In origine era la parte centrale di un polittico realizzato nel 1399 da Lorenzo di Bicci per la cappella della Compagnia della Croce della Chiesa di S. Stefano degli Agostiniani di Empoli
La Compagnia della Croce in Sant’Agostino…
Siamo nel 1673: il cardinale Francesco Nerli nel corso di una sua visita alle chiese di Empoli, descrive la Compagnia della Croce nella chiesa dei Frati Agostiniani. Questi sono i suoi rilievi, finiti in un articolo di Olinto Pogni, pubblicata sulla Miscellanea Storica della Valdelsa del 1928.
Compagnia della S. Croce. Lo stesso giorno il Visitatore si reca nella sede di questa Compagnia, situata entro la medesima Chiesa degli Eremitani di S. Agostino. I Fratelli della Società, governati dal Correttore, allora Pietro Bonsiguori, Cappellano della Collegiata, o da altri Officiali, a seconda di quanto disponevano i loro Capitoli approvati, si radunavano ogni terza domenica del mese per conferire delle occorrenze della Confraternita, in tutte le vigilie e feste che cadono da Ognissanti a Pasqua di Resurrezione, e, finalmente, ogni giorno in Quaresima, per i divini Uffici. Indossavano nelle riunioni e nelle processioni, cui intervenivano sempre che in paese avevano luogo, la cappa nera. Aveva la Compagnia alcuni obblighi, descritti in una tabella, presso l’altare, di cui vien prescritta copia esatta, da rimettersi insieme coll’Inventario de’ Beni mobili ed immobili, entro due mesi, al Cancelliere. Essendo stato esposto che da alcuni non venivano osservati gli statuti, il Vescovo, con minaccia di pene a suo arbitrio, ne ordina la piena osservanza: ed ordina altresì, che morendo qualche sorella della Confraternita stessa, venga, come prescrivono i Capitoli, celebrata la messa in suffragio di quella, prendendosene regolarmente nota. L’Oratorio era costruito a volta, e trovato in buone condizioni. Addossati alle sue pareti, si vedevano eleganti seggi di noce, che servivano ai Congregati nelle loro riunioni, con due speciali scanni, per gli Officiali maggiori. L’Altare aveva mensa di pietra, portante incluso il marmo consacrato, e una tavola bellissima di mano di Lodovico Cardi, detto il Cigoli, esprimente il pietoso fatto della Deposizione del Morto Redentore dalla croce. Due tabernacoli si vedevano ai lati della tavola, in uno dei quali, situato in corni Evangeli, stava una Imagine del SS. Crocifisso, tenuta in molta venerazione dai detti Fratelli, la quale esponevasi dalla sera del Sabato Santo, fino ai Vespri della domenica di Pasqua; nell’altro in corni Epistolae, molte Reliquie, che adoperavansi soltanto per ornamento degli altari, essendone stata nella precedente Visita, vietata la venerazione, ad eccezione di alcune ossa di Santi, disposte in una cassetta di legno, di cui si aveva la regolare autentica. (‘) In questo Oratorio esisteva un solo sepolcro, da servire per i cadaveri dei Congregati.
Dietro questa Tavola, arrivata in Compagnia nel 1608 con grandi feste e accoglienze, c’era già allora l’affresco misterioso che è riapparso improvvisamente, al momento di staccare la copia eseguita dal Gabbiani nel 1680.
Questo articolo ha 0 commenti