Nel Settecento Empoli diede i natali alla persona che gettò le basi dell'attuale Biblioteca comunale; egli divenne il "Martello del Giansenismo" in un periodo di rivolgimenti sociali perenni, tra Settecento e Ottocento
Il Canto e l’osteria alla Corona
Nelle cronache seicentesche e settecentesche si ritrova spesso il riferimento odonomastico alla “Corona” meglio riscontrato come il “Canto alla Corona” e collocato in un particolare tratto dell’odierna Via Del Papa compreso fra i suoi due incroci con la Via Paladini(già Via dello Spedale) e Via Ridolfi (già Via degli Asini); finora molti studiosi, compreso lo scrivente, hanno additato l’incrocio di Via Ridolfi con Via Del Papa come il Canto alla Corona ma lo scopo della presente è proprio quello di sgombrare il campo dai dubbi con una precisa individuazione, non nascondendo neppure il proprio stupore per la sorpresa. La denominazione di questo tratto stradale ebbe origine dalla presenza di un’omonima osteria situata un tempo all’inizio dello stesso tratto stradale, ma come spesso è accaduto alcuni toponimi urbani furono localmente “dilatati” dalla mentalità popolare per individuare precisi luoghi.
Bisogna infatti rammentare che gran parte della popolazione era analfabeta e quindi, non sapendo leggere le iscrizioni, spesso faceva riferimento a precisi elementi materiali dotati di propria connotazione come ad esempio:
– tabernacoli con specifici Santi facilmente riconoscibili;
– edifici aventi rilevanza popolare in base ad alcune funzioni pubbliche (come il Canto Pretorio) o religiose (Via San Giuseppe oggi tratto centrale di Via Ridolfi);
– edifici sede di attività private (Via del Giglio ove un tempo vi era l’omonima osteria);
– edifici di proprietà di particolari famiglie signorili (Canto dei Galli e Via Guiducci);
Si potrebbe proseguire ancora l’elenco, ma in estrema sintesi gli elementi materiali o “Landmark” influenzavano molto l’immaginario collettivo e di conseguenza l’individuazione dei toponimi urbani (come si rileva peraltro dai censimenti storici riscontrati), salvo qualche caso in cui l’intestazione di alcune strade veniva attribuito in onore a particolari eventi o persone (Es. Via Del Papa, una volta Via Maestra o Via Fiorentina ma poi rinominata Via Ferdinanda in onore dell’omonimo Sovrano de’ Medici, vi diremo poi quale). Da tempo avevo promesso a Pianigiani di dettagliare l’esatta localizzazione di questo odonimo, considerato che viene anche citato nel celebre poema giocoso dell’Ippolito Neri “La presa di Saminiato”.
TRA IL CINQUECENTO E IL SEICENTO.
Allo stato attuale si rileva la prima citazione documentale dell’osteria “La Corona” nel suo fallimento[1] dell’anno 1580 quando vi l’oste era un tale <<F. Milani>>; nel periodo 1588-1591 circa l’osteria rimase inattiva e quasi andata in rovina e poi riaperta[2], e in particolare negli anni 1603 e 1604 l’oste in attività si chiamava Piero di Giusto[3]. Si rileva anche l’attività di un’altra osteria denominata “La Coroncina” [4] che pur avendo evidente assonanza con “La Corona” non è da confondersi con questa, pur sottolineando la curiosa assonanza: infatti da una lettura della Decima granducale[5] del 1776 l’osteria “La Coroncina” risultava ubicata in un edificio di proprietà Pietro Conti di Ippolito in Via del Giglio appresso al Canto del Pesce(Canto Guelfo e Via Marchetti ndr) ma ci torneremo sopra prossimamente.
Anno 1633. Le notizie su tale osteria al momento non sono molte, ma rispetto al suddetto fallimento del 1580 l’osteria della Corona sembra essere oggetto di un’altra controversia nel periodo attorno all’anno 1633[6] a favore dei proprietari(Frati di S. Agostino) del fabbricato ovvero riporta che tali beni sono <<Ritornatali dalla famiglia Guidarrighi per canoni non soluti come per sentenza del Vicario di Firenze del 14 novembre 1633 >>.
