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Trascrizione testo “Notizie intorno all’antica e miracolosa immagine del SS Crocifisso di Empoli 1709”

Trascrizione testo “Notizie intorno all’antica e miracolosa immagine del SS Crocifisso di Empoli 1709”

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NOTIZIE

INTORNO ALL’ANTICA, E MIRACOLOSA

IMMAGINE DEL

SS. CROCIFISSO

SPIRANTE

POSTA NELLA CHIESA DELL’INSIGNE COLLEGIATA,

E PROPOSITURA

D’EMPOLI

Sotto la Custodia della Compagnia di

S. Andrea

PUBLICATE DA I FRATELLI DELLA MEDESIMA

COMPAGNIA

DEDICATE

ALL’ALTEZZA REALE

DI

COSIMO III.

GRAN DUCA DI TOSCANA

IN LUCCA MDCCIX

Per LEONARDO VENTURINI

Con Licenza de’ Superiori

ALTEZZA REALE

Alla R.A.V. porgiamo noi con ogni maggiore, e più reverente ossequio, e dedichiamo questa Operetta per più cagioni. La principale si è, che trattandosi in essa di cose pie e chi mai potevasi egli da noi trascegliere a cui più ella si confacesse di V.A., la cui pietra è così insigne, che appena può da chi che sia in parte esprimersi con le parole , non che adeguarsi co’ fatti ? In oltre à molte cose, che qui si narrano , e diede liberale e benefica mano , e si trovò anche in parte presente il Serenissimo Gran Duca Cosimo II. di sempre Gloriosa memoria, Avo di V.R.A. ; Onde vuol ben ragione, che ciò, che per tal motivo à lui si doveva se allora si fosse pubblicato; si offra ora all’A.V., come a quella, che non meno è degno Erede del di lui famosissimo Nome, e del di lui felicissimo Stato , che di tante e sì eccelse e sì rare prerogative e virtù , che in esso fiorirono e si ammirarono da coloro , che vissero al tempo sui, e tramandate per mezzo dell’Istorie all’Età future, si ammirano anco al presente ,e faranno per ammirarsi

Fin, che su Poli suoi s’ aggiri il Mondo.

S’ aggiunga, che essendo l’A.V. legittimo, e natural Signore, e Sovrano , e benignissimo protettore di tutte le devote Adunenze, e Confraternite, una delle quali è la nostra, ancje per questo motivo era convenevole , che all’Alto ,e Real suo Patrocinio noi solo raccomandassimo questa scrittura, come quella, che altro in se non contiene, che notizie appartenenti ad una Sacra, e venerabile Immagine di Giesù Crocifisso Spirante, posta sotto la nostra custodia . Ricevala dunque la R.A.V. con benigno, e lieto volto, e gradisca con la solita sua incomparabile Bontà, e Umanità, insieme col dono, per tanti rispetti a lei dovuto, il puro, e sincero Cuore di tutti noi, i quali, benche poverissimi di forze, siamo però ricchissimi di desiderio, di poterci dimostrare in ogni occorrenza, siccome sempre fedeli, così non affatto inutili

Di V.A.R.

Umilissimi Vassalli , e Servi.

I Fratelli della Compagnia di S. Andrea d’Empoli

PER L’IMMAGINE DEL SS. CROCIFISSO SPIRANTE

Posta in Empoli nella Chiesa della Insigne Collegiata di

SANT’ANDREA

SONETTO

Questi, che qui tu miri, egro, Spirante,
Per man degli Empj affisso à duro Legno,
E’ quello Dio sì del tuo bene amante,
Che per tè scese dall’Empireo Regno:

E nascer volle in vil Presepio, e tante
Pene soffrir per l’altrui fallo indegno,
E ancor Fanciullo, andar nel Mondo errante,
Fuggendo Erode, e ‘l suo barbaro sdegno.

Questi è del Dio, che per aprir le Porte
A te del Ciel, qual mansueto Agnello,
Fra mille strazj è al fin condotto à morte.

Or tu che fai? che pensi ? Egli è pur quello,
Che vuoi bearti nell’eterna Corte;
Ben, se l’offendi, ai Cor protervo, e fello.

D’Alessandro Marchetti ;

(qui comincia il testo esteso)

Qualunque Persona i beneficj ricevuti, secondo il suo potere, non ricompensa, dir giustamente si dee di essi mal conoscente, ed ingrato. Oh vizio più d’ogni altro perverso, & abominevole , e che, oltrapassando la malvagità delle più crudeli, e indomite Fiere, le quali pur sovente si legge , essersi à i loro Benefattori rese non pur mansuete , e benigne , ma avergli anche tal volta da gravissimi , e imminenti pericoli liberati , supera di gran lunga ogni altro vizio più scelerato, e più enorme. Quindi fù, che Solone quel gran saggio della Grecia, con le giuste, e sante leggi del quale si è governato fin’ora, e tuttavia si governa la maggior Parte del Mondo, interrogato perche in esse non fusse fiato da lui assegnato gastigo alcuno à gl’ingrati, non per altro, rispose , se non perche si gran misfatto giudicava l’ingratitudine , che troppo torto gli sarebbe parlo di fare ai suoi Concittadini , se costituendo à un tanto eccesso condegna pena , egli avesse mostrato di supporre, che mai alcuno di loro dovesse incorrervi . Epure [ oh vituperio eterno dell’ umana generazione !] ad esser pagati di tal moneta sono sottoposti non pure la maggior parte degli Uomini benefattori, ma, quel che è peggio, lo stesso Dio. Quanti, oh quanti son quelli, che ne’ bisogni loro fervorosamente l‘invocano, e gli son voti, che appena esauditi col conseguimento delle bramate grazie , non solo non gli adempiscono, ma quasi n’abbino affatto ogni memoria smarrita, nè pur d’un breve , e sincero racconto di essesi degnano d’onorarlo. Colpa è questa meritevole di ogni più grave riprensione, e più acerba, alla quale non volendo esser sottoposti i Fratelli della venerabile Compagnia di Sant’ Andrea d’ Empoli, ricordevoli di tanti , e si gran benefizj , e grazie in diversi tempi loro benignamente largite dal Santissimo Crocifisso, la cui Immagine alla loro custodia commessa, già è gran tempo che si conserva in una loro Cappella posta nella Chiesa della Propositura della medesima Terra, non potendo altro segno mostrargli della loro riconoscenza , e anno sempre tenuto la detta Immagine in somma venerazione , e non à guari la sua Cappella per mano di Carlo Marcellini famoso Scultore dei nostri tempi, tutta di nobili Figure di stucco corredata, & adorna, e finalmente per fare maggiormente palesi l’eterne loro obbligazioni, e per eccitare verso di essa, non pure ne i vicini Popoli, ma anche ne i più remoti la devozione, e la stima, anno concordemente risoluto d’esporre alla publica luce , per mezzo delle Stampe, insieme col ritratto della detta Immagine, rotte quelle notizie di essa, e de’ suoi miracoli, e grazie, che anno potuto raccogliere da Libri autentici , e da Persone, per la loro integrità , e bontà di fede degnissime , pregando me Alessandro Marchetti uno de i loro Confratelli,che ne facessi , siccome ò fatto , l’ Infrascritto semplice, breve , e veridico racconto.

