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Palestina. Finalmente una guerra è finita. Quanto durerà? – di Claudio Biscarini

Dopo molti giorni di scontri e molti morti, finalmente la guerra sulla striscia di Gaza è terminata. Lo stato di Israele aveva messo in campo una potenza di fuoco degna di altre battaglie tra opposti eserciti: carri armati, artiglieria pesante, aviazione e fanteria. Pare intorno agli 86.000 uomini se non di più. L’avversario, Hamas, sicuramente aveva a disposizione un arsenale minore ma poteva usufruire di tattiche di guerriglia in un terreno ben conosciuto e con parte della popolazione a favore, almeno all’inizio del conflitto.

La potenza di fuoco di Israele ha letteralmente “spianato” un territorio; