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Stemma famiglia RONCONCELLI
↖ STEMMI PIEVANI E PROPOSTI NELLA PROPOSITURA
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Lo stemma della famiglia RONCONCELLI si trova dipinto sopra il peduncolo di una volta a crociera nel chiostro della Propositura d’Empoli.
INDICE
1 – Le origini dello stemma Ronconcelli in Propositura
2 – Altre notizie sui Ronconcelli in Empoli
3 – Ubicazione della casa dei Ronconcelli
4 – Lo stemma secondo il Manni
5 – Descrizione araldica
6 – Note e Riferimenti
L’APPROFONDIMENTO:
Le origini dello stemma Ronconcelli in Propositura
Questo esemplare fu dipinto in memoria del Proposto Giovanni Ronconcelli, di cui anche il Manni[1] fornisce molte notizie integrative oltre a quelle riportate dal Pogni nelle sue Iscrizioni di Empoli, di cui si riporta un estratto di quanto egli scrive su tale Proposto:
274.
(pag 75 recto de Le Iscrizioni del Pogni)
IOANNES RONCONCELLI
TH · D · PRÆP 1546 – 1556
Giovanni di Cristofano di Francesco di Donato Ronconcelli era arciprete della Collegiata, quando ne fu eletto proposto dal Capitolo d’Empoli. Fu anche rettore della cappella della Concezione in Collegiata, e di quella di S. Michele nella Chiesa di Brusciana ; e dal 1507 al 1525 era stato parroco della chiesa di Spicchio. Nell’anno 1522, fu creato canonico di Xantona in Francia. Nel 1532 ottenne anche i due beneficii parrocchiali di S. Donato e di S. Frediano in Val di Botte, e nel 1546 quello cappellanale di S. Giusto a Cigoli. Fu fatto proposto del suo paese l’anno 1546, e mori nel 1564, essendo stato anche negli ultimi anni Vicario della città di Prato. (Vedi Camp. cit. c. 22r e 43t.)
Secondo il Pogni[2] divenne Proposto nel 1546, mentre secondo il Manni e Lazzeri ciò avvenne nell’anno 1545 [3][4] aspetto tra l’altro congruente con l’anno 1545 leggibile in basso a destra sotto lo stesso stemma ivi riportato.
Altre notizie sui Ronconcelli in Empoli
Il manoscritto del Figlinesi dedica alcune rubriche inerenti ad alcune vicende di questa famiglia per la Terra d’Empoli.
Vi sono due rubriche in merito ovvero le n° 184, 808, 1029 e 1123 che si riportano integralmente:
184 – Ricordo come messer Giovanni di Cristofano di Francesco Ronconcelli, canonico d’Empoli e poi Proposto, fu Proposto di Cortona, Arciprete d’Empoli e poi Proposto d’Empoli; fondò egli l’arcipretato d’Empoli e vi unì l’Oratorio di S. Barbera a Libbiano in quello di Montopoli, diocesi allora di Lucca; l’anno 1562, ottenne detto arcipretato messer Vincenzio di Iacopo Giannini da Empoli (detti Giannini erano speziali in Empoli) e rettore della Chiesa di S. Donato in Greti; e di detto arcipretato ne fu provisto da messer Giovanni Ronconcelli, fondatore, l’anno 1562. Ronconcelli erano spezziali.
Il detto Giannini morì il dì 5 aprile 1588, e ne fu provisto, di detto arcipretato, messer Piero di Santi Bonsignori d’Empoli, quale ne fu provisto dall’Ordinario fiorentino dal Vescovo di Lucca fu dato l’Oratorio di S. Barbera a prete Filippo Langieri di Montopoli, pretendendo detto Vescovo aspettarsi a lui la collazione di detto Oratorio e che non costasse dell’unione di detto Oratorio di S. Barbera all’arcipretato d’Empoli. Onde fu mossa lite appresso l’Ordinario fiorentino, e di poi devoluta la causa al Nunzio Apostolico in vigore di speciale commissione della Signatura Apostolica di giustizia, a instanza di detto Langieri, per aver egli ottenuto sentenza favorevole dal Vescovo di Lucca; e da detto Nunzio fu confermata la sentenza del Vescovo di Lucca a favore di detto prete Filippo Langieri. Fu appellato nuovamente la detta sentenza, e fu commessa la causa a un Rossi; e morto detto Rossi fu surrogato un Mellini per giudice dell’appello; col motivo che gli eredi del Ronconcelli non avevano supplito alla dote dell’arcipretato col proprio e proprij beni del fondatore, conforme si era egli obbligato in detta fondazione dell’arcipretato, poiché non costava che la prebenda del detto arcipretato fosse più di scudi nove annui d’oro di Camera; e di poi fu trovato essere stata accresciuta detta prebenda da detto Ronconcelli solamente di scudi tre l’anno, posti in generale sopra i beni patrimoniali di detto Ronconcelli; né costare esservi beni alcuni patrimoniali di detto Ronconcelli, conforme fu deciso il 2 marzo 1592. Ma dal Mellini fu pronunziata sentenza a favore di messer Pietro Bonsignori e doverseli dare il possesso di detto Oratorio di S. Barbera, come che canonicamente unito a detto arcipretato.
