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Quell’antifascista capace di stregare Pertini e La Pira – di Dario Parrini

Il RICORDO di Dario Parrini*

Nasceva cent’anni fa Mario Fabiani, un toscano di prima grandezza. Attivo fin da giovanissimo nella federazione Pci di Empoli, la sua città, nel 1934 fu arrestato dai fascisti e condannato a ventidue anni di carcere. Ne scontò nove.
Dal 1943 fu tra i massimi artefici della Resistenza e della Liberazione di Firenze, di cui divenne sindaco nel ‘46. Fu membro del comitato centrale del Pci, presidente della Provincia dal ‘51 al ‘62, senatore dal ‘63 fino alla morte, nel ‘74. Un “giusto e un saggio”, disse Alberto Cecchi. Ernesto Ragionieri ne lodò lo spirito innovatore (“fu uno svoltista”) e l’apertura ai ceti medi e agli intellettuali. Bilenchi rimarcò il suo impegno costante per i lavoratori e l’unità della sinistra. Giorgio Mori lo definì “liberalcomunista”, al pari di Amendola e Terracini, cui Fabiani fu molto vicino.

mario
Amministratore pragmatico e appassionato, si batté a fondo per l’istituzione delle Regioni. Allevò nomi-chiave della politica regionale, da Carlo Galluzzi a Roberto Marmugi. Antistaliniano da ben prima del ‘56, mai disattese sogni ed ideali dell’adolescenza. Pertini lo omaggiò così: «Mario aveva due amori profondi e schietti, Firenze e il suo partito, ed ha servito entrambi senza servirsene, in purezza d’intenti».
Eugenio Artom, del Pli, lo ricordò come «un uomo che compagni ed avversari hanno egualmente stimato ed amato». Diceva del resto lo stesso Fabiani: «Non sempre nelle parole dell’avversario c’è l’errore». Neruda gli dedicò versi indimenticati («e venne a ricevermi un operaio capo della città, del vecchio fiume … io non mi sorpresi: la maestà del popolo governava»).
Pratolini ne immortalò «l’occhio pensoso» e le «spalle strette». La Pira, sindaco dopo di lui, scrisse: «In tempi di guerra fredda, entrambi volevamo Firenze a servizio della coesistenza pacifica, della unità e della giustizia dei popoli. Quando gli succedetti intuii che quella successione non era la costruzione di un muro ma di un ponte».

* Sindaco di Vinci

Fonte: mail autore.

 

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