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L’antica chiesa di San Martino in Piano, detta anche al Molin Nuovo

A Molin Nuovo, nella omonima via e frazione del Comune di Empoli, nei pressi della industria cartiera c’è un piccolo edificio religioso, ormai quasi del tutto dimenticato dalla storiografia locale.

Chiesa di S. Martino a Molin Nuovo
Chiesa di S. Martino a Molin Nuovo

Censita nel ns ATLANTE DEL PATRIMONIO →

Attuale consistenza nella foto aerea di Google Maps:


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Diocesi: Firenze                       Piviere: S. Giovanni Evangelista a Monterappoli

La presenza della chiesa di San Martino e la sua ubicazione sono confermate già nel 1276 e nel 1302 dagli elenchi delle decime [Rationes Decimarum], da cui si evince che la chiesa era compresa nel Piviere di San Giovanni a Monterappoli [1].
Restando nello stesso arco temporale si legge nel documento Rectoris Ecclesiae de Empoli del 03 aprile 1286 della presenza di una chiesa vocata a «Ecclesiae D. Marthaei de Granaiolo» nel piviere di S. Giovanni in Monterappoli (Plebatus S. Ioannis de Monterappoli)

Nel Cinquecento la sua esistenza è documentata dalle mappe dei Capitani di Parte Guelfa [2], una rappresentazione grafica che permette una prima approssimativa localizzazione dell’edificio nel suo contesto. In questa cartografia la Chiesa è denominata San Martino in Piano, e si può facilmente interpretare che la chiesa appare ubicata nei pressi del Mulino, edificio tuttora esistente anche se alterato.

Abside della Chiesa di S. Martino a Molin Nuovo
Abside della Chiesa di S. Martino a Molin Nuovo

Ci sono però altri elementi geografici che ci consentono un miglior posizionamento della Chiesa. Infatti si nota la sua adiacenza a un rio, facilmente identificabile con l’odierno omonimo Rio di San Martino, e leggermente distanziata dalla strada collegante il Mulino alla Via Traversa Senese Romana.[3]

Ponendo ulteriore attenzione ai brevi riferimenti dei singoli edifici rappresentati nelle Mappe dei Capitani di Parte Guelfa, si intuisce che il territorio circostante la Chiesa di San Martino apparteneva al “Signore Giovanni da Vernio” ovvero Giovanni Bardi [4], proprietario del Mulino, delle relative gualcherie e delle case coloniche poste nelle sue immediate vicinanze.

Successivamente, altre conferme ci vengono dalla cartografia del Catasto leopoldino [5] redatto nell’anno 1820, nella quale i geometri granducali iscrivevano in mappa tutti gli edifici presenti riportando anche la relativa etichetta di denominazione, se questi la possedevano, e maggior risalto era dato agli edifici religiosi, anche perché usati come riferimenti di appoggio topografico di importanza primaria.

La sagoma della chiesa nel Catasto Leopoldino è censita con la particella n. 676, si nota anche l’abside sul lato sud-est:

catasto leopoldino san martino molin nuovo

Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione P – Molin Nuovo e Fontanella, Foglio 2 di 2 – ASFi, Catasto Generale Toscano, 
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani  – 
Per g.c. Info Crediti e Copyright

Osservando la nostra fattispecie, si nota però che alla chiesa di San Martino non è attribuita alcuna denominazione,difatti possiamo ipotizzare che ripetute alluvioni (la chiesa si trova nelle vicinanze del fiume Elsa in un punto in cui esso è rilevato rispetto al piano di campagna) l’abbiano costretta ad un progressivo abbandono.
L’edificio, in questo foglio di mappa venne così identificato come un’anonima costruzione rurale.