Anno 1677. Nell’Archivio di Stato di Firenze è conservato un documento iconografico[7] dell’anno 1677 non divulgabile in questa sede ma già pubblicato altrove[8], tuttavia si propone qui una riproduzione calcata da esso da cui si può osservare il prospetto dell’edificio sede dell’osteria della Corona; nella rappresentazione originale, abbozzata quanto caratteristica, la facciata dell’edificio si presenta elevata su tre piani fuori terra e riporta sullo spigolo destro della facciata quella che oggi considereremmo un’insegna pubblicitaria comprensibile agli analfabeti ovvero una corona sostenuta da una staffa dotata in sommità di probabile torcia (vedi ingrandimento della riproduzione ricalcata). Nella stessa immagine si può leggere una descrizione[9] che corrisponde ad un vero e proprio censimento di proprietà in quanto rileva tutti gli aspetti descrittivi e identificativi dell’immobile ove era sita questa osteria.
<<Questa casa Segnata con la lettera A è posta nella S.da
maestra detta Via Ferdinanda a dove vi si fa losteria et in
detta Osteria vi ha Parte il Capitolo de Preti di Empoli.
Confina a Primo detta strada 2 Piazzetta verso Levante
la quale arriva dreto ad Osteria e dreto a detta Osteria
vi è il pozzo 3 di Sig Valori pe la Parte di Ponente ( Baccio Valori ? )
et consiste in stanze a piano terreno cantina e due stanze ( il pozzo in parola è senza dubbio
dreto al terreno sala due camere al par della sala da pranzo quello campito di colore blu presente
la stanza cucina vechia e sua camera con (?) terrazzo>> nella nostra riproduzione grafica )
Da questa prima descrizione del 1677 emergono alcuni punti sostanziali collegabili in continuità con alcuni censimenti immobiliari del Settecento (1710,1759,1776) riportati di seguito ovvero:
1) comproprietà dell’immobile col Capitolo de Preti di Empoli (successivamente si legge in pro quota con i Frati di S. Agostino) riferito al periodo <<vi fa parte il Capitolo ecc>>;
2) confini: questi venivano descritti ove possibile seguendo un ordine di rotazione in sequenza e nella fattispecie la via principale di riferimento era Via Ferdinanda (Via G. Del Papa) poi in senso orario la Piazzetta verso levante(est) che si prolunga fin dietro (sud) l’osteria ove c’è un pozzo e a ponente(ovest) c’è la proprietà del Sig. Valori, descritto come unico proprietario adiacente all’edificio, quindi confermando che l’edificio dell’osteria prospettasse d’angolo su due spazi pubblici (Via Ferdinanda e Piazzetta).
Anno 1693
L’osteria della Corona era gestita da un tale <<F. Magnelli>> quale “hoste” registrato[10] tra i matricolati dell’Uffizio delle Grascia.
NEL SETTECENTO
Anno 1707-1708
Lorenzo Visibelli risulta essere oste alla Corona negli anni 1707 e 1708 in quanto censito[11] tra i debitori dell’Uffizio della “Dogana del Sale” per la somma di 60 lire.
Anno 1710
L’edificio sede dell’osteria della Corona indicato con la segnatura[12] progressiva numero 231 per l’osteria con abitazione affittato a Francesco Ceccarelli (non indicato come oste, ndr); l’osteria era in comproprietà tra l’Opera del Duomo d’Empoli e i Padri di S. Agostino, intestazione congruente anche a quelle citate nel Seicento e quella del 1759.
Nella stessa stringa descrittiva n° 231 compare un elemento sostanziale e ricollegabile alla descrizione edilizia del 1677, ovvero il prospetto verso due spazi pubblici (quindi d’angolo) da Via Ferdinanda (Via Del Papa) in senso orario << Confina a Primo detta strada 2 Piazzetta verso Levante la quale arriva dreto ad Osteria e dreto a detta Osteria vi è il pozzo 3 di Sig Valori pe la Parte di Ponente>>.
Dall’analisi comparata tra i due stadi descrittivi del 1677 e 1710 si evince una curiosa differenza meritoria di futuro approfondimento: nel 1677 l’osteria viene descritta come confinante su <<Piazzetta verso Levante>> mentre nel 1710 prospetta sul <<viuccio Sandonnini>>, nel 1759 non compare più il riferimento a tale viuccio ma rimane confinante col medesimo Sandonnini, stesso edificio e famiglia ove in data 13 aprile 1697 fu ucciso[13] <<in casa propria, esistente in circa al Canto alla Corona>> Pier Filippo d’Alessandro Sandonnini di 56 anni mediante pistolettata nel petto da suo figlio Alessandro medico fisico di 32 anni circa.
Si nota una congruenza tra i confini descritti tra il 1677 e il 1776 ma apparentemente fuorviante rispetto ai censimenti del 1710 e 1759, ovvero rispettivamente riportano il termine di <<Piazzetta verso Levante>> e di <<Piazza della Collegiata>> ed entrambi riportano ad ovest il medesimo confinante Sig. Valori.
