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Claudio Biscarini: Una passeggiata nella grande storia

Ho diviso le foto in gruppi e per ognuno abbiamo fatto una ampia didascalia ragionata. Spero che queste immagini, oltre ad essere apprezzate, non certo dal punto di vista strettamente tecnico perché non sono un eccellente fotografo, da un punto di vista storico possano invogliare qualcuno a farsi un viaggetto in posti che, al di là della guerra, meritano di essere visitati.

Claudio Biscarini

1° Gruppo

Notte tra il 5 e il 6 giugno 1944. Le truppe aviotrasportate angloamericane delle divisioni 82nd All Americans e 101st Screaming Eagle a cui si aggiunsero i baschi rossi britannici, furono i primi ad entrare in azione in Normandia.  I Red Devils inglesi si diressero verso la batteria di Merville che, così si pensava, con i suoi pezzi avrebbe potuto battere le spiagge Sword, Juno e Gold di pertinenza canadUser-Agent: Mozilla/4.0 (compatiore Howard, con un reparto piazzato a bordo di alianti, doveva occupare il ponte su canale Orne a poca distanza da Ouistream-Rivabella, una ridente località balneare, fornita anche di Casinò, che i tedeschi avevano trasformato in un fortilizio. Gli americani, invece, avevano il compito di rendere sicure le retrovie delle spiagge Omaha e Utah presso la penisola del Cotentin. L’assalto andò bene, anche se costellato di errori, disguidi, perdite che si potevano evitare. A Merville, appena presa, i parà inglesi si accorsero che i cannoni non avrebbero dato nessuna noia alle truppe sbarcate perché di calibro troppo piccolo. Il ponte venne preso e tenuto dopo uno sbalorditivo atterraggio degli alianti, simile a quello dei tedeschi sul Gran Sasso, e gli americani conquistarono le due cittadine di St. Marie du Mont e St. Mère Eglise rendendo sicure le retrovie.

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Foto 1: Il sito della batteria di Merville nel 1983
Foto 2: Il Bar Grondrée al Ponte che scavalca la Orne, fu la prima casa liberata in Francia.Oggi è un piccolo museo e funziona ancora il bar
Foto 3: Il Ponte Pegaso, così venne ribattezzato in onore al logo dei paracadutisti inglesi;
Foto 4. Ancora il Ponte Pegaso
Foto n.5: il monumento che ricorda il maggiore Howard a Ponte Pegaso
Foto n. 6: La chiesa di Saint-Marie-Du-Mont con davanti una Jeep americana, segno della presenza di alcuni appassionati
Foto n.7: La piazza di Saint Mère Eglise dove vennero massacrati diversi paracadutisti americani scesi nel centro del paese
Foto n.8: il manichino del soldato Jonh Steele che la notte tra il 5 e 6 giugno 1944, essendo caduto sul campanile, fu uno dei pochi superstiti del suo reparto. Il manichino che lo rappresenta, ad uso turistico, viene cambiato periodicamente
 2° Gruppo
Foto 9: Una delle zattere che portarono a riva i soldati
Foto 10: Uno degli ostacoli con cui Rommel aveva disseminato le spiagge, oltre che a minarle
Foto n. 11: Spiaggia Utah, settore americano, due uno dei cannoni che sono stati posti a simboleggiare le difese tedesche
Foto n.12: Uno degli ingressi alla spiaggia Utah. A destra, uno dei pilastri della “Via della Libertà”.Ogni ingresso alla spiaggia porta il nome di un caduto americanoFoto n. 13. La spiaggia Utah nel 1993 con la bassa marea che sta iniziando.Il tratto è selvaggio, non ci sono abitazioni ma solo un bar e un museo
Foto n. 14: Il Bar Roosevelt, l’unica costruzione che sorge dietro la spiaggia Utah.Il piccolo edificio al centro con le finestre dipinte è uno dei bunker della difesa tedesca
Il seguito alla prossima puntata!

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