Di nuovo dal detto Langieri fu appellato la detta sentenza; e dalla Sacra Rota fu deciso a favore del Bonsignori e fu dato il possesso al Bonsignori l’anno 1588; i Ronconcelli erano speziali.
808 – Tommaso di Lorenzo Marchetti, morto miserabilmente alla guerra in Fiandra, doppo essere stato lungo tempo ritirato in Firenze nel Convento de’ frati di S. Croce, si ridusse a dormire sulla paglia in un sottoscala; aveva, di prima, di entrate annue scudi seicento, e la mandò male. E in Empoli abitava dirimpetto al Monte Pio, cioè nella casa che fu de’ Ronconcelli, e che in oggi è di Giovan Piero e Giuseppe del già Donato Ricci.
1029 – Ronconcelli, speziali a Empoli.
1123 – La famiglia Ronconcelli d’Empoli erono speziali, e la loro casa era dirimpetto a dove, oggi di, è il Monte Pio; ed è quella che in oggi è di Gio. Piero di Donato Ricci; la qual casa, doppo detti Ronconcelli, passò in Tommaso di Lorenzo Marchetti, e poi in Giuliano Ricci; ma la disfecero e rifecero detti Ricci a fundamentis.
Ubicazione della casa dei Ronconcelli
Seguendo le indicazioni descritte dal Figlinesi e facendone semplice riscontro con i cespiti dell’Imposizione della Fogna del 1710 si individua subito l’immobile: si tratta del cespite n° 176 allora intestato a Gio: Piero Ricci posto in via Giuseppe Del Papa di fronte all’attuale sede del Municipio di Empoli (già sede del Monte Pio).
L’intestazione di Gio: Piero Ricci coincide con quanti indicato nella rubrica 808 del Figlinesi.
Si rimanda alla mappa della Empoli del 1710 per individuarne la collocazione del cespite n° 176:
Tavola ubicativa dei Cespiti e Possessori nel Castello di Empoli all’anno 1710
Lo stemma secondo il Manni
Il Manni nei suoi Sigilli[5] lo rappresenta con un monte a sei cime e sormontato da una ghirlanda, versione grafica discordante con quella dell’esemplare riportato e presente nel Chiostro ma congruente con la descrizione riportata nel Fondo Ceramelli Papiani.[6]
Leggi l’articolo di approfondimento → Sigillo II, Tomo XIII dei Sigilli
Descrizione araldica
Di terra, al monte di tre cime di ocra, sormontato da un crescente rivolto di verde;
Nel Fondo Ceramelli Papiani[7] è descritto: Di…, al monte di sei cime di…, sormontato da una ghirlanda di…, fiorita di….; questa sembra non corrispondere in niente con l’esemplare di cui sopra, tuttavia è congruente alla versione disegnata nei Sigilli del Manni al Tomo XIII, Sigillo II;
Ubicazione: Chiostro Propositura d’Empoli;
Stato conservazione: sufficiente, con lievi scoloriture e dilavamenti pregressi.
Tipologia: pittura policroma affrescata;
Annotazioni: provenienti da Prato; [8]
Note e Riferimenti:
[1] Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi, Tomo XIII, sig. II, Firenze 1743;
[2] Le iscrizioni di Empoli, Olinto Pogni, Tipografia Arcivescovile, Firenze 1910, pag 274;
[3] Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi, Tomo XIII, sig. II, pag. 13, Firenze 1743;
[4] Notizie istoriche della Terra d’Empoli, Luigi Lazzeri, Ed. Monti, Empoli 1873;
[5] Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi, Tomo XIII, sig. II, pag. 9, Firenze 1743;
[6] ASFi, Fondo Ceramelli Papiani, Famiglia Albizi fasc. 6380;
[7] Ibidem;
[8] Ibidem;
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