Non è raro trovare nella Decima granducale del 1776 errori di trascrizioni, duplicazioni e citazioni di precedenti passaggi di proprietà, pertanto si ritiene che l’intestazione proprietaria e la descrizione del 1776 facciano riferimento a circa un secolo prima: sul fatto poi che sia indicata nel 1776 come “Piazza della Collegiata” lascia presagire con beneficio di dubbio che vi possa esservi stato un resede esclusivo compreso tra l’edificio dell’osteria della Corona e la penultima cerchia muraria che passava lì appresso, resede poi occupato da un edificio costruito addossato alle vecchie mura e poi abbattuto di nuovo nel 1820 circa per realizzare l’attuale Piazzetta delle Stoviglie. Ironia della sorte.
Estratto [14]
…omissis…
Chiuso n.12: che comincia dalla via delle Mura per la via Ferdinanda, et andando per la medesima fino alla via degl’Asini e per detta fino alla Porta Giudea.
…omissis….
229) RR. PP. Del Carmine di Corniola una bottega e casa tiene a pigione Domenico Marzocchini, paga L. 3 Confina con Mura Castellane, via Ferdinanda e chiassetto che va alla Casa del Sandonnini L.3.
230) Sig. Marco Antonio Sandonnini una casa da Cielo a terra con orto sulle Mura abitano loro, pagherebbe L.8. Confina con Mura, Padri Carmine e Opera, PP. Di S. Agostino L.8.
231) Opera del Duomo d’Empoli e Padri di S. Agostino una osteria con sua abitazione tiene a Pigione Francesco Ceccarelli, paga L. 14. (Confina) viuccio Sandonnini e Via Ferdinanda e Guicciardini L.14
232) Ill. Sig. Guicciardini di Firenze una casa da Cielo a terra tiene a pigione Flaminio Bartoletti, paga L.4. Confina Opera del Duomo, via Ferdin.(anda) e Pietro Neri L.4.
233) Sig. Pietro Neri una casa a Cielo e terra abita da sé, pagherebbe L.11 Confina Guicciardini, via Ferdinanda, via degl’Asini e Sinibaldo Baldi L.11.
…omissis…
Tabella di corrispondenza e identificazione con la mappa del Catasto Leopoldino 1820 (si propone una nostra riproduzione a calco):
N° Segnatura edifici 1759 —- > Catasto 1820
229 (incrocio Via Del Papa/Via Paladini) 466
230 464
231 467
232 468
233 (incrocio Via Del Papa/Via Ridolfi) 469
Anno 1759
In quest’anno l’edificio ove aveva sede l’osteria della Corona è censito con la segnatura[15] progressiva numero 221 ancora in proprietà ai Frati di S. Agostino, non è indicato più l’uso di osteria e risulta affittato a tale Ambrogio Amici; i confini ancora una volta sono congruenti con quelli detti negli stadi precedenti ovvero vi è l’affaccio su Via Ferdinanda e confina ancora con la famiglia Sandonnini, omettendo però il “Viuccio Sandonnini” ben osservabile nella mappa[16] catastale leopoldina.
Estratto [17]
…omissis…
Chiuso n. XI: che comincia dalla via delle Mura e per la via Ferdinanda, andando per la med.ma fino alla via degl’Asini, e per detta alla Porta Giudea
…omissis…
219) PP. Del Carmine di Corniola una casa da Cielo a terra tiene a pigione Giò Maestrelli. Confina via dello Spedale, Via Ferdinanda, Sandonnini, pagherebbe L.8.
220) Canon. Giachino Sandonnini una casa da Cielo a terra tiene a pigione Bonaventura Masi. Confina via dello Spedale, Guicciardini, PP. di S. Agostino, pagher. L. 15.
221) PP. di S. Agostino, una casa da Cielo a terra tiene a pigione Ambrogio Amici. Confina Sandonnini, via Ferdinanda, Rinuccini, pagherebbe L.15.
222) Marchese Rinuccini una casa da Cielo a terra tiene a pigione Tommaso Billeri e serve di cantina. Confina PP. Agostiniani, via Ferdinanda, Lorenzo Neri, pagherebbe L.5.
223) Dott. Lorenzo Neri una casa da Cielo a terra abita lui med(ico). Confina Rinuccini, Via Ferdinanda, Via degl’Asini, Pitti Galli, pagherebbe L. 18.
