1161 – Giovanni Bruni, linaiolo, detto Pettinaccio.

1162 – Giovanni Giubbilei, misuratore di terreni, detto Gonnellino.

1163 – Filippo Marzocchini empolese, fabbro e donzello di S. Croce, detto Pippo di Piastrino.

1164 – Francesco Brunelli, battilano empolese, morto a S. Croce, detto Piegelati.

1165 – Giuseppe Cappietti, detto Salta Palazzi.

Francesco, suo figliolo, detto Salta Terrazzi.

1166 – Bartolommeo Nardi, barbiere, garzone di Marco Scappini barbiere, e figliolo di Lorenzo Nardi, detto il Birracchiolo, detto Meo Lollo.

Domenico Nardi, beccaio, detto Bertocchio, e figliolo del suddetto Lorenzo Nardi, detto il Birracchiolo.

Giuseppe di Domenico Nardi, scotolalino, detto Trippa.

1167 – Michele Pozzolini, navicellaio, detto il Beccaluna.

1168 – Lorenzo Scardigli, navicellaio, detto Morvidone.

1169 – Matteo Tiribilli, fornaio, detto Morvidone.

Gio Batista Tiribilli, fornaio, detto Caloscio.

1170 – Lorenzo Tocci, manescalco, detto Naspo Bizzarro.

Gio. Batista Tocci, suo figliolo, detto il Gerbola.

1171 – Antonio del già Pietro Cilotti, accattone, detto lo Sbona.

1172 – Giovanni Pierotti, detto Baggiannino.

Bartolommeo Pierotti, merciaio, detto Pedino.

Lorenzo Pierotti, merciaio, detto Bastone.

1173 – Filippo Sanesi, fornaciaio, detto Scanna Bugie.

1174 – Michelagnolo Squintrelli, detto Falchetto, macellaro.

Lorenzo, suo figliolo, macellaro, detto Cincialone.

1175 – Giuseppe Bonistalli, pizzicagnolo, detto Babella.

Vincenzio, suo figliolo, merciaio, detto Babbuddeo.

1176 – Tommaso d’Antonio Traballesi, d’anni 22, figlio di detto Antonio, ortolano delle Monache vecchie, et egli legnaiolo et intagliatore, di bottega commorante in Piazza, fu ammazzato con una stoccata nel petto in via Chiara, la sera del dì 9 giugno l’anno 1678, da Giovanni del dottor Carlo Rossetti e da Michel Becci cerusico, per gelosie a causa della figlia d’un libraio, e di Maria Vittoria, figliola di Lorenzo Nardi, vocato il Birracchiolo, cognominata Bocca di Rondone la detta Maria Vittoria.

1177 – Giuseppe Primi, servitore in casa i sigg.ri Rondinelli.

Francesco di Giuseppe Primi, detto Volpino, contadino e pigionale in Empoli, suo figliolo.

1178 – La suddetta Bocca di Rondone stava di casa allato al Magazzino del sal bianco, in casa il Baldi.

1179 – Giuseppe Marzocchini, tamburino, detto Bitontino.

1180 – Iacopo Viviani, sarto, detto Ciapino del Brancica.

1181 – Santi Malevolti, navicellaio, detto Santi di Cacio.

1182 – Vincenzio di Giuliano Conti, merciaio, detto il Potta.

1183 – Antonio di Gio. Batista Pozzolini, barbiere, detto Bugìolo o Bottolaccio.

1184 – Piero Popolini, pizzicagnolo, detto Piero del Limbo.

1185 – Michelagnolo Squintrelli, macellaro, detto Falchetto.

1186 – Antonio di Giuseppe Zucchelli, detto Finocchino.

1187 – Giuseppe di Giuliano Marzocchini, garzone di tintore, detto Bocconcino.

1188 – Iacopo di Galeazo Chiarelli, tintore, detto Don Bigoncio.

1189 – Lorenzo di Giuseppe Romagnoli, speziale, detto Toncianella e il Puttano.

1190 – Giovanni Mainardi, soprastante delle Carcere delle Porte d’Empoli, detto il Duca.

1191 – Antonio di Simone di Giuliano Marzocchini, vetturale, detto Cacarola.

1192 – Antonio di Iacopo Cappietti, campanaio, vocato il Nano.

Gio. Batista Cappietti, campanaio avanti al suddetto, vocato Tartufo.

1193 – Lessandro Contri, oste al Panico in Empoli, vocato Cunne, e suo padre vocato Lecchino.

1194 – Giuseppe di Cosimo Corsi, legnaiolo, detto Lucio.

Antonio Comi, merciaio, detto lo Spretato.

1195 – Lorenzo Berti, detto Carobello e Cacadoppie.

1196 – Giuseppe Arpioni, ortolano, detto Cacaritto.

1197 – Dottor Iacinto Cocchi, detto Leonzio.

1198 – Filippo Filippi, pizzicagnolo, detto Piccio Palli.

1199 – Marco Mirancieli, funaio, detto Beconcino.

1200 – Piero Fabiani, battilano, detto il Capitanino.

1201 – Piero Antonio Vanghetti, ciabattino, detto Manoni.

Iacopo Angiolo Vanghetti, accattone, detto Prete Pericolo.

1202 – Primo Primi, barbiere, detto Rosaccio.

1203 – Lorenzo del già dottor Carlo Rossetti, proveditore del Monte Pio d’Empoli, detto Corpo Sodo.

1204 – Giovanni Lippi, linaiolo, detto Barnino, morto poi oste alla Cervia.

1205 – Francesco Cappiardi, macellaro, detto Lanternino.

1206 – Sergente Domenico di Giuliano Pistolesi, detto il Lungavalle, soldato stato a Livorno.

1207 – Giuliano Pistolesi, suo padre, detto Tallo; et altro Giuliano di Giuseppe Pistolesi, fornaio, detto Quatanus, morto a Firenze e sepolto in S. Apostolo.

1208 – Lionardo d’Agostino Nesti, suo cugino, sensale d’olio in Piazza, e garzone del Piazzaiolo, detto Patito.

1209 – Cavaliere Pietro Paolo del già Andrea Falagiani, detto Gonnellino; e cavaliere Sebastiano, suo fratello, detto Pappola.

1210 – Lorenzo Gigli, cucitore di staffili e briglie di cuoio, e garzone di Lorenzo Vanghetti, fu vocato Spacchino; fu figliolo di Luca Gigli, fornaio, detto Lucone fornaio, e sua madre fu Arzentina di . . . . . . di Barga.

1211 – Filippo Filippi, detto Piccio Palli.

1212 – Andrea di Pietro Turi, cerusico, detto il Doge.

1213 – Tommaso di Giovanni del Vivo, navicellaio, detto Taglione.

1214 – Gio. Filippo di Giuseppe Scardigli, navicelleio, vocato Marmino; e

1215 – Gio. Antonio di Lorenzo del Vivo, suo nipote, navicellaio, vocato anch’esso Mannino.

1216 – Giuseppe di Lorenzo del Vivo, navicellaio, detto il Lisca.

1217 – Matteo Scardigli, navicellaio, detto Matteo del Luccio.

Zanobi Scardigli, mulattiere, detto Bobi del Grassino.

1218 – Ser Francesco Checcacci, detto Ser Ferraccio.

1219 – Iacopo Pozzolini, pizzicagnolo e linaiolo in Borgo, detto il Fantino.

Michel Pozzolini, navicellaio, descendente da Corte nuova et abitante a Empoli, vocato il Beccaluna.

1220 – Anton Santi del già Gio. Carlo Bianconi, cherico, detto Cincirinciottolo.

1221 – Giuliano di Giovanni Guardini, navicellaio da Empoli, vocato il Cricca; abitava in Borgo.

1222 – Domenico di Benedetto del Vivo, navicellaio, vocato Altrimenti.

1223 – Alessandro Adami, oste in Empoli alla Cervia de’ Soderini; e poi fu de’ Ticciat detta osteria; vocato Bacco.

Iacopo d’Alessandro Adami, cantiniere a Livorno, detto Bacchino.

Antonio di Alessandro Adami, cantiniere e salaiolo a Livorno, detto Bacchino.

1224 – Antonio del Gamba, fornaio da S. Agostino, vocato Pappola, cugino del dottor Ciabatti, pievano di Ghizzano nelle colline di Pisa.

1225 – Bastiano di Domenico Vanghetti, cuoiaio in Empoli, detto il Sottilissimo Scoto.

1226 – Gio. Batista del già Giuseppe Dicomani, vocato Spolverino di Geppe del Pisano, cappellaio.

1227 – Gio. Andrea di Francesco Michelucci, già piattaio, e scudiere a Livorno di Monsù Faiolo, vocato Giangiurgoli.

1228 – Domenico Lippi, contadino di Avane, da Cortenuova e poi da Puntormo, vocato il Miazzini.

1229 – Giuliano di Giuseppe Pistolesi, fornaio al Canto alla Corona, detto Quatanus; morto in Firenze e sepolto in S. Apostolo.

1230 – Antonio del già Iacopo Cappietti, campanaio, vocato il Nano.

Iacopo suo padre, campanaio, vocato Pino.

Giuseppe Cappietti, campanaio, vocato il Cavalieri, padre del suddetto Pino.

1231 – Giuseppe d’Andrea Pistolesi, fornaio al Canto alla Corona, detto Geppe Fornaio.

1232 – Alessandro di Giovanni Milanesi, bottegaio, detto Pintero; sepolto s. S. Ruffino, 30 gennaio 1692, d’anni 83.

1233 – Giuseppe Bicchierai, detto Fiammone, e Giovanni, suo figliolo, detto Fiammoncino.

1234 – Lorenzo Milanesi detto Rondine, e Caterina sua moglie, detta la Rondine, bottegai di staffili e gesso [?].

1235 – Francesca di Giovanni Andrea Landrini, battilano, detta la Folaga.

1236 – Antonio di Giuseppe di Lorenzo Primi, barbiere, vocato Morbone.

1237 – Prete Andrea Domenico Sorelli, cappellano, detto Pisellino.

1238 – Caterina d’Agnol Ringhieri, moglie di Lorenzo Milanesi, detta la Rondine.

1239 – Pier Bastiano Tani, battilano, detto Panzanino.

