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Il Tondo di Giovanni Pisano

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Il Tondo di Giovanni Pisano
Museo della Collegiata di S. Andrea, (inv. Carocci 49)


Origini e storia
E’ conservato ed esposto nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea nella città di Empoli, situato in centro storico; più dettagliatamente è collocato al piano terra nella cosiddetta “Sala delle sculture”, che racchiude diverse opere realizzate nell’arco temporale compreso tra il tardo Duecento e il Settecento; una volta questo piccolo tondo era posizionato sopra il lavabo della sagrestia, e trasferito nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea dal Carocci nel 1894 [1], durante il quale fu assegnata la generica attribuzione di <<scuola pisana>>.

Tondo di Giovanni Pisano
Tondo di Giovanni Pisano

Attribuzione
Vi sono stati diversi pareri, a tratti discordanti, circa l’attribuzione dell’opera.
Come già detto sopra, nel 1894 fu genericamente attribuito alla scuola pisana; in seguito nel 1905 il Venturi[2] ritenne di definire l’opera come un esempio di diffusione “quasi industriale” dei prototipi di Giovanni Pisano avvenuta agli inizi del Trecento.
Odoardo H. Giglioli[3] nel 1906 espresse un parere critico dell’opera, per la quale esprime il seguente giudizio:

<<Un piccolo bassorilievo ci riporta col pensiero all’arte pisana del XIV secolo; è una Madonna col bambino ricalcata sul tipo giunonico di Giovanni Pisano, ma qui la morfologia classica del volto perde ogni finezza ed il braccio si piega male. Il bimbo, pur conservando le sembianze tradizionali, presenta marcati difetti di proporzione (confrontatelo per esempio con quello del Duomo di Prato) specialmente nelle grandi e brutte mani, cosicchè è una vera caricatura dell’altro. Questa scultura è in conclusione una dozzinale imitazione delle potenti opere del sommo innovatore della Plastica trecentesca, e si trovava prima sopra un lavabo della sacrestia. Le figure si staccano a tutto il rilievo su un medaglione a fondo incavato. Nell’ultima edizione tedesca del Cicerone del Burckhart il mediocre lavoro è attribuito alla scuola di Giovanni Pisano; della medesima opinione è il Venturi che lo crede derivato da una Madonna giovanile del grande maestro.>>

In seguito autori e storici dell’arte come il Ragghianti e il Toesca [5] hanno attribuito l’opera allo scultore senese Tino da Camaino; tra gli ultimi sostenitori di questa tesi si è aggiunto Antonio Paolucci [6], il quale ritenne collocabile l’opera <<al centro dell’attività pisana di Tino (1311-1315) la Madonna di Empoli>> come ebbe da rilevare anche da Pietro Toesca, attribuzione riportata anche in un’altra recente pubblicazione di storia locale a firma di Naldi e Pianigiani [7].

Una pubblicazione del 2006 [8] a firma di Rosanna Caterina Proto Pisani riprende e approfondisce l’iniziale tesi attributiva della Scuola Pisana, ovvero sostiene l’attribuzione del Tondo a Giovanni Pisano, tenuto conto anche di altri studi (Spannocchi 2005).
Ella afferma che l’opera sia tra le più importanti e precoci di Giovanni Pisano, figlio di Nicola, anche in base alla presenza  della cuffia di tradizione bizantina indossata dalla Madonna; tale elemento iconografico scomparse alla fine del penultimo decennio del Duecento, e fu usato in precedenza da Nicola Pisano per realizzare il pulpito di Siena.

Descrizione
Si tratta di un marmo bianco di circa 42,5 cm di diametro in cui vi sono finemente scolpiti una Madonna con Bambino.
Entrambe le figure rivolgono lo sguardo a sinistra dell’osservatore; la Madonna sorregge il Bambino Gesù con l’avambraccio sinistro, mentre col braccio destro sembra atteggiare un cenno di “presentazione”.
La Madonna ha il capo racchiuso nella cuffia di tradizione bizantina; su di essa vi è una corona dotata di due foglioni visibili, decorata con elementi raffiguranti perle e pietre preziose sfaccettate; nello spazio compreso tra i due foglioni, lato dell’osservatore, sembra esservi un piccolo basamento spezzato, forse una volta sormontato da una perla o da un foglione minore: ciò potrebbe ricondurre alla tipologia di corona nobiliare del Sacro Romano Impero in versione antica.
Il Bambino è vestito con un tunica lunga stretta in vita da una cordicella; le spalle son coperte da una mantellina chiamata sago (indumento di origine romana mantenutasi nel periodo bizantino) fermata sul petto da una fibbia.
La sua mano destra dispone le dita in segno di benedizione come usavano i sacerdoti bizantini, ovvero la punta del pollice tocca quella dell’anulare.


 

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↖ Catalogo di EMPOLI ARTISTICA


Note e Riferimenti:
[1] Il museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, A. Paolucci, Firenze 1985, pag 33;
[2] Venturi Adolfo, Storia dell’Arte Italiana, Vol IV, Hoepli 1905, pag. 287;
[3] Odoardo H. Giglioli: Empoli Artistica, Lumachi Editore, Firenze 1906, pag 58-59;
[4] Carlo Ludovico Ragghianti, 1938, pag. 170 e segg.
[5]  Pietro Toesca, Storia dell’arte italiana, II, Il trecento (1951)
[6] Il museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, A. Paolucci, Firenze 1985, pag 33;
[7] Empoli i luoghi e i tesori della storia, Naldi, Pianigiani, Terreni, Empoli 2012, pag. 58;
[8] Museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, R. Caterina Proto Pisani, Polistampa, Firenze 2006, pag. 47;


Bibliografia essenziale
Empoli. Itinerari del Museo, della Collegiata e della Chiesa di Santo Stefano, R. C. Proto Pisani, collana “Biblioteca de Lo Studiolo”, Calenzano (Fi), Becocci/Scala, 2005;
Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, R. C. Proto Pisani, collana “Piccoli Grandi Musei”, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006;
Empoli, il Valdarno inferiore e la Valdelsa fiorentina, R. C. Proto Pisani, collana “I Luoghi della Fede”, Milano, Mondadori, 1999;
Empoli. I luoghi e tesori della storia, A. Naldi, P. Pianigiani, L. Terreni, Editori dell’Acero, Empoli 2012;
La Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, la cultura romanica, la facciata, il restauro – Galletti, Moretti, Naldi, Edizioni dell’Erba, Fucecchio, 1991;
Chiese, cappelle, e oratori del territorio empolese, W.Siemoni, Editori dell’Acero, S. Croce sull’Arno, 1997;
Il museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, A. Paolucci, Firenze 1985
Empoli, una città e il suo territorio, W. Siemoni e M. Frati, Editori dell’Acero, Santa Croce sull’Arno, 1997;
Empoli: città e territorio. Vedute e mappe dal ‘500 al ‘900, AA.VV., Editori dell’Acero, Santa Croce sull’Arno 1998;
Il museo della Collegiata di Sant’Andrea in Empoli, A. Paolucci, Firenze 1985
Empoli: città e territorio. Vedute e mappe dal ‘500 al ‘900, AA.VV., Editori dell’Acero, Santa Croce sull’Arno 1998;

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