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Finis Germaniae – di Claudio Biscarini

di Claudio Biscarini

Fra poco più di un mese ricorrerà il 71° anniversario della fine del secondo conflitto mondiale in Europa. Il 7 maggio 1945 a Reims, infatti, il Generaloberst Alfred Jodl, Chef des Wehrmachtführungsstabes OKW [1] su ordine del nuovo Cancelliere Großadmiral  Karl  Dönitz, alle 0,2 del mattino firmò la resa incondizionata delle truppe tedesche presso il Quartier Generale di Eisenhower. Essa sarebbe entrata in vigore l’8 maggio alle 23, 01 ora centrale europea. In questo giorno, invece, a Berlino-Karlshorst il General Feldmarschall Wilhelm Keitel, già responsabile dell’OKW Oberkommando der Werhmacht firmava analoga resa davanti al Maresciallo sovietico Georgij Konstantinovič Žucov. Quattro giorni prima, il generale sir Bernard Law Montgomery aveva accettato la resa delle truppe tedesche stanziate in Danimarca, Olanda e Germania nordoccidentale presentata dal Generaladmiral Hans-Georg von Friedeburg e dal General der Infanterie Eberhard Kinsel.  La seconda guerra mondiale in Europa era finita. Tutto era iniziato con la resa offerta al generale sovietico Vasilij Čujkov, eroe della difesa di Stalingrado, dal General der Artillerie Helmuth Weidling  comandante della difesa di Berlino.

L’attacco finale delle forze sovietiche alla capitale era iniziato il 16 aprile 1945. Il 1° Fronte Bielorusso di Žukov era posizionato tra Francoforte sull’Oder e il mar Baltico . Il 1° Fronte Ucraino di Ivan Stepanovich Koniev  si era piazzato a sud lungo il fiume Neisse. Sarebbero entrate in azione anche le truppe del 2° Fronte Bielorusso del generale Konstantin Konstantinovič Rokossovskij. In tutto 2,5 milioni di soldati,  6.250 carri armati e 41.600 pezzi d’artiglieria di ogni calibro, comprese le famose Katyusha, appoggiati da un’armata aerea di 7.500 aerei.

Le truppe tedesche erano raggruppate nel Gruppo Armate della Vistola, dal 20 marzo agli ordini del generale Gothard Heinrici, Unser Giftzwerg il “nostro botoletto ringhioso” come lo chiamavano affettuosamente i suoi soldati, che era succeduto alla catastrofica gestione di Heinrich Himmler Reichsführer SS. Egli disponeva in tutto di 700 Panzer e semoventi e 744 cannoni e obici. Stalin era stato abile a mettere in concorrenza Koniev e Žukov per essere il primo ad entrare nella “tana del mostro” a Berlino. All’alba del 16 aprile, i cannoni dell’Armata Rossa aprirono il fuoco su tutto il fronte dell’Oder. La notte era squarciata dai lampi delle esplosioni e dalla luce di 143 fotoelettriche che, puntate verso le nubi, riflettevano un chiarore soprannaturale. Ma, questa trovata, invece che aiutare i soldati russi ad orientarsi fu loro di ostacolo. La tattica di Heinrici era di far abbandonare la Hauptkampflinie [2] principale prima del bombardamento nemico fino a quella secondaria e, alla fine del cannoneggiamento, far tornare le truppe sulla HKL principale.

I tedeschi resistettero specialmente sulle alture di Seelowe con i loro pezzi da 8,8 cm che fecero strage dei carri sovietici. Irritatissimo Stalin fece pressioni su Žukov il quale reiterò gli assalti. Intanto, anche Koniev si era mosso e aveva sfondato il fronte del Armeegruppe Mitte del General Feldmarschal Ferdinand Schörner, uno dei prediletti di Hitler, che da questi aveva avuto le ultime buone divisioni corazzate in difesa di Praga tolte alla 3. Panzer-Armee del General der Panzertruppe Hasso Eccard Freiherr von Manteuffel agli ordini di Heinrici . Si rischiava l’accerchiamento della 9. Armee guidata dal General der Infanterie Theodor  Busse. Il 18 aprile i sovietici riuscirono ad avanzare e il 20, 56° compleanno di Hitler,  i primi colpi della loro artiglieria cadevano su Berlino. La città contava circa 2.700.000  abitanti ma, fino all’ultimo, non aveva approntato difese che poche. Il ministro Joseph Goebbels venne nominato responsabile delle difese della città.

