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Tiger’s country/ Carri armati Tigre nell’Empolese Valdelsa nel 1944 – di Claudio Biscarini

Uno dei carri armati più famosi, anche presso coloro che non sanno di storia militare, è sicuramente il Panzerkampfwagen VI Tiger [1].
Non solo noto ai più, ma anche in moltissimi documenti o storie redatte da comandi o soldati Alleati, quando si parla di mezzi corazzati tedeschi coinvolti in scontri con fanterie o Tanks avversari, si tratta sempre di Tiger anche se, solitamente, erano dei Panzer IV con pezzo KwK 40  da 7,5 cm. Di solito il Tiger operava in battaglioni indipendenti che si aggregavano a divisioni corazzate  spesso combattevano da soli  o in coppia appoggiando, come accadde in Toscana, via via unità di fanteria.
Nella penisola operarono due di questi reparti, la schwere -Panzer-Abteilung 504 e la schwere- Panzer-Abteilung 508[2].
Ci occuperemo più a fondo del secondo reparto in quanto il primo, arrivato in Italia ed entrato in azione sulla testa di ponte di Anzio, risalì la Toscana dalla parte tirrenica. La schwere –Panzer- Abteilung 508 venne costituita il 15 settembre 1943 a Heilbronn. Il 6 dicembre 1943 tutto il reparto venne trasferito a Mailly-le-Camp in Francia su un organico di 45 Tiger.
Arrivò in Italia nel febbraio 1944 e i suoi carri furono sbarcati dai treni a Ficulle da dove con mezzi propri si trasferirono sulla testa di ponte di Anzio. E fu in questa zona che furono impiegati i primi mezzi contro gli Alleati. L’11 marzo venne assorbito il Tiger-Gruppe Meyer[3] con otto Panzer VI . A fine aprile 1944, il reparto ,dopo aver perduto i primi carri, era su un organico di 49 Tiger. L’identificazione dei mezzi corazzati non era come quella standard  dei reparti Panzer o della schwere-Panzer-Abteilung 504, ovvero su tre numeri [4]ai lati e nel retro torretta, ma solo il numero corrispondente alla compagnia sui lati della torretta stessa.

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Il Tiger colpito a Villa Bonazza.
Fonte:  The Official History of New Zealand in the Second World War, W.D. Dawson, 18 Battalion and Armoured Regiment, Historical Publications Branch, Wellington 1961.