1240 – Bartolommeo di Vincenzo Rossetti, detto Monsù Scio.

1241 – Mariano di Marco del Papa, Arciprete, detto Mangia Cristiani.

1242 – Canonico Cesare Marchetti, detto Quicchio.

1243 – Prete Gio. Francesco Soldi, detto Cirillo.

1244 – Antonio Carletti, detto Tispane, battilano.

1245 – Giuseppe Guardini, cherico, detto Piccio.

1246 – Carlo Micheli, merciaio, detto Occhioni.

1247 – Domenico di Luca Vannucci, castronaio di macellaro, detto Sputacchino.

1248 – Giuseppe del già Cammillo Sanesi, cappellaio, detto il Padre Elia.

1249 – Andrea Michelucci, calzolaio, detto il Morino.

1250 – Giuseppe Saccenti, garzone di conciaio, detto Basettino.

Bastiano, suo figliolo, detto Barabeo; cascò atterra di una finestra della concia in Chiasso Ombretti, e si troncorono le gambe; e morì di spasimo.

1251 – Francesco d’Olivo Marzocchini, scotolatore di lino, detto Spirafiore.

1252 – Andrea Baragli, battilano e gazzone de’ Cappuccini, detto Grugno.

1253 – Giovan Piero Piattini, scotolatore di lino, detto il Marchesino.

1254 – Giuseppe Magnani, detto Polpetta, conciaio del Righi.

1255 – I Michelucci, piattai delle fornaci d’Empoli, detti i Granchini.

1256 – Francesco Scarlini di Pandolfo, detto Cialdone.

1257 – Porzia, moglie di Michele Ticciati conciaio, e figliola di Antonio Carfagnini, detto il Filosofo.

1258 – Giuseppe Martini, piazzaiolo, detto il Mosca.

1259 – Pietro Benucci, rivendugliolo di frutte, detto Bambo.

Francesco Renucci, suo padre, navicellaio, detto Dito Lungo.

1260 – Andrea Cappietti, detto Ciocio, e Meo suo figliolo, detto Diluvio, campanaio.

1261 – Piero Cei, battilano, detto Cirifio o Pier di Baccino.

1262 – Giuseppe Romolini, detto il Bulichino, battilano; andato in galera circa l’anno 1740 per aver rubato a Tommaso Bruni, lanaiolo e linaiolo, suo padrone.

1263 – Pietro Passaponti, facchino, detto Sainato.

1264 – Giuseppe Tozzi, aiuto di Niccolaio Cilotti a fare i vermicelli, detto il Beato.

1265 – Prete Gio. Domenico Monaldi, cappellano, detto Lambrettoni.

1266 – Giuseppe del già Francesco Michelucci, garzone di speziale di Lodovico del Papa, detto Pesciolino.

1267 – Piero di Francesco Rinucci, rivendugliolo, detto Bambo.

Maddalena di Francesco Rinucci, detta Tinca Nera.

Teresa di Francesco Rinucci suddetto, detta la Babella.

1268 – Luca Nacci, detto Catenaccio, figliolo di Baloccone; e il suo fratello, detto Malinè.

1269 – Michele di Lorenzo Berti, detto Carobello o Cacadoppie.

1270 – Giuseppe Arpioni, ortolano, detto Cacaritto.

1271 – Domenico Bigalli, detto Tozzo, servitore già del proveditore Terrieri a Livorno, ma nativo d’Empoli.

1272 – Antonio di Paolo Pratesi, fornaio, detto Smozzica.

1273 – Andrea d’Angiolo Sabatini, facchino, detto Randello.

1274 – Clemente Buffini, merciaio, detto Man Sante.

1275 – Vincenzio Contri, merciaio, detto Gozzetta.

1276 – Francesco Cappietti, detto il Mancino, marito di Giuditta Bicchierai, e figliolo di Domenico Cappietti, morto, detto Mancino, e sua moglie, a Colle di Valdelsa, merciai.

1277 – Il Capitolo d’Empoli deve ogn’anno far celebrare cinque messe per messer Bartolommeo Bargi nella Pieve di Capraia.

1278 – Gio. Batista di Giuseppe Cappietti, campanaio, detto Tartufo.

1279 – Giovan Maria di Matteo Contri, battilano, detto Birdone; morto a Portoferraio.

1280 – Gio. Maria di Gio. Piero Poggini, sartuccio, detto Topo.

1281 – Tommaso Billeri, detto Sarchiano, linaiolo; e Bernardo, suo figliolo, detto il Massetani.

1282 – Francesco di Gaetano Galli, detto l’Africano e l’Indiano.

1283 – Giuseppe di Pietro Passaponti, cappellaio e facchino, detto Paracore.

1284 – Giovan Batista Mugnaini, battilano, vocato Ginestrone, marito d’arzenta Marzocchini; se n’andorono i figlioli a Pontedera.

1285 – Ser Domenico di Antonio Corsi d’Empoli, detto il Fanciullino.

1286 – Lessandro Vannucci, macellaro e castronaio de macellari, detto Ciliegino; i figlioli, battilani, se n’andorono al Pontedera. Sua madre era una Lucia, figliola di Domenico Montelatici, detto Bigio Buio, battilano, e detto Lupo Mannaro.

1287 – L’anno 1620 erono speziali in Empoli, come vedesi al Libro di detto anno tenuto dal Camarlingo del Capitolo:

Matteo Marchetti, erede de’ Capacci,

Giuseppe Cittadelli,

Lessandro Celli e

Luzio Contucci.

Cherici serventi al Capitolo erano:

Francesco Cannoni, Iacopo Bruni, Ridolfo Pazzini, Geppe del Brincola, Bartolommeo Carletti, Lorenzo Becci, il cherichino di Marco Antonio Francesco Martini.

1288 – Achille Bassotti, campanaio.

1289 – Pasquale di Lorenzo di Pietro Benucci, scotolalino, detto Bainetta.

1290 – Giuseppe di Lorenzo Corsini, cimatore, detto Scatolino.

1291 – Anton Maria Antonini, muratore, detto Battilalba.

1292 – Piero Mecatti, marruffino delle Curzie Sandonnine di Borgo [?], detto Piero di Bruschino, battilano.

1293 – Gio. Batista Federighi, detto il Brincola, garzone del Monte Pio d’Empoli; e Brincolino, suo figliolo, bravissimo comico da parte buffa.

1294 – Bartolommeo Marzocchini, zoppo, battilano, detto lo Zoppo di Scarinci; andò a stare a Pontedera e Livorno.

1295 – Tommaso d’Agostino del Vivo, pesatore del sale, detto Taglione.

1296 – Giuseppe di Niccolaio Martini, linaiolo, detto Nappa.

1297 – Giuseppe di Santi Malevolti, detto Cacino, navicellaio.

1298 – Lorenzo Squintrilli, macellaro, detto Cincialone.

1299 – Flaminio Bartoletti, battilano, detto Minco.

1300 – Caporal Stefano Fabbrizzi, linaiolo, detto Tappennan.

1301 – Giuseppe Sanesi, detto Pappio.

1302 – Gaetano d’Agostino del Vivo, navicellaio, detto Imbroglino.

1303 – Niccolò Lorenzi, scotalalino, detto Trabbiccolo.

1304 – Vincenzio Bartoloni, detto Barba di Ciccia.

1305 – Pier Giovanni Contri, pittor di sopracieli da letto, detto Pintone.

1306 – Giuseppe Corsini, battilano, detto Anguillino e Stomacaccio.

1307 – Andrea Torricelli, barbiere, detto Drea di Centocinquanta.

1308 – Francesco Andrea di Gio. Maria Sorbi, battilano, detto lo Zampone.

1309 – Francesco Bigalli, battilano, detto Diacciato.

1310 – Matteo di Benedetto Gigli, battilano, detto Pocavoglia, e marito di Laura Monaldi.

1311 – Tommaso di Domenico Gori, oste, detto Rasoio.

1312 – Francesco Nuti, scotolalino, detto Cecchino di Mona Mante.

1313 – Prete Tommaso Bucalossi, canonico e poi priore di Puntormo, detto Scagnozzo.

1314 – Prete Giuseppe Losti, detto il Turco.

1315 – Paolo Giaiacopi, custode del Monte Pio, detto Paol Ciabattino.

1316 – Giuseppe Verdiani, detto Pio, custode del Monte, e detto Piagnoni.

1317 – Il dì 29 giugno 1620 morì in Empoli Tommaso di Giovanni del Greco, già detti Taddei, quale aveva, l’anno 1613, fatto fare a sue proprie spese il recinto del muro del bosco et orto de’ Cappuccini d’Empoli. Morì in età d’anni cinquantasette in circa; e fu sepolto nella Chiesa Collegiata d’Empoli. Lassò vivente Caterina di Michele Bianconi d’Empoli, sua consorte, e Maria loro figlia, nata da essi il di 7 maggio 1619; si battezzò in Empoli detto giorno, e l’anno ….. si maritò a Francesco Paolsanti di Lucardo, abitante a S. Casciano di Firenze; e fu erede di Tommaso Taddei detto del Greco, suo padre; e in detta eredità si comprendeva, infra l’altre sustanze, una casa in Empoli, posta in via del Giglio, che fu venduta a Carlo Francialli, e di poi all’ill.mo sig Francesco e sig. Baccio Samminiati, nobil fiorentini, e da essi tuttavia posseduta; et un podere, con palazzetto ad uso di villa, del Cotone de’ sigg.ri Scarlatti, nobili fiorentini, venduto a detti siggri Scarlatti da detto Francesco d’Andrea Paolsanti Lucardesi; qual Francesco Paolsanti Lucardesi si fece cittadino fiorentino l’anno 1632; vedi a c. 115.

1318 – Giuliano Marzocchini, detto Corposodo; et Iacopo suo figliolo, detto Pino, in galera per ladro, andò 6 giugno 1692; ivi poi morì.

1319 – Lorenzo di Pietro Renucci e di Francesca Carfagnini, fruttaiolo, detto il Nano di Bambo.

1320 – Ser Giuseppe . . . . di Lorenzo Pierotti, detto ser Cecio Nero, e Cavalocchio.

