Borbone, vi dico subito, nel mio caso non ha niente a che vedere né con la Famiglia Borbone, né con i vari Borboni regnanti che conosciamo. Premesso questo, lasciate anche che cominci a trascrivervi, intanto, i pochi seguenti, sconosciuti versi, tuttavia abbastanza noti - almeno così capitava tempo addietro - ai miei coetanei empolesi. Poi cercherò di esser chiaro anche per voialtri amici non empolesi:
Pontorme e il Pozzo dell’osteria o de’ Francesi
Gli amici del Borgo Pontormese mi hanno sottoposto una foto d’epoca ove compare sulla destra un pozzo una volta esistente nella frazione di Pontorme in via Pontorme (sic) di fronte al civico 132, dove oggi c’è un muro di cinta continuo e pressi l’incrocio con la Via delle Mura sud. (foto tratta da GoogleMaps)
Secondo quanto mi è stato esposto il manufatto era chiamato “Pozzo dell’osteria” e risalente fino al Trecento, mentre a partire dall’Ottocento fu detto “Pozzo dei Francesi“.
Sulla denominazione
Preso dalla curiosità ho fatto alcuni riscontri sulle cartografie e mappe storiche, da cui ho rilevato che nella mappa del Popolo di San Martino a Pontorme redatta alla fine del Cinquecento[1] è documentata l’esistenza de “l’Osteria della botte“, la cui posizione sembra corrispondere con un edificio al civico 188 situato a pochi passi dal suddetto pozzo, sul lato opposto della strada.
Si può quindi presumere che il primo nome “pozzo dell’osteria” fosse strettamente correlato alla suddetta vicina osteria; sul fatto che poi si sia chiamato “pozzo dei Francesi” al momento non si hanno molti elementi su cui esprimersi, solamente uno di tipo indiziario: dalle cronache del notaio Lorenzo Righi, scritte tra il 1799 e 1801 è testimoniato che una truppa di circa trecento soldati napoleonici fossero di stanza qui a Pontorme pronti ad assaltare Empoli. Si tratta di un brandello indiziario ma insufficiente per avvalorare qualunque ipotesi.
Mappe e cartografie
Quello che trovo più interessante è la strettissima vicinanza, o probabilmente la sua posizione confinante con un’altro importante edificio esistente ancora oggi, ovvero lo Spedale di S. Maria Maddalena, che nella stessa mappa cinquecentesca sembra addirittura coincidere con la posizione del pozz; per una consultazione della mappa si rimanda alla pubblicazione “il territorio empolese nella seconda metà del XVI secolo” di L. Guerrini e W. Siemoni, pag 262.
L’edificio dello spedale potrebbe spaziare tra quelli attorno al civico 121. Nel Seicento lo spedale era di proprietà del Bigallo che possedeva anche l’altro spedale situato in loc. Pietrafitta oggi coincidente al numero civico 192 in via Carrucci a Empoli.
Nel 1584 l’edificio dello spedale è descritto come una casa con un pò di terra, ad un solo piano senza palco ma ben coperta e mattonata e con buon camino, con soli quattro posti letto (inutile sottolineare che col tempo l’edificio può aver subito modifiche sostanziali. [2]
Nel 1746 lo spedale pontormese fu ceduto all’incanto con decreto di Francesco I di Lorena per saldare i debiti del Bigallo, e successivamente fu trasformato in abitazioni.[3]Nelle mappe dei Consorzi idraulici di fine Settecento relative al territorio pontormese il pozzo non appare rappresentato.
Catasti
Nelle mappe e cartografie più recenti il pozzo non appare rappresentato nel Catasto Leopoldino del 1820, probabilmente in base alla rappresentazione cartografica e alla sua scala di rappresentazione, o semplicemente omesso perchè ritenuto non rilevante, come avvenuto per altri manufatti dell’epoca.
SCARICA LA MAPPA CATASTALE 1820 DI PONTORME
Piuttosto, questo pozzo viene correttamente rappresentato nel Catasto di Impianto del 1939, Foglio di mappa 3 particella 247: la sua sagoma rettangolare è ben distinguibile ed evidenzia lo stesso avanzamento verso la strada.
In seguito il pozzo fu demolito nel dopoguerra in epoca imprecisata, tuttavia in una foto aerea radente IGM del 1965 non appare più esistente.
Essendo stato un pozzo, il Catasto d’Impianto lo aveva censito con autonoma area di sedime.
La sua sagoma oggi appare rintracciabile nel sottostante estratto di mappa catastale odierna da questa rientranza (freccia blu): occorre precisare che la striscia particellare dove c’è anche la rientranza oggi consiste nel marciapiede pubblico.
La rientranza, usando il linguaggio tecnico, era già stata passata al catasto alla partita delle strade, divenendo effettivo spazio pubblico.
Note e Riferimenti:
[1] ASFi, Capitani di Parte, Piante, t. 120 II° c. 292, redatta nel 1590 circa;
[2] Archivio Collegiata di Empoli, Campione Beneficiale A, c. 167;
[3] Mario Bini, Notizie storiche del Castello di Pontormo / di Luigi Lazzeri, p. 150;
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