Jacopo Carrucci, Il Libro mio…
Il libro mio Di sorte che se ti trova disordinato d'exercitio, di panni o di coito o di superfluità di mangiare, può in pochi giorni spaciarti o farti male; perhò è da usare la prudentia, g< i > ugno lugl<…
Il libro mio Di sorte che se ti trova disordinato d'exercitio, di panni o di coito o di superfluità di mangiare, può in pochi giorni spaciarti o farti male; perhò è da usare la prudentia, g< i > ugno lugl<…
Il cubico metafisico volume dei palazzi scandisce lo spazio lontano sovrastato dalle quattro figure; queste emergono dal cono d’ombra formato dai palazzi sulla sinistra come affiorando alla luce di un incrocio. In lontananza un’altra strada inondata di luce attraversa la…
LA CREAZIONE
Un capolavoro è certo stata la decorazione, perduta, del Coro di San Lorenzo. Il disegno preparatorio della Creazione di Eva presenta straordinarie novità iconografiche e forse va interpretato in maniera più complessa e moderna.
Il Cristo nella mandorla di angeli (quale Pantocrator) è il protagonista della stessa creazione del mondo. Sorge ed impera sul mondo di carne dell’umanità con a lato possenti giovanetti angeli ignudi, anch’essi lievitanti per la sua forza turbinosa attrattiva, essendo privi di ali.
Due di loro sorreggono pesanti libri aperti in cui Lui-Verbo annunciato si manifesta. Con le dita della mano sinistra mostra il tre, con la destra il quattro, forse ad indicare i quattro testimoni evangelici della realtà trinitaria (da cui possiamo dedurre anche il rusultato del dodici). Le sue palme mostrano i segni della crocifissione.
L’angelo arcuato a destra tiene con una mano i chiodi e con l’altra la corona di spine, a incoronarlo per il suo eroico dolore. Dietro a lui sembra spuntare la colonna della flagellazione.
L’altro angelo di fronte doveva portare forse la spugna nella mano serrata e nell’altra la lancia, il calice od un altro simbolo della passione.
Un nugolo di carne umana avvolge l’umanità stessa di Cristo, detto da Ezechiele “figlio dell’uomo” e che infatti si eleva come anima-frutto prodotta dai due progenitori.
Il Cristo si erge, posandovi i piedi, da un altro corpo disteso che guarda verso Adamo dormiente: potrebbe ricordare Jesse; e infatti Lui sarà il virgulto che nell’iconografia spunta dal suo corpo, come albero della vita i cui rami sono la genealogia che da Adamo porta a Cristo stesso.
Dio Padre, anziano e macilento dopo la creazione cosmica, sembra aver lasciato il trono a Cristo nel momento in cui crea quell’umanità a cui ha dato nobiltà nel figlio. Mostra con i diti della mano destra il tre, congiungendo il pollice alle altre due dita ad indicare l’indissolubile unità divina.
Teneramente tiene per mano Eva che a Lui si volge con gratitudine.