1321 – Bastiano Torricelli, tamburino e garzone di macellaro, detto Tamburlano.

1322 – Giovanni Contri, tamburino, detto Grechino, fratello di Lecchino Oste.

Gio. Batista di . . . . Contri, oste e tamburino, e marito d’Antonia di . . . . Tocci.

1323 – Giovanni Fabbrizzi, linaiolo, detto Tappennan.

Stefano Fabbrizzi, suo figliolo, detto Tappennan.

1324 – Brogiotti da Empoli, oliandoli e cittadini fiorentini nel 1372; vedi il Priorista a c. 20, tergo.

1325 – Francesco Ingegneri fu servitore di Tommasino Marchetti; ebbe per moglie una sorella di Niccolaio Sollazzi, detto Mucidino, et una ne ebbe Piero Righi; detto Ingegneri ebbe un figliolo, quale è morto a Roma, servitore di casa Muti.

1326 – Giuseppe di Francesco Pentolini, detto Peduzzo.

1327 – Lorenzo Masoni, muratore, detto Parasole.

1328 – Francesco di Gio. Batista Freschi, detto il Nebbia.

Marco Freschi, detto Chitarrino.

1329 – Niccolaio di Marco Lorenti, detto Trabiccolo.

1330 – Lessandro di Andrea Bertini, detto Monsù Loppon, legnaiolo.

1331 – Guidi da Empoli. Messer Alessandro di messer Giovanni di Guido da Empoli, cittadini fiorentini, fatti l’anno 1593. Vedi il Priorista a c. 60.

1332 – Pellicini. Messer Antonio di Michelagnolo, medico, fatto cittadino fiorentino 31 maggio 1611. Vedi il Priorista a c. 113.

1333 – Giuseppe, detto Borche, figliolo di Massimo Federighi, lisciatore di cuoia da suola; morto per la via de’ Cappuccini.

1334 – Caterina di Michele di Niccolaio del Bianco si maritò l’anno 1604 a Tommaso di Giovanni del Greco da Empoli; il qual Tommaso del Greco morì l’anno 1620 e detta Caterina vedova si rimaritò l’istesso anno 1620 a Matteo di Baldo di Paolo Feroni; e detta Caterina morì il di 5 gennaio 1627, d’anni 40; e detto Matteo morì l’anno 1649; nata [la del Bianco] l’anno 1588.

1335 – L’anno 1602 Lorenzo di Paolo Feroni sposò Duchessa di Giuseppe Patani, detto il Salvatico, cuoiaio.

1336 – L’anno 1608 Gostanza di Michele di Niccolaio Bianconi si maritò a Lorenzo di Giovanni d’Alamanno Bianciardi dalla Castellina del Chianti.

1337 – L’anno 1613 Felicita di Vincenzio Bianconi si maritò a Francesco d’Antonio Donzelli da S. Piero a Ponte, Popolo di S. Cresci.

Item, l’anno 1616 Felicita di Vincenzio Bianconi si rimaritò a Pier Maria d’Antonio Lombardi da S. Piero a Ponte.

1338 – Paolo di Ferone, padre di Baldo Feroni, vivente l’anno 1587, ebbe per moglie Maddalena di Lotto Lotti; e Baldo suo figliolo ebbe per moglie Caterina di Matteo Forestani da Empoli.

1339 – Prudenza, figliola di Paolo di Ferone Baldacci fu maritata a Vincenzio di Guasparri Maggi e viveva l’anno 1587; e detto Maggi era fornaio in Empoli (ora 1753 a Livorno).

1340 – L’anno 1582 Michele di Niccolaio Bianconi aveva per moglie Maddalena di Marco Doni, detto Marco Grosso.

1341 – Baldo di Paolo di Ferone nacque l’anno 1571.

1342 – La famiglia cognominata di Luco, a Gambassi, fu fatta cittadina fiorentina l’anno 1436; vedi il Priorista al nome «Francesco di Domenico da Luco da Gambassi» a carte 47.

1343 – Baldo di Paolo di Ferone Baldacci suddetto prese per moglie Caterina di Matteo Forestani circa l’anno 1593, la quale fu detta essere empolese, ma al Libro de’ Matrimonj dell’Opera d’Empoli non si trova.

1344 – L’anno 1615 morì Duchessa, moglie di Lorenzo di Paolo di Ferone Baldacci e figliola di Giuseppe Patani, coiaio in Empoli, detto il Salvatico.

1345 – L’anno 1622 morì d’anni cinquanta in circa Baldo di Paolo Feroni in Empoli.

1346 – L’anno 1626 morì il rev.do prete messer Giovanni di Paolo Feroni, rettore della Cappella del SS. Crocifisso.

1347 – L’anno 1627 morì Caterina, moglie di Matteo di Baldo Feroni, la quale era figlia di Michele di Niccolaio del Bianco, e stata moglie anche di Tommaso di Giovanni del Greco. Morì d’anni 40 in circa.

1348 – L’anno 1608 morì Ferone di Paolo di Ferone Baldacci, d’anni 40 in circa.

1349 – L’anno 1639 morì Caterina di Matteo Forestani, d’anni 64, vedova e moglie già di Baldo di Paolo di Ferone Baldacci, e madre del marchese Francesco Feroni.

1350 – L’anno 1640 morì, d’anni 24, Maria Maddalena, moglie già seconda di Matteo di Paolo Feroni. La detta Maddalena era figlia di Giovanni Baldassini, e la sposò doppo l’anno 1630, perché trovasi il primo parto di essa l’anno 1634. Maria Maddalena di Giovanni Baldassini e Matteo di Baldo Feroni, suo marito, [che] morì il primo agosto 1649.

1351 – Il dì 5 febbraio, il Capitolo fa l’ufizio anniversario per prete Domenico d’Antonio Mainardi, e distribuisce tre crazie per prete, per migliaccio.

1352 – Il dì 7 ferraio, il Capitolo fa l’anniversarío con tutti i preti per messer Bindo Piovano, per il fegatello, e distribuisce tre soldi per prete.

1353 – La famiglia Lippi, già da Empoli, fu fatta cittadina fiorentina l’anno 1360, come vedesi al Priorista de’ cittadini fiorentini a c. 80 tergo; sotto nome Lippi Lapo di Lippo.

1354 – L’anno 1656, il Capitano Ottavio di Paolo Feroni, d’anni 70 incirca, morì in Empoli. L’anno 1656.

1355 – L’anno 1678 morì il rev.do sig. canonico Tommaso di Ubaldo Feroni in Empoli, d’anni 71; fu Cameriere extra muros del Papa.

1356 – Ferone di Paolo di Ferone Baldacci, d’anni 40 in circa, morì l’anno 1608 in Empoli.

1357 – L’anno 1626 morì, d’anni 39, il rev.do prete Giovanni di Paolo Feroni, cappellano della Cappella del Crocifisso.

1358 – L’anno 1694 morì il Sergente Maggiore Paolo d’Ubaldo Feroni in Empoli, d’anni circa 85.

1359 – Il marchese e senatore Francesco di Ubaldo di Paolo Feroni, nato in Empoli il dì 16 giugno 1614, morì in Firenze il dì 18 gennaio 1695, e fu sepolto nella di lui cappella nella Chiesa della SS. Annunziata.

1360 – Antonio di Marco Antonio Bagnoli d’Empoli, speziale a Pistoia, detto Piccione.

1361 – Gio. Batista del già Lorenzo Tocci, manescalco, detto Gerbola, morto il 26 febbraio 1743, contumace con bando di galera per fede falsa; sepolto a misericordia nella sepoltura sua della Collegiata.

1362 – L’anno 1332, sotto dì 24 marzo, viveva ser Mazzingo Gennai da Monterappoli, come appare dal suo protocollo, esistente nell’Archivio Generale di Firenze; come referisce Domenico Maria Manni, istorico fiorentino, nel tomo decimoquarto de’ Sigilli, sigillo quarto, a carte 42.

1363 – Mariano del già Leonardo Rossetti, vocato il marchesino di Monteboro, nel 1745.

1364 – Il martedì santo, ogn’anno in detto giorno, ha l’obligo di messe diciannove per messer Matteo di Bartolommeo Mazzucchi, canonico, quale ottenne il canonicato l’anno 1610, e morì l’anno 1620 in Empoli.

1365 – Francesco di Ulivieri Ingegneri da Empoli, servitore già del sig. Tommaso Marchetti.

1366 – Pietro Passaponti, tacchino, detto Sainato.

1367 – Ronchi da Empoli, ministro del Cella velettaio milanese.

1368 – Lorenzo, speziale in Empoli l’anno 1598; era Lorenzo Marchetti, padre di Tommaso Marchetti.

1369 – Giannini era speziale in Empoli; siccome i Giacchini speziali.

1370 – Ser Piero di Nuccio da Puntormo, nel suo protocollo dal 1311 al 1326, a carte 108, esistente nell’Archivio Generale di Firenze, vi rogò una donazione fatta da Tommaso di messer Ridolfo de’ conti di Capraia al cavaliere messer Stregghia di messer Abbate de’ Mannelli, e approvata dal Vescovo fiorentino Andrea de’ Mozzi, qual donazione era la Chiesa di S. Donato in Val di Botte; così riferisce il Manni nel tomo XV de’ Sigilli, a c. 29.

1371 – Al Libro de’ Morti dell’anno 1575, tintore da Prato detto il Romagnolo.

1372 – Francesco di Giovanni Sanesi, fornaciaio a Empoli, detto Copaccio, tornò a stare a Pescia a fare l’oste, e di poi tornò a stare a Lucca.

1373 – Tommaso Zuccherini, vocato Marmeggione, da Empoli, parente del Visibelli, faceva il lanaiolo e stava sulla cantonata dove è la casa del Visibelli, allato alla casa di S. Maria Nuova, dirimpetto all’orto del Barbetti; tornò a Firenze, e de’ suoi descendenti era un donzello o portafascio del Sale, et un barbiere che stava allato all’Albergo della Vigna; ed ha un livello a Empoli della Cappella di S. Leonardo della Collegiata d’Empoli.

