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Vincenzo Chiarugi, Della Storia d’Empoli, Libro II°

CAPITOLO IV.  Del Governo di Empoli nuovo nei primi tempi della sua fondazione.
Dopo la distruzione dell’antica lor patria, eransi infatti i profughi Empolesi dispersi pei loro Borghi, e Castelli, e la più parte, e forse i più potenti, essendosi potuti alfine ridurre nella così detta Cittadella, incominciarono a governarsi in forma di Repubblica, per mezzo d’un Magistrato assai numeroso da cui si doveva cambiare ogni quindici giorni la parte governativa. Tanto ci mostra l’Istrumento di donazione della Contessa Emilia precitato, la quale vi si fà conoscere non come di esso padrona, ma come pietosa, e compassionevol persona soltanto, che pensa a riparare in qualche modo le perdite fatte dai desolati Empolesi, e tanto si può rilevare dai Libri delle Decime, dal Libro delle Riformagioni segnato B, tenuto con altri, in barbaro Latino, ma con molta esattezza dal Cancelliere del Comune, e nei quali si trova il tempo, e l’occasione delle deliberazioni Magistrali, e fino i nomi dei liberi deliberanti.

Cresciuto il nuovo Empoli sotto gli auspici della tanto benemerita famiglia sua protettrice, aveva già adottata un’Arme particolare, la quale secondo il Manni (88) consisteva in alcuni scacchi entrovi piccole stellette (89), come si vede nell’Arme esistente nel corridore, che unisce anche in oggi l’antica Pieve alla Chiesa Battesimale di S. Giovanni. Libero in conseguenza il rinnovato Comune di Empoli, fù certamente al termine del X o sul principio dell’XI secolo, che senza veruna dipendenza, o relazione dei Comuni collegati colla Famiglia dei Conti Guidi, fecero gl’Empolesi la Lega predetta colle vicine Popolazioni di sopra nominate. E mancano invero gl’Istrumenti relativi a questa Lega, onde poter giustificarne l’essenza e la forma. Ciò non ostante esiste il Sigillo, esprimente le Insegne dei tre Comuni collegati, il quale conserva tuttora il Gonfaloniere della attuale Comunità d’Empoli. Nel contorno di esso sta scritto semplicemente « Sigillum Ligae de Empoli »; e le Armi dei tre Comuni vi sono riunite in una sola linea, e senza veruna divisione. Vi esiste in fatti nel mezzo la Facciata dell’antica Pieve, ch’é anche in oggi l’Arme di Empoli; a destra un Monticello, sù cui si vede una Vite con pampani, e grappoli d’Uva, che è l’Arme di Monterappoli; a sinistra una Loggia con Torre, che allora era l’Arme di Pontorme; e con questo Sigillo contrassegnavansi tutti quegl’Atti, che interessavano insieme le tre Comunità collegate, nel tempo stesso che ognuna delle predette aveva un distinto, e particolare Sigillo.

Ora considerando, che la facciata della predetta Pieve fù costruita soltanto nel 1093, è certo, che gl’Empolesi mutarono l’Insegna loro, dopo la costruzione di quella, e che in conseguenza la Lega accennata fù solo conchiusa dopo quell’epoca. Ma intanto se la Casata dei Conti Guidi fosse stata realmente dominatrice di Empoli, intervenuta in qualche modo sarebbe alla Lega; ed i Sigilli di quel tempo darebbero qualche sentore della di lor padronanza, come si vede nel Sigillo della Comune di Empoli, essere avvenuto allorché quella popolazione alla Repubblica Fiorentina si sottomesse. Fù allora, che forse per una specie d’adulazione, e per un segno di divozione, e obbedienza alla Repubblica Fiorentina, che scelta avevan per loro padrona, aggiunsero gl’Empolesi medesimi nella già cambiata lor Arme un Leone quasi rampante sul culmine dell’indicata facciata, e due Gigli nello Spazio vuoto ai di lei lati. Tanto si vede in un antico, e grande Sigillo, egualmente esistente presso il Gonfaloniere d’Empoli, riportato dal Manni (90) ; e tanto rappresenta un’arme esistente presso la Chiesa Battesimale di S. Giovanni, e tòlto già dalla navata di mezzo della Chiesa principale, la cui riedificazione fu fatta nel 1389; di cui per altro s’ignora quando cessasse d’usare quel Comune, l’Arme sua riducendo di nuovo soltanto all’indicata facciata.

