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Giuliano Lastraioli: ancora sulla soppressione del tribunale

Il faccia a faccia celebrato su Antenna 5 la sera di venerdì scorso, con la partecipazione del sindaco di Castello Occhipinti e di tre avvocati (uno dei quali in veste ai giudice di pace), mi induce a tornare sul problema della ormai segnata soppressione del tribunale di Empoli e delle due giudicature inferiori ancora operanti nel circondario.

Sembrava un funerale e ce n’erano tutti i motivi. Tutti più o meno mosci e rassegnati.

Il più vispo era Occhipinti, trincerato dietro il patto di stabilità che pone le amministrazioni locali al coperto da censure di inefficienza. I giuristi, dal canto loro, muovevano alti lai, ma non offrivano speranze, quantunque il Nannelli, con la potenza delle sue indagini statistiche, abbia dimostrato la necessità di mantenere a Empoli un presidio giudiziario degno della tradizione. Il giudice Farsetti si contenterebbe di un accorpamento delle giudicature di Empoli e di Castello, come il governatore Rossi ha ottenuto a Pontedera con l’accorpamento di San Miniato e di Volterra. Una soddisfazione davvero minimale.

Il fatto si è che finora i politici e le istituzioni locali hanno dimostrato di non contare nulla in sede nazionale nonostante il periodico consenso delle urne. Non hanno mai voluto capire che, per ottenere una giurisdizione piena e collegiale a Empoli dopo la soppressione del tribunale di San Miniato nel 1925, era necessaria una concorde sinergia tra le forze della Valdelsa e del Medio Valdarno, senza riguardi per i confini provinciali ritoccati da Costanzo Ciano per favorire Livorno. Guardate la carta geografica e vedrete che morso fu dato allora al nostro circondario.
E adesso che facciamo? Empoli non ha santi in paradiso. Sono stati evocati Parrini, Lotti e Cantini. Ha da veni’!
Piuttosto aprite le casse. Si tratta di pochi spiccioli, a quanto ha ammesso lo stesso Occhipinti, “Diligite iustitiam” e mollate le tante iniziative inutili e fasulle che sostenete.

L’avvocatura tosta, quella che lavora, è pronta a far saltare il banco.

GIULIANO LASTRAIOLI

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