1374 – Giovanni Andrea figliolo del cav. Pietro Paolo di Andrea Falagiani d’Empoli, l’anno 1722, o sia l’anno 1723, fu catturato in pubblica Piazza di Empoli, sull’ora del mezzogiorno, dal Tenente Carlo Fortuna, Tenente della Piazza d’Empoli, d’ordine del Fiscale, e condotto subito in un calesse di vettura a S. Miniato, ove fu processato per avere dato voce di esser egli stato assassinato alla Cecinella, o sia alle Capanne; che per essere cosa falsamente da esso inventata, fu condannato a 5 anni di confino a Volterra, ove gli convenne andare a stare in detto confino molti mesi; e ciò aveva inventato perché si era giocato in Pisa buona somma di denari, che aveva egli riscosso in Livorno dal cavaliere Pigliù della dote di sua madre defunta; et aveva gettato il fagotto in Pisa in una cantina in casa del Conti sarto, per dire di essere stato assassinato, conforme disse; e se ne stiede, doppo ciò detto, molto tempo a Montopoli a fare all’amore con una Ganucci, nipote del canonico del Frate d’Empoli; fu poi cavaliere cognominato Babugnaccio.

1375 – Silvestro Carmignoli e figliolo da Figline di Valdelsa, quali tornorono ad abitare a Empoli, sono sepolti nella chiesa de’ frati di S. Agostino in Empoli; e la loro sepoltura ha l’inscrizione in marmo, ed è per entrare nella cappella de’ Salvagnoli.

1376 – La casa del Tesi è in oggi del Gelli, contadino del Pucci a Granaiolo, e detta casa è in Empoli, dirimpetto a’ frati di S. Agostino, allato al terrazzino del Mainardi; e vi è la cifra in marmo che dice: « G. B. Tesi, 1666 » (Monache Vecchie).

1377 – Maestro Antonio Landini, muratore, detto Bacocco.

1378 – Il dì 4 agosto 1507 fu dato principio dalla Compagnia della Croce a fabbricare a proprie spese il Monastero di monache dell’ordine benedettino, sotto il titolo di S. Croce, fuori d’Empoli in luogo detto le Scorcie, ove era lo Spedale di detta Compagnia della Croce; e furono deputati ad assistere alla detta fabbrica di detto monastero da detta Compagnia: Giosaffà di Bartolommeo delli Albizzi, Antonio di Giunta di Domenico, Matteo di Berto Ferrini, Orazio di Giovanni Turi, Antonio di Bartolommeo da Cammiano (Gherardi), messer Orazio Guidi e Antoine; e se ne rogò ser Bartolommeo d’Amadio Isotti d’Empoli; e terminato che fu detto monastero, il dì 26 di luglio 1511, vennero di Pistoia due monache canute dal Monastero Vocato della Sala di Pistoia, per dar principio al vivere monastico; quali furono suor Aufrusina abbadessa e suor Gostanza di Ginesio Grifoni da Pistoia; quali subito vestirono tre monache: cioè suor Girolama di Tommaso Cinci da Bassa, il dì 2 agosto 1511, suor Margherita conversa e suor Lucrezia conversa, ambe il detto giorno et anno suddetto.

Prima che vi fussi fabbricato detto monastero di S. Croce, vi era un romitorio, o sia monastero di S. Brigida, contiguo a detto spedale, quale pagava ogn’anno al Pievano d’Empoli lire 20, come vedesi nel Libro de’ Ricordi del Proposto Ciaperoni, esistente in Propositura; e vi erono, in detto monastero di S. Brigida, l’anno 1400.

1379 – L’orto de’ Ricci, quale è lungo la via detta le Scorce, fu del Bianconi e per l’avanti fu de’ Mugnaini.

1380 – Ser Girolamo di ser Clemente Grifoni da Pistoia rogò, il dì 29 giugno 1505, un lodo appartenente al lascito fatto da messer Paolo di Maso da Camporena, parroco di Porciano, al Capitolo d’Empoli, come vedesi nel sommario di scritture del Capitolo a c. 50, 51, 52.

1381 – Il dì 8 giugno 1735 fu mandato bando d’ordine del sig. Fiscale Luci, che non possa giocarsi a palle, né a pallottole, né a ruzzole dentro alle cinquanta braccia distanti dal Monastero della SS. Annunziata d’Empoli; e fu fatto pubblicare a suono di tromba, sull’ore 18, d’avanti a detto monastero, et affissatone cedole di tutto ciò da Domenico Fiori, pubblico messo di Podesteria, e letto dal famiglio Galli di Siena, famiglia del Bargello d’Empoli, al tempo del sig. Doni fiorentino, Podestà d’Empoli, in luogo del sig. dott. Doni, morto Podestà d’Empoli. Pena ai giocatori dell’arbitrio e cattura, per lettera del Fiscale de’ 4 giugno 1735, e cedola d’Alessandro Magi, Cavaliere di Corte.

1382 – L’anno 1589, la Porta che in oggi a Empoli chiamasi Pisana dicevasi la Porta di S. Brigida (e la Porta al Noce).

1383 – La famiglia Arrighi descende di Gambassi ed erono cittadini fiorentini; vedi il mazzo di scritture K a c. 8, che furono parenti de’ Figlinesi.

1384 – La tavola antica che avevono le Monache di Gambassi, fatta da pittore eccellente, la quale passò nella casa serenissima Medici, la donò a dette monache Iacopo di Guasparri di Iacopo Maffei da Gambassi, padre di Marsilia Maffei, moglie di Ercole di Iacopo di Guasparri Figlinesi da Montaione; vedi K a c. 10, et a c. 41.

I Maffei descendono di Gambassi, come vedesi ne’ ricordi suddetti; e detto Iacopo era cognominato il Bologna.

1385 – La famiglia Rabatti, nobili fiorentini, erono legnaioli in Firenze, vicino all’Arte de’ Giudici e Notai, l’anno 1547; vedi K a c. 123.

1386 – Figlinesi e Mannelli, negozianti assieme di anaci per Londra; vedi K a c. 125.

1387 – La famiglia Buonaccorsi, in oggi nobil fiorentini, descende da Gambassi; vedi K a c. 154; e vi hanno poderi verso Gambassi, e verso Varna e Castelfiorentino; sono stati anche a Montaione.

1388 – Il luogo ove è situato il convento de’ Cappuccini in Empoli si chiama, ai Libri del Decimino della Comunità d’Empoli, « Pantaneto ».

1389 – La famiglia Sesti di Gambassi, mugnai a Poggibonsi l’anno …. , vedi L a c. 66.

1390 – Il sig. Bartolommeo del già sig. Vincenzio Rossetti d.’Empoli fece il suo ultimo testamento il dì 31 agosto 1744, in lunedì, ai Cappuccini d’Empoli, e lo rogò ser Domenico d’Antonio Corsi, notaio da Empoli; fu rogato nel convento de’ Cappuccini; ma ne rogò un altro di poi ser Biagio del Vivo l’anno 1745.

1391 – Caterina, moglie di Andrea Sesti di Gambassi, era nipote di Marsilia Maffei, moglie di Ercole Figlinesi; vedi la tavoletta K a c. 9.

1392 – Ceseri Garnbacorta, nobil pisano, ebbe per moglie una figlia d’Ercole Figli-

nesi e di Marsilia Maffei, abitanti tutti a Gambassi; vedi la tavoletta K a c. 19.

1393 – L’Arrighi, nobil fiorentino, fu parente de’ Figlinesi; vedi la tavoletta K a c. 74, et a c. 140.

1394 – Marsilia di Iacopo di Guasparri di Iacopo Maffei fu moglie di messer Ercole Figlinesi, a c. 41.

1395 – Prete Antonio Domenico Sorelli d’Empoli, cappellano della Collegiata, detto Pisellino.

1396 – Prete Giuseppe Monaldi d’Empoli, detto il Ciegia.

1397 – Il canonico Antonio Michelucci, detto Monsù Pesino.

1398 – Ricordo come l’anno 1744 fu ordinato dal duca Francesco di Lorena, Gran Duca di Toscana, con suo motuproprio, che in avvenire non siano ammessi Cavalieri di Commenda nella Religione di S. Stefano di Pisa, se non mettono in commenda per dieci mila scudi di fondo; e se non hanno oltre a ciò altri dieci mila scudi di fondo di stato libero; e che i Cavalieri di Commenda, che di presente sono investiti della Croce di S. Stefano, se non hanno la commenda di tal fondo di diecimila scudi e di più altri diecimila scudi di stato libero, devino esser cavalieri fino che essi viveranno; e doppo la loro morte resti sospesa la Croce ai successori; cioè non passino farsi cavalieri se non averanno le suddette condizioni, ma solo devino godere la commenda tale quale è, senza poter prendere la Croce e senza godere privilegio alcuno; e, terminata la descendenza masculina dei chiamati di quella casa o famiglia, deva ritornare libera detta Commenda alla Religione di detti Cavalieri di S. Stefano. E tanto dissero alla Cancelleria di detta Religione in Firenze, e che devonsi ristampare i capitoli di essa Religione et inservirvi tale ordine e motuproprio di S. A. R., come sopra.

1399 – Tempo di Michele di Porro, alias Cittadella, morì a dì 19 gennaio 1523; sepolto nella Pieve d’Empoli.

1400 – Il Cieco di Gambassi, scultore celeberrimo, si nominava Giovanni Gonnelli; la di lui vita viene descritta dal Torsellino gesuita; cioè Orazio Tursellino o Torsellino gesuita; Giorgio Vasari.

1401 – Francesco, figliolo di Lessandro di Gregorio Cambi, detto Carbone.

1402 – A dì 11 agosto 1734, Maria Angela figlia del già Antonio Giugni detto Falterone, e moglie di Gio. Batista di Lorenzo manescalco, essendo ella di anni quarantacinque in circa, essendo stata ferita con spada nel petto in via del Giglio, sulla cantonata del Palazzo del Gran Duca, dirimpetto alla casa di Giuseppe Galli, da Niccolaio di Giovanni Fontani, marito di una di lei nipote, il quale aveva avuto disparere con la medesima, et immediatamente cascata in terra e persa la favella, chiamato il curato e ritrovatala che non dava segno alcuno, non di meno gli fu data più volte l’assoluzione e di poi gli fu amministrato il Sacramento della estrema unzione e fattale la commendazione dell’anima, assistita fino all’ultimo; morì a ore ventiquattro e mezza, la sera del dì 11 suddetto. Fu poi condotta alla nostra Collegiata la mattina del dì 12 suddetto dai Fratelli della venerabil Compagnia di S. Andrea Apostolo, associata dal curato e da sette de’ nostri cappellani e sei cherici; e doppo le solite essequie, all’ora consueta, fu sepolta nella sepoltura di sua famiglia Tocci in detta nostra Chiesa.

