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La strage di Piazza Ferrucci – Claudio Biscarini

Leggendo qui e là su internet, ogni tanto si trovano delle cose interessanti. Le ultime due che ho letto riguardano la strage dei 29 empolesi in piazza Francesco Ferrucci il 24 luglio 1944.

Empoli - Piazza XXIV Luglio 10-11-2011


Nei miei interventi sull’argomento ho sempre rimarcato il fatto che nessuno, nemmeno Libertario Guerrini, ha mai svelato né il nome dei partigiani che avrebbero avuto uno scontro con i tedeschi a Pratovecchio il 23 luglio né la loro formazione di appartenenza. Ora, nel blog Storie dimenticate si legge testualmente:

Nel tardo pomeriggio del 23 Luglio 1944 alcuni componenti della Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia” stavano organizzando nella cittadina di Empoli forme di lotta contro i nazifascisti che occupavano la città.

Alcuni di loro furono sorpresi da otto militari della 29 Panzer-grenadier-regiment che intimarono loro di arrendersi. La reazione di un partigiano armato di Sten fu fulminea: restarono uccisi sette militari. Uno di loro, come riportano alcune testimonianze dirette e dalla documentazione ufficiale, riuscì a mettere in moto il motocarro e fuggire ferito, raggiungendo immediatamente il suo comando in località Terrafino e dando così l’allarme.

La firma del curatore del blog è comandante Lupo.

Ci sarebbe da essere soddisfatti che almeno questo particolare sia stato chiarito. Peccato che non corrisponda a verità. La 23a Brigata Garibaldi Guido Boscaglia[1], che operò sulle Carline ai confini tra le province di Siena, Pisa e Grosseto, fu una delle più attive sul campo. Tra le sue file militava il futuro scrittore Carlo Cassola, nome di battaglia Giacomo. Il 20 luglio 1944 il suo comandante Alberto Bargagna, Giorgio, ricevette dal comando Alleato l’ordine di far cedere le armi ai propri uomini, ordine che venne eseguito in parte nei giorni successivi[2].
Quindi tre soli giorni prima dei fatti di Pratovecchio. Considerando le difficoltà sia del disarmo, si trattava di alcune decine di uomini, sia del tragitto da fare per tornare a Empoli viste le condizioni delle strade e, non solo, ma la difficoltà di attraversare il fronte, mi pare improbabile se non impossibile che qualcuno della Brigata sia stato in Pratovecchio il 23 luglio. Ma c’è di più. Nella Boscaglia era inserita una III Compagnia, comandata da Aldo Giuntoli, Marco, forte di 39 elementi e formata anche da empolesi.
Proprio Giuntoli, in una testimonianza rilasciata per la stesura del libro La tavola del pane, diceva:

Dopo il passaggio del fronte, la nostra compagnia lasciò Volterra (26 luglio) dove nel frattempo si era spostata parte della Brigata, per rientrare nelle nostre zone[3].

Quindi risulta chiaro che se la III compagnia era a Volterra il 26 luglio, nessuno dei partigiani della Brigata poteva essere a Empoli tre giorni prima. Dunque, il mistero di chi fossero i partigiani a Pratovecchio rimane. Un’altra cosa interessante mi è parsa la testimonianza di Ferdinando Ciampi, che ebbe alcuni congiunti fucilati in piazza Ferrucci, raccolta da Paolo Santini per Olmastrello.it. Ciampi, dopo aver ricordato che quel 23 luglio si sentivano chiaramente i combattimenti di Calenzano in lontananza, afferma:

Sentimmo, infatti, alcuni spari d’arma da fuoco e subito dopo le nostre donne che ci urlavano di scappare […] Soltanto dopo sapemmo che quei colpi furono esplosi da alcuni nostri vicini di casa che ancora oggi io reputo insensati perché spararono a una camionetta tedesca uccidendo tre o quattro soldati […].

Par di comprendere che non di veri e propri partigiani si trattasse ma di non meglio precisati civili armati, addirittura descritti come vicini di casa, che, aggiunge giustamente Ciampi, insensatamente attaccarono dei tedeschi che se ne andavano per i fatti propri.

Sapremo mai, finalmente, in che cosa consistette l’azione di Pratovecchio? Incontro casuale tra partigiani che stavano preparando un’azione in Empoli e i tedeschi fermatisi a chiedere informazioni, come dice la versione ufficiale? Probabile esecuzione a freddo dei militari con un colpo alla testa, come dicono i loro certificati di morte, da parte di individui non ben individuati? Le reticenze su questo tragico episodio mi sembrano palesi e non fanno certo bene alla ricostruzione storiografica.

 

Appendice

Elenco dei partigiani della III Compagnia, 23a Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia” con, a lato, i nomi di battaglia conosciuti.

Comandante: Aldo Giuntoli, Marco

Licurgo Benassai, Bruno

Piero Usolini, Piomba

Mauro Mori, Steno, (nato il 6 maggio 1925)

Dario Del Sordo, Fischio

Paride Bernardi,

Piero Bernardi,

Ricciotti Battistini,

Spartaco Bernardi,

Corrado Tempini,

Gualtiero Peccianti,

Gino Maestrini,

Giovanni Vanni,

Gino Vitali,

Ivo Falchi,

Dino Chellini, Ferro

Carlo Gonnelli, Mattinata

Raffaello Scali, Zarro

Rodolfo Brucci,

Elio Borgianni,

Saul Lazzeri, Morgan

Enzo Marzini, Cobra

Mauro Mori, (nato il 2 giugno 1923)

Giulio Pescucci,

Valente Maccanti, Calvino

Walfrido Fiaschi,

Dionisio Affiliati, Pippo

Marino Mannucci, Uliano

Aladino Strozzalupi,

Umberto Balducci, Stefani

Vasco Bandini,

Sergio Rovini, Vento

Bruno Canocchi,

Bruno Socci, Arriba

Enrico Orlandi,

Metello Masi,

Osvaldo Tesi,

Enzo Casalini,

Angiolino Viti[4].

 


Note e riferimenti:

[1] La Brigata prese il nome di Guido Radi, detto Boscaglia, giovane partigiano morto in azione l’8 maggio 1944 nella zona di Gerfalco.

[2] Molte delle armi migliori furono occultate. Alcune di esse furono ritrovate negli anni successivi ma, ancora oggi, tante rimangono nascoste in luoghi noti solo a chi a quel tempo le ebbe in mano.

[3] Cfr. Pier Giuseppe Martufi, La tavola del pane. Storia della 23a Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia”, ANPI-Siena 1980, p.157.

[4] Cfr. Pier Giuseppe Martufi,  La tavola del pane, op. cit. p. 64.

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