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Gli StuG III della Pz. Abt. 103 a Calenzano di San Miniato, 23 luglio 1944 – di Claudio Biscarini

La battaglia di Calenzano (loc. di San Miniato, ndr), combattuta il 23 luglio 1944 tra parte della G Company, II Battalion, 349rd US Infantry Regiment della 88th US Infantry Division Blue Devils , e elementi del Panzergrenadierregiment 8. della 3. Panzergrenadierdivision, secondo alcuni testimoni, vide in azione anche degli StuG III tedeschi in supporto della fanteria[1].

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Questo lo sapevamo già, ma non eravamo a conoscenza di quale reparto si trattasse, di quali problemi affrontò e del fatto che secondo le fonti tedesche, in realtà, nessun cannone d’assalto prese parte al combattimento. Ora, grazie all’amico Daniele Guglielmi, possiamo colmare questa lacuna.

Lo Sturmgeschütz III era un cannone d’assalto tra i più noti nella Wehrmacht. Scambiato spesso dai civili per un carro armato, in realtà era parte dell’artiglieria di una divisione. Si trattava di una elaborazione dal Panzer III, era armato con un cannone StuK L724 da 7,5 cm e una MG 34, pesava 19, 6 tonnellate, aveva un equipaggio di 4 elementi e poteva viaggiare su strada a 30 Km per 155 di autonomia. La corazzatura frontale era di 80 mm.

Il 10 giugno 1944, 20 nuovi StuG III furono assegnati alla Panzer-Abteilung 103 della 3. Panzergrenadierdivision in sostituzione di quelli perduti durante la ritirata da Anzio. Dieci giorni dopo, a causa anche della impreparazione degli equipaggi, molti di questi mezzi erano già perduti. Il 22 giugno, su una forza di 37 StuG III, il reparto poteva schierarne in combattimento solo sette. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, alcune compagnie del Panzergrenadierregiment 8., appoggiate da un plotone di cannoni d’assalto, iniziarono la battaglia per Monteguidi, Mensano. Il 2 luglio 1944, solo otto cannoni d’assalto erano operativi. Il 13 luglio, al pomeriggio, la 1. Sturmgeschütz-Kompanie, agli ordini dell’Oberleutnant[2] Schwäpenheuer, contrastava il passo degli americani nella zona di Barbialla.

Arriviamo al 23 luglio 1944. Un volume che narra la storia della Panzer-Abteilung 103., dice:  Al mattino, nella zona di S.Miniato , il Grenadier – Regiment 8 venne  costretto a eliminare una penetrazione alleata senza il supporto dei cannoni d’assalto , perché non essi furono in grado di bypassare una demolizione sulla strada.

Probabilmente si trattava di mezzi della 1. Kompanie che avevano combattuto a Marcialla ma nessuno di essi riuscì ad entrare in combattimento a Calenzano. Se ci fossero riusciti, forse il destino dei Blue Devils asserragliati nella canonica e dei genitori di don Bartolo Sirio Ristori, sarebbe stato tragico. Questo fatto smentirebbe Bill Halprin che citò un paio di colpi sparati da un semovente da 88 a distanza ravvicinata.

A proposito dei giorni di guerra a San Miniato. Già in nostri interventi su questo argomento, servendoci di documenti coevi della 14. Armee tedesca competente per territorio, avevamo detto che il 16 e il 22 luglio 1944 erano stati emanati due ordini di sfollamento da parte delle autorità germaniche. Ora, una conferma importante ci viene da due poderosi volumi curati dal maestro Mario Catastini di Fucecchio il quale, con un lavoro decisamente meritevole e certosino, ha raccolto nel corso degli anni un numero notevole di testimonianze e racconti che narrano la guerra nel Fucecchiese. In questi racconti, che il maestro Catastini ha anche integrato con alcuni documenti dell’Archivio Comunale, si citano più volte gli ordini di sfollamento del 16 e del 22 luglio 1944 emessi anche per il territorio di San Miniato. Tanto per sgomberare il campo da diverse interpretazioni.

Claudio Biscarini


Note e Riferimenti:

[1] Il tenente William Halprin uno degli uomini coinvolti nel combattimento, in una testimonianza che mi mandò anni or sono e che inserimmo nel volume Arno-Stellung, mi citò un semovente da 88 mm che avrebbe sparato due colpi  da distanza ravvicinata che passarono attraverso la canonica ed esplosero all’esterno.

[2] Tenente

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