Le sue iniziative si limitarono alla costituzione del Volksturm, milizia territoriale formata da ragazzi, alcuni di 12 anni, e vecchi anche oltre i 60 anni, a far scrivere sui muri delle case diroccate frasi tipo “Berlino resterà tedesca” e a far erigere barricate con vecchi tram riempiti di pietre, in mezzo alle più frequentate arterie. A proposito di queste barricate, una battuta amara che circolava tra i berlinesi diceva che per superarle ai sovietici sarebbero occorse 2 ore e 15 minuti: due ore per ridere e 15 minuti per oltrepassarle! Berlino era stata divisa in tre settori concentrici di difesa, il primo di 100 Km di diametro difendeva i sobborghi, il secondo imperniato sulla linea ferroviaria e sulla sopraelevate di 40 km di diametro,  quello centrale detto la Cittadella  era steso attorno al quartiere governativo, al Reichstag, al Bendlersblock [3] e al Reichsluftahrtministerium [4] di Goering. Hitler, Eva Braun e i maggiori gerarchi erano da tempo scesi nel Führerbunker della Cancelleria del Reich a otto metri e mezzo di profondità [5].

l'autore davanti al parcheggio sotto il quale sono ubicati i resti del bunker di Hitler, 2007
l’autore davanti al parcheggio sotto il quale sono ubicati i resti del bunker di Hitler, 2007

A ovest le forze degli Alleati occidentali stavano avanzando verso il fiume Elba. Eisenhower aveva deciso di rinunciare a Berlino e concentrarsi nell’attacco verso sud e la Baviera dove si era vociferato della possibilità di un Ridotto Alpino, Alpenfestung, di ultima difesa del Reich, cosa rivelatesi non vera. Del resto, dopo la cattura nella sacca della Ruhr di 325.000 soldati tedeschi dell’Armee Gruppe B agli ordini del General Feldmarschal Walther Model poco si opponeva alle armate angloamericane[6].

Sempre più fuori dalla realtà dal bunker Hitler muoveva sulla carta armate che non aveva più. Quando l’accerchiamento della città divenne palese ordino al III Armee-Gruppe dell’SS Obergruppenführer und General der Waffen SS  Felix  Martin Steiner di attaccare da nord verso la città e liberarla. Peccato che Steiner avesse pochissime forze quasi senza carburante e che non poteva muoversi. Più tardi, mentre già si combatteva dentro Berlino, ordinò che fosse la 9. Armee di Busse da sud a liberare la città ma Busse, cercando di far cadere meno soldati nelle grinfie sovietiche e seguito da migliaia di civili, si stava spostando a occidente verso la 12. Armee del general der Panzertruppe Walther Wenck che si era battuta contro gli americani e ora stava creando un corridoio per i camerati della 9. Armee.

A difendere Berlino venne nominato il General der Artillerie Helmuth Weidling già comandante del LVI Panzer-Korps che aveva a disposizione 94.000 uomini : i resti della Panzer-Division Munchberg con 3.000 uomini e circa 20 Panzer schiarata tra Lichtenberg, Fredrichshain e Weissensee; 1.500 uomini della 11. SS Freiwilligen Panzer-Grenadier-Division Nordland formata da volontari SS Danesi, Norvegesi e una parte di Olandesi con 15 Panzer piazzata nella zona Neukölln-Treptow; 20. Panzer-Grenadier-Division tra Steglitz-Zehlendorf con 3.00 effettivi e pochi Panzer; a Pankow la 9. Fallschirmjäger Division con tre battaglioni Volksturm e 4.000 effettivi; qua e là elementi della Hitlerjugend specialmente sui ponti sulla Sprea; sull’Alexander Platz elementi della 32. SS Freiwilligen  Grenadier-Division 30 Januar ; il quartiere governativo che faceva perno sulla Wilhelmstrasse era difeso dal Kampfgruppe dell’SS Brigadeführer Wilhelm Mohnke con l’SS Begleits-Bataillon del Reichsführer e il Begleitkommando des Führer della SS Panzer-Division Leibstandarte Adolf Hitler; i resti della SS Grenadier-Division Charlemagne, con volontari francesi, Wiking [7] e SS Freiwilligen- Panzergrenadier-Division Nederland [8] con un gruppo di volontari britannici della Legione San Giorgio; 1.668 poliziotti settore Tempelhof-Shoneber. Il gruppo SS Todte 3.000 uomini e 400 volontari  lettoni; il personale delle sei torri contraeree della Luftwaffe e la 18. Panzer-Grenadier-Division posta in riserva nel Tiergarten. Il 25 aprile, intanto, presso il villaggio di Leckwitz sull’Elba, il tenente Albert Kotzebue della 69nd US Infantry Division incontrò il primo soldato russo. L’incontro ufficiale, però, ci fu tra il tenente William D. Robinson della stessa divisione del 1st US Army a Torgau sull’Elba con elementi della V Armata Guardie sovietica alle 16,40 dello stesso giorno.

