Skip to content

Empoli Fascista: 12 Luglio 1939, la principessa Maria Josè visita la Mostra attività empolesi

« Empoli saluta con vivissimo entusiasmo e con l’offerta di fragranti doni della terra Sua Altezza Reale la principessa di Piemonte Maria Josè giunta da Firenze per visitare i numerosi reparti della mostra che espone i prodotti dell’industria, dell’artigianato e dell’agricoltura di questa fertilissima e laboriosa zona.

La principessa, che si è intrattenuta con alcuni espositori della quale si è degnata ad accettare alcuni doni di ceramica, di cristallo e di legno, ha quindi presenziato esibizioni coreografiche ed esercizi ginnici eseguiti dalla Gioventù Italiana del Littorio. »


Questo il testo della cronaca di sottofondo al filmato.
Ciò avvenne in occasione della celebre “Mostra delle attività empolesi” avvenuta nei mesi di Giugno e Luglio del 1939 e di cui si rimanda al catalogo originale.
Molte foto dell’evento furono scattate dall’allora fotografo Pietro Caponi di cui abbiamo già pubblicato molte immagini.

La popolazione partecipò numerosissima all’evento, lo stadio e le strade erano stracolme di empolesi inneggianti al Fascismo.

Poi, di lì a cinque anni, quasi tutti si “riscoprirono” antifascisti.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. mio zio giornalista che passeggia sullo sfondo di qualche fotogramma..

  2. Ciao Tommaso,
    prendo con enorme piacere il tuo commento obbiettivo in quanto testimone dell’epoca.
    Diciamo che la tessera PNF dava per legge maggiori punti nelle liste di collocamento, e quindi di fatto si traduceva negli effetti che dicevi pure tu.
    Non vorrei che trapelasse un falso intento di apologio ed elogio, piuttosto sostengo che il popolo italiano il Fascismo lo aveva accettato, passivamente, ma comunque accettato perchè alla fine faceva comodo.
    Si ripete il copione già visto molte volte in questo Paese e questa terra empolese: Francia o Spagna, basta che si magna…

  3. Ritengo doverosa la precisazione che, durante il fascismo, senza essere in possesso della tessera del PNF (Partito Nazionale Fascista), non era possibile trovare lavoro. Mio padre, che per i suoi princìpi non volle mai prendere quella tessera, fu costretto a cercarsi sempre lavori grami per poter portare la scarsa pagnotta a casa.
    Non potrei perciò affermare con sicurezza che si trattò di un “dietro front”, quando cadde il fascismo: la gran parte dei cittadini empolesi dell’epoca, ritrovarono, solo allora, grazie alla libertà riconquistata dalle Truppe di liberazione e dai Partigiani, la gioia di potere riesprimere la loro opinione politica, liberi anche dai fittizi legàmi col dispotico e criminale fascismo.

Lascia un commento

Torna su