Continuando la lotta sul terreno anziate, la schwere- Panzer-Abteilung 508 perdette altri carri fino a che, nell’inizio giugno 1944, cominciò la ritirata verso la Toscana centrale. Sfuggendo ai raid aerei alleati sulla Cassia, il Major Helmuth Hudel, comandante del reparto, riuscì a perdere ben 23 Tiger per cui venne destituito dal comando il 22 agosto 1944, comando che fu affidato al Major Joachim Stelter.  Una prima sosta venne effettuata nel piccolo paese di San Gimignanello in provincia di Siena.
La 1. Kompanie  dell’Oberleutnant Jürgen Euen entrò in azione a Montepulciano il 10 giugno e il 20 vi perse il Gefreiter[5] Hans Richter in combattimento. Il 24 giugno, a Sarteano, il Tiger dell’ Leutnant[6] Joachim Engelhardt comandante del 2. Zug, 1. Kompanie,  venne perduto in combattimento contro la 6th South African Armoured Division distrutto dai colpi dello Sherman del sergente Stevens del Pretoria Regiment /Princess Alice’s Own dopo che in precedenza aveva fatto fuori un carro sudafricano. La 2. Kompanie agli ordini dell’Oberleutnant Karl-Heinz Kallfelz, dopo aver ricevuto 13 nuovi carri, si piazzò tra Frosini e Chiusdino a fine giugno 1944 ripiegando su Tavarnelle l’8 luglio. Il 16 giugno, nel diario del carrista Rolf Aichele della 3. Kompanie comandata dall’Oberleutnant[7] Kurt Stein, abbiamo questa annotazione: A Empoli riceviamo nuovi carri, vengo assegnato al carro di Moritz[8].
Due giorni dopo Aichele scriveva: A Poggibonsi ci viene assegnato un carro difettoso. Menù: olio, lepre, colombi e pane bianco. Non si trattavano male gli uomini di Hudel! Dubitiamo che i carri nuovi siano stati assegnati in Empoli. Alcune immagini della presunta zona di raccolta nella nostra città di questi mezzi ci presentano un bosco, con alcuni Tiger parcheggiati che potrebbero essere ovunque. Quanto alcune affermazioni di Aichele siano errate lo dimostrache cosa  dice sul carro del Feldwebel[9] Heberer dato per perso il 4 luglio presso Colle di Val d’Elsa mentre più avanti lo ritroviamo nello stesso diario catturato a La Romola[10].
Il 21 giugno Aichele annotava: Certaldo e il 22 Castelfiorentino . 24 giugno 1944: Siamo a 5 chilometri da Empoli e il carro ha dovuto essere rimorchiato. Nessuna lettera da cinque settimane. Il 27 giugno, finalmente, l’officina installò un nuovo motore sul Tiger. La ritirata proseguiva. Il 22 luglio i pochi carri superstiti della 3. Kompanie  erano a Mercatale e vennero uniti alla 4. Fallschirm-Jäger-Division. Il 24 luglio, al passaggio del Ponte Rotto sul fiume Pesa, il Tiger comandato dall’ Brunners venne gettato nel fiume sottostante perché danneggiato.
Il 25 fu il Tiger del Leutnant Künkle  del 2. Zug[12] che cadde in una cantina sotterranea del podere Palaie all’Impruneta e dovette essere fatto saltare. Iniziava la battaglia per Pian dei Cerri. Il 28 luglio, scendendo dalla strada San Casciano-Cerbaia, alcuni Sherman neozelandesi dello Squadron B, 20th NZ Armoured Regiment, si avvicinarono al torrente Sugana . L’idea era di avanzare su La Romola ma, giunti nell’oscurità in prossimità del Borro Suganella, improvvisamente il carrista Robert B. Middleton, pilota dello Sherman del caporale Stan P. Harrison, esclamò: ma cosa diavolo c’è davanti a noi? Tre colpi in rapida successione gli risposero: un Tiger ben appostato aveva distrutto tre carri avversari.
Non sappiamo quanti Panzer VI fossero in zona a supporto dei Granatieri della 29. Panzer-Grenadier-Division. Sicuramente c’era quello di Heberer piazzato a La Romola. Infatti, il 31 luglio, una pattuglia del 5° plotone,  22° Battaglione al comando del tenente Arthur H Woolcott, lo catturò intatto  mentre l’equipaggio stava mangiando. La storia di questo Tiger è interessante. Preso dai neozelandesi, essi lo volevano impiegare in un loro reparto corazzato, ma ne vennero dissuasi dal comando in quanto il mezzo poteva essere scambiato per tedesco e distrutto dall’aeronautica alleata. Venne abbandonato, capovolto, dopo un tentativo maldestro di guida. Probabilmente cannibalizzato dai civili, il carro è letteralmente sparito. Un altro Tiger entrò in azione a villa Bonazza in comune di Tavarnelle Val di Pesa. Nascosto presso il cimitero, questo carro colse di sorpresa un reparto neozelandese del 18th NZ Armoured Regiment e distrusse quattro Sherman del reparto del capitano Laurie.
Cercò, poi, di fuggire verso Villa Strada e la Cassia attraversando una serie di campi coltivati  ma, mentre avanzava con il cannone “a ore 6”, cioè verso il retro della casamatta, venne colpito da alcuni Sherman del 5°, 8° e 7° plotone  in una tubazione del motore e l’equipaggio si vide costretto ad abbandonarlo in mezzo a un campo di granoturco. Un altro Tiger venne perduto presso villa La Favorita sulla strada per il Galluzzo . L’alta percentuale di carri di questo tipo incontrata nel territorio della Paula -linie[13], la fece segnalare dai soldati Neozelandesi come Tiger’s  country. Si concludeva, così, la storia dei famosi Panzer VI Tiger in terra fiorentina. Un bilancio non certo entusiasmante[14].

      Claudio Biscarini


Note e Riferimenti:

[1] Panzerkampfwagen VI Tiger Auf. E, uno dei più noti carri armati della Panzer-Armee. Pesava 57 tonnellate, aveva un motore Maybach HL230P45 da 12 cilindri a V a benzina che gli consentiva una velocità su strada di 42 Km/h con un’autonomia su strada di 195 Km.La corazzatura frontale era di 100 mm , laterale e posteriore di 80 mm. L’armamento era costituito da un cannone KwK 36 L/56 da 8,8 cm, due MG 34 una coassiale e una nello scafo, cal. 7,92 mm con 92 colpi per cannone e 4.800 per le mitragliatrici. Ne furono costruiti 1.350 esemplari. L’equipaggio era di 5 uomini.
[2] Nei reparti della Panzer Armee il Bataillon della fanteria diventava Abteilung.
[3] Comandato dall’Oberleutnant Hans Gert Meyer.
[4] Ila prima cifra indicava la compagnia, la seconda il plotone e la terza  il numero del carro.
[5] Caporale
[6] Sottotenente
[7] tenente
[8] Uffizier Hans Moritz del 3. Zug
[9] Maresciallo
[10] Capitava spesso che i combattenti non sapessero che in modo approssimato dove si trovavano. Del resto, i nuovi carri Tiger secondo alcuni furono consegnati a Poggibonsi e non a Empoli. Ma anche le immagini di questi mezzi nella città valdelsana non trovano riscontri nel territorio.
[11] Sergente
[12] Plotone.
[13] La linea Paula andava da Montelupo Fiorentino verso San Casciano Val di Pesa e da qui si innestava nella linea Madchen.
[14] Cfr. Claudio Biscarini, San Michele, la battaglia dimenticata, Centrolibro, Scandicci 2005.

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