La Germania era tagliata in due. Intanto, l’Armata Rossa aveva conquistato anche il perimetro dei comandi di OKW, Maybach II in codice, e OKH, Maybach I,  a Zossen, da dove Hitler e i suoi generali avevano condotto le operazioni di conquista dell’Europa. La battaglia di Berlino  si sviluppò tra il 25 aprile e il 2 maggio. I sovietici conquistarono prima la cinta esterna quindi i quartieri centrali. La lotta non fu una passeggiata per i soldati dell’Armata Rossa. Uno per uno caddero i quartieri della città. Per piegare la resistenza tedesca, i russi trasportarono i lanciarazzi fino ai primi piani delle case. Elementi delle SS e della Feldgendarmerie, intanto, impiccavano ai lampioni tutti i disertori, o presunti tali, che incontravano per via in abiti civili.

Tutti gli aeroporti vennero conquistati e l’unica via per arrivare dal cielo a Berlino era l’arteria Est-Ovest lungo l’Unter den Linden. Vi atterrò, e ripartì, il ministro Albert Speer [9] e il generale [10] Robert Ritter von Greim della Luftwaffe su un Fieseler Storch pilotato dall’asso Hanna Reitsch la donna pilota che aveva collaudato anche le V1.  Alla fine venne conquistato il ponte Moltke sulla Sprea e i soldati sovietici, dopo una lotta feroce con le SS, presero il Reichstag. Mentre si combatteva, Goering e Himmler, che erano fuori da Berlino, tentarono di esautorare Hitler. Andò bene a tutti e due che non fossero nei pressi altrimenti non gli sarebbe stato risparmiato il plotone di esecuzione.

Ciò che rimane di un regime.
Ciò che rimane di un regime.

Per Himmler pagò l’SS Gruppenführer Hermann Fegelein, suo rappresentante presso la Cancelleria nonché marito della sorella di Eva Braun, che uscito dal bunker per sfuggire al destino, venne arrestato dalle SS e fucilato. Il 29 aprile Eva Braun divenne la signora Hitler. Officiò un funzionario del comune di nome Walter Wagner. Venti minuti dopo egli moriva sulla strada del ritorno al suo rifugio. Il 30 i due coniugi si suicidarono[11], prima Hitler aveva fatto uccidere col veleno, per prova, la sua amata cagna Blondie. I corpi furono portati nel giardino della Cancelleria dallo SS Standartenführer Otto Günsche, aiutante di Hitler, alla presenza di Goebbels e bruciati grazie alla benzina procurata dall’autista del Gröfaz [12] l’SS Obersturmbannführer Erich Kempka.

Intorno al quartiere governativo continuavano a combattere le SS della Charlemagne, i volontari lettoni, spagnoli dell’ Einsatzgruppe di Miguel Ezquerra, SS della Nordland. Goebbels era stato nominato nuovo Führer ma durò poco. Dopo che la moglie Magda ebbe ucciso col veleno i sei figlioletti Helmuth, Hedda, Heide, Helga, Holde, Hilde lei e il marito si suicidarono e i corpi furono parzialmente bruciati. Il nuovo Cancelliere era Karl Doenitz al quale non restò che arrendersi. Il primo a prendere contatto col colonnello generale Čujkov comandante della 8a Armata delle Guardie da parte del Generalleutnant Hans Krebs. I tedeschi credevano di avere ancora possibilità di manovra politica ma i sovietici chiesero la resa immediata e incondizionata alla quale ci si dovette arrendere.

Krebs e il General der Infanterie Wilhelm Burgdorf, aiutante di Hitler, si suicidarono nel bunker. La battaglia di Berlino era terminata. Sarebbe entrata nella Storia, ricordata da chi vi partecipò nel bene e nel male, militare o civile con le parole del poeta E il buon uomo farà apprendere questa storia al figlio e il giorno dei Santi Crispino e Crispiniano non passerà mai, sino alla fine del mondo, senza che noi non veniamo ricordati. Noi pochi, noi pochi e felici, noi schiera di fratelli, poiché colui che versa oggi il sangue per me sarà mio fratello, e per quanto bassa ne sia la condizione, diverrà nobile in virtù di questo giorno: e alcuni gentiluomini che dormono in questo momento nei loro letti in Inghilterra, considereranno una sventura il non essere stati presenti quest’oggi, e dovranno considerarsi sminuiti nella virilità  tutte le volte che si troveranno a conversare con qualcuno che abbia combattuto con noi il giorno di San Crispino[13].

