EMPOLI, DA IERI A OGGI Carissimi empolesi e non, Nel ringraziarvi nella collaborazione finora dimostrata,…
Una riflessione globale – di Vincenzo Mollica.
Siamo al punto che il modello di società urbana, incentrato su abitare, lavorare,divertirsi e spostarsi, (Carta di Atene), si sta ricomponendo intorno ad un altro ordine di bisogni: mangiare , dormire, proteggersi e comunicare con gli altri. Ciò, perché il ciclo industriale della produzione e del consumo, pensato sulla base della inesauribilità delle risorse, non è più in grado di sostenere la domanda se non sacrificando intere masse di popolazioni sul pianeta e mettendo a rischio lo stesso eco sistema. L’economia globale è investita da un trasformazione feroce e senza precedenti, che vede contrapposte filosofie di pensiero, ognuna tesa a dimostrare la validità della propria proposta: sfruttamento e profitto su un fronte, sviluppo sostenibile e rispetto dell’uomo dall’altro.
La città, specchio di questo modello di sviluppo, sta pagando attraverso la sua dissoluzione, le contraddizioni che la governano: difendere la sua identità storica ,all’interno di un ciclo di completamento prettamente speculativo. Solo un radicale ripensamento del suo progetto, potrà evitare la sua perdita. Pensare, come cura, di guardare al passato, non è solutivo. Né, lo è, congelare il suo presente, in attesa che il sistema si riassetti .
Sarebbe utile, oltre che necessario che un partito come il PD, si pronunciasse in modo finalmente chiaro e puntuale su temi così cruciali. Questo permetterebbe un confronto tra le opinioni della base e quelle della direzione, ultimamente non sempre in linea, (caso TAV, docet). Anche perché la questione diventa problema quando la base non riesce a capire cosa pensa la direzione e la direzione non sa cosa pensa la base, ammesso che questo passaggio non venga supposto superfluo.
Senza toccare il livello drammatico di altre realtà , anche la nostra area sta respirando la crisi con affanno. Basta osservare il tracollo del settore edilizio, non certo il solo, per misurare la gravità della situazione. Purtroppo, il ritardo e l’arretratezza della lettura politica (governo e partito) nella direzione dei fenomeni degeneranti della globalizzazione, non hanno permesso di allestire sul territorio un piano sinergico tra imprenditoria,finanza, infrastrutture di scambio e di comunicazione, aggiornato alle esigenze della nuova fase.
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