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L’Arno a Empoli: Dov’era, dov’è

Si discute molto sull’assetto dell’Arno nei pressi del castello di Empoli antecedente alla costruzione del primo ponte.

E soprattutto, nella memoria degli empolesi, permane il ricordo della “Bisarnella”, assieme anche a varie asserzioni circa il vecchio braccio del fiume: chi sostiene che passava in Via Salvagnoli, chi sostiene altrove. Siamo quindi a fare un chiarimento definitivo su tale dibattito, che si  intende affrontare in maniera puramente geometrica e topografica, evitando “teoremi”, non supportati da prove e quindi di poca fondatezza.

Cartografia digitale georeferenziata da C. Pagliai

Non intendo riaffrontare quanto già consolidato nelle diverse ricerche storiche sulla realizzazione del primo ponte a Empoli; al contrario intendo esporre una ricerca esplicativa adottando una tecnica innovativa sul piano tecnologico e metodologico, ovvero la “georeferenziazione” utilizzata nel settore della cartografia digitale.

Il metodo
Con questa tecnica è possibile sovrapporre al computer con esattezza, l’attuale carta topografica redatta dalla Regione Toscana(C.T.R.) e la mappa del Catasto Granducale relativa alla sezione del Castello redatta nel 1820.
La prima carta è stata prodotta nel periodo 1998-2002 utilizzando il telerilevamento delle foto aeree ad alta risoluzione e seguente rielaborazione in scala 1:2000 in formato digitale CAD, mentre la seconda mappa, più antica, fu redatta nell’anno 1820 da un geometra incaricato dal Granducato durante le campagne di rilievo per la redazione del primo Catasto Generale Toscano.

CATASTO 1820 EMPOLI 2

Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione D – Castello e Borgo, Fogliounico – ASFi, Catasto Generale Toscano, 
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani  – 
Per g.c. Info Crediti e Copyright

Questa mappa fu redatta sulla base dei rilievi allora eseguiti in scala 1:1250.
Queste due rappresentazioni cartografiche, temporalmente molto distanziate tra loro, in realtà hanno molte affinità sul piano della rappresentazione e della geometria topografica.
Infatti hanno scale di rappresentazioni leggermente diverse (1:2000 e 1:1250); ma la rispettive caratteristiche sono tali da consentire elaborazioni e sovrapposizioni digitali senza perdita di qualità, informazioni e soprattutto, di precisione geometrica.
Tali mappe sono state usate dallo scrivente per svolgere ulteriori accertamenti in occasioni della verifica dei confini catastali tra proprietà private, ed esse sono perfettamente congruenti con le mappe catastali d’impianto (Anni Trenta) utilizzate per i suddetti contenziosi.

Gli strumenti
Senza addentrarsi nei termini eccessivamente tecnici, si è provveduto a “georeferenziare” la mappa cartacea del Catasto 1820 sull’attuale carta della Regione Toscana; georeferenziare significa posizionare all’interno di un sistema di riferimento scelto (carta regionale “volato”) un’immagine cartacea (mappa catastale), allo scopo di confrontare la cartografia cartacea con altri dati cartografici vettoriali.
Fornisco una spiegazione estremamente più semplice usando termini impropri: si tratta di sovrapporre la mappa cartacea del catasto sulla mappa moderna redatta dalla Regione, collegando i rispettivi spigoli (omologhi) di quattro edifici rappresentati in entrambe le mappe, e rimasti invariati nel periodo intercorrente le due mappe. Si sono evitati gli spigoli di edifici coinvolti da ricostruzioni, distruzioni belliche, ampliamenti, eccetera.

MAPPA DIGITALE DEL CATASTO LEOPOLDINO 1820 →

Nel nostro caso si sono scelti questi quattro edifici: spigolo sud edificio in Via Rozzalupi, incrocio via Chiassatelle (dove c’era l’omonimo Circolo), spigolo nord edificio in Via Dogali incrocio con Via dell’Ospizio, spigolo nord-est Chiesa della Madonna del Pozzo, e spigolo nord-est Chiesa di San Antonio in Piazzetta Garibaldi davanti Porta Pisana. Dopo aver collegato tra loro questi punti omologhi, si avvia l’elaborazione computerizzata con un apposito programma, con il quale la mappa cartacea viene verosimilmente “stirata” e adattata alla mappa moderna, e al termine dell’elaborazioni gli spigoli collegati prima sono diventati praticamente coincidenti tra loro. Tale elaborazione di “stiratura” piana produce un errore di discordanza o di “divergenza” tra le due mappe, che in questa fase sono sovrapposte.

RIQUADRO ERRORE
Riquadro stima errore di georeferenziazione

Tuttavia l’errore quantificato dal programma cartografico riporta per esteso il rapporto del calcolo dell’errore di divergenza, e in particolare è quantificato in base alla discordanza tra ogni spigolo collegato, con un massimo di sessantatre centimetri. L’entità di tale errore è trascurabile sia in termine assoluto sia in termine relativo alla scala di ricerca adottata, pertanto è da ritenersi un risultato di notevole precisione.