Qualche anno più tardi, il Repetti, nel suo Dizionario Geografico, nel ricordare questa chiesa appartenente a uno dei nove popoli posti nel Piviere di San Giovanni Evangelista a Monterappoli, la indica come distrutta[6].
 Nelle mappe catastali d’impianto [7], redatte negli anni 1935-1939, l’edificio è rappresentato ed accompagnato dal simbolo della croce ma ancora privo della sua denominazione.

Da allora fino ad oggi, negli studi inerenti la storia del territorio non è più citata, ma periodicamente vi si svolge attività religiosa retta dalla parrocchia di Fontanella, alla quale appartiene insieme alla vicina Chiesa di San Andrea alla Cascialla ubicata nella omonima località. Il suo santo titolare è San Martino Vescovo di Tours, la cui festa patronale è il giorno 11 novembre.

Attualmente la Chiesa si trova in ottimo stato, merito soprattutto dei recenti lavori di restauro effettuati nel 1988 dalla Parrocchia. L’edificio, ad aula unica e con copertura a capanna, ha un’abside poligonale. La facciata ha un aspetto semplice ma di buon effetto, scandita dalla bicromia dell’intonaco con le modanature in pietra serena. Sulla parte superiore è presente un rosone con vetrata colorata, incorniciata da conci in pietra serena; sulla parte inferiore sono presenti la porta con cornice in pietra serena, due nicchie murarie con grate in ferro testimonianti il loro passato di finestre, inoltre vi è un iscrizione in pietra serena che prenderemo in considerazione successivamente. Su ogni parete laterale e sull’abside, è presenti una snella apertura a monofora, di probabile derivazione romanica, inoltre vi è posta una piccolo campanile a vela posto sul lato sud.

Tutte le facciate sono intonacate, ma osservando attentamente in alcuni punti alla base delle facciate laterali, si nota che le strutture murarie sono realizzate in laterizi misti a ciottolame [“pillore”) di fiume. Altro aspetto interessante è la presenza di un’epigrafe in pietra serena rinvenuta sotto la pavimentazione dell’altare durante i lavori di restauro effettuati nel 1988, di cui riportiamo di seguito la trascrizione. Questa iscrizione venne posta nel 1773 all’interno della chiesa (sull’altare) in occasione del restauro avvenuto per merito della Famiglia Nobile dei Conti Bardi di Vernio, la stessa famiglia poi divenuta Bardi Serzelli e che fino ai primi anni Sessanta del Novecento ha mantenuto la proprietà dei terreni circostanti [8]. Attualmente l’iscrizione si trova sulla facciata principale, qui trasferita dopo il recente restauro, e ha potuto fornire dati ed elementi utili inerenti la storia dell’edificio sacro, testimoniando altresì che San Martino in Piano non è mai andato distrutto. Si propone il rilievo planimetrico dell’edificio.

ALTARE  HOCDEO  DICÃT  SUB

INVOC · D · MARTIN · EP · CUIUS

VETUS MENSA

PATRIT · FAMIL · DE BARDIS

EX COMIT · VERNIJ

HĨUS ORATOR · PATRONA,EX

LAPIDIB · PULCHRE DISPOSIT

IN HANCFORMAM ORNAND ·

[RES]TAURANDUMQ · CURAVIT

[A.]D. MDCCLXXIII


Note e Riferimenti:
1)       Tinagli-Antonini, Bullettino Storico Empolese Vol. VI, anno XVI. n. I, 1972, p. 68.
2)       Archivio di Stato di Firenze, Cap. di Parte, Piante t. 120 II° c. 307.
3)       Strada oggi denominata S.S. 429
4)       Piccola Treccani. Giovanni Bardi, poi Bardi Serzelli, Conte di Vernio. Firenze, 1534-1612.
5)       Archivio Storico di Firenze, sez. Catasto Generale Toscano.
6)       Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Vol. III, 1839, p. 494.
7)       Ufficio del Territorio, Catasto Terreni, Foglio di mappa 59 Comune di Empoli, 1939.
8)       Rogito del Notaio Zati, rep. 33637 del 28/06/1960 Firenze.

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