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Taglio dei pini di Piazza Ristori in vista

Gli empolesi la chiamano da sempre “La Pinetina”, in quanto fu reimpiantata ex nuovo nel DopoGuerra per ripristinare quella tagliata dalle truppe tedesche tra il 20 e 31 luglio 1944[1].

Il motivo? il quel momento la tattica militare tedesca era di arrestare l’avanzata degli Alleati sulla “Linea Arno” o “Heinrich”, mentre era già in corso la preparazione della più importante Linea Gotica sull’Appennino Tosco-Emiliano.

La Pinetina avrebbe potuto costituire un sicuro riparo alle truppe degli Alleati considerato la vicinanza al naturale punto di guado del fiume; i tedeschi preferirono rimuovere questo rischio operando il taglio netto delle piante assieme alla distruzione del muro di parapetto posto lungo l’argine sinistro dell’Arno.

La copertura vegetale della Pinetina appare evidente nelle foto aeree scattate dalla RAF in data 12 Luglio 1944, mentre in quelle scattate il 01 agosto 1944 l’intera area appare pressoché spiantata, comprovante la testimonianza riportata dal Bini.

Quella vegetazione tagliata durante le ultime operazioni belliche che interessarono il territorio empolese a sua volta non era un impianto storico, bensì realizzato dopo la I° Guerra Mondiale, luogo chiamato anche “L’Abetone”, luogo tra l’altro dove l’Empoli Calcio ebbe il primo campo inaugurato per la prima volta nel 26 giugno 1921. Una rarissima immagine della Pinetina prima della tagliata bellica è pubblicata a pagina 49 del medesimo libro di Nino Bini. Oggi l’A.C. empolese si accinge a fare una nuova tagliata, non meno drastica di quella operata dai tedeschi.

La motivazione, come per via Masini, è una sola e categorica: pericolo caduta alberi a causa del loro stato attuale, come asseverato da perizia agronomica. Puntualmente quando si taglia una frasca si accende il “solito” comitato che intende bloccarne il taglio con motivi vari, comunque recessivi rispetto al concreto rischio della caduta di un albero su qualche cranio empolese.

Detto per inciso: da che mondo è mondo, gli alberi che si tagliano si possono pure reimpiantare. Si auspica quindi il reimpianto dei nuovi pini, da governare e crescere dritti come cipressi.

Ah, piccola nota urbanistica: il buon “caro” Piano Paesaggistico della Toscana targato 2014, ha visto bene di appioppare sulla Pinetina un bel vincolo forestale (e quindi paesaggistico), verosimilmente come al laghetto di Serravalle, quest’ultimo elevato paesaggisticamente al pari del Lago Trasimeno.  Carte (e cartografie PIT) alla mano, le cose stanno così. Buona tagliata a tutti, magari anche di ciccia.

Note e riferimenti:

[1] [Nino Bini, Empoli 10 giugno 1940, pag. 107.]

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