Il Piano di Ricostruzione 1947, oltre ad alcune tavole di carattere generale relative all'ambito circostante al Capoluogo, fu articolato con sei tavole particolareggiate.
Notizie storiche sulla Villa di Empoli Vecchio, già Rinuccini e infine Azzolino
Le fonti basilari su questa villa fattoria sono riassunte in una breve ricognizione sulle proprietà e cartografie storiche.
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La villa di Empoli Vecchio è situata nella località di Santa Maria a Ripa o meglio, di Empoli Vecchio, posta poco ad ovest del vicino convento francescano di Santa Maria a Ripa; il suo complesso immobiliare è assai articolato in diversi corpi di fabbrica, alcuni dei quali difficilmente osservabili dall’esterno a causa di folta vegetazione e recinzione che circonda il suo perimetro sul lato ovest; il suo fronte sud-est si affaccia sulla Statale 67 (via livornese), in cui vi è inserita anche l’oratorio del SS. Crocifisso[1].
Sulla facciata vi è ancora oggi la meridiana, anche se in pessimo stato di conservazione.
Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta sud-est da via Livornese o SS ’67

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, lato est visto da via Livornese o SS ’67

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta sud da via Livornese o SS ’67

Villa di Empoli Vecchio o Villa Azzolino, veduta da via Livornese o SS ’67

Il Cinquecento e la famiglia Valori
La documentazione inconfutabile di una mappa dei Capitani di Parte Guelfa (1580-1595) [2] attesta l’esistenza del solo corpo di fabbrica a pianta squadrata, prospettante la statale ’67, la cui intestazione è riferita al Ms Baccio Valori; la stessa dicitura riporta « chasamenti piaze e aie di d.Ms. Bacio Valori » e si riferisce anche chiaramente ai due edifici situati di fronte alla villa, uno dei quali descritto in un altro articolo con gli interni rassomiglianti a quelli di una chiesetta. ====> [ APPROFONDIMENTO ].
Ritengo debba trattarsi di Bartolomeo Valori il giovane (1535-1606), anch’egli detto “Baccio”, che provvide a recuperare i possedimenti familiari diventando senatore sotto Ferdinando I de’ Medici.
Casa frontistante la Villa di Empoli Vecchio, anno 2011

Un possibile riferimento comparativo può essere la lastra marmorea datata 1575 e citata dallo stesso Pogni sulla facciata del non lontano oratorio di San Rocco [3] che riportava la memoria di un adempimento ad un voto fatto da Niccolò Valori, fratello di Baccio.
MDLXXV
FR · NICOLAVS VOVIT · BACCIVS FR · ABSOLVIT
VALORII · FRES · PHILIPPI · FILII
Secondo il Pogni, la « proprietà della villa passò in proprietà dei marchesi Rinuccini eredi dei Valori » senza citare ulteriori dati; Pogni probabilmente si riferisce alle stesse fonti di Luigi Lazzeri o lo prende spunto direttamente dal suo Notizie Istoriche della Terra di Empoli, nella nota n. 52 a cui si riferisce il Campione Beneficiale del Capitolo a c. 141.
Lo stemma della famiglia Valori esiste ancora oggi sopra il portone della villa, e prospettante la via Livornese:

Il Settecento e i Rinuccini
Al momento non si è provveduto a ricostruire con esattezza il passaggio ereditario citato dal Lazzeri e Pogni; occorre focalizzare un particolare periodo intorno all’anno 1687, in cui passò a miglior vita l’ultimo discendente del ramo fiorentino dei Valori.
1748: Il Marchese Carlo Rinuccini (giu 1679 – gen 1747) e la moglie Marchesa Vittoria Guicciardini rendeva pubblico l’annesso oratorio privato del SS. Crocifisso edificato dai Valori, gli « antichi proprietari della villa » come cita il Pogni [5].
1749: Dai Ricordi storici di Filippo Rinuccini di Empoli Vecchio[6] si leggono notizie interessanti ovvero che Folco Rinuccini (giu 1719 – nov 1760), primogenito di Carlo e subentrante nel marchesato « divenuto possessore di tutti i di lei beni (Maria Camilla Aldobrandini, moglie), rifabbricò dai fondamenti la villa d’Empoli vecchio, ed elegantemente adornandola la rese un gradito campestre soggiorno ».
1758: L’ultimo giorno di Novembre del 1758, trovavasi il nostro marchese Folco (Rinuccini) insieme a tutta la sua famiglia nella villa di Empoli vecchio, ove in compagnia di pochi amici passava allegramente l’autunnale stagione fra le delizie della vita campestre, così ricreandosi dalle noie e dagli splendidi fastidi della città; accadde in quella notte che per le dirotte pioggie sopravvenute essendo le acque dell’Arno strabocchevolmente gonfiate, ruppero in più luoghi gli argini impotenti a raffrenarle, ed in un tratto apertasi la via attraverso ai campi allagarono altamente tutto il piano dalle mura castellane d’Empoli fin sotto Fucecchio.
Svegliatisi al cupo rombo delle acque irrompenti i contadini e i pigionali dei casolari circonvicini, si dettero spaventati a cercar ogni riparo per impedire a queste ognor crescenti di penetrare nei miseri e mal difesi abituri; ed intanto trasportavano dalle mandre in più sicura stanza i bovi, i giumenti e l’altro minuto bestiame, e alla rinfusa ogni masserizia, per salvare tutto, se possibil fosse, dalla morte e dal guasto. Spettacolo veramente doloroso e compassionevole, reso anche più orrendo dall’oscurità della notte, dal pianto delle tenere creature, dai gemiti e dalle strida delle affannate madri, che disperate coi figli in braccio o sulle spalle si arrampicavano fin sui tetti cercando di porre in sicuro i pegni del loro amore, e le loro speranze. In tanto pericolo ed in tanta confusione ogni famiglia fece tutti gli sforsi per salvare i propri individui e i pochi e malconci domestici utensili; ma come provvedersi di alimento, mentre quella coltivata in pianura non rappresentavasi che come una vasta e profonda laguna, e le case come tante isolette, senza mezzi però di potersi porgere scambievole soccorso ? Destatosi il marchese all’improvviso romore che si faceva dei servi nella villa per impedire l’adito all’acqua, balzò dal letto per conoscere la causa del tumulto; e sentito il tristo accidente, si fece alla finestra onde vedere co’ propri occhi quella lacrimevole scena. E come potranno vivere, esclamò tocco da paterna carità, quella povera gente sprovvista di tutto, nell’impossibilità di uscire a procacciarsi il necessario sostentamento ? Questa idea risvegliò nel suo cuore il generoso sentimento di accorrere esso come angelo tutelare a dar pronto ed efficace sollievo a tutte quelle desolate famiglie percosse da tal flagello; e chiamato il fattore gli comandò che subito provvedesse quanti più navicelli e barchette poteva, e spedisseli in giro alle case di tutta la sottoposta pianura allagata, onde porgere ai miseri abitanti opportuno soccorso; quindi ordinasse ai fornai d’Empoli che spianassero a conto suo quanto più pane potessero. Furono tosto eseguiti i suoi pietosi comandi; e per nove intieri giorni che quelle campagne rimasero sott’acqua, fu distribuito pane, vino, legumi ed olio con animo veramente regio a tutta quella numerosa popolazione; e così mentre gli altri possidenti circonvicini erano solo occupati a piangere ed a riparare ai propri danni, il solo Folco, dimenticando o non curando la devastazione che l’acque facevano ne’ di lui possessi, attendeva con rara carità a sovvenire ai bisognosi e a rasciugar le lacrime degli afflitti. (omissis) [7].
1776: nella Decima granducale [8] la villa risulta ancora intestata al Marchese Carlo e fratelli Renuccini (Rinuccini), riferendosi a Carlo di Folco Rinuccini (giu 1742 – lug 1790) [9], nominato ciambellano d’onore di Francesco Stefano di Lorena; la casata prosegue in successione col figlio Alessandro.
L’Ottocento e il passaggio agli Azzolino
1804: la villa è rappresentata pressapoco con l’odierna consistenza nella mappa dell’Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana, redatta nel 1804 da Marco Moretti e già pubblicata in specifico articolo →
Estratto della mappa Imposizione dei fossi di Vitiana e Pagnana (nord verso l’alto)

1805: decedette Alessandro Rinuccini (apr 1745 – apr 1805), figlio di Carlo; in vita aveva sposato Teresa del conte Luigi Bardi da cui nacque l’ultimo della casata, ovvero Pier Francesco Rinuccini (lug 1788 – set 1848)[10]. Egli fu un saggio amministratore e sposò Teresa Antinori da cui ebbe tre figlie:
Emilia Rinuccini sposò il marchese Pompeo Azzolino, marchigiano;
Marianna, la più grande, sposò nel 1831 il marchese Giorgio Teodoro Trivulzio di Milano;
Eleonora, nel 1834 sposò al Cav. Neri de’ Principi Corsini, marchese di Lajatico, e parte dei beni e dell’archivio Rinuccini passarono in questa casa.
1820: la villa è rappresentata nelle mappe del Catasto Leopoldino redatte nel 1820 e di cui si propone di seguito un estratto dalla banca dati regionale, e si rimanda anche alla versione digitalizzata →

Estratto dal Catasto Generale della Toscana
Sezione C, “Avane e Riottoli”, foglio n. 2 e Sezione S, “S. Maria a Terrafino ”, foglio n. 1
Archivio di Stato di Firenze, Catasto Terreni, Mappe, Empoli,
Immagine tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per gentile disponibilità. Info Crediti e Copyright

La villa rimase di proprietà Azzolino fino al periodo del Ventennio fascista, momento in cui la tenuta fu venduta e l’archivio cartaceo smembrato di in due parti. [11]
Lo stemma della famiglia Rinuccini in facciata sull’edificio frontistante la villa:

Lo stemma della famiglia Guicciardini in facciata sull’edificio frontistante la villa:

Note e Riferimenti:
[1] Chiese, Cappelle, Oratori del territorio empolese, di W. Siemoni, 1993, pag. 57.
[2] ASFI, Capitani di Parte, Piante, t. 120 II° c. 303;
[3] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 445;
[4] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 445;
[5] ASFI, Decima granducale, 5735-5755;
[6] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840, pag. 205;
[7] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840, pag. 207;
[8] Le iscrizioni di Empoli” di Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze Via del Moro n° 29, anno 1910, rubrica n. 638;
[9] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840, pag. 211;
[10] Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460 colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, Firenze, Piatti, 1840, pag. 217;
[11] http://www.associazioneleopardi.it/default.aspx?pageid=56
Comments (2)
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Grazie , molto interessante. Mi capita spesso di passare davanti alla villa di Empolivecchio, ma non ho mai saputo la sua storia, anche se mi è sempre piaciuta pur nel suo stato un pò cadente.
Sempre interessante conoscere la storia, le tradizioni di un Paese. Un grande insegnamento.