Se compariamo la posizione cartografica originale del rio sulle mappe odierne, si arriva a tracciarne la posizione sulle immagini delle vie del centro:

Vecchio tracciato del rio in via Ridolfi
Vecchio tracciato del rio in via Ridolfi
Vecchio tracciato del rio in via Ridolfi
Vecchio tracciato del rio in via Ridolfi

I risultati
Consultando la mappa elaborata, è possibile osservare la sovrapposizione col precedente assetto dell’Arno: in primo luogo si può osservare il suo secondo ramo e l’isoletta tra i due rami (Piaggione), sicuramente costituita da depositi di sabbie e ghiaie; il secondo braccio dell’Arno fu parzialmente interrato assieme a buona parte del Piaggione durante l’epoca della costruzione del primo ponte vicino al castello di Empoli, circa alla metà dell’Ottocento. Nella stessa elaborazione cartografica sono rappresentati anche gli edifici presenti nell’anno 1820, alcuni dei quali tuttora esistenti, ad esempio il “Mulin del Sale”  già edito su altra pubblicazione4, oppure la schiera di edifici che oggi costeggiano Piazza Guido Guerra sul lato est, e alcuni edifici in Via Dogali. Dalla stessa elaborazione si può osservare che quasi tutta l’area posta al di sopra (nord) di Via Dogali, Via Barzino, nonché al di sopra dei lati sud delle tre Piazze, Matteotti, Guido Guerra e Ristori, era situata dentro l’area golenale dell’Arno.

La novità: il mulino ritrovato
Osservando attentamente la stessa elaborazione, è possibile notare l’esistenza di un particolare edificio che una volta era situato sull’odierno incrocio tra le Vie Salvagnoli, Tinto da Battifolle e Bisarnella: tale edificio era altresì posto sulla confluenza di due corpi idrici (forse è meglio dire  “corsi d’acqua”).
Immagino la sorpresa del lettore, quando vedrà che essi erano il Rio dei Cappuccini e il Fosso di Bisarnella. Il loro integrale percorso, antecedente “l’intubamento” del primo e l’eliminazione del secondo, è visibile nella tesi di laurea specialistica in urbanistica, tavola Catasto di Empoli, e già consultabile presso l’Archivio Storico del Comune di Empoli a cui ho consegnato copia cartacea.

CATASTO 1820 EMPOLI 3

Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione D – Castello e Borgo, Fogliounico – ASFi, Catasto Generale Toscano, 
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani  – 
Per g.c. Info Crediti e Copyright

Via Bisarnella incrocio con Via Rolando, 2011
Il vecchio mulino si trovava pressapoco qui: via Bisarnella all’incrocio con via Rolando, 2011

In questa elaborazione invece si possono osservare i tratti finali di questi due corsi d’acqua, prima della confluenza in Arno.
Ad oggi il Rio dei Cappuccini ha pressoché mantenuto lo stesso tracciato di allora, seppur diventando una fognatura sotterranea in molti casi sottostante a molti edifici; il fosso di Bisarnella, invece, aveva un percorso abbastanza rettilineo nella la zona di Najana e aveva origine da una cateratta posta sull’argine sinistro dell’Orme. E’ da dire che non è quella ancora esistente, visibile nella sua struttura in mattoni e posta poco più a valle del ponte sull’Orme di Via Berni.

Tracciato del vecchio percorso del Rio in via dell'ospizio
Tracciato del vecchio percorso del Rio in via dell’ospizio

L’edificio sito alla confluenza del Rio dei Cappuccini e il fosso di Bisarnella (proveniente da est, da Piazza Gramsci in direzione Via Masini) risulta essere il mulino posto fuori del castello d’Empoli, e i due suddetti corpi idrici fungevano da gora di alimentazione per il movimento delle pale. Si tratta del famoso mulino <<fuori porta fiorentina>> rovinato durante l’assedio del 1530, citato nella cronaca dell’Anonimo Empolese, e coincide perfettamente con la descrizione che fornisce Libertario Guerrini <<che usava le acque dell’Orme e del Rio dei Cappuccini che avevano acqua abbondante, acqua che alimentato il mulino riforniva il fosso difensivo del castello>>.

Affresco dello Stradano e Vasari
Affresco dello Stradano e Vasari

Libertario con un piccolo errore ipotizzava la collocazione di questo mulino all’incrocio tra via Socco Ferrante e Piazza Gramsci, tuttavia cita a sua volta quegli elementi descrittivi che tolgono ogni dubbio circa l’ubicazione di questo mulino, convalidando la presente analisi. E’ quello il mulino che fu distrutto dai colpi di artiglieria delle truppe spagnole che cinsero d’assedio Empoli nel 1530, allo scopo di interrompere l’alimentazione idrica dei fossati delle mura con le sue macerie, non quello indicato sull’affresco dello Stradano, troppo distante dal castello perché la sua pescaia potesse aver funzione di alimentare i fossi.

 


Note e Riferimenti:
[1] Il Segno D’Empoli n° 65/2004

Questo post ha un commento

  1. Mi piace di piu’il vecchio ponte dell’attuale anche se non conosco la resistenza alla piena d’acqua ma è. Più. Caratteristico.

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