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La Vecchia Portineria del “Vecchissimo” spedale – di Roberto Taviani

Ricordi lontani, quel Maggio 69 quando penso di esserci entrato per la prima volta come “aspirante addetto ai lavori” per i tirocini prelaurea.

portineria-spedale-vecchio


Prima ammetto esserci entrato pochissime volte, forse come “Paziente” per fare qualche radiografia od esame (ma allora se ne facevano pochi) o per far visita a qualche parente o amico ricoverato.Vista con “occhio preclinico”…tutta un’altra cosa.

Un portone austero, preceduto prima del piazzale da una cancellata quasi sempre chiusa. Il portone è sempre lo stesso, poi uno stanzone anonimo, , spartano. I lavori di restiling con abbellimenti e riscoperta di busti , lapidi furono fatti successivamente. Allora c’era un bancone per “Il Portiere” e due o tre panche sulla destra per visitatori e pazienti in attesa. Tutto qui. Eppure era il “cuore” dell’ospedale.

L’angolo di Ughino c’era di già. Sulla sinistra entrando accanto al portone, una specie di bureau di legno e vetri, una specie di box si direbbe oggi, con “questa Figura” indescrivibile.

Era “tutto”, servizio informazioni, mediatore culturale, si direbbe oggi..ma allora che volevi mediare, forse dare indicazioni agli analfabeti, factotum, disponibile per tutti, credo portasse a scuola anche il figlio del Mancini (l’allora Direttore e Primario Chirurgo).

Appunto tutti chiedevano a Ugo e lui sempre disponibile. Ricordo babbo quando io dovevo andare in ospedale per qualcosa..< tu ti fermi da Ugo” e te lo dice Lui >. E tutti facevano cos’ì. Era normale. E poi “Il Portiere” . Era una figura importante , indispensabile per quei tempi. Praticamente aveva in mano l’Ospedale, non gli sfuggiva nulla, tutti dovevano passare davanti a Lui.

Come non ricordare il “Buon Licata”, siciliano verace trapiantato a Empoli chissà da quanto. Credo ci si fosse sposato e ci avesse messo su famiglia. Asciutto, impeccabile, in divisa, austero. Senza tecnologie, forse solo il telefono sul bancone e poi un microfono che diffondeva in tutti gli angoli dell’Ospedale. Ed alla fine del “passo” il Suo..”i visitatori sono invitati a lasciare i reparti con sollecitudine “. Non ammetteva repliche, e quasi sottintendeva un < se un tu esci alla sverta vengo e ti butto fori> .

Oppure…quando i pochi “chirurghi” erano tutti in sala operatoria… <il Medico di guardia, che poi era “quello del Pronto Soccorso”, è pregato di recarsi urgentemente in Chirurgia Donne..>… Forse il Lisi c’era già, Remo, Umberto non me lo ricordo, forse arrivò dopo, Lando, Giovanni chissà , Sauro era bambino…. C’era al Pronto Soccorso anche il Posto di Polizia con un Agente quasi sempre a disposizione, mi pare si chiamasse Nicastro. Era un affezionato del Mancini e naturalmente al Tuci…diciamo era meno simpatico.

E poi a una cert’ora passava “Il Melani” della Nazione a prendere visione dei referti. C’era un registrone e Lui andava li e annotava ciò che gli interessava. C’era professionalità e rispetto. I miei futuri Colleghi del Pronto soccorso , i vari Malanchi, Cipollini, Berlincioni, Pelagotti, mi dissero vedi, se per un motivo o un altro una notizia non va pubblicata, si scrive in calce al referto “Non pubblicare” e stai sicuro che è così’….Vai a fallo oggi !

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