Così marcata differenza tra i Sigilli di Empoli ai tempi nei quali parrebbe, che i Conti Guidi avesser potuto dominarlo, e quelli nei quali la Fiorentina Repubblica per dedizione almeno apparentemente spontanea padrona ne divenne, esclude viepiù l’opinione del lor dominio diretto sopra quel rispettabil Castello, e tutto al più conferma l’idea della semplice Feudalità dei Conti Guidi sù queste popolazioni.  La lega accennata non ebbe per vero dir lunga vita, perché (91) o fosse il successivo andamento delle cose, che consigliasse gl’Empolesi a sottomettersi ai Fiorentini, o che come dice il Targioni (92) i Fiorentini medesimi «intenti sempre a dilatare il Contado, con vari allettativi, ed intrighi », avessero obbligato il Comune di Empoli a lor sottomettersi, la Lega di Empoli ebbe termine in faccia alle genti al momento della final sommissione (93). Ciò non ostante lo scioglimento di questa Lega non fu, che apparente, e politico, giacché furono questi Comuni sommessi ad un solo Vicario, amministrati da un sol Cancelliere, da un sol Camarlingo mantenuti insomma in quell’unione sotto alla quale avevano essi potuto imporre ai loro nemici, agire attivamente con molto successo, distinguersi in somma fra molti altri Comuni del Contado Fiorentino.

Era infatti la Lega di Empoli assai rispettabile, perché comprendeva tredici Popoli del Comune di Empoli stesso, 4 di quello di Monterappoli, e 7 di quello di Pontorme, oltre 4 altri Popoli, che erano stati una volta attaccati al Comune di Empoli, e che quindi si erano smembrati per darsi a quello di Vinci, e Cerreto. Era dunque di grande interesse dei Fiorentini il mantener riunite queste tre rispettabili Popolazioni; anzi pare, che almeno nel Secolo Decimoquarto, fosse tal Lega riconfermata dalla Repubblica, mentre con Lettera scritta nel 1327 al Conte di Pontormo, il cui Comune erasi sottomesso alla Repubblica stessa anche prima di Empoli, vien esso assicurato di non temere le cavallate, ossia le incursioni nemiche, avendo la Repubblica ordinato a Vermiglio de’ Vicedomini Capitano della Lega di Empoli di stare in Guardia (94). Sottomessosi frattanto il Comune di Empoli ai Fiorentini nel 1181 o dir si voglia nel 1182, come vorrebbe l’Ammirato (95), ed il Borghini (96), che equivale se si consideri l’anno piuttosto « a Nativitate », che « ab Incarnatione », viddero tosto i Fiorentini l’importanza di dare al Comune di Empoli una rappresentanza decorosa, ed onorevole, e stabilirono a tale effetto una Magistratura assai numerosa, nella quale ebbero luogo distinto due Leghe secondarie incluse sempre nel Comune di Empoli, e che Leghe son di Parrocchia, intitolate Lega di Pianezzoli, e Lega di Avane. Dopo quest’epoca incominciarono gl’Empolesi a far figura nel Militare, esteser le loro fortune all’ombra del Giglio, e quindi pervennero a quella celebrità, e ricchezza di cui avrò l’onore di parlarvi in appresso, se mi vorrete accordare, virtuosissimi Soci, quella benigna indulgenza di cui altre volte vi siete compiaciuti di onorarmi.

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