1403 – A dì 26 dicembre 1567. In detto anno era rettore della Prioria di S. Antonio di Figline, Podesteria di Montaione, messer Rocco di Gio. Batista di Francesco Marchi da Montaione, quale la ottenne per sé.

1404 – Messer Michelangelo di Filippo Figlinesi da Montaione fece, il dì 12 ottobre 1531 il suo testamento, rogato da ser Niccolaio di Sebastiano Turchi da Montevarchi; intorno al qual testamento diedero il consiglio alle monache di Montaione, l’anno 1590, messer Giovanni Venturi e messer Giovanni Bonsi, avvocati fiorentini, nella causa che per dependenza di detto testamento verteva fra dette monache di Montaione e Pietro del Capitano Mariano Fanciullacci di Fucecchio; l’aggiustamento di tal pendenza fu rogato l’anno 1590 e 1591, salvo errore, da ser Guerra Montoni, notaro pubblico fiorentino.

1405 – Caterina di Niccolò Barni, servigiale delle Monache Nuove, terziaria di S. Domenico, morì il di 17 dicembre 1744, a ore tre e mezza di notte; et il dì 18 detto fu sepolta nella chiesa delle dette monache, e fece l’sequie il curato Francesco Bucalossi; e diedero la quarta all’Opera.

1406 – L’anno 1578 era ministro del Riscontro alle Gabelle de’ Contratti in Firenze un tale Petrus Amatirius Figlinesi.

1407 – Ricordo come prete Bernardo di Mario Nardi da Empoli fu canonico fesulano e cappellano della Cappella dell’Assunta di S. Maria del Fiore, nel 1559, posta sull’Altare maggiore della Metropolitana fiorentina, di padronato e data dai Niccolini di Firenze, marchesi di Ponsacco.

1408 – In «Historia Monasterij Sancti Michaelis de Passiniano, Ordinis Vallisumbrosanj » ita apparet, a c. 307 et a c. 37 et a c. 39:

« Kadulus, Comes Emporij, et Burginovi, Monasterij Sancti Salvatoris, et Sanctae Mariae Ficicli Fundator fuit ».Ibi, a c. 39:

« Kadulus porro Monasterium Sancti Salvatoris, et Sanctae Mariae de Ficiclo aedificavit ac dotavit; et quamvis dotationis huiusmodi Instrumentum ad manus nostras non pervenerit, attamen multa illi contulisse discimus ex Bulla Honorij Tertij Summi Pontificis; et ex privilegio Frederici Secundi Imperatoris, quae paulo inferius referemus; Lotharius eius filius, Patris pietatem liberalitatemque aemulatus, valde etiam superavit, ut videre possumus in his nondubiis Instrumentis, in quibus Pietas, eiusque recensita liberalitas commendatur Bulla Honorij Tertij de anno Millesimo ». Item, a c. 39 legitur ut infra:

« Haec est Copia exemplar sive Transumptum quorumdam Contractuum Donationum, Privilegiorum, tam Romanorum Pontificum quam et Imperatorum ad favorem Monasterij et Abbatum Sancti Salvatoris de Ficeclo, et Sanctae Mariae de Burgonovo, et aliorum Locorum piorum existentium in eodem Castro Ficecli vel eius districtu, contra etc.; quae quidem Donationes et privilegia ad praesens custodiuntur per dictas Reverendas Abbatissam et Moniales Sanctae Clarae de Civitate Luca; multisque fasciculis compertis ex Carta papyri alligantur; et in fasciculo signato foris Numero primo est infrascripta Donatio; cuius quidem exemplum Transumptum et Tenor talis est, videlicet ».

1409 – Il Capitolo d’Empoli ha l’obbligo annuo perpetuo di messe ventuna per Guglielmo di Bernardo Adimari; l’anno 1735 lo sodisfece il dì 30 aprile.

1410 – Il Capitolo suddetto ha l’obbligo come sopra di messe venticinque l’anno in perpetuo per Giovan Filippo Capacci; e l’anno 1745 si sodisfece il dì cinque maggio 1745.

1411 – Il canonico Antonio del già Giuseppe Cavalli d’Empoli, quale morì il dì 14 aprile 1664 in età d’anni 41. In Empoli aveva egli avuto il canonicato del già messer Andrea di Cosimo di Giovanni Sandonnini; e quando ottenne detto canonicato, che fu l’anno 1648, era egli in Governo in quel di Roma, a tempo di Innocenzio decimo, come appare al Libro de’ Morti dell’Opera d’Empoli dell’anno 1648, ove è registrata la morte del sopradetto canonico Andrea di Cosimo di Giovanni Sandonnini, al quale dice, in detto libro, che gli successe nel canonicato messer Antonio di Giuseppe d’Antonio Cavalli d’Empoli, quale in detto tempo era in Governo nello Stato di Roma; detto Cavalli era dottor di legge.

1412 – Messer Giuliano di Batista Mugnaini da Empoli, l’anno 1600, ebbe il canonicato d’Empoli per renunzia di messer Biagio di Francesco di Biagio Baroni da Puntormo; e detto messer Giuliano di Batista Mugnaini morì in detto anno 1600, mentre era Governatore della Città di Nepi nello Stato Romano, et ivi fu sepolto.

1413 – Il testamento di ser Michelangelo di Pippo da Montaione, cioè di prete Michelangelo di Filippo Figlinesi da Montaione, quale fu fatto il dì 12 ottobre 1531, credesi fusse rogato da ser Niccolaio di Sebastiano Turchi da Monte Varchi, quale rogò dall’anno 1513 all’anno 1553; o si vero da Niccolaio di Sebastiano Ristori da Cortona, quale rogò dall’anno 1532 all’anno 1540, poiché di questi due notari si tro-

vono i protocolli all’Archivio di Firenze; ma di ser Niccolaio di Sebastiano Ruradi o Runadi non vi sono; però si riscontrino i protocolli de’ testamenti rogati dai suddetti ser Niccolaio di Sebastiano Turchi da Montevarchi, o di ser Niccolaio di Bastiano Ristori da Cortona, per trovar detto testamento; ché in uno di essi due vi sarà, e, più probabilmente in quello di ser Niccolaio di Sebastiano Turchi da Monte Varchi, perché esso rogò dal 1513 all’anno 1553.

Il detto testamento sarà probabilmente enunciato nel contratto di quietanza che fecero le monache di Montaione come legatarie di detto prete Michelangelo, Figlinesi a Pietro del Capitano Mariano Fanciullacci di Fucecchio, come erede di detto prete Michelangelo; qual contratto di quietanza fu rogato il dì 27 luglio 1591 da ser Guerra Montani dalla Rocca a S. Casciano, allora abitante a Montaione.

1414 – La donazione che fece donna Elisa, figliola fu di Bartolommeo di Francesco de’ Nobili di Montaione, al Capitano Girolamo e Leonardo Ghettini, con patto che quando fussero le monache nel Monastero a Montaione del pezzo di terra ove è situato detto monastero, sarà probabilmente emmciata nel contratto che fu fatto quando Tommaso Ghettini, figliolo di detto Leonardo in suo nome e de’ fratelli, e del Capitano Girolamo suo zio, il dì 21 novembre 1568, consegnò a dette monache detto pezzo di terra; di che se ne rogò ser Costantino di Giulio di Biagio di Salvadore Mannaioni da Montaione.

1415 – La casa di Bartolommeo di Francesco de’ Nobili da Montaione fu quella in oggi cognominata il Palazzo, fuori di Montaione per andare alla SS. Annunziata, quale fu lassata poi da Aurelio Tuti a Gio. Batista Gamucci, fabbro a Montaione, et a prete Pietro e ser Francesco, figlioli di detto Gio. Batista Gamucci.

1416 – L’anno 1599, il dì 16 novembre, viveva prete Pasquale del già Alberto Rossetti d’Empoli, rettore della Cappella di S. Antonio Abate della Pieve di Cerreto Guidi.

1417 – La donazione del padronato della Cappella di S. Antonio Abate nella Pieve di Cerreto Guidi fu fatta il dì 14 febbraio 1599 da Francesco d’Antonio di Niccolaio Allegri di Cerreto Guidi ad Antonio di Batista de’ Furlani di Cerreto Guidi per sé, suoi eredi et pro una tantum vice praesentandi rectorem; rogò detta donazione ser Vincenzio del già ser Sebastiano Viviani, della Terra di S. Miniato, notaro pubblico fiorentino, e fu fatta con l’intervento del Vicario generale del Vescovo di Lucca.

1418 – A dì 28 maggio, il Capitolo d’Empoli ha un ufizio di messe 20 per Dianora Zeffi in nostra [Chiesa]; fa detto Capitolo.

1419 – A dì primo giugno 1745 si satisfece ad un ufizio perpetuo di messe 25 per Bastiano di Filippo Capacci da Empoli; fa il Capitolo.

1420 – A dì 2 giugno 1745, il Capitolo fece l’ufizio annuo perpetuo di messe 30 che deve far detto Capitolo per messer Bastiano Marchetti, quale fu canonico di Empoli e morì, detto messer Bastiano di Lorenzo di Matteo di Luca di Marco Marchetti da Puntormo, l’anno 1591.

1421 – A dì 15 maggio 1745. Ricordo come fu esiliato fuori dello Stato di S. A. R. Tommaso Lucattelli fiorentino, segretario in Firenze delle Regie Finanze di S. A. R., per aver commesso manopolij; e fu processato alli Otto; ed era fratello di Maria Maddalena Lucattelli, moglie di Pasquale di Lorenzo Romagnoli d’Empoli.

1422 – Il Capitolo ha l’obbligo perpetuo di messe 18 per Alessandro di Piero Sandonnini e suoi defunti, con messa cantata di requie, cioè ufizio di messe 18, stato fatto 25 giugno 1745; fa detto Capitolo.