Gli è dunque in primo luogo da’ sapere, che nel Campione beneficiale dell’Insigne Collegiata di Sant’Andrea di Empoli esistente nel Archivio del detto Capitolo a car.129. apparisce quanto quì sorto viene registrato.
L’Opera della Collegiata fu eretta da Messer Filippo degl’Albizi Piovano l’Anno 1440.,e ad essa fu assegnato il Corpo della Chiesa , e dalla Compagnia di S. Lorenzo le furno donati tutti i suoi beni presenti, e futuri. Nel 1448.  poi, e nel 1460. le furono ceduti i beni, e l’ entrate da una Compagnia, che era in quel tempo nella detta Collegiata, e chiamavasi la Compagnia del Crocifisso, ovvero della misericordia, la qual Compagnia fù eretta nel 1399.,  come ne i Capitoli di essa esistenti fra le Scritture dell’ Opera suddetta viene registrato. Fù dunque da i Fratelli della medesima compagnia il dì 24. di Agosto del detto Anno , nel qual dì si celebrava la festa di S. Bartolomeo , portato à processione il Crocifisso , dal quale ella prendeva il suddetto nome, fino in Val di Marina,e pel Mugello incontro à Fiesole, e à Firenze: quivi dimorarono con esso nove interi giorni, procurando in tal guisa di schivare la Pestilenza, della quale era infetta la Patria loro. Dietro à tal processione andarono circa à cinque mila Persone fra Uomini, e Donne, parte d’ Empoli, e parte de i luoghi circonvicini. Fece nel detto tempo il Santissimo Crocifisso molti miracoli , che per brevità si tralasciano, uno de’ quali però non dee passarsi sotto silenzio,e questo fù , che stando il Popolo suddetto un giorno tutto occupato in ristorarsi col cibo dal digiuno, dalle fatiche, e dal viaggio , ed avendolo perciò appoggiato ad un secco Tronco d’un Albero , trovarono dopo la refezione il detto Tronco essere un bel Mandorlo, tutto di verdi rami, e di frondi, e di fiori adorno, dal qual miracolo concepirono una viva speranza, che fosse cessata , siccome veramente cessata era, la Pestilenza . Il perche tutti allegri se ne tornarono alla Patria, seguendo con gran devozione la Compagnia, nella quale si fecero scrivere molti, donandole beni, e danari per suo mantenimento, facendo ogni anno la festa di Santa Croce il dì 14. di Settembre . Stette in piede la detta Compagnia fino all’Anno 1460., nel qual tempo tutti suoi beni , ed entrate furono da essa donate all’Opera,come apparisce da un pubblico Contratto rogato da Ser Piero di Antonio di Pino Martini da Empoli fino del dì nove d’Aprile del medesimo anno 1460., il qual contratto è registrato al Protocollo del detto Ser Piero , e si conserva nell’Archivio del Capitolo, e fu confermato l’anno 1462. dall’Arcivescovo di Firenze, dal che è manifesto, che l’Opera fu aggrandita co’beni, ed entrate della detta Compagnia; per ricompensa, e gratitudine del qual benefizio estrae la medesima Opera fra gl’altri, un Operaio d’ una Borsa detta del Crocifisso . Dopo , che su dismessa la mentovata compagnia, i Fratelli della Compagnia di S.Andrea, della quale era il Crocifisso, come apparisce per sentenza data da Messer Piero de’ Ricci Piovano ,& in tal parte Giudice remissore fino sorto il dì 26. Febbraio 1401., la qual sentenza si conserva fra le scritture della detta Compagnia, si impossessarono di nuovo del detto Crocifisso, che è quello stesso, che di presente si trova sotto sa cura loro nella solita Cappella della Chiesa della detta Collegiata .

il Miracolo del Mandorlo fiorito, fù dipinto in un Gradino dell’Altare, che sosteneva la tavola del medesimo , il quale Altare è privilegiato per i Defunti , come apparisce per una Bolla di Gregorio XIII. emanata fino del dì 25. di Novembre 1581., la quale si conserva nel detto Archivio, ed è nella Filza di Bolle al numero 79. In oggi però il detto Gradino si ritrova alla Cappella della Santissima Nunziata davanti alla Sagrestia , dove fu trasferito, quando l’Altare del Crocifisso fu adornato di marmi dalla famiglia de i Signori Ricci d’ Empoli. Questo è quanto, conforme anco a principio si è detto, si trova registrato nel Campione beneficiale del Capitolo dell’Insigne Collegiata di S. Andrea d’Empoli. Passeremo ora à narrare quanto di propria mano lasciò scritto un tal Prete Bastiano Suti in quel tempo Sagrestano, intorno ad una Esposizione, e Processione fatta del detto Santissimo Crocifisso , fino del dì 6. Marzo 1593., à tutte le particolarità delle quali attesta il medesimo Prete Bastiano d’essersi, per grazia di Dio, trovato presente ma perche nel suo Racconto manca il principio, noi ci piglieremo licenza di aggiungervelo in poche parole , le quali anco faremo imprimere in diverso carattere, acciò possano da quelle del suddetto Bastiano essere distinte .

