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Torrino dei Righi: breve nota della sua proprietà dal 1708 al 1820

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Molte volte lo avete visto, pochi sanno che si chiama il “Torrino de’ Righi”.
Nelle cronache dei protostorici Lazzeri, Chiarugi e Repetti si legge che l’attuale torrino accanto allo Spedale Vecchio (angolare della penultima cerchia trecentesca) veniva chiamato “torrino de’ Righi”, cognome di una famiglia empolese che a fine Seicento accrebbe la sua posizione grazie al commercio delle granaglie, ed alcuni loro assunsero il prestigioso quanto delicato incarico di “abbondanziere”.
In primo piano occorre però tener presente la figura di un loro parente, il Notaio Ser Lorenzo Righi, il quale ha redatto un proprio manoscritto riportando fatti, eventi e cronache relative al castello d’Empoli e dintorni, dandoci soprattutto notizie interessantissime sul periodo cruciale dell’avvento di Napoleone.

L’Abbondanza, come già accennato in un mio precedente articolo, era l’Uffizio granducale deputato a calmierare i prezzi delle gransce o granaglie soprattutto nei periodi di carestia, acquistando e immagazzinando nelle numerose buche da grano ivi presenti.

Orbene, scartabellando celermente nelle fonti bibliografiche si è potuto approfondire i precisi proprietari dell’edificio del Torrino de’ Righi. Per il momento si è scelto un periodo preciso tra il 1708 e il 1820, seguendo un pò quanto emerso dalle fonti.
Tuttavia, preannuncio che su questo torrino medioevale, un vero elemento identitario del nostro passato, ho raccolto altri documenti che vanno dalla seconda metà del Cinquecento fino alla fine del Seicento; non sono molti, ma direi che sono chiari e interessanti.
Vi preannuncio solo la cosa più importante: da una rapida ma non superficiale interpretazione, si capisce bene che nella seconda metà del Cinquecento viene chiuso con un muro a retta e con terrapieno un passaggio che accorciava il tragitto alla Porta Giudea (o senese), con forte protesta degli abitanti della strada. Ebbene si, parlo di Via Paladini, già Via dello Spedale.

Elenco la serie delle informazioni desunte dalle relative fonti, in ordine cronologico retrogressivo, anche se preciso fin da subito che non ho finora trovato documenti inerenti il passaggio di proprietà tra i Righi e i Salvagnoli/Galli intercorso tra 1800 e 1820.

1820, Novembre addì 30.
Casa, particella 449 (ovvero il torrino)  Salvagnoli Annunziata di Tommaso moglie di Luigi Galli;
Orto particella 447 (ovvero il terrazzo tra torrino e Spedale) Salvagnoli Annunziata di Tommaso moglie di Luigi Galli;
Casa, particella 450  Galli Luigi di Giuseppe;
Fonte: CATASTO LEOPOLDINO, Catasto Generale Toscano, Archivio di Stato di Firenze

1800, Dicembre addì 23.
<< Quantunque io Ser Lorenzo Righi scrivente abbia di proprio la casa aperta in Empoli alla porta dei Cappuccini, ove abita mia sorella, cognata e nipote, non ostante sto a convivere in qualità di dozzinante con la famiglia Scartabelli in via dei Frati, col motivo fra gli altri di avere avuto sempre aperto lo studio senza bollo.>>
Fonte: manoscritto di Notaio Ser Lorenzo Righi, Biblioteca Marucelliana.

1776
Segnatura 5755 c. 1245 – Pietro e Andrea Righi, di Lorenzo di Piero di Antonio, abitazione in Via degli Asini.  <<una casa posta in empoli in via degli asini, luogo detto alla Porta Giudea, assieme con tutti i magazzini ove si custodiscono le grasce dell’Abbondanza, stanze ad uso di concia e tina, dal suolo fino al tetto incluse>>.
Annotazioni:<< dei quali la metà attiene a Pietro di Lorenzo Righi come sua rata e porzione e metà si pone in conto di Lorenzo Righi mediante la morte di Andrea loro padre seguita il dì 10 marzo 1762>>.
Confini: Via degli asini, Mura castellane, Viottola che va alla Ghiacciaia, Niccolaio Cilotti.
     Fonte: Decima granducale

1759
Num 230) Andrea Righi una casa da cielo a terra abita lui med. Confina Dazzi, Via degli Asini, Mura castellane, pagherebbe S. 8.
Fonte: (pag. 59 Vita quotidiana nella Empoli del Settecento, L. Guerrini)

1710
Num 239) Signor Gio batta Righi una casa da cielo a terra abita da sé. Pagherebbe L.10 confina Contri e Mura Castellane.
Fonte: (pag. 60 Vita quotidiana nella Empoli del Settecento, L. Guerrini)

1708
<<Nel luglio del 1708 i Righi che avevano preso a fornire la vena a iniziare dalla locale “Amministrazione delle Riscossione” e allo “Staffiere dell’Anbrogiana” e dopo avere inviata una prima fornitura tramite navicelli ai magazzini della “Abbondanza” a Firenze provvidero a immagazzinare e recuperare la vena già in parte pagata e dopo aver fatto vari e vani tentativi di recupero verso gli inadempienti passavano all’azione e il 4 Agosto 1708 facevano consegnare al Podestà di Empoli la seguente lettera: “ABBONDANZA di EMPOLI. Essendo giunto il termine che l’infrascritti debitori di questa Abbondanza di S. A. R. devono rimettere alla mdesimasomma di quantosono debitori intanta “Vena” per serviziodelle “Stalle” della pefata A. R. per robba da viveri, e “contanti” somministrati a detti debitori nelle “stagioni passate” per caparra di detta sorte di “Biada”, perciò si compiacerà V. S. difar precettare tuttii debitori che vedrà notati nell’acclusa “nota” perchè‚ nel terminedi cinque giorni abbino pagato il loro debito in tanta “Vena” altrimenti gli farà gravare…secondo l’ordine del Servizio di S.A.R      Piero e Giovan Battista Righi”.>>
      Fonte: testo incompiuto a firma di Libertario Guerrini.

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