1423 – Il canonico Andrea Giacchini ha un ufizio di messe trenta; fanno gli eredi; perpetuo; satisfatto l’anno 1745, a dì 26 giugno.

1424 – Il Cavaliere di Malta Ginori lassò la Croce, e prese clandestinamente una Cellini, di Quaresima 1744/5 [lèggi: 1745].

1425 – A dì 9 luglio, si fece l’ufizio di messe trenta per messer Ottavio Giacchini; fanno gli eredi.

1426 – A dì 12 detto, fecero un ufizio di messe 18 per Giuliano Galli: fa il Capitolo.

1427 – A dì 13 detto, ufizio di messe 30 per Lucrezia Berti Aratai d’Empoli, vedova di un Nuti di Portoferraio.

1428 – Prete Leonardo del già Leonardo Galli * * * * rifiutò l’eredità del padre.

1429 – A dì 14 detto, uno dei 4 ufizi perpetui di messe trenta per l’anima del Tenente Filippo Pancetti; fanno i sigg.ri Ridolfi, suoi eredi.

1430 – A dì 17 luglio, ufizio di messe 18 per Giovan Pietro Giacchini; fa il Capitolo. Fu Vescovo di Bona.

1431 – A dì 20 luglio, si fece un ufizio di messe 22 per messer Francesco di Buto, già nostro canonico; fa il Capitolo.

1432 – A dì 22 luglio detto, ufizio di messe trenta per Niccolò di Maso detto Pezzuolo; fa il Capitolo.

1433 – A dì 23, ufizio di messe trenta per Francesco Galli; fanno gli eredi.

1434 – A dì 24 detto, obligo di messe 8 per Matteo di Benozzo Federighi; fa il Capitolo.

1435 – Obligo di 4 [messe] per maestro Piero da Serazana; fa il Capitolo.

1436 – A dì 25 luglio 1745, obligo di messe 12 per Anton Falagiani fanno gli eredi.

1437 – A dì 27 detto, ufizio di messe 18 per Maria Maddalena di Filippo Giubbilei; fa il Capitolo.

1438 – Circa l’anno 1676, abitava la casa della Compagnia di S. Andrea in via delli Asini, allato alla casa dello Scarlini, una donna forestiera di male affare, cognominata Minchioncella. Et in detta casa vi praticava un birro cognominato Cispiettone; ove una sera, capitatovi il suo Bargello di Dogana, e trovato da detto Bargello detto Cispiettone rimpiattato in uno stanzino, detto Cispiettone tirò una pistolettata o fusse archibusata a detto Bargello, e lo colpì solamente nel cappello. Onde detto Bargello mandò detto suo cappello alla SS. Annunziata di Firenze, ove vedesi tuttavia nel cortile fra i voti, a mano manca dalla porta. Detta Minchioncella aveva con lei una ragazza.

1439 – A dì 29 luglio, ufizio di messe 18 per Caterina d’Antonio Maniardi, moglie di Iacopo Giaiacopi; fa il Capitolo.

1440 – A dì 30 detto, ufizio di messe trenta per la sig.ra Lessandra Celli, vedova del già Pier Lorenzo Ricci; fanno gli eredi.

1441 – A dì 31 detto, ufizio di messe 30 per Girolamo di Pier Lorenzo Ricci; fanno gli eredi.

1442 – A dì 2 agosto, ufizio di messe 20 per messer Francesco d’Agnolo Papi; fa il Capitolo.

1443 – A dì 3 detto, ufizio di messe 30 per maestro Antonio Mainardi; fa il Capitolo.

1444 – A dì 7 agosto, festa di messe 7 di S. Donato per messer Giovanni Greti; fa il Capitolo.

1445 – A dì 9 detto, obligo di messe 13 per il sig. Fabio Guiducci di Spicchio; fa il Capitolo.

1446 – A dì 12 detto, ufizio di messe 18 per il cavaliere Alessandro Giomi; fa il Capitolo.

1447 – A dì 13 detto, ufizio di messe 18 per Gio. Batista Panini; fa il capitolo.

1448 – A dì 15 detto, obligo di messe tredici, secondo l’intenzione dell’arciprete Bonsignori; fanno gli eredi.

1449 – A dì 16 detto, obligo di messe 6 all’Oratorio di S. Rocco per l’Arciprete Bonsignori; fanno gli eredi.

1450 – A dì 18 detto, ufizio di messe 24 per Zanobi Santini; fa l’Opera.

1451 – Luca, detto Catenaccio, figliolo di Andrea Nacci detto Baloccone . . . detto Nacci detto Meluzze.

1452 – A dì 20 agosto, ofizio di messe 30 per Niccolò di Maso detto Pezzuolo; fa il Capitolo; e nella Pieve di Cerreto messe tre per messer Rinaldo Piccini, e due messe di gennaio in detta pieve.

1453 – A dì 24 detto, festa di tutti i nostri preti; fa il Capitolo per messer Bartolommeo Bargi da Cortenuova, già nostro canonico, e pievano di Capraia; fa il Capitolo.

1454 – A dì 27 agosto, ufizio di messe 15; fa il Capitolo per messer Gio. Maria di Micho Michi da Spicchio.

1455:- Madonna Taddea Capacci, vedova lassata da Lorenzo Marchetti d’Empoli; fece il suo testamento il dì diciotto novembre 1593, rogato da ser Bastiano di Simone Civi da Montevetturini di Valdinievole, et allora Cancelliere della Comunità d’Empoli. Tutto per ricordo . .

1456 – A dì 28 agosto, obligo di messe sei per madonna Betta di Mellone; fa il Capitolo; e obligo di messe otto per messer Duccio Chilai; fa il Capitolo.

1457 – A dì 29 detto, obligo di messe 6 per messer Bastiano Coccoli; fa il Capitolo.

1458 – A dì detto, obligo di messe 8 per madonna Mattea Donati; fa il Capitolo.

1459 – A dì detto, obligo di messe 8 per messer Duccio Chilai.

1460 – A dì 30 agosto detto, ofizio di messe 18 per il rev.do sig. Giuliano del Bianco; fu cappellano della Concezione e poi canonico.

1461 – A dì 31 detto, ufizio di messe 13 per Antonio Falagiani; fa il Capitolo.

1462 – A dì primo settembre 1745, ufizio di messe 30 per madonna Taddea Marchetti; fa il Capitolo.

1463 – A dì 3 settembre 1745, ufizio di messe 20 per messer Benedetto Spiritelli; fa il cappellano della sua Cappella.

1464 – A dì 4 detto, ufizio di messe 18 Per Domenico di Iacopo Sandonnini; fa il Capitolo.

1465 – A dì 6 detto, ufizio di messe 30 per Vincenzio di Giuliano Conti, detto il Potta; fa la Compagnia di S. Andrea.

1466 – A dì 9 detto, ufizio di messe 9 per Giovanni Ficarelli; fa il Capitolo.

1467 – A dì 11 detto, ufizio di messe 18 per messer Pietro Sandonnini; fa il Capitolo.

1468 – A dì 20 settembre, obligo di messe 20 per Tommaso di Bandino Guiducci; fa il Capitolo.

1469 – A dì 22 settembre detto, ufizio di messe 30 per il sig. dott. Antonio Niccolaio di Pier Lorenzo Ricci; fa il Capitolo.

1470 – A dì 23 settembre, ufizio di messe 20 in S. Agostino per Giuseppe Zeffi; fa il Capitolo.

1471 – A dì 5 ottobre, ufizio di messe 30 per il Tenente Filippo Pancetti; fanno i Ridolfi, eredi del detto Pancetti.

1472 – La notte antecedente al dì 13 ottobre 1745, trovandosi al podere di Rignana del Bucalossi d’Empoli le due fanciulle figlie del già Lorenzo Bucalossi dal Ponte a Elsa e di poi abitante e morto fabbro in Borgo d’Empoli, cioè Beatrice e Anna Maria, a villeggiare a detto podere con un frate zoccolante, et ivi a dormire in una istessa stanza, ove erono due letti divisi l’uno dall’altro con un cortinaggio, rovinò il palco et andorono i due letti nella stalla di sotto con il detto frate e fanciulle, e si fracassorono. Era lettor filosofo, detto Pollo Cieco da Fusdinovo; frate Antonio Serafino da Fusdinovo; anzi fu il padre Fiesole zoccolante.

1473 – A dì 16 ottobre 1745, obligo di messe 9 per Gio. Batista Cella; fa il Capitolo.

1474 – A dì 17 ottobre detto, messe 10 per Bartolommeo di Conte; fa il Capitolo.

1475 – A dì detto, messe 8 per messer Duccio Chilai; fa il Capitolo.

1476 – A dì 20 detto, obligo di messe 3 per madonna dianora Brogiotti; fa il Capitolo; e obligo di messe 11 per Giuseppe Landi; fa il Capitolo.

1477 – A dì 25 detto, ufizio di messe 30 per Francesco Maniardi; fa il Capitolo.

1478 – A dì 26, ufizio di messe 30 per Porzia Scarlini; fanno gli eredi.

1479 – A dì 28, obligo di messe 12 per messer Michele Martini; fa il Capitolo.

1480 – A dì 29 detto, ufizio di messe 15 per Piero di Batista Sandonnini e suoi defunti; fa il Capitolo.

1481 – A dì 30 detto, ofizio di messe 18 per Lorenzo Milanesi, detto Rondine; fa il Capitolo.

1482 – A dì 4 novembre 1745, festa di tutti i nostri preti per il sig. Andrea Falagiani; fanno gli eredi; e messa cantata.

1483 – A dì 8, ufizio di messe 30 della reduzione delli oblighi del Capitolo.

1484 – A dì 9, ufizio di messe 30 per Vincenzio Lippi; fa il Capitolo.

1485 – A dì 10 detto, ufizio di messe 20 per Piero di Corso Adimari; fa il Capitolo.

1486 – A dì 12 detto, ofizio di tutti i nostri preti per Niccolò di Maso detto Pezzuolo; fa il Capitolo.

1487 – A dì detto, ufizio di messe 15 per messer Francesco Muletti; fa il Capitolo.

