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La Pieve di Monterappoli: curiosità d’immagini.

Due sono le Guide di Empoli, con le quali dobbiamo sempre confrontarci: quella del Giglioli, uscita nel 1906 e quella del Proposto Bucchi, uscita nel 1916. Diverse per stile e con differenze non di poco conto.

Il Giglioli, di cultura inglese (Hillyer era il cognome della mamma), funzionario della Soprindendenza Regia Fiorentina, storico e critico d’arte, gran topo di biblioteca e splendido ricercatore, che era di casa all’archivio storico fiorentino, si avventurava in attribuzioni non sempre felici. Una per tutte: dètte al Volterrano senza pensarci due volte gli affreschi del soffitto della cappella di San Nicola da Tolentino, in Sant’Agostino, che sono invece del piombinese Bichi.

GIGLIOLI: EMPOLI ARTISTICA 1906

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Il Bucchi era empolese, attaccatissimo alla sua città, di famiglia in vista anche nelle cariche cittadine. Aveva libero accesso alle carte di Collegiata, che utilizzò quando necessario, nei suoi scritti.

Nei due libretti compare la stessa foto della Pieve di Montrappoli, con una figura di prete con tanto di cappello rotondo, l’ombra del quale si staglia sulla porta. Il Giglioli ringrazia (a pag. 18 della sua Guida),  il canonico Bucchi (che all’epoca era già proposto) per avergli prestato il clichè, che era di proprietà del religioso. E nel suo libro il Bucchi, (a pag. 158) riutilizzando quel documento, precisa che quel personaggio è proprio lui, in persona.

Piccole curiosità che riferiamo ai nostri lettori, in omaggio a questi due studiosi del passato, un laico e un prete, ma entrambi appassionati delle nostre non poche ricchezze d’arte.

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