Essendo l‘ Anno 1593. fieramente travagliare , non solo la nostra Terra d’ Empoli , ma la Toscana tutto , e la maggior parte dell’ Italia da una sierissima Carestia, cagionato dalla scarsezza delle Raccolte, e considerando i devoti Popoli ciò esser da Dio per gastigo di tante colpe, che tutto il giorno si commettono contro la Divina sua Maestà, permesso loro, quindi avvenne , che dolenti, e pentiti ciascuno dè i propri falli , imploravan contro à si grave male la divina Misericordia .Si fecero in molti luoghi pubbliche dimostrazioni di vero pentimento , si scopersero , e si esposero alla venerazione dè i fedeli, e si portarono anco in solenni Processioni molte Immagini miracolose , una delle quali fu quella del Santissimo Crocifisso spirante posta in Empoli‘ nell’Insigne Collegiata di S. Andrea Apostolo , della quale solamente io adesso intendo da’ parlare, e farne una rozza sì , e breve, ma sincera e veridica descrizione . Avendo dunque determinato coloro, à i quali ciò si apparteneva, di esporre, e portar processionalmente per tutta la terra al detto fine il mentovato Santissimo Crocifisso.

Per ciò fare consultò il Reverendo Signor Sebastiano Tani all’ora Proposto, con Luigi Zuccherini, che fosse bene lo eleggere Uomini accorti, e buoni, i quali con la loro destrezza , e previdenza tirassero questo Santo negozio ad ottimo fine; il perche consigliatisi , con i Reverendi Messer Bastiano Coccoli , e Messer Bastiano Suti Sagrestano vecchio, e con il suddetto Luigi Zuccherini , giudicarono attissimi à si fatto ministero il Reverendo Messer Niccolò Mazzei nuovo Sagrestano, e i prudenti Uomini Papino Scarlatti; lo stesso Luigi Zuccherini, Vincenzio Salvagnoli , Piero Giacchini , Antonio Falagiani , e il medesimo Bastiano Suti, à tutti quali fu commessa la cura di provvedere all’apparato della Chiesa, e di fuori , e d’animate le compagnie della Terra d’ Empoli, à fare ogni loro sforzo per concorrervi in maggior numero , e con maggior decoro , che loro fo possibile, e di provedere il bisognevole per le compagnie forestiere, e per i Popoli, che le seguitassero: di far sì, che le Processioni andassero con quella quiete, e con quella devozione, che conveniva, e finalmente d’ esser pronti ad ogni occorrenza: e sì fatta elezione seguì il giorno di S. Giovanni Grisostomo a 27. di Gennaio 1593., qual giorno si determinò di fare un molto bello, e ricco Baldacchino, al qual fine, acciòche meglio riuscisse , presero i detti Uomini eletti un Foglio bianco, nel quale scrivendo di loro propria mano, il Signor Proposto prima , e dopo di lui essi medesimi, e finalmente molti altri Benefattori tutti della Terra, si obligarono a pagare del loro proprio danaro à tale effetto , chi più, chi meno , fino à che si fece la somma di scudi dugento , i quali prontamente riscossi , furono consegnati nelle mani di Piero Giacchini ,e Antonio Falagiani , che andati subito a Firenze comperarono Drappo d’oro, Seta cremesì, e Oro filato in sufficiente quantità, e condotto con loro a Empoli un’assai perito Artefice, fu da questo, nello spazio di giorni quindici in circa, condotto à fine il detto Baldacchino, lavorato sul modello di quello, che servì all’ esequie del Serenissimo Gran Duca Francesco di felice, e gloriosa ricordanza. Si ordinò anche in questo mentre, che la seconda Domenica di Febbraio si mettessero le 40. Ore nella Compagnia del Sagramento , e la stessa mattina il Clero diede principio à cantare davanti al Santissimo , dopo la campana di Terza, le Litanie, continuando a ciò fare anco per i 5. giorni dopo la detta Esposizione . Acciò che la devozione fusse maggiore , e più efficace , si spedì dal Signor Proposto uno à Roma al Reverendo Messer Pietro Bonsignori nostro Arciprete, accioche egli, con ogni sforzo a lui possibile, procurasse di ottenere dal Sommo Pontefice per tal Giorno l’lndulgenza Plenaria , siccome da questo buon Sacerdote , ella fu per mezzo della sua diligenza , e carità , prontamente ottenuta , e mandataci . Questa si publicò dal Padre Predicatore in Pergamo,e con polize affisse alle Chiese si fece a ciascheduno intendere , che tale esposizione si sarebe fatta la seconda Domenica di Quaresima. E acciòche ii Popolo aver potesso maggior consolazione spirituale , si proccurò , e si ottenne dal Signor Vicario di Firenze di potere celebrare la messa Pontificale appunto dentro alla porta grande della Chiesa , acciòche anco quelli che restavano fuori di essa potessero vederla. Mentre che tali cose si preparavano, il Reverendo Messer Camillo Bruni nostro Canonico , e maestro di Cappella ,andava anch’ egli preparando una bella , e nuova Musica, a due, ò tre cori , si di messa, e di vespro , come di mottetti ,e madrigali spirituali , composti parte dal Reverendo Decano della Collegiata, e parte dalla felice penna di messer Lorenzo Martini ambedue d’ Empoli , essendosi mandato da musici nostri ad invitare molti musici forastieri , di Firenze, di Pisa , di Pistoia , i quali con ogni cortesia vennero in gran numero. Quindici giorni avanti alla detta esposizione , fu mandato Luigi Zuccherini all’ Ambrogiana , dove allora si trovava il Serenissimo Gran Duca, con un memoriale, nel quale sua Altezza veniva supplicata di prestare i Drappi , ed altri panni necessari per far l’ apparato ; non Volle l’ Altezza sua ricevere il memoriale , ma alla prima richiesta del detto Zuccherini benignamente gli concesse la bramata grazia, dicendoli, che andasse da parte sua al Maestro di Casa, e si facesse dare quanto gli bisognava. Andò il Zuccherini , e il detto Maestro di casa diede subito commissione al Guardaroba della Ambrogiana, che non solo lo servisse di tutto il bisognevole, ma andasse seco in persona , per assistere al detto apparato , acciò riuscisse bene ordinato , e magnifico. Fece egli pertanto caricare due navicelli , e con essi condurre à Empoli tanti paramenti , che tutta la Chiesa, e tutte le Cappelle richissimamente s’adornarono di spalliere di Dommaschi cremesi, con trine d’Oro guarniti, de’ quali si coprirono anche le Colonne, e le mezze Colonne, avendo oltre a ciò fatto sopra l’Altar maggiore una richissima Piramide, e intorno alla Chiesa perdi dentro , e nelle Navi del mezzo una Vaga filza di Drappelloni, e posti nelli sfondati degli archi bellissimi quadri cò leggiadri svolazzi di Orpello. Nella facciata di fuori poi furono messi sei grandi, e nobilissimi panni d’Arazzo , i quali abbracciavano il biscanto , e gran parte della Facciata della Casa dè i Signori Ricci, nei quali panni , era maestrevolmente effigiata la guerra , e le capitolazioni fatte tra i Fiorentini , e i Fiesolani , siccome v’ era eziandio effigiata l’antichissima Città di Fiesole, e la sua Arme. Sopra la porta grande pur di fuori, era un pomposo, e. bellissimo Baldacchino portato già di Francia dalla Serenissima Gran Duchessa , e questo veniva situato in mezzo à due altri Baldacchini di valuta , e bellezza, poco a lui  inferiori quali erano distanti fra loro circa sei braccia, essendosi accresciuto il piano della scalinata, per la quale si scende in Piazza, sei braccia e mezzo , e da i fianchi per lunghezza à proporzione , collocativi, d’ogni intorno Lettucci da sedere coperti con panni di Arazzo, i quali facevano vaga cascata giù nella Piazza . A pie della detta facciata fu fatta una Ringhiera capacissima , per sessanta Musici, è sopra di essa messo un Organetto à cinque registri , occupando la detta Ringhiera quattro braccia, e mezzo della facciata dei Ricci . La Piazza poi era ornata per tutto negli archi delle logge , si vedevano vaghissimi festoni di panni lani , rossi , e bianchi avviticciati insieme , e su le basi delle colonne bellissimi quadri di varie sorti , fra’ quali erano i ritratti dell’invittissimo Gran Cosimo, e de suoi felicissimi Figli, e delle loro Consorti, e nello sfondato di ciascuno arco , uno scudo di Palle , accompagnato con l’ Armi delle Serenissime Gran Duchesse Leonora Giovanna , e Crestina di Lorena , ed erano tanto i quadri , che gli scudi adorni di leggiadri svolazzi , e sfogliami di orpelli, e di carte di varj colori, e tutte le Finestre, che rispondono su la piazza, erano adorne di Tappeti.

