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Eroi sconosciuti: l’Operazione Speedwell tra Liguria e Toscana

di Claudio Biscarini

Tra le oltre mille e seicento tombe del Commonwealth War Cemetery del Girone di Firenze, vene sono due che, durante una visita che feci assieme a un gruppo di neozelandesi durante l’ANZAC Day,[1] colpirono la mia attenzione. Si tratta della tomba del capitano Patrick Laurence Dudgeon, Military Cross, matricola militare 131676, Royal Signal Corps passato al 2 Special Air Service, figlio del tenente colonnello Christopher Robson Dudgeon dell’Army Medical Corps, decorato con  Military Cross , Distinguished Service Order e Order of British Empire e di Alice Mary Dudgeon nata Pumphrey, nato a Headley nell’Hampshire e morto a 23 anni, era nato il 10 luglio 1920, il 3 ottobre 1943. Il suo corpo è sepolto nel riquadro IX, fila H, tomba n.8. L’altro caduto è il cannoniere Bernard Oliver Brunt, nato a Rotherham nello Yorkshire da Bernard e Frances Adalla Brunt, matricola militare 1800118, Royal Artillery passato al 2. Special Air Service e deceduto alla stessa data del capitano all’età di 21 anni e sepolto nel riquadro IX, fila H, tomba n.9.

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Commonwealth War Cemetery – Foto di Claudio Biscarini

La curiosità di sapere come erano morti questi due soldati mi indusse a fare delle rapide indagini.

Lo Special Air Service era nato dall’idea del capitano scozzese Archibald David Stirling[2], già delle Scots Guards e dell’8th Commando, in Nord Africa. Si trattava di una unità speciale di sabotatori paracadutisti, sul tipo del Long Range Desert Group con il quale collaborò e di altri reparti simili tanto cari ai britannici[3]. Il suo motto fu , ed è ancora oggi, Who Dares Wins, il suo logo fu ideato dal sergente Robert Tait, la spada Exalibur inserita tra le ali di un ibis bianco che aveva visto nel foyer dell’hotel Shepheard del Cairo. Le ali da paracadutista del SAS furono un’idea del tenente John Steel Lewes detto Jock e rappresentano lo scarabeo d’oro egiziano. Lewes inventò anche una mina incendiaria speciale.  Lo Special Air Service, inizialmente 1° reggimento e poi ne venne formato un secondo al comando di William Stirling fratello di David. Dopo la cattura di Stirling in Tunisia, il comando passò brevemente al maggiore Robert Blair Mayne detto Paddy e quindi al maggiore Vivian Street. Il 2 SAS operò anche in Italia. Proprio durante una di queste operazioni dietro le linee, caddero i due menzionati militari e altri.

A metà agosto 1943, il comando del SAS organizzò la Operations Speedwell, L’obiettivo era di sabotare le ferrovie  che attraversavano gli Appennini per cercare di rallentare i rifornimenti tedeschi. L’operazione era divisa in due gruppi: uno, di sette uomini al comando del capitano Philip Pinckney (Gruppo Uno) doveva paracadutarsi  presso Firenze e l’altra, di sei militari al comando del capitano Dudgeon (Gruppo Due) doveva fare altrettanto vicino a La Spezia.

Il Gruppo Uno si paracadutò ed effettuò la missione rientrando alle linee. Il Gruppo Due ebbe ben più tragico epilogo. La missione denominata Speedwell 2, oltre che dal capitano che parlava tedesco, era formato dal tenente Thomas MacLeggan Wedderburn, secondo in comando, scozzese di 27 anni detto Tojo, dal Warrant Sergeant [4]William Johnstone “Geordie” Foster, 27 anni da Workington, dal caporale James Shortall, 24 anni di Londra ma nato in Irlanda, cannoniere Brunt che il 7 agosto 1943 celebrò il suo compleanno e dal Lance Corporal [5]Harold “Tanky” Challenor di 21 anni da Londra. Il gruppo doveva paracadutarsi nella zona di Borgo Val di Taro e dirigersi nella valle di Rossano tra Pontremoli e La Spezia. Il 5 settembre 1943 iniziarono i preparativi. Furono stivate armi, munizioni e equipaggiamento. Gli uomini vestivano un’uniforme  grigio-blu americana e avevano in dotazione anche ami tedesche come le note MP 40. Il cibo consisteva in sardine, manzo in scatola, formaggio, biscotti , tè, zucchero.. sigarette.

Ogni uomo aveva una certa quantità di lire italiane e una mappa. Alle 17,00 del 7 settembre 1943  i militari si diressero verso l’aeroporto di Kairouan[6] per imbarcarsi sugli Armstrong  Withworth AW. 41 Albermales che li avrebbero portati in Italia. Alle 18,30 decollo. La zona di lancio non era contrassegnata per ovvi motivi di sicurezza e anche perché, all’epoca, non esistevano gruppi di partigiani.  Il Gruppo Due atterrò presso Barbarasco Tresana, in Lunigiana tra Pontremoli ed Aulla nella valle del fiume Magra. Il terreno dove presero terra era montagnoso e le principali linee ferroviarie si snodavano a ovest e a sud-est. La linea Livorno-Genova attraversava numerosi tunnel e questo costituiva un’ottima cosa per effettuare sabotaggi[7].  Dopo aver preso terreno, i gruppi raccolsero armi, esplosivi e materiali e si divisero in tre team: Dudgeon e Brunt, Wedderburn e Challenor e Foster e Shortall.  Si divisero il pomeriggio di mercoledì 8 settembre 1943, data fatidica, con l’intento di ritrovarsi dopo una settimana in un punto su un ruscello tra Barbarasco Tresana e Villafranca Lunigiana sulla strada principale Parma- La Spezia. Il secondo team doveva attaccare la linea Aulla- Bologna e a seguire la Pontremoli-La Spezia. I due soldati si mossero a notte e sabotarono un tunnel il 12 settembre 1943. L’esplosivo al plastico che avevano in dotazione, saltava appena un treno ci passava sopra. Weddenburg e Challenor furono quindi i primi a raggiungere il punto di riunione dove attesero invano, per più giorni, l’arrivo degli altri.

Foster e Shortall dovevano sabotare la linea La Spezia-Genova presso La Spezia. Il cammino dei due, con sulle spalle i sacchi con l’equipaggiamento e le armi, fu molto difficile. Essi dovevano anche attraversare la statale Aurelia, in quei giorni piena di mezzi tedeschi che affluivano verso La Spezia dove era di base la nostra Flotta da Battaglia. Il 20 settembre Foster e Shortall si trovavano, armati e in uniforme, presso La Foce[8] sull’Aurelia. Purtroppo, essi andarono a sbattere su un accampamento dell’Infanterie-Regiment 146 della 65. Infanterie-Division , facente parte del 51. Gebirgs-Korps comandato dal generale Valentin Feuerstein. Il comandante della divisione, Generalleutnant Gustav Heisterman von Ziehlberg era stanziato presso Villa  Eugenio Vaccari a Ponzano Magra.

Quando furono presi, Foster e il commilitone tentarono di passare da italiani ma, ovviamente, nessuno credette loro. Chissà perché i due tentarono questa carta che, certamente visto che erano armati e pieni di esplosivo, non li avrebbe certo aiutati. Portati al comando divisione, furono rinchiusi nelle celle della locale Stazione dei Reali Carabinieri posta agli ordini del maresciallo Vito Romaniello, per niente felice di questa situazione. I tedeschi, infatti, non fidandosi dei Reali Carabinieri , misero a guardia dei due prigionieri altrettanti militari della Feldgendarmerie. I due prigionieri furono interrogati dal Sonderfὒhrer [9]Grether che fungeva da interprete alla presenza del Gefreiter[10] Dieter Schmitt ma dichiararono solo il nome, il grado e il numero di matricola perché si ritenevano coperti dalla Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. Purtroppo, in seguito al Commando-Befehl emanato da Hitler il 18 ottobre 1942, nel quale si ordinava che ogni uomo dei servizi speciali alleati, anche se catturato in uniforme, doveva essere passato per le armi, essi erano passibili di fucilazione. Al comando della 65. Infanterie-Division  ci furono discussioni sull’opportunità di ottemperare a questo ordine ma alla fine von Ziehlberg decise per la messa a morte. Il posto per l’esecuzione fu scelto nel bosco vicino al torrente Belaso  presso la ceramica Vaccari.

Venne scavata una fossa, furono allontanati i civili perché l’esecuzione doveva essere segreta e venne formata una squadra di dodici militari come plotone di esecuzione. Alle 12,45 del 21 settembre 1943 Foster e Shortall furono prelevati dalla cella e, su mezzi tedeschi, portati sul luogo della fucilazione. Sul posto, oltre all’Hauptmann[11] Hans Sommer, del quartier generale della 65. Infanterie-Division c’erano Emil Grether e l’Oberarzt Hermann Baierl[12]. La squadra di fucilieri era comandata dallo Stabsfeldwebel [13]Fritz Bost. Il primo a morire fu Foster e ai due soldati furono negati i conforti religiosi. I corpi furono seppelliti insieme nella fossa preparata e nessun segno vi fu posto. Solo più tardi, una piccola croce di legno vi fu messa da Michele ed Ennio Marchi che avevano saputo e trovato il posto. Oggi il sergente William Johnstone Foster numero di matricola 829582, già della Royal Artillery e del 6th Commando passato poi al 2. SAS, figlio di John e Rose Ada Foster da Workington nel Cumberland riposa nel cimitero di Staglieno a Genova nel riquadro III, fila C, tomba 21. Il caporale James Patrick Shortall , matricola 6464231, gli fa compagnia nel riquadro  III, fila C, tomba 31. Egli altri?

Weddenburg e Challenor erano arrivati a casa di Pietro Massimo Petriccioli, un antifascista che aiutava gli ex prigionieri alleati a fuggire, e vi si erano trattenuti alcuni giorni. Poi avevano deciso di andare verso sud. Purtroppo, presso Coppito, Weddenburg era stato catturato e portato nell’Oflager VIII[14] di Mahrisch-Trubau[15]. Riuscì a fuggire, venne ripreso e portato nell’Oflager 79 a Brunswick da dove fu liberato nell’aprile 1945 dalla 9th US Army. Challenor,invece, riuscì a raggiungere le truppe angloamericane a sud Italia. Dudgeon e Brunt dovevano sabotare la linea Genova-Livorno presso Levanto sulle Cinque Terre. Non è certo che vi siano riusciti. Certo invece è che arrivarono a casa Petriccioni poco dopo che erano partiti Weddenburg e Challenor. Pare che appena entrati si udisse un’esplosione e che Dudgeon abbia detto good come a sottolineare la riuscita di un sabotaggio. I due rimasero sei giorni, durante i quali il capitano si spinse a fare ricognizioni per individuare le forze tedesche presenti. Alle 20,30 del 29 settembre 1943  essi lasciarono casa Petriccioni e si diressero verso la Cisa.

Non è chiaro che cosa li indusse a questa scelta invece di andare verso sud come gli altri. Alle 22,30 essi decisero di tendere un’imboscata a un mezzo tedesco presso la Santissima Annunziata a sud di Pontremoli. Dudgeon, fidando nelle loro uniformi che da lontano potevano essere scambiate per tedesche, e nel suo fluente tedesco, voleva piazzarsi in mezzo alla strada con una torcia e fermare il veicolo. Arrivò un’auto della 1. Kompanie, Nachrichten  Abteilung 165.. con a bordo un Gefreiter e l’Oberfeldwebel [16]Obermeyer. Dudgeon attuò il piano ma il sottufficiale, soldato esperto, non cadde nel tranello. Partirono gli spari, il caporale cadde ucciso e Obermeyer parve lo stesso. In realtà era solo ferito gravemente e riuscì a contattare il suo comando. Purtroppo, Dudgeon e Brunt salirono sul mezzo che era rimasto macchiato di sangue e col parabrezza rotto.

Subito a Ponzano Magra si pensò ad un attacco a opera di italiani e von Ziehlberg diede ordine di rastrellare e arrestare 30 ostaggi, più i podestà dei tre paesi prossimi al luogo dell’attacco e il prefetto di Massa. Quindi fece rapporto al feldmaresciallo Erwin Rommel, comandante dell’Heeresgruppe B[17],  chiedendo l’autorizzazione a fucilarli. Intanto, i due del SAS a bordo del veicolo tedesco si dirigevano verso il passo della Cisa. Arrivati sulla cima del passo furono fermati a un blocco stradale. Dudgeon, fidando ancora nel suo tedesco, chiese libero passaggio ma la sentinella voleva vedere i documenti. Dudgeon disse di averli perduti ma la sentinella non ci cascò. Fece scendere i due, arrivarono altri militari e Dudgeon e Brunt furono arrestati. Messi in custodia in una casa furono inizialmente creduti italiani ma l’equivoco durò poco.  L’Oberleutnant [18]Victor Schmit, che parlava inglese, fece un primo interrogatorio e avvertì i due che potevano essere fucilati in seguito all’ordine di Hitler che il comandante di divisione pareva aver preso alla lettera. Il capitano inglese protestò che dovevano essere trattati come prigionieri di guerra.Alla Cisa, nel corso delle ore, arrivarono diversi ufficiali tra cui lo stesso von Ziehlberg, l’Hauptmann  Ditrich von Menges e il solito Grether. In verità, il comandante di divisione aveva già deciso per l’eliminazione dei due del SAS ma volle interrogare Dudgeon personalmente.

Al solito, niente fu rivelato ai tedeschi. Alla domanda se fossero scesi col paracadute o portati da un sommergibile, Dudgeon rispose Ho l’ordine di dare solo nome, grado e numero di matricola chiudendo il discorso. Venne dato all’Oberleutnant Preissnor, comandante della guarnigione della Cisa, di preparare una squadra di esecuzione di sei fra caporali e caporalmaggiori. Il posto della fucilazione venne scelto in un campo isolato alla fine del paese. Vi furono portati i due del SAS e, prima della scarica, Dudgeon e Brunt iniziarono a cantare God save the King l’inno britannico.Poi il plotone sparò e finì la loro vita. La notizia della morte di Dudgeon non arrivò alla famiglia che nel 1945, a guerra finita, quando l’ex tenente Schmit, in realtà un Lussemburghese arruolato nella Wehrmacht come aveva promesso al capitano Dudgeon, scrisse alla famiglia. A sua dire i deu si erano comportati egregiamente davanti alla morte, suscitando l’ammirazione degli stessi tedeschi. Rommel e Fuerstein dettero ordine di liberare i 34 ostaggi malgrado von Ziehlberg fosse di altro parere. Il Generalleutnant Gustav Heistermann von Ziehlberg, così pronto a fucilare, finì davanti al plotone di esecuzione il 2 febbraio 1945 per non aver ottemperato all’ordine di arrestare il suo 1a[19], maggiore Kuhn, implicato nell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. Wedderman è morto a Londra a 52 anni nel 1968 e  Challenor è deceduto nella capitale inglese nel 2008. Il 15 agosto 1945 i corpi di Dudgeon e Brunt furono esumati alla Cisa.

Piccola bibliografia

Claudio Biscarini, Missioni oltre le linee: Servizi alleati e Resistenza a Perugia e nell’Appennino umbro-marchigiano (1943-1944), Fondazione Ranieri di Sorbello, 2009.

Claudio Biscarini, Soldati nell’ombra.1944: Operazioni speciali nelle province di Siena, Arezzo, Livorno, Grosseto, La Spezia, Effigi edizioni, 2011.

Brian Lett, S.A.S. in Tuscany 1943-1945, Pen & Sword Military, UK.

Note e Riferimenti:

[1] Acronimo di Australian and New  Zealand Army Corps. L’ANZAC Day si celebra tutti I 25 aprile ed è l’equivalente del Memorial Day Americano che si celebra tutti gli ultimi lunedì del mese di maggio. Ricorda i soldati Australiani e Neozelandesi caduti in tutte le guerre.

[2] Di lui Churchill, parafrasando il Don Juan di Byron, disse che era l’uomo più garbato che avesse mai affondato una nave o tagliato una gola.

[3] Tra gli altri, ricordiamo la Popsky Army del colonnello russo Vladimir Peniakoff che operò anche in Romagna.

[4] I Warrant Officer nell’esercito britannico sono equivalenti ai nostri marescialli.

[5] Grado equivalente al nostro soldato scelto

[6] L’odierna Qayrawan in Tunisia.

[7]

[8]  Il valico ia località La Foce si trova sull’Aurelia tra La Spezia e Riccò del Golfo di Spezia verso la Val di Vara.

[9]  Grado attribuito a civili militarizzati utilizzati per servizi amministrativi. Esistevano tre tipi di Sonderfὒhrer: tipo B con grado equivalente o maggiore o tenente colonnello; tipo K equivalente a capitano e tipo X equivalente a sottotenente, tenente e comandante di plotone. Il soggetto in questione deve essere stato di tipo Z visto che in seguito viene ricordato col gradi di Oberleutnant (tenente).

[10] Il grado corrisponde a caporale.

[11] Capitano

[12] Tenente medico.

[13] Maresciallo maggiore addetto al comando.

[14] Gli Offizierlager erano campi di concentramento per ufficiali. Gli Stammlager per sottufficiali e truppa.

[15] Oggi Moravsska Trepova

[16] Maresciallo capo.

[17] Il Gruppo di armate B era responsabile del territorio fino alla linea Livorno-Perugia. Al di sotto era responsabile Kesselring.

[18] Tenente.

[19] Primo ufficiale di Stato maggiore addetto alle operazioni.

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