1488 – A dì 13 detto, ufizio di messe 18, secondo l’intenzione del canonico Sebastiano Sanesi; fa il Capitolo.

1489 – A dì detto, ufizio di messe 2 per Andrea Arrigucci; fa il Capitolo.

1490 – A dì 15 detto, ufizio di messe 30 per Filippo di Giuseppe Burali e Caterina Guardini, sua madre; fa il Capitolo.

1491 – A dì 17 novembre 1745, ufizio di messe 30 coi moccoli per messer Giovanni Malepa, nostro Pievano; fa il Capitolo e dà tre crazie per prete in mano.

1492 – A dì 19 detto, ufizio di messe 18 per il canonico Andrea Giubbilei; fa il Capitolo.

1493 – A dì 22 novembre detto, ufizio di messe 30 per il sig. canonico Giuliano del quondam Sebastiano Vanghetti; fanno gli eredi.

1494 – A dì 24 detto, ufizio di messe 30 per il decano Giorgio Ticciati; fanno gli eredi.

1495 – A dì 25 detto, ufizio di messe 18 per Maria di Filippo Giubbilei; fa il Capitolo.

1496 – A dì 4 dicembre 1745, ufizio di messe 30 per madonna Felice Grazzini; fa il Capitolo.

1497 – A dì detto,  di messe 20 per Piero di Alessio Ruminelli; fa il Capitolo.

1498 – A dì 11 dicembre, ufizio di messe 18 per Domenico Stasi, cordaio a Empoli, ma napoletano; fa il Capitolo.

1499 – A dì detto, ufizio di messe 18 per il cavalier Giomi; fa il Capitolo.

1500 – A dì 12 detto, ufizio di messe 30, e detto ufizio solenne, per Giovanni di Lapino del Sere da Empoli, morto speziale a Prato.

1501 – A dì 24 dicembre, festa di messe 30 per messer Giuseppe Grazzini; fa il Capitolo.

1502 – A dì 26, una messa cantata; fa la Compagnia di S. Lorenzo.

1503 – A dì 27, una messa cantata e quattro piane per Antonio Mainardi; fa il Capitolo.

1504 – A dì 28, obligo di messe 2 per Agnoletta Bertolucci; fa il Capitolo.

1505 – A dì 29 dicembre, obligo di messe 5 per madonna Maddalena Lupacchini; fa il Capitolo. Obligo di messe una per Simone Bollini; fa il Capitolo; e festa di messe 3 per Giuseppe di Girolamo del Riccio; fa il Capitolo.

1506 – A dì 30 dicembre, messe 2 per Piero Giachini; messe 4 per Giano Gherardi; messe 6 per Giuliano Conti; e messe 6 per Antonio di Lungo; fa tutte il Capitolo.

1507 – A dì primo gennaio 1745, messe 24 per messer Durante Sandonnini; fa il Capitolo.

1508 – A dì 5, messe 6 per Pier Francesco Mugnaini; fa il Capitolo.

1509 – A dì 11 detto, obligo di messe 20 per Antonio di Guiduccio; fa il Capitolo.

1510 – A dì 12, obligo di messe 9 per Lodovico Adimari; fa il Capitolo.

1511 – A dì detto, obligo di messe 8 per il sig. Giovanni Malepa; fa il Capitolo.

1512 – A dì 14 detto, messe 2 per monsignor Giachini; messe 3 per Giorgio di Niccolò; messe 3 per Giovaxmi, fattore delli Innocenti; messe 6 per Zanobi Tani; messe 3 per Alessandro Giomi; messe 7 per messer Giovanni di Greti; fa tutte il Capitolo.

1513 – A dì 15, ufizio di messe 30 per il Tenente Filippo Pancetti; fanno i Ridolfi, eredi.

1514 – A dì 20, obligo di messe 16 per messer Baldassarre Luparelli; fa il Capitolo.

1515 – A dì 21 detto, ufizio di messe 30 per Mariotto Capacci; fa il Capitolo.

1516 – A dì 22 detto, uffizio di messe 18 dell’arciprete Andrea Polidori; fa il Capitolo; ofizio di messe 20 per Simone di messere Iacopo; fa il Capitoloj e messe 16 al Monastero Vecchio per la Carrai; fa detto monastero.

1517. – A dì 26 gennaio, ufizio di tutti i nostri preti per messer Bindo Paglia, già nostro Piovano; si dà in mano tre soldi et al Proposto sei soldi.

1518 – A dì 27 detto, ofizio di messe 18 per Michele Mostardini da S. Quirico; fa il Capitolo.

1519 – A dì 30 gennaio detto, obligo di messe 20 per Maddalena di Bastiano Morandi o Moradei; fa il Capitolo.

1520 – A dì 31 detto, ufizio di messe 24 per Tommaso di Goro; fa il Capitolo.

1521 – A dì detto, obligo di messe 17 per ser Tommaso di Piero del Riccio; fanno gli eredi.

1522 – A dì primo ferraio 1745, ufizio di messe 30 per il sig. cavaliere Alessandro Giomi; fanno gli eredi.

1523 – Il Monastero di S. Verdiana in Firenze fu fondato da ser Niccolò di Bonagiunta da Castel Fiorentino.

1524. – Il dì 31 gennaio, furono in S. Agostino messe 5 per madonna Maria di Piero del Fiore, che di esse 3 [i] frati e 2 [i] preti; pagò il Capitolo tutte e 5.

1525 – A dì 4 febbraio, ufizio di messe 30 per prete Domenico Mainardi; fa il Capitolo e dà lire 5 per migliaccio. Et obligo di messe 6 per Iacopo di Niccolò dell’Empoli; fa il Capitolo.

1526 – A dì 7, ufizio di messe 30 per Francesco Galli; fanno gli eredi.

1527 – A dì 8, ufizio di messe 27, secondo l’intenzione del già sig. Leonardo di Pier Lorenzo Ricci; fa il Capitolo, a lire una per messa.

1528 – A dì 10 febbraio, ofizio di messe 30; fa il Capitolo per Virginia e Dimitilla Soldi.

1529 – A dì 12 detto, ofizio di messe 13 per Lisabetta Celli; fa il Capitolo.

1530 – A dì 14, ufizio di messe 30 per Leonardo Galli; fanno gli eredi.

1531 – A dì 17 febbraio, obbligo di messe **** Giulio Crociati; fa il Capitolo; obligo di messe 5 per madonna Porzia Gori; fa il Capitolo; obligo di messe 9 per Maddalena Scardigli; fa il Capitolo.

1532 – A dì 18 detto, obligo di messe 8 per madonna Piera Ferrini; fa il Capitolo; obligo di messe 16 per Antonio di Andrea; fa il Capitolo.

1533 – A dì 19 detto, ufizio di messe 30 per Agnoletta Bartolucci; fa il Capitolo.

1534 – A dì 25 febbraio, obligo di messe 2 per Niccolò di Luca; fa il Capitolo; obligo di messe 17 per Piero Giachini.

1535 – A dì 26 febbraio, obligo di messe 4 per Maria d’Antonio, detto l’Empolese; obligo di messe 10 per maestro Piero e madonna Lisabetta; obligo di messe 6 per Tommaso di Goro; fa tutte il Capitolo.

1536 – A dì 3 marzo 1745, ufizio di messe 9 per il dottor Gio. Francesco Patani, medico d’Empoli.

1537 – Il dì 2 detto, fu ufizio di messe 20 per Chiara Brogiotti; fa il Capitolo; et obligo di messe 8 per Duccio Chilai; fa il Capitolo, de’ quali 4 [i] frati di S. Agostino.

1538 – A dì 6 marzo detto, obligo di messe 10 per messer Giovanni Nannerini; obligo di messe 4 per messer Francesco Lotti; et obligo di messe 12 per messer Francesco Castellani; fa tutte il Capitolo.

1539 – A dì 9 detto, obligo di messe 10 per Piero di Matteo; e obligo di messe 17 per Filippa Moretti; fa tutte il Capitolo.

1540 – A dì 10 detto, ufizio di messe 21 per Guglielmo Adimari; fa il Capitolo.

1541 – A dì 11 detto, ufizio di messe 30 per il sig. Proposto Sebastiano Tani; fa il Capitolo.

1542 – A dì 11 marzo 1745, a ore 22 e mezzo in circa, fu bastonato al convento di S. Agostino il prete Bartolommeo Romagnoli dal Tenente Francesco di Girolamo Ricci.

1543 – A dì 28 marzo 1746, ufizio di messe 25 per Gio. Filippo Capacci; fa il Capitolo.

1544 – A dì 29 detto, ufizio di messe 5 per Lessandra, detta la Dannata; fa il Capitolo.

1545 – A dì primo aprile 1746, obligo di messe 11 al Monastero Vecchio per la Madonna de’ Dolori per il sig. Gio. Batista Cella; fa il Capitolo.

1546 – A dì 3 detto, obligo di messe 19 per la famiglia Mugnaini; fa il Capitolo. Il dì 25 marzo, fu un altro obligo di messe 6 per la festa della SS. Annunziata per la famiglia Mugnaini; fa il Capitolo.

1547 – A dì 5 detto, mercoledì santo, obligo di messe 19 per messer Matteo Mazzucchi; fa il Capitolo.

1548 – A dì 6 detto, obligo di messe 5 per Matteo di Cesare; et obligo di messe 8 per Duccio Chilai; fa tutte il Capitolo.

1549 – A Cerreto Guidi, al podere di Gugnani del Capitolo di Prato, in quest’anno 1746 vi stanno per contadini Filippo e Lorenzo Rossetti; et al podere di Ghianduccio del Gaddi vi stanno Tommaso e Francesco Rossetti, loro cugini; et in Cerreto Guidi vi sta Gio. Domenico Rossetti, fratello di detti Tommaso e Francesco Rossetti, quale è spedaliere e fa il ciabattino, et ha due figlioli ciabattini.

Un altro Rossetti ciabattino sta a Fucecchio.

Un’altra famiglia Rossetti sta a S. Baronto, e sono contadini di quel paroco, e sono tre fratelli, cioè Bartolommeo, Domenico e Giuseppe; e sono parenti de’ sopradetti.