Ora essendo ridotte le cose à cosi bon termine , ciascheduno si inanimiva, e di buona, e santa emulazione s’infiammava , e il Signor Proposto più d’ogn’ altro aspettava con grandissimo desiderio quell’ora , in cui dovevasi fare cosi pia , e devota funzione, sopportando volentieri tutte le spese, e tutti i disagi, che da molti Manifattori , per più di 15. giorni inanzi gli furono dati, & essendosi ogni nostra Compagnia di nuove , e belle Torce, e di pulite Cappe provvista, e fatto-sapete il  tutto alle Compagnie circonvicine, anche esse vollero mostrare, che per l’onore di Dio erano pronte ad ogni disagio, ed incommodo, e con le loro Torcia all‘ ora congrua vennero a Empoli, per intervenire insieme con le nostre , ad onorare, e servire i Santissimo Crocifisso, e le dette Compagnie forestiere furono le seguenti , cioe quella di Pontormo , quella di Cortenova, quella di Samminiatello, quella di Spicchio, quella di Sovigliana, quella di Riottoli , quella di Santa Maria à Ripa , e le due di Montopoli tutte guidate da’ loro Preti, con le Cotte , e seguite dai popolani, e le nostre d’i dentro cioè di Santo Andrea, di San Lorenzo, della Croce, della Annunziata, del Corpus Domini, della Dottrina Cristiana dei fanciulli. Arrivati che furono al Giovedì , che precedette la detta seconda Domenica, si cominciarono a celebrate le messe delle grazie, nella stessa cappella del Crocifisso, la mattina all‘Alba, con grandissimo concorso di Devoti, e la terza messa, che fu celebrata la mattina del Sabato , erano appunto arrivati tutti i Musici, che però fù cantata solennissima, il giorno in tanto comparivano ad ogni ora forestieri la notte seguente si lassarono aperte le porte della Terra, accioche chi arrivava potesse liberamente entrate , sempre fino all’ ora di vespro venne nuova gente . Ora essendo per la Dio grazia,pur giunta quella Benedetta Mattina , che tanto da ogni uno , con tanto desiderio s’ aspettava , ella con una insolita serenità fù nunzia à tutti , del più quieto, e tranquillo Giorno , che mai fusse in quell’Anno . Onde tanto più ogn’uno si mostrava ripieno di spirituale allegrezza , e di giubbilo non ordinario. Cominciossi allo spuntar dell’Aurora , à celebrar Messe piane in così gran copia, che sempre ne erano in Chiesa à diversi Altari almeno sei, ò sette, e tutte frequentate da grandissima moltitudine di Popoli, de i quali durorono fino a Nona a comunicarsi del continuo lunghissime Bancate , tanto di Uomini, quanto di Donne , per conseguire la detta indulgenza plenaria. Alle 15 ore, e mezzo si diede ordine di cominciare l’ esposizione, onde inviatosi il Reverendissimo Monsignore Lodovico Martelli Vescovo di Chiusi, poco inanzi a tale effetto venuto à Empoli, il Signor Proposto , ed il Clero ; tutti adorni delle loro vesti , alla Sacra Capella, quivi si inginocchiarono, con tanta umiltà, e devozione, che ogn’ uno ne restava ammirato , e mandata giù la prima Cortina, e ordinatamente poi le seguenti , si adorò da tutti il Santissimo Crocifisso, e quindi da’ Sagtestani nuovo, è vecchio cavatosi dal Tabernacolo , nel quale era stato trenta sette anni senza mai toccarsi , si diede in mano al detto Signor Proposto, il quale appena presolo, proruppe, insieme con tutti gl’altri, in così gran Pianto, che incominciatosi a cantare Vexilla regis , con voce assai fievole, e roca , non potè finirsi , ma in quella vece i Musici cantarono un Mottetto . Incaminatosi poi il medesimo Signor Proposto con tutto il seguito verso la porta della Chiesa, si pose da esso, e da’ ministri la santa Immagine sopra una Barella ricchissimamente, e suntuosamente adornata dal mentovato Guardaroba , ed era questa alta un braccio , e due terzi, lunga trè , è larga due , porta quattro braccia fuori della detta porta, e fattale attorno una quasi ghirlanda , con dieci gran Candellieri di Ottone, con altri è tanti grossissimi ceri bianchi, comprati da alcune devote Donne , con danari a tal fine da loro fatti di elemosina, e particolarmente da Madonna Marietta Zuccherini, e da Madonna Margherita Mazzei; Adorato che l’ ebbe tutto il Clero per lo spazio di un ottavo d’ora , si ritirò in Sagrestia lasciando quivi due Sacerdoti, quali non potevano supplire, à toccar la detta immagine , con tante corone , quante ne venivano porte loro dai devoti Circostanti . ln quelle mentre il Reverendissimo Monsignor Vescovo si parava per cantar la Messa, e le Compagnie soprannominate comparivano in Piazza , ciascheduna col suo Parrocchiano dietro , benché questi  Parrochiani andarono poi insieme col Clero , seguiti da i loro Popoli. Erano nella detta Piazza alcuni deputati a fare , siccome con ogni diligenza facevano, separare gli Uomini dalle Donne , restando quelli da mezza la Piazza verso le Case dei Giacchini, e  questi pur da mezza la piazza verso le case dei Giannini, stando anche separati quelli, che erano con la cappa, da tutti gl’altri , con sì bell’ ordine , e con tal quiete , che parve ciò cosa più tosto miracolosa , che naturale .

