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Via dei Forni o Via del Forno? Oggi Via del Gelsomino

Una via, stretta e contornata da edifici spesso alti e che mostrano antichità. Forse meno frequentata delle altre del Giro d’Empoli, ma non per questo non meritevole di attenzione sulla sua derivazione. Ai vecchi empolesi l’ho sempre sentita soprannominare “Via de’ forni”, ma in tutte le documentazioni ufficiali quali catasti e filze archivistiche compare sempre denominata Via del Gelsomino; poi vi era il Vicolo della Malacucina, ovvero quel vicolo parzialmente coperto che da circa la metà di Via del Gelsomino procede verso l’attuale Via Ridolfi all’altezza della ex Coop.

Orbene, scartabellando tra i documenti d’archivio che ho acquisito mi sono rimasti impressi alcuni dati, che messi assieme come i tasselli di un mosaico, hanno permesso di ricostruire molti aspetti della storia del nostro (Fu) Centro Storico.

Sulle origini del nome Via del Gelsomino mi riservo di svolgere ulteriori approfondimenti, le fonti sono assai scarne e addensano radici nelle pieghe dei secoli, sollevo anche il dubbio se possa derivare dalla pianta del gelsomino o che sia una stortura dell’albero gelso, molto usato per “maritarlo” con la vite. Invero posso anticipare e spiegare le origini dei soprannomi a tale viabilità. Sull’origine del soprannome “Via dei forni” si poteva giustificare con la passata presenza di alcuni forni da pane esistenti, fine a qualche decennio fa ve n’erano due attivi, adesso vi è rimasto in funzione uno soltanto.

Nelle mappe del Catasto Leopoldino[1] redatto nell’anno 1820 la denominazione riportata era “Via Malacucina”, estendendo il toponimo del vicolo traverso all’intera stradicella, mentre nelle mappe del Catasto di impianto degli anni Trenta del Novecento avviene il contrario, la stradicella e vicoletto vengono censiti come “del Gelsomino”.

Nella Decima Granducale[2] del 1776 due edifici vengono descritti in Via del Forno, e trattasi rispettivamente di un’abitazione di Diacinto Cocchi[3] e di un’abitazione di Marco Antonio Guerrazzi[4]. Tuttavia solamente questi due cespiti decimarii sono censiti in tale Via del Forno, mentre tutti gli edifici ubicati nella strada sono censiti in Via del Gelsomino o nel Chiassetto di Malacucina; vi dirò, sono più numerosi gli immobili  censiti in Malacucina che nel Gelsomino, rispettivamente pari a 20 e 6. Ma su questo avrò modo di capire interpolando con sistema informatico GIS.

A questo stadio il toponimo Via del Forno sembrerebbe di dubbia consistenza o collocazione, quasi estraneo; tuttavia nel documento Descrizione[5] della fogna dietro le RR.MM. di S. Domenico di Empoli al Libro L, redatto nel 1710, emerge la presenza in Via del Gelsomino di <<un Forno con casa, tiene a pigione G.B. Tiribilli, paga S(cudi) 9,1/2, confina Del Turco, Via del Gelsomino e PP. di S. Agostino>>, e tale forno era di proprietà del Capitolo d’Empoli.

Tutti i dati sopra esposti portano a interpretare con fondatezza l’evoluzione toponomastica della via in base all’esistenza di un forno, l’unico peraltro censito nei suddetti documenti; quindi nel Settecento la Via veniva chiamata del Gelsomino (però debbasi approfondire sul Chiassetto di Malacucina) che il gergo popolano citava anche col nome di “Via del Forno”; probabilmente in seguito vi furono avviate altre attività di fornai, rimasti in funzione fino a qualche decennio or sono, e la popolazione vide bene di adeguare il nomignolo dal singolare al plurale, divenendo in gergo “Via de’ Forni”. Inutile dire che ancora oggi la Via mantiene un peso minore rispetto alle strade del Giro, ma che dico, forse è il contrario: la sua scarsa frequentazione mi sembra stia diventando male comune con le altre Vie del Giro.


 


[1] Archivio di Stato di Firenze, Catasto Generale Toscano, comunità di Empoli, Sez. D

[2] Archivio di Stato di Firenze, Decima Granducale, 5753-5754-5755

[3] Ibidem, 5754 c. 530 r.

[4] Ibidem, 5755 c. 1085 v.

[5] Archivio Storico Comune Empoli, Comunità. F. 115, r. 168

 

Questo post ha un commento

  1. io comunque un gelsomino a far arco su malacucina ce lo pianterei!

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