Il pannello che è stato messo sul luogo dove era ubicato il bunker
Il pannello che è stato messo sul luogo dove era ubicato il bunker

Alla notizia della pace l’Europa impazzì. Le campane suonarono a festa e la gente, anche negli Stati Uniti, si riversò nelle strade. Eppure i problemi non erano terminati: milioni di profughi, prigionieri di guerra e deportati dovevano iniziare solo allora a tornare a casa o ad andarsene perché spostati dai nuovi regimi. Ma  il V Day, come fu chiamato, fu veramente un giorno da ricordare.
Che cosa rimane oggi di quei giorni? Qualche segno di scheggia nei vecchi palazzi, il ministero della Luftwaffe intatto, gli scantinati dell’edificio del Servizio di Sicurezza del Reich diventati museo, un parcheggio sopra il bunker di Hitler[14] tra la An der Kolonnade e la Wilhelmstrasse, una fila di palazzi nuovi dove sorgeva la Cancelleria, il modellino della nuova Berlino pensato dal Führer e da Speer, il cortile della Bendler Block con la lapide che ricorda i fucilati del 20 luglio e un sacco di fantasmi in giro per la città.

il Ministero della Luftwaffe servito per girare il film Operazione Valchiria.
il Ministero della Luftwaffe servito per girare il film Operazione Valchiria.

I palazzi sullo sfondo del parcheggio delimitano il perimetro della nuova Cancelleria
I palazzi sullo sfondo del parcheggio delimitano il perimetro della nuova Cancelleria

Note e Riferimenti:

[1] Capo di Stato maggiore

[2] Linea di difesa principale HKL.

[3] Il Bendlers  Block era sede del comando dellìesercito territoriale. Nel suo cortile furono fucilati, la sera del 20 luglio 1944, alcuni cospiratori del piano Valchiria tra cui Claus von Stauffenberg. E’ ancora oggi una caserma.

[4] In ministero della Luftwaffe è ancora oggi intatto e si trova all’angolo con la Prinz-Albrecht-Strasse dove aveva sede l’Ufficio di Sicurezza del Reich.

[5] Il bunker aveva pareti e soffitto di 4 metri di cemento armato.

[6] Le forze di Eisenhower erano così divise: 21st British Army Group del generale sir Bernard Law Montgomery con la 1st Canadian Army guidata dal generale Henry Duncan Graham Crerar; 2nd Army  del generale Miles Christopher  Dempsey ; 12nd US Army Group del generale Omar Nelson Bradley con la 9nd US Army guidata dal generale William Hood Simpson , 1st US Army del generale  Cortney  Hicks Hodges e 3rd Army del generale George Smith Patton. Totale 85 divisioni con 4.600.000 uomini.

[7] Formata da volontari finlandesi, svizzeri, lettoni,  valloni, danesi, norvegesi, dalle Fiandre, olandesi e Volksdeutscher.

[8] Formata da volontari olandesi.

[9] Albert Speer venne a riferire a Hitler di aver sabotato volontariamente i suoi ordini di distruggere tutte le opere industriali, i ponti e tutto quello che poteva far rinascere la Germania dopo la sua morte.

[10] Hitler nominò von Greim Feldmaresciallo e comandante in capo della Luftwaffe rimasta.

[11] Hitler seppe della morte di Mussolini e della fine della guerra in Italia. La morte del duce lo impressionò e rafforzò la sua idea di non cadere vivo nelle mani del nemico e di avere il suo corpo distrutto per non subire l’onta che era toccata al suo ex amico italiano.

[12] Grösster Feldherr allen Zeiten, il più grande generale di tutti i tempi, così veniva apostrofato Hitler.

[13] Cfr. William Shakespeare, Enrico V, scena III.

[14] Fatto saltare dai sovietici nel 1948. Nel 1988 venne riscavato e si completò la distruzione per permettere la costruzione di un nuovo quartiere.

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  1. Fra le truppe di Eisenhower c’era anche la 7th Army e la 1a armata francese.

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