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Gianluca Valleggi. Tesi 2006 sul “Piaggione” : riqualificazione di Piazza Guido Guerra a Empoli

Tesi in Progettazione dell’ Architettura di Gianluca Valleggi dal titolo:

Il “Piaggione” : riqualificazione di Piazza Guido Guerra a Empoli

Relatore: Prof. Arch. Loris Macci, correlatore: Dott. Arch. Fabio Fabbrizzi,
discussa presso l’ Università degli Studi di Firenze il 12/04/2006.

SINTESI

La zona di intervento si trova ad Empoli, in provincia di Firenze, è situata tra il centro storico e la sponda sinistra dell’Arno, più precisamente delimitata da viale Petrarca (S.S. 67), viale Cesare Battisti e da piazza Guido Guerra.
Il nuovo (nuovo nel 2005, NdR) Regolamento Urbanistico del Comune di Empoli prevede per tale area una Ristrutturazione Urbanistica mediante Piano di Recupero, demolendo completamente le strutture esistenti e costruendone di nuove, tra le quali è specificamente richiesto: un auditorium, uno spazio espositivo, un albergo, ed un parcheggio interrato. Dall’ analisi storica emerge che la nostra area fino a metà ‘800 era su un isola fluviale, quindi è stato interrato l’alveo secondario dell’ Arno e con la successiva sistemazione è stato lasciato uno spazio per uso pubblico: il nostro. Nel 1966 vi viene inaugurato il Palazzo delle Esposizioni. Dato che è prevista la demolizione degli edifici esistenti focalizziamo la nostra attenzione su alcuni problemi che affliggono la zona e che vogliamo risolvere con il nostro progetto. In particolare il rapporto con il fiume: la vicinanza della Strada Statale, oltre a sovraccaricare di traffico la zona, recide lo storico legame con il fiume e la sponda; ed il rapporto con la città: nonostante che il centro storico sia ad appena cento metri, data la morfologia confusa della piazza che crea un senso di smarrimento, non riusciamo a percepirlo chiaramente.

Con il progetto risolviamo questi nodi arginando il traffico mediante la prosecuzione della sponda fino dentro la nostra area ottenendo degli spazi verdi ad una quota superiore rispetto alla strada che hanno nuovamente la visuale aperta verso le colline sullo sfondo e fungono contemporaneamente da barriera contro il traffico. Per l’ impianto planimetrico ci mettiamo in relazione con la viabilità del centro storico, riprendendone le direzioni principali, l’asse cardinale è fisicamente prolungato fino all’ interno della nostra area, al temine di questo percorso abbiamo inserito un elemento architettonico che diventa la nuova ‘Porta d’ Arno’ , quella originale è stata demolita nell’ ottocento, in questo modo i nostri edifici vengono ad essere idealmente collocati all’ interno delle mura cittadine. Gli edifici di progetto sono strutturati in modo da dividere le varie destinazioni: culturale, ricettiva e commerciale/direttiva,al tempo stesso però si presentano come un complesso unico grazie ad un basamento connettivo che ospita una galleria commerciale, gli ingressi al parcheggio interrato e gli accessi secondari agli altri edifici.
I materiali costruttivi vengono rielaborati partendo dalla struttura cinquecentesca delle mura urbane per arrivare all’ uso di elementi attuali. Il progetto comprende un teatro polivalente con funzione di auditorium e cinema, uno spazio espositivo con sala conferenze, un albergo, una galleria commerciale, degli spazi direzionali ed un parcheggio interrato.

