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Claudio Biscarini: Cinema che passione!

Andare al cinema oggi, fatte salve alcune serate di proiezioni super pubblicizzate a livello internazionale, è diventato frustrante per chi, come me, ama e ha amato sempre lo spettacolo cinematografico. L’avvento del videoregistratore, prima, del DVD, dopo, e un certo aumento dei prezzi hanno “ucciso” la voglia di andare a vedere un bel film fuori di casa.

Non è stato sempre così. Non molti anni fa, le sale erano colme di persone specialmente quando si “davano” i famosi kolossal di origine hollywoodiana come “I dieci comandamenti”, “Il ponte sul fiume Kway”, “Quo Vadis?” “Cleopatra” con la mitica coppia Taylor – Burton. Mi ricordo chiaramente una tipica serata di “pienone” a Empoli, alla visione de “Il dottor Zivago”. Prima della guerra era stato il fascismo ad accorgersi della potenzialità del cinema, anche in funzione di propaganda per il regime, con il famoso slogan coniato da Mussolini “Il cinema è l’arma più forte” e la nascita di Cinecittà. Stabilimenti di produzione cinematografica erano sorti in molte regioni e anche in Toscana con la “Tirrenia”. Gli attori italiani, pur non avendo paragoni con gli americani, stavano raggiungendo il mito di veri divi come Amedeo Nazzari, Gino Cervi, Clara Calamai, Massimo Girotti il Tarzan italiano, Fosco Giachetti e la “coppia maledetta” Osvaldo Valenti-Luisa Ferida. Notevoli i registi che sarebbero diventati maestri del cinema, i Blasetti, gli Alessandrini, i Visconti.

Dopo la tragica parentesi della guerra, vuoi per sfogarsi degli anni bui vuoi per l’arrivo di molte pellicole americane, tra le quali “Ombre Rosse” e “Via col Vento”, i cinema sorsero come funghi ed erano sempre pieni. Quanti ragazzi, negli anni fine ’40 inizio ’50 non si atteggiavano nell’imitazione di un“Robert Taylor” di provincia o di un “Tiron Power”? Quanti non sognarono di incontrare, un giorno, Margarita Carmen Cansino alias Rita Hayworth, la “bomba atomica” di “Gilda”? A Empoli si ha notizia di una sala cinematografica già nel 1908, la Primario Cinematografico Lumière, Salone Edison in Via Giuseppe del Papa dove oggi è ubicato il Tazza d’Oro.

Famosa la rappresentazione del Napoleone, grandioso dramma storico in 2 parti e 17 quadri. Prima del secondo conflitto mondiale, i cinema – teatro rispondevano al nome di Excelsior, Cinema teatro Filodrammatici, dove era il Cristallo, Teatro Salvini, distrutto dal campanile degli Agostiniani fatto saltare dai tedeschi. Dopo la liberazione, cinema e sale da ballo abbondarono in Empoli, come il Roma. Oggi, che la città si è ingrandita, a parte alcune proiezioni al cinema La Perla, Empoli non dispone di un circuito d’ essai, presente a Montelupo, e può “vantare” solo due sale cinematografiche: il multisala Excelsior e, appunto La Perla nata sulle ceneri del Salvini. Fatta questa lunga premessa, vogliamo scoprire che cosa significò, anche culturalmente, il cinema per milioni di italiani, e di europei, almeno fino alla seconda guerra mondiale? Vogliamo scoprire quale fu la tragica fine di una delle coppie di attori più discusse e amate del cinema italiano degli anni ’30-’40 dello scorso secolo? Lo facciamo grazie ad un saggio, che diamo in anteprima agli empolesi, di futura pubblicazione in Francia opera di una “empolese doc”: Martina Biscarini, laureata al D.A.M.S. di Bologna in cinematografia e Master of Arts with Commendation in Film Making alla Kingston University di Londra.

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