Essendo poi gia venuta l’ora di cantar la Messa, era tutta piena la piazza delle dette Compagnie , tanto della Terra , che di fuori , e da i popoli che le seguivano, onde avendo ciasceduno accesa la torcia, ed essendosi inginocchiato, si diede, col favor divino, principio ad una solennissima Messa, facendo da primo ministro il Signor Proposto, e da secondo il Decano . Cantò l’ Evangelio messer Leonardo Zerini Canonico , avendo già cantata l’epistola messer Jacopo Vitali cappellano; Quindi intonossi una si rara, e soave musica, che era degnissima d’esser sentita da’ primi Personaggi del Mondo . Era questa stata composta tutta da messer Cammillo Maestro di cappella soprannominato , cantavasi sopra la detta Ringhiera accompagnata da varj suoni consistenti in due Cornette , quattro Tromboni, quattro Flauti , un Organetto à cinque Registri, otto Soprani scelti , e rari , e in altre sorti di voci , fino al numero di sessanta , le quali facevano un concerto, e una melodia , che pareva cosa più divina , che umana , stando tutti Cantori sotto l’obbedienza del predetto messer Cammillo Bruni, quantunque altri homini vi fussero, nella professione della musica eccellenti . All’Offertorio poi sali sopra un Pergametto eretto quivi per quell’offizio il Reverendo Padre Predicatore Agostiniano, dal quale fu fatto un breve , ma bello , e dotto sermone, il quale due volte commesse a piangere direttamente , a tutti  coloro , che l‘ascoltarono, erano tutti pieni i gradi, per i quali , si scende in piazza , non pur di Religiosi , Preti , e Regolari , ma anche di Signori Cavalieri , e Gentiluomini quivi concorsi .Alzato che su il nostro Signore cominciò ad incaminarsi la Processione, movendosi prima due Uomini gravi di Età, e assai civilmente vestiti , cioè Messer Luigi Zuccherini , e Messer Papino Scarlatti, con una Mazza per uno in mano dipinta , e fregiata d’Oro . La cura di questi
era il far porre inginocchioni, e star larghi i Popoli, e dietro a loro circa a venti braccia seguivano due Giovanetti di sedici in 17. anni de i Nobili della Terra, cioè messer Bastiano , Michelucci, e messer Cammillo Marchetti, i quali andavano avanti allo stendardo Otto braccia incirca, con Torcia accesa in mano, è Mazza simili alle sopraddette, seguendo lo Stendardo portato da Messer Michele Checcacci Cappellano , e Chierico del Signor Proposto, accompagnato da quattro Accoliti con quattro Viti dorate, è dietro andava loro la Compagnia de’ Fanciulli, con Cappe di finissima tela lina, è con Torcette accese in mano : seguivano con bell’ordine le Compagnie di fuori a trè per filo , dopo le Comagnie della Terra  l’ultima delle quali era l’antichissima compagnia di Santo Andrea principale., padrona della detta Sacra lmmagine, le quali Compagnie andavano tutti con tanto ordine , e tanta devozione, e con tanta quiete, che ne restava edificato chiunque le rimirava, solamente dal Clero si cantavano inni , e Cantici , né si vedeva altro segno, che il nostro Stendardo di Pieve al principio della Processione, e all’ultimo della medesima l’Immagine del Santissimo Crocifisso. Seguitavano le sopraddette Compagnie, i Reverendi Padri del Paradiso conventuali di San Francesco venuti apposta a tal devozione, dopo loro succedevano i Carmelitani , e gli Zoccolanti, quindi i Frati di Santo Agostino, poscia i Preti forestieri, i quali erano in grandissimo numero, e a lato à loro era il Clero , e tutti questi, siccome quelli delle suddette Compagnie avevano una Torcia accesa per uno in mano, nuova ,  e di cera bianca , ed erano in così gran numero di esse Torcie , che arrivavano à millecentosessantaquattro; Dietro al Clero venivano dieci Palafrenieri, vestiti con belle, e pompose Livree mandati da sua Altezza Serenissima , cò grossissime Torce , quali poi per commissione della medesima Serenissima Altezza furono donate all’0pera. A questi succedeva il Santissimo Crocifisso portato dal Signor Proposto , sotto il già mentovato bello, e novo Baldacchino,avendo intorno quattro Accoliti, con quattro ricchissimi Turribili d’argento, apportando la Vista di quel buon Vecchio, in così fatta funzione , tal reverenza a chiunque lo rimirava , che ciascuno ne rimaneva edificatissimo, quantunque egli alcuna volta concedesse la sacra immagine al Reverendo Decano , è a Messer Cesare Maggi ministri .