…omissis…
Tabella di corrispondenza e identificazione con la mappa del Catasto Leopoldino 1820 (si propone una nostra riproduzione a calco):
N° Segnatura edifici 1759 —- > Catasto 1820
219 (incrocio Via Del Papa/Via Paladini) 466
220 464
221 467
222 468
223 (incrocio Via Del Papa/Via Ridolfi) 469
Anno 1776
Si riporta per esteso la trascrizione dell’intera segnatura relativa all’edificio ad uso osteria citato nella Decima Granducale del 1776, ribadendo per i motivi suddetti che il censimento di questo immobile sia stato erroneamente inserito riportando un precedente stadio di proprietà, probabilmente riferito a circa un secolo prima; nella stessa Decima non si rileva in alcune parti citazioni o atti relativi ad una qualsivoglia osteria della Corona, a differenza della detta “Coroncina” ubicata inconfutabilmente altrove.
Segnatura 5753 c. 270 v.
Proprietà: Frati di S. Agostino
Ubicazione: Empoli
Cittad. G. Drago, 1714, 38
Toponimo: Via Ferdinanda
Destinazione: Osteria
Descrizione: la metà di una casa, oggi ad uso di osteria, per indivisa con il Capitolo di Empoli
Annotazioni: Ritornatali dalla famiglia Guidarrighi per canoni non soluti come per sentenza del Vicario di Firenze del 14 novembre 1633
Decim: -.16.10.
Confinanti:
Conf1 : Via Ferdinanda conf2: Piazza della Collegiata conf3: Chiasso conf. 4: Baccio Valori
L’OTTOCENTO
Anno 1820
Non riscontrando al momento altri documenti circa l’attività della Corona e/o della sua chiusura, si conclude la cronologia della proprietà edilizia all’intestazione risultante dal Catasto leopoldino, da dove si evince che la particella n° 467 individuante l’edificio sede della Corona era di proprietà di Busoni Ser Iacopo di Francesco.
Sintesi finale
Piantine e mappe alla mano, l’edificio ove aveva sede l’osteria della Corona oggi è identificabile con quello che affaccia sulla Piazzetta delle Stoviglie (vedi foto) e da una disamina non esaustiva denota subito caratteri ed elementi di vetustà, ancorché di semplice architettura. Si sono passati in rassegna le più rilevanti fonti documentali e iconografiche dell’edilizia storica, anche per non dilatare eccessivamente il tema specifico, ma quanto ciò è da considerarsi un primo tassello metodologico e puntuale del più ampio progetto di ricostruzione storica dell’edilizia nel Castello d’Empoli.
Note e Riferimenti:
[1] Cfr. “Empoli dalla peste del 1523-26 a quella del 1631” di L. Guerrini, Ed. Gonnelli 1990, pag. 258;
[2] Cfr. “Empoli dalla peste del 1523-26 a quella del 1631” di L. Guerrini, Ed. Gonnelli 1990, pag. 259;
[3] Archivio storico di Empoli – Podestarile – F. 265 a. 1603-1604, p. 583 (secondo Inventario L.Guerrini);
[4] Cfr. “Empoli dalla peste del 1523-26 a quella del 1631” di L. Guerrini, Ed. Gonnelli 1990, pag. 260;
[5] ASF – Decima granducale 1776, segnatura 5755 c. 1274 f;
[6] ASF – Decima granducale 1776 segnatura 5753 c. 270 v. ;
[7] ASF – Corporazioni religiose soppresse dal governo francese, 72. S. Stefano d’Empoli/Piante, 47
[8] Cfr. pag 122 di “Empoli: città e territorio – vedute e mappe dal ‘500 al ‘900” di AA.VV, 1998.
[9] Ibidem
[10] ASCE, Podestarile, F, 285, a. 1693, pp, 22-26, 49
[11] ASCE, Podestarile, F. 291, a. 1707-708, pp. 546, 641-42, 845, 870;
[12] Cfr. pag 21 di “Il territorio empolese nella seconda metà del XVI sec” di L. Guerrini e W. Siemoni
[13] Ercole Figlinesi – Vecchie famiglie empolesi nell’inedito zibaldone d’un Capitolare, Rif. n° 281
[14] Vita quotidiana nella Empoli del Settecento, Libertario Guerrini, Editori dell’Acero 2003
[15] Ibidem
[16] ASF – Catasto Generale Toscano, Comunità di Empoli, Sezione D
[17] Vita quotidiana nella Empoli del Settecento, Libertario Guerrini, Editori dell’Acero 2003 [18] ASF – Decima
[17] Vita quotidiana nella Empoli del Settecento, Libertario Guerrini, Editori dell’Acero 2003 [18] ASF – Decima granducale 17
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