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Palazzo Del Bianco: Piazza Farinata degli Uberti, Empoli
La città è disseminata di un patrimonio edilizio dotato di storia plurisecolare; è lì che aspetta solo di esserne svelata la sua essenza e quindi il suo valore.
Si tratta di indossare un paio di occhiali speciali, quelli della Conoscenza; con questi si sgombra il campo dai dubbi e dal peggior nemico di sempre: l’ignoranza.
LA SCHEDA ARCHITETTONICA
Oggi si parla di un palazzo che in passato è stato di proprietà di un’importante famiglia empolese, ovvero dei Del Bianco, il cui stemma è anche presente nella chiesa di San Simone e Giuda a Corniola.
L’edificio in questione si affaccia sul lato ovest di Piazza Farinata degli Uberti, meglio nota a Empoli come Piazza dei Leoni, ed si riconosce per l’attuale facciata ocra e posto in aderenza sul lato destro di Palazzo Ghibellino per chi guarda quest’ultimo.
Palazzo Del Bianco ha la tipica connotazione degli edifici che si affacciano sulla piazza, ovvero un ordine inferiore composto dal tradizionale porticato ad uso pubblico, tipico delle città “mercantili”; esso è contraddistinto anche da un marcapiano lapideo.
Se osserviamo attentamente, si notano le doppie colonne sorreggenti il porticato al piano terra, rimarcate anche dai doppi capitelli spezzati o tranciati da cui dipartono le volte a crociera esistenti.
E’ curioso notare che le due arcate (e quindi le corrispondenti volte a crociera) non abbiano la stessa luce e sesto di apertura, riscontrando una certa assimmetria verso quella sinistra, verosimilmente a tutto sesto; essa è leggibile anche notando il disassamento verso sinistra della colonna rispetto all’asse verticale di simmetria posizionabile tra la seconda e terza finestra di ogni piano.
Per ciò si potrebbe ipotizzare un vincolo costruttivo dovuto da preesistenza, infatti penso che il fondo commerciale situato sul lato sinistro del fabbricato sia stato in passato l’antico “vicolo dei carbonai“, ovvero l’antico vicoletto che collegava la Piazza dei Leoni con la Via della Noce (o del Noce) di fronte a Porta Pisana; su questo avrò modo di tornarvi sopra, anticipando per ora che sulle facciate interne del fondo commerciale vi sono un paio di ampie finestre tamponate ma ben visibili e, grazie al cielo,
Al di sopra vi sono tre piani ad uso abitazione ed uffici, oltre ad un piccolo piano attico lievemente arretrato e forse derivato dalla tamponatura di una preesistente altana rinascimentale.
La nota dolente va spesa per il classico “inquinamento tecnologico” delle facciate notare le matasse di fili elettrici e del telefono sopra il marcapiano.
le mostrine delle finestre infatti appaiono finemente ripristinate in linea con le caratteristiche tipologiche e formali della quinta muraria cingente la piazza.
foto piano del Palazzo Del Bianco – settembre 2013
Del palazzo si hanno anche alcune immagini d’epoca in cui la facciata appare decorata diversamente rispetto all’attuale stato, avente semplice configurazione e in buono stato a seguito di recenti interventi; il sottogronda appare connotato da una fascia di mensolotti ad arcatelle gotiche e al di sopra delle architravi delle finestre si scorgono alcune lunette affrescate.
La Famiglia dei DEL BIANCO.
Si tratta della famiglia di Michele Maria Del Bianco, il Proposto della Collegiata che esercitò il suo ruolo durante il periodo napoleonico.
Essa era proprietaria dell’edificio già dal Seicento, e infatti è citata come proprietaria dell’immobile dall’Imposizione della Fogna del 1649.
A collegare in maniera puntuale l’identificazione dell’edificio con la proprietà di questa famiglia si richiama anche l’Imposizione della Fogna del 1710, di cui si offre anche una versione georeferenziata dei cespiti immobiliari; il cespite in questione è inconfutabilmente identificabile col numero 103.
https://www.dellastoriadempoli.it/empoli-1710-tavola-cespiti-possessori/
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