Un’altra famiglia ne è a Castel Martini.

Un’altra famiglia ne è a Cecina, et uno di questi è magnano, e sta a Bassa, ove vi prese moglie.

1550 – A dì 21 aprile 1746, ufizio di messe 30 per Vincenzio Lippi; fa il Capitolo.

1551 – A dì 22 detto, ufizio di messe 20 per Giovanni Fensi; fa il Capitolo; e ufizio di messe 20 per Tommaso Zeffi in S. Agostino, che 10 ne dicono i frati; fa il Capitolo.

1552 – A dì 23, ufizio di messe 20 per Maria di Tommaso Zeffi in S. Agostino, che 10 di esse dicono i frati; e ufizio di messe 2 per Tommaso Zeffi in Chiesa nostra; fa tutte il Capitolo.

1553 – A dì 25 detto, messe 4 di S. Marco; fa l’Opera; et a dì detto, messe 15 per madonna Lucrezia Giampieri; fa il Capitolo; lassò lei e la sorella, dette le Bonde, la loro casa che comprò il dottor Masantini in via del Giglio.

1554 – A dì 26 detto, ufizio di messe 18 per il sig. Proposto Cosimo Bartoli; fa il Capitolo; e una messa solenne di requie in carità per il sig. Proposto Achille Albergotti.

1555 – A dì 27, ufizio di messe 8 per Gio. Francesco Ricci; fa il Capitano Ricci.

1556 – A dì 28 detto, ufizio di messe 4 per Tommaso Panizzi milanese; fa il Capitolo.

1557 – A dì 29, ufizio di messe 20 per Dianora Zeffi nella Chiesa di S. Agostino.

1558 – A dì 30, ufizio di messe 27 per il rev.do messer Domenico Tesi; fa il Capitolo.

1559 – A dì 2 maggio, ufizio di messe 20 per Barbera Mazzucchi; fa il Capitolo.

1560 – A dì 4, ufizio di messe 30 per la sig.ra Caterina Giubbilei; fa il Capitolo.

1561 – A dì detto, messe 4 per il rev.do messer Giovanni di Luca nella Chiesa di Pontormo, che di essa una ne dice il priore.

1562 – A dì 5 detto, ufizio di messe 30 per il sig. canonico Andrea Giachini; fanno gli eredi.

1563 – A dì 7 detto, ufizio di messe 30 per il sig. Leonardo Celli; fanno gli eredi.

1564 – A dì 10, ufizio di messe 30 per il canonico Ottavio Giacchini; fanno gli eredi.

1565 – A dì 11 detto, obligo di messe otto per Puccio Agostini; fa il Capitolo.

1566 – A dì 13 detto, ufizio di messe 25 per Bastiaro Capacci; fa il Capitolo.

1567 – A dì 9 maggio 1746, gli esecutori dell’eredità del sig. dottor Giuseppe di Marco del Papa d’Empoli diedero principio a fabbricare lo Spedale sul bastione della Fortezza d’Empoli.

1568 – A dì 14, ufizio di messe 30 per il molto rev.do messer Bastiano Marchetti; fa il Capitolo.

1569 – A dì 10 maggio 1746, in martedì sera, morì a Montaione Michele del già Dalmazio Mannaioni, detto Michelone.

1570 – A dì 16 maggio, obligo di messe 10 per Frediano di Niccolò; fa il Capitolo.

1571 – A dì 17 detto, obligo di messe 6 per Maddalena di Tura; obligo di messe 6 per Piero Gostagli; et obligo di messe 6 per madonna Checca; fa tutte la Compagnia di S. Andrea.

1572 – A dì detto, obligo di messe 4 per Boninsegna Cicciaporci; fa il Capitolo.

1573 – A dì 18 detto, obligo di messe tredici per il sig. Fabio Guiducci; fa il Capitolo; e obligo di messe dodici per Antonio Zerotti [?]; fa il Capitolo.

1574 – A dì 18 maggio 1746, giorno di S. Felice Cappuccino e vigilia dell’Ascensione, a ore dodici e mezzo, io decano Ercole Vittorio Figlinesi benedii sul bastione d’Empoli il fondamento dello Spedale del dottor Giuseppe del Papa, e vi gittai un Agnus Dei e del Lumen Christi, e cinque pietre piccole incisovi il SS. Nome di Gesù e di Maria.

1575 – A dì 19 maggio 1746, obligo di messe 16 per Simone Guiducci; fa il Capitolo.

1576 – A dì 20, obligo di messe 7 per messer Giovanni di Greti, pievano di S. Ansano, che fu il Malepa; obligo di messe 6 per madonna Betta di Mellone; obligo di messe 5 per messer Francesco da S. Donnino.

1577 – A dì 21 detto, obligo di messe 8 per Antonio di Francesco; fa il Capitolo.

1578 – A dì 22 detto, obligo di messe 11, compresavi la cantata, al Monastero Vecchio per il sig. Francesco Feroni; fa il Capitolo. Obligo di messe 5 per Rigo d’Orso in chiesa nostra; fa il Capitolo.

1579 – A dì 23 detto, ufizio di messe 12 per Antonio Ticciati; fa il Capitolo; et obligo di messe 8 per Mattea Donati; fa il Capitolo.

1580 – A dì 26 detto, ufizio di messe 30 per Francesco Galli; fanno gli eredi.

1581 – A dì 28 detto, obbligo di messe 30 per Ginevra Buscagli; fa il Capitolo.

1582 – A dì 29 detto, obligo di messe 21 per messer Giuseppe Braccini; fa il Capitolo.

1583 – A dì 31 detto, obligo di messe 13 in onore di S. Filippo Neri; fa il Capitolo per il già sig. canonico Antonio Mariano Garinei.

1584 – A dì 2 giugno, obligo di messe 20 per madonna Margherita Galli; fa la Compagnia di S. Lorenzo.

1585 – A dì 3 detto, messe 90 per Margherita di Gio. Batista Lapi; fa il Gobbo, prete Anton Domenico Baldi.

1586 – La famiglia e descendenza di Pietro del Capitano Mariano Fanciullacci di Fucecchio, stata erede di prete Michelangelo di Filippo Figlinesi da Montaione, come per suo testamento rogato il dì 12 ottobre 1531 da ser Niccolaio di Sebastiano Turchi da Montevarchi, è finita, detta descendenza de’ sopradetti Fanciullacci di Fucecchio; e di essa ne fu erede una femmina di detti Fanciullacci, maritata in casa di un Franconi di Pistoia, abitante a Fucecchio; e di detti Franconi, un fratello ammazzò l’altro fratello, a Fucecchio, circa l’anno 1740. I detti Fanciullacci erono imparentati con detto messer Michelangelo di Filippo Figlinesi, e perciò detto prete Filippo [sic] gli fece suoi eredi.

1587 – Niccolaio di Pietro del Capitano Mariano Fanciullacci di Fucecchio fu marito di Alessandra di Giovanni Giomi da Empoli; e si sposò con essa il dì 26 febbraio 1606. E morì in mare il dì 7 maggio 1618, in una galera del Gran Duca di Toscana, quale dalla burrasca affondò; e vi affogorono il cavaliere Alessandro Giomi, di lui cognato, et altri nove empolesi; e fu la galera cognominata Santa Maria Maddalena, quale affondò dalla burrasca nel golfo di Leone.

1588 – A dì 18 giugno 1746, ufizio di messe 30 per Pier Lorenzo Ricci; fanno gli eredi Ricci.

1589 – A dì 20 detto, ufizio di messe 30 per Girolamo di Pier Lorenzo Ricci; fanno gli eredi.

1590 – A dì 21 detto, ufizio di messe 30 per la sig.ra Lessandra Celli, vedova del già sig. Pier Lorenzo Ricci; fanno gli eredi.

1591 – A dì 22 giugno detto, ufizio di messe 30 per Porzia Scarlini; fanno gli eredi.

1592 – A dì primo luglio 1746, ufizio di messe 17 per il dottor Pietro Contri; fa il Capitolo.

1593 – A dì 4 luglio 1745, obligo di messe 15 per Piero del Calustra; fa lo Spedale delli Innocenti, quale paga lire 12.

1594 – A dì 5 detto, ufizio di messe 3 per Piero di Tommaso Giubbilei; fa il Capitolo: et ufizio di messe 18 per Alessandro di Piero Sandonnini; fa il Capitolo.

1595 – A dì 6 detto, ufizio di messe 30 per il Tenente Filippo Pancetti; fanno gli eredi Ridolfi di Firenze.

1596 – A dì 7, ufizio di messe 18 per il cavaliere Alessandro Giomi; fa il Capitolo.

1597 – A dì 8 detto, ufizio di messe 35 per madonna Verde; fa il Capitolo; e messe 30 per Taddea Capacci al Monastero Vecchio; fa detto.

1598 – A dì 9 detto, ufizio di messe 18 per Giovan Piero Giachini; fa il Capitolo.

1599 – A dì 22 maggio 1746, Ugone di Alessandro di Lorenzo Gambaccini e di Maria Angela di Giuseppe Galli, circa l’ore due di notte, fu ammazzato a Pontedera in casa propria da Bastiano Galli, suo servitore; quale servitore era di circa anni 20; e detto servitore ammazzò prima la propria madre con un coltello; la quale era serva di detto Gambaccini; e scappò in chiesa., di dove fu cavato dalla Giustizia e poi rimessovi e poi ricavato e condotto nelle carceri di Vicopisano; e poi condotto a Firenze, ove il dì 20 dicembre 1747 gli fu sulle forche tagliata una mano e la testa, sulle forche.

1600 – A dì 11 luglio, ufizio di messe 18 per Francesco Gori e suoi defunti; fa il Capitolo.

1601 – A dì 12 detto, ufizio di messe 13 per Vincenzio Contri, detto Gozzetta, merciaio e marito di Margherita Bigalli, servigiale delle Monache Vecchie; fa il Capitolo.

1602 – A dì 14 luglio, ufizio di messe 30 per la sig.ra Lucrezia Berti***; fa il Capitolo.

1603 – A dì 16 detto, festa di messe 8 per messer Duccio Chilai; fa il Capitolo; e festa di messe 9 per Gio. Filippo Capacci; fanno gl’eredi.

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