SUL RAPPORTO CON LA CITTA’
Fisicamente la nostra zona si trova ad appena cento metri dal centro storico di Empoli, situato all’interno del perimetro delle mura cinquecentesche. Nonostante ciò non percepiamo tale vicinanza, il fatto è dovuto a vari fattori tra i quali, oltre alla presenza della statale ed a una certa casualità intervenuta nella realizzazione del contorno di piazza Guido Guerra; esiste infatti un problema di assetto viario per cui, proprio sul lato della piazza che si volge verso il centro della città, confluiscono ben sei strade senza che venga individuato nessun asse principale ben definito: tale situazione crea un sorta di smarrimento in colui che percorre la piazza. La volontà progettuale è quella di legare maggiormente la nostra zona al centro storico, rafforzando l’asse con quest’ ultimo e mettendo in secondo piano le vie laterali. Per fare ciò partiamo dall’ analisi dell’impianto della città all’interno del tracciato murario. Vediamo subito una certa anomalia nell’ impostazione tipica cardo-decumano, derivante molto probabilmente dall’ impianto delle mura trecentesche che avevano un perimetro ottagonale ma delle quali purtroppo abbiamo solamente scarsi resti. Troviamo un asse maximo spostato verso est, infatti le vecchie porte della città, a nord Porta d’Arno ed a sud Porta dei Cappuccini, erano decentrate sui rispettivi fronti murari; nonostante questo l’asse nord-sud, l’attuale via Ridolfi, è quello che percepiamo preponderante e l’unico che attraversa direttamente il centro storico. Ad est ed ovest troviamo Porta Fiorentina e Porta Pisana che hanno una collocazione più consueta al centro dei rispettivi fronti; qui la cosa strana è costituita dal fatto che, oltrepassate le porte entrando in città, non troviamo un asse viario che le collega direttamente ma ci ritroviamo su due vie secondarie con andamento nord-sud e la strada ci viene sbarrata dai palazzi retrostanti le porte di accesso; tale situazione che deriva da necessità difensive per cui nel caso in cui avessero ceduto le porte della città non sarebbe ugualmente stato facile l’accesso al suo interno, sposta l’attraversamento del centro su due vie quasi parallele: le attuali via del Giglio più a nord e via Giuseppe del Papa più a meridione. Si percepisce poi un terzo livello di viabilità non proprio uniforme costituito dalle strade minori, dai vicoli e dalle piazze. Viene resa pedonale via Ridolfi ed estesa la pavimentazione del centro storico fino a lambire la nostra area, su tale direttrice si innesta l’asse principale del nostro intervento, un asse cardinale, che terminerà con una nuova Porta d’ Arno; individuiamo anche un secondo asse, perpendicolare al primo, nella direzione che dal ponte sull’ Arno va verso il Parco Marianbini, confidando che con una prossima sistemazione dell’area nord-est del parco venga creato un accesso diretto con il “Piaggione”. Nella stessa direzione abbiamo dei percorsi secondari che ci legano al fiume. Abbiamo infine un terzo livello di percorsi e spazi che collegano il tutto. Con tale schema, che prende spunto dall’ impianto della viabilità del centro cittadino, ho voluto in parte ricalcare e rielaborare l’ impianto delle vie interne alle mura per rafforzare la continuità tra le due zone. Costruire poi una nuova porta cittadina lega ancora più efficacemente gli edifici del nostro complesso al centro storico portandoli idealmente all’interno della cinta muraria. Allo stesso tempo tale ‘arco’ diventa meta del percorso pedonale principale nonché limite oltre al quale ci troviamo sulla ‘sponda’ del fiume con visuale aperta fino alle colline in lontananza.

SUL RAPPORTO COL FIUME
Allo stato attuale la nostra area è assediata dal traffico meccanizzato e soffocata dalle auto in sosta. La cosa comunque più asfissiante è l’ incombente presenza di viale Petrarca perché è situato su di una rampa inclinata che sale verso il ponte sull’ Arno e si crea così una situazione anomala in cui il fruitore degli spazi del Palazzo delle Esposizioni si trova ad un piano inferiore rispetto a quello della quota del livello stradale; essendo inoltre una Strada Statale è anche percorsa da una notevole quantità di automezzi pesanti che aggravano ulteriormente la situazione. Fino agli anni ’50 c’è sempre stato comunque un forte legame tra il “Piaggione” e l’Arno, tutta l’area era infatti una sorta di grande terrazza erbosa che si affacciava direttamente sul fiume; tale legame è stato completamente reciso con la creazione della massicciata stradale di Viale Petrarca. Il lato nord dell’ intervento, alla luce dei problemi sopra citati, risulta essere di non facile soluzione per il rapporto che c’è tra la nostra area, la Statale ed il fiume; dopo varie ipotesi che non risolvevano appieno questo nodo ho deciso di procedere creando una sorta di estensione della sponda dell’ Arno. Questa nuova sponda diventa un vero e proprio argine verso il traffico su viale Petrarca; vengono di fatto nascosti i mezzi in transito sulla Statale, togliendo buona parte dell’ inquinamento acustico, e liberando finalmente la visuale delle colline sullo sfondo. Proseguendo in direzione del centro della piazza ci troviamo su degli ampi spazi aperti che degradano verso nord seguendo l’ inclinazione della S.S. 67, questa sistemazione ci riporta alla mente il grande prato che, fino alla costruzione della statale, occupava piazza Guido Guerra fino ad arrivare direttamente sull’ Arno.

Per maggiori info e immagini:

Questo post ha un commento

  1. Sto pubblicando la mia tesi di dottorato dedicata alla geografia storica dell’Arno presso Aska editore con il titolo Lungo l’Arno. Paesaggi storia culture.
    Sarebbe utile per ricerca che ha carattere scientifico l’uso di immagini storiche del Valdarno pisano e di Pisa connesse all’Arno: cartoline e fotografie d’epoca, cartografia etc.
    Mi potete aiutare?
    Grazie e cordiali saluti
    Saida Grifoni

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