Coloro , che portavano il Baldacchino erano in tutto diciotto uomini tutti nobilmente vestiti, e de’ più anziani , è più degni della Terra , i quali facevano tal funzione, à vicenda, sei per volta, avendolo però prima portato per tutta la piazza sei Cavalieri parte di Malta , è parte di Santo Stefano . Dietro à detto Baldacchino andava la Barella sopradetta, portata da giovani grandi, ben complessi , e di civile abito nero vestiti : seguiva questi il Magnifico Podesta Paolo Dazzi, co’ suoi Magnifici Gonfalonieri, Consoli, Capitani, è Operai, ai quali succedeva il Signor Beccarino Beccarini Aretino , Capitano della Banda, quindi molti Cavalieri di Malta, e di Santo Stefano , Gentiluomini , Preti senza Cotta , Dottori, e altri uomini civili, tutti , con torcia accesa in mano, e questi furono dugento sessanta due. Il concorso del popolo fù grandissimo , di modo che fu giudicato , che di forestieri solamente arrivasse a venticinque mila persone, ne ciò dee stimarsi  cosa esorbitante imperoche era piena tutta la Piazza, piene le Finestre , ed i Tetti , piene tutte le strade, e pienissima la Chiesa essendo concorsi à tal devozione Popoli di diversi paesi fino di più di cinquanta miglia lontani , cioè da Cortona , da Arezzo , dal Borgo a San Lorenzo, e San Sepolcro, da Siena , da Pi sa, da Livorno , e da altri infiniti luoghi, cosa che sarà forse dura ad esser creduta da coloro , che qui leggeranno ,  e pure, à Gloria di Dio, fu verissima .

La Processione andò per tutte le strade della Terra , senza mai darsi impedimento alcuno , né mai scontrarsi , se non a certi canti di strade , ove questi andavano à loro diritto viaggio, e quelli facevan gomito, con sì fatta destrezza , che era proprio un diletto il vedergli .

Entrò nella Chiesa delle Reverende Monache di Santa Croce, solamente però con quegli , che avevano le Torce , percciòche il Popolo seguitava la via diritta , sonando le dette Monache l’Organo , e cantando un motteto, passò poi nel medesimo modo per la Chiesa de i Reverendi Padri di Santo Agostino, che ancora essi parimente cantavano, è sonavano , mentre poi le Compagnie entravano in Piazza, era dato loro luogo ordinatamente inginocchioni , & arrivandovi il venerabile Vessillo si principiò da quei della ringhiera un nobilissimo Mottetto, e comparso che egli su sopra i gradi, per i quali si sale in Chiesa, si voltò il nostro buon Prelato al popolo, dandoli con esso la benedizione, ed avendolo quindi porto à Ministri, essi lo posero nello stesso luogo , che era stato posso a principio, e sopra la medesima Barella . Finito il Te Deum , si fece alquanto d’orazione da ciascheduno, è lasciatisi quivi due Preti , quattro Cherici , è d‘ogni Compagnia delle nostre quattro Fratelli, ciascuno con la sua Cappa, oltre al popolo grande, che spontaneamente vi rimase, se ne ritirò una gran parte per desinare, & alle Compagnie forestiere, siccome a i Popoli, che erano con esse , fu dato ristoro, e refezione nelle Compagnie della Terra , e tutti prima di partire visitarono di nuovo il Sacro Vessillo , e ritornarono poi alle loro case con grandissimo contento .

All’ora solita si sonò vespro , e comparse al luogo della mattina il Clero, e dai signori Canonici, Cappellani,  è Gentiluomini , ed altre persone degne, prese le loro Sedie con lo stesso ordine della mattina , si diede principio ad un’altra bellissima Musica parimente a due, e tre Cori.

Finito che fu il vespro , forse d’un’ora, comparve , il Serenissimo Gran Duca, con la sua Corte, e con la Guardia de i cavalli ,che facevano corona sulla piazza incontro al palazzo del Signor Podesta, appunto sotto le case’ del Giacchini , verso la Colonna ,e Sua Altezza Serenissima se ne venne con , l’Eccellentissimo Signor Don Antonio Medici, e col Reverendissimo Arcivescovo di Pisa al Santissimo Crocifisso, innanzi al quale con grandissima umiltà, e devozione, stette genuflesso circa mezz’ ora, ; quindi levato in piedi , cortesemente parlò con il Signor Proposto , grandemente rallegrandosi seco , di quanto aveva veduto , lo stesso fecero i suddetti , Eccellentissimo Don Antonio, e Reverendissimo Arcivescovo, e sua Altezza Serenissima disse di più , che sarebbe venuto la mattina , il che poi non successe, perche vedendo l’Altezza Sua passar tanta moltitudine di gente dall’Ambrogiana, per venire alla devozione non volle con le sue Carrozze , e cavalli apportar loro impedimento.

Partito che fu di un’ora in circa il Serenissimo Gran Duca , comparse la Serenissima Gran Duchessa con l’Eccellentissima Principessa Donna Maria , e con tutta la sua Corte , & arrivata dove era esposta la Sacra lmmagine, si prostrò su la nuda Terra , ( rigettati gli Strati, ed i Guanciali) e con grandissima devozione orò più di mezz‘ ora . Or quì piglierei io volentieri occasione di esagerare , e di dire alle Signore Gentildonne private , e alle Femmine di più bassa condizione , che imparassero ad umiliarsi avanti à Dio, e ,a fare orazione , come conviensi , e non stare in Chiesa a guisa di Gigantesse altiere, ed arroganti , mà come queste gran Signore umili , e devote . Entrò l’Altezza sua , dopo che si fu levata in piedi, in Chiesa , e inviatasi verso il Santissimo Sagramento, comandò, che se le cantasse Vespro, il che fatto, volle anche la Compieta ; Dopo le quali cose , se ne tornò fuori nel luogo, dove prima si era posta , ragionando col Vescovo Martelli, è col Signor Proposto, a i quali disse : aver sentito gran contento Spirituale, quindi di nuovo prostratasi , e alquanto adorata la Sacra immagine se ne partì. Era ormai l’ora tarda , essendo vicino il sole al suo tramontare , onde congregatesi , gran numero di Torce dalla Compagnia del Sacramento, il Clero, e le altre Compagnie diedero ordine di riporre il Santissimo Crocifisso al suo luogo , il perche comparsi tutti , fu dato questo nelle mani del venerando Prelato, il quale inviatosi verso la Sacra Cappella rincominciarono i Musici una dolcissima melodia , dopo la quale il Clero intonò Vexilla Regis, &c. quindi da alcuni musici de i più scelti intonato Adoramus diede il suddetto venerando Prelato , con la detta Sacra immagine a tutti i Circostanti la benedizione, il che fatto, mentre egli la porgeva al Decano, si sentiva un misto di suoni , è canti, di gemiti, e di singulti, che portava seco insieme dolcezza , maraviglia, e terrore, e posso dir io stesso di aver veduto piangere dirottamente uomini, che forse mai ai loro giorni non avevvano pianto, essendo dalla perversa,e scelerata lor vita tornati a Vera penitenza. Porgendosi finalmente la Sacra Immagine dal Decano ai Sagrestani, nuovo, è vecchio, fu riposta da cssi nel suo solito luogo, e nel coprirla si sentirono più che mai sospiri, e singhiozzi dei devoti , parendo a ciascuno di restare smarrito, e per così dire forsennato, come se avessero perduto ogni lor bene, rimanendo non ostante ad adorarla sino ad un ora di notte gran numero di Devoti. E quanto sin qui si è narrato intorno alla sopradetta esposizione, e processione del Santissimo Crocifisso, attesta, e si protesta di avere scritto di proprio pugno, il da noi fin da principio nominato Mes. Bastiano Suti Sagrestano vecchio , che à tutto ciò fu presente , come da un suo proprio Manoscritto, esistente appresso il Signor Dottore Andrea Pulidori Canonico dell’Insigne Collegiata di Santo Andrea d’Empoli,si può riconoscere.

Segue ora, che si diano altre notizie intorno alla medesima Sacra immagine, e queste sono le seguenti.

Il dì 18 di Febbraio 1620. ,essendo Proposto il Signor Cosimo Bartoli , fu scoperto il Santissimo Crocifisso per implorare da sua Divina Maestà la pristina, è bramata salute del Serenissimo Gran Duca Cosimo Secondo, allora gravemente infermo, il che fu fatto con molta magnificenza , come più diffusamente apparisce al Libro di Tratte , e Partiti segnato A a c.8 I della Compagnia di Santo Andrea .

A dì 7 di Novembte 1627 , essendo Proposto il Signore Raffaello Ciaperoni, fu il medesimo Santissimo Crocifisso messo all’ Altar maggiore della nostra Chiesa , e ciò per impetrare la Serenita dell’ Aria , e fu fatta questa funzione anch‘ essa con non ordinaria magnificenza , come apparisce al suddetto Libro di Tratte, e Partiti della Compagnia di Santo Andrea segnato B a c. 29.

Il dì 3 di Maggio 1631. , essendo Proposto il medesimo Signor Raffaello Ciaperoni , fu il Santissimo Crocifisso portato à Processione , accompagnato dal Clero, e dalle Compagnie della terra , che tutti andarono à piedi scalzi. Cominciò questa processione à un’ora di Notte , e partitasi dal Duomo passò dall’Arco degl’Innocenti, quindi s’ inoltro verso la Torre vicino alla Casa dei Mangoni , dopo seguì il suo cammino verso le Monache di San ‘Benedetto , e passando per la Chiesa tutta risplendente di Lumi, fu data quivi con esso la benedizione alle dette Monache , poi inoltratosi nel Parlatorio, anch’egli tutto illuminato, quindi rientrò nella Strada, e trasferitosi nella Chiesa di Santo Agostino, fu da quei Padri riscontrato processionalmente , e con Torce in mano: di quivi andò al canto alla Corona, e passando dalla Porta fiorentina, seguì poi il suo viaggio per via chiara, onde finalmente tornato in piazza , nella medesima fu data la benedizione col Santissimo Crocifisso a tutto il popolo , che lo seguiva, e furono in tal funzione contati i lumi, che frà Torce , e Candele arrivarno quasi al numero di settemila ,e fu poi riposto nella sua solita Cappella , e tale Esposizione .e Processione si fece per impetrare dal Signore lddio , che cessasse la Peste , come diffusamente apparisce al suddetto Libro segnato B. a carte cinquanta.

A dì 18 di Decembre 1631., essendo-Proposto il detto Signor Raffaello Ciaperoni , si scoperse di nuovo il Santissimo Crocifisso , con gran solennità in rendimento di grazie , per esser cessata la suddetta Peste nella nostra Terra , come apparisce al suddetto libro segnato B. a carte cinquantasei .

A dì 29 di Giugno 1643.,essendo Proposto il Signor Leonardo Giraldi, si scoperse la medesima Santissima immagine , per impetrar la pace frà i Principi Cristiani , e particolarmente fra il Serenissimo Gran Duca Ferdinando Secondo di Gloriosa memoria, e i Nepoti del Sommo Pontefice Urbano ottavo , come apparisce al libro di Tratta , e Partiti , segnato C a carte cinquantasei.

A dì 11 di Novembre 1646 , essendo Proposto il suddetto Signor Leonardo Giraldi, si scoperse il Santissimo Crocifisso ,  non  solo quel giorno , ma ancora i due susseguenti per impetrare da sua Divina Maestà la serenità dell’Aria come apparisce al detto Libro di Tratte , e Partiti segnato C a carte novantadue .

A dì 16 di Agosto 1649 essendo Proposto il suddetto signor Leonardo Giraldi si espose all’Altar Maggiore del nostro  Duomo lo stesso Sacro Vessillo , col maggiore splendor possibile , per impetrare da sua Divina Maestà la sanità universale, della quale era grandissima necessità , sentendosi , che non solo per tutta la Toscana , ma anco per tutta l’ Italia regnavano moltissime malattie , e mortalità , e particolarmente in quella nostra Terra, nella quale morirono moltissimi, ammalandosene sempre piu , di modo che non ci rimasero quasi Preti , che potessero amministrare i Santissimi Sacramenti , ci morirono quasi tutti Medici, e Cerusici, e quel che accrebbe un si gran male , e forse in gran parte lo cagionò , su una atrocissima carestia , a segno tale, che il Grano arrivò à valere fino à cinque scudi il sacco , e il Panico trenta lire , e più il sacco, e la Saggina fino a sedici , e diciassette lire , essendo i Popoli aggravati molto più dalla passata Guerra . Per implorare perciò dal Signore la fine di tante disgrazie, le quattro Compagnie della Terra elessero sei uomini per ciascheduna , acciò da essi fusse parata tutta la Chiesa, il che fu fatto con molta magnificenza; Cantò la Messa il suddetto Signor Proposto Giraldi corredata da bellissima musica , e da molti tiri di mortaletti , fu assai numeroso il concorso de’ Forestieri: stette esposto il Santissimo Crocifisso dall’ ore quattordici sino alle ventiquattro, quindi su portato à processione  per tutta la Terra, con numero grande di Torce, tutti gl’ lnfermi, che si fecero portare alle finestre per venerarlo, ritornarno al Letto da loro con molta consolazione , come’ più diffusamente al medesimo libro C. à carte cento ventitre.

A dì 14 di Gennaio 1651. Tornò a scoprirsi la detta sacra Immagine , essendo Proposto il suddetto Signor Giraldi, per implorare la serenità del Cielo, come al Libro D. a carte 21.

A 30 di Agosto 1671., essendo Proposto lo stesso Signor Leonardo Giraldi, fu scoperta di nuovo detta Santissima Immagine, per implorare la bramata pioggia, dopo una eccessiva , e dannosisima siccità , & il giorno dopo piovve copiosamente, come al Libro G. a carte 60.

A dì 11 Maggio 1674. fu scoperto il Santissimo Crocifisso, per implorare la serenita dell’Aria, come al suddetto libro G. a carte 60. , essendo Proposto il suddetto Signor Giraldi.

A dì 19. Febbraio 1677. si espose il Santissimo Crocifisso, essendo Proposto il medesimo Signor Leonardo Giraldi, all’ Altar maggiore della nostra Chiesa, per implorare da Dio doppo una lunga, e nociva pioggia, la serenità del Celo , come allo stesso libro G. a carte 115.

A dì 20 di Aprile 1683 , essendo Proposto l’Ill. Signor Michel Carlo Cortigiani , al presente degnissimo Vescovo, della nobilissima Città di Pistoia , e di Prato , s’ espose il Santissimo Crocifisso per implorare l’ Acqua, fu posto all’ Altar maggiore, intervenne a tal funzione la regnante Reale Altezza , del Serenissimo , e Piissimo Gran Duca Cosimo terzo: Piovvè copiosamente , e il di ventitre detto, tornò l’ Altezza sua, à render Grazie alla Sacra immagine , con la sua solita umiltà , e devozione , come al Libro suddetto G. à carte 122.

Quanto sia stata sempre in venerazione la predetta Sacra immagine, e quante grazie abbiano ottenuto in ogni tempo i Fedeli, che anno implorato il suo divino aiuto , viene ampiamente testificato dalla moltiplicità de’ Voti, che d’ ogni intorno adornavano , così di dentro, come di fuori , la sua Cappella , dalla quale furono poi rimossi tutti quegli di Cartone , e di Legno, quando s’ abbellì la medesima , col farvi l’Altare di Marmo , è coll’adornarla di fuori, con le Pietre, che tuttavia vi si veggono, avendo fatto di quei d’ Argento un Busto del Salvatore, di non mediocre spesa; ne staremo  quì a raccontare le particolarità appartenenti ai detti voti , perchè ciò troppo lungo, e malagevole ne riuscirebbe, e forse anche per chi l’ascoltasse, di soverchio tedioso . Una cosa sola non  taceremo , per esser successa tanto di fresco , e in .persona si riguardevole , che il tralasciarla potrebbe essere attribuito à nostro non mediocre difetto.
L’ Anno 1706. essendo nella nostra Terra Podesta l’Illustrissimo Signor Cavaliere Giulio Masetti Gentiluomo Fiorentino il dì diciotto di Giugno sull’ore cinque di notte , fu assalito il detto Signore da una gran febbre , che gli durò tutto il dì seguente. Il dì venti si trovò il medesimo Signor Masetti tutto lo Scroto enfiato, cresciuto in modo , che adeguava la grandezza di ogni gran Fiasco , con una infiammazione , e dolore. intensissimo nella detta parte . Il perché egli chiamò alcuni periti Professori , i quali, visitato , e riconosciuto il male , gli ordinarono certi bagnuoli che applicati alla parte offesa, gli apportavano qualche sollievo , ma il dì ventiuno crebbe l’infiammazione , onde, visitato dai cerusici , ordinarono questi, che si seguitasse lo stesso medicamento . La seguente mattina trovarono lo stesso Sig. Cavaliere molto inquieto , e perciò prendendo egli non poco sospetto di sua salute; gli cadde in pensiero di raccomandarsi al Santissimo Crocifisso, mosso à ciò fare , dalla fama già a lui; nota dei suoi miracoli , onde con quel maggior fervore che egli fù permesso da Dio, implorò il suo Santo ajuto , promettendoli di fare in onor suo fino che stesse Podestà d‘Empoli ,  celebrare ogni venerdì una Messa della passione, e tenere accese due Lampade alla sua cappella , e guarito che fosse, farvi le sue devozioni per cinque Venerdì, à reverenza delle cinque sue Santissime piaghe, e fatto appena questo buon proposito, sentì tosto rinvigorirsi, e riempiersi di speranza della bramata grazia . La Mattina del di Ventidue venuti a Visitarlo i soliti Professori ritrovarono più che mai la parte infiammata, e di colore pendéte pagonazzo; onde il suo male fù giudicato, tumore Erisipolare, e messe tutti in gran sospetto , che non deste in corruzzione , e perciò fù risoluto , che la mattina susseguente, si venisse all’ emissione del sangue, ma il giorno stesso sull’ore ventuna , discorrendo il medesimo Signor Cavaliere con uno de professori suddetti di questo suo male, in un tratto sentì nella parte offesa, un quasi Formicolajo, e sgravarsi appoco, appoco del peso , che già vi aveva , e mitigarseli il calore , durando a sentire un si fatto sollievo per un quarto d’ora , nel qual tempo , tutto pieno di fiducia, più volte disse , il Santissimo Crocifisso mi fa la Grazia , e scopertasegli la parte , si trovò esser verissimo, quanto diceva , restando egli del tutto, a maggior gloria di Dio, interamente libero , e sano .

IL FINE

PER ordine di Monsignor Illustrissimo , e Reverendissimo Vincento Torre Vicario Generale dell‘ Eminentissimo Signor Cardinale Orazio Filippo Spada, Vescovo di Lucca; hò letto attentamente il libro intittolato Notizie , intorno alla Miracolosa Immagine del Santissimo Crocifisso d’ Empoli &c. , non v’ hò ritrovato cosa alcuna repugnante alla Fede , e a buoni costumi , per la qual cosa giudico , che possa darsi alla luce &c.

Gioseppe Antonio Conti Sacerdote della Madre di Dio.

IMPRIMATUR

VINCENTIUS TORRE VIC. GEN.

Albertus Sergiusti Prxp. Illustriss. Offic. Super. Iurisd.

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