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Uffa, di nuovo! Che noia gli “esperti” – di Claudio Biscarini

Proprio da dellastoriadempoli, diversi mesi fa, avevamo messo l’accento sugli “esperti” di storia militare.
Avevamo detto che, per esser tali, bisognava avere cognizioni di diverse cose: politica militare dei contendenti; studio della strategia e della tattica; storia delle battaglie del passato; organizzazione degli eserciti e confronto con quelli del passato; conoscenza della logistica degli eserciti, del sistema di comando, dell’addestramento ecc. ecc. Non ultimo avevamo messo la conoscenza delle varie armi impiegate.
Infatti, andare a caccia con un Beretta calibro dodici alle fagianelle, non autorizza a disquisire sulle caratteristiche, ad esempio, dei cannoni o degli obici ( a proposito. I famosi “esperti” sanno la differenza balistica  tra mortaio, obice e cannone?). Però, purtroppo, spesso e malvolentieri, al di là dei punti di vista su determinati argomenti (la polemica garbata e fatta bene è sempre ben accetta), ci troviamo a scontrarci con argomentazioni su determinati episodi a dir poco strane.

Un caso esemplare è la strage di S. Miniato dove, ogni tanto, si viene a sapere di interventi, certamente legittimi ci mancherebbe altro, ma che ci inducono a supporre che dietro ci sia poca conoscenza dei fattori che determinarono il massacro. Ritorniamo al problema degli obici, della loro gittata e delle loro caratteristiche balistiche. Su quest’ultimo punto, invito a leggere ciò che ha scritto il colonnello Massimo Cionci su dellastoriadempoli. Una relazione, fatta da un esperto veramente, che non lascia dubbi sulla dinamica delle possibilità dell’Howitzer M2 A1 da 105 mm in dotazione ai Field Artillery Battailon della US Army durante tutta la seconda guerra mondiale.

Noto per la sua precisione e per la potenza dei suoi proietti, l’obice, detto anche M 101, aveva una gittata massima di 11.200 metri  in linea d’aria. Perché abbiamo sottolineato la nostra affermazione? Ci è giunta voce che qualcuno avrebbe detto che, dalla posizione che gli obici da 105 mm americani avevano dietro Bucciano, non era possibile per uno di loro arrivare a colpire il Duomo in San Miniato. Vogliamo ricordare che da La Serra a San Miniato corrono circa 5 chilometri e che da La Serra a dove erano piazzati i pezzi la distanza e meno di un chilometro circa. In tutto si arriva a 6-7 chilometri via strada, certamente inferiori a quelli in linea d’aria. Ben addentro, quindi, alla gittata degli Howitzer M 101. Ricordiamo, inoltre, che questo pezzo d’artiglieria costituisce per la sua alta affidabilità, ovviamente modernizzato, l’ossatura odierna di numerosi eserciti.
Grazie all’osservatore a terra, o anche in volo, la linea pezzi era in grado, dopo alcuni colpi di aggiustamento (la cosiddetta “forcella”) per meglio calibrare la direzione dei proietti, di arrivare tranquillamente a colpire il bersaglio prefissato. Ovviamente si creava, come avviene anche oggi, una “rosa” di colpi intorno al bersaglio ugualmente efficaci visto che, sia per quanto riguarda le bombe d’aereo che i colpi d’artiglieria, non causano danni il solo centrare in pieno l’obiettivo, ma anche colpirlo vicino a causa delle schegge e dello spostamento d’aria causato dall’esplosione.

      Claudio Biscarini

Questo post ha un commento

  1. esperti sono quelli che conoscono la storia militare, che hanno letto e studiato von Clausewitz, che sanno la differenza tra strategia e tattica. Che conoscono l’impiego delle armi ecc. Ecc. Invece tutti professori che cercano di spiegare quello che non sanno spiegare. Non succede solo nella storia militare. Sapessi quante altre cose , ma le sai caro Claudio, incontro io che scrivo come te nella vulgata della gente, notizie riciclate da altri che come notazione di osteria trasformano un piccolo pesce pescato in un tonno. La storia è’ una cosa sera e non puoi trasformarla in una leggenda o in qualcosa che ti piacerebbe fosse successo. La storia deve essere oggetto di ricerca e competenza. Non si fa la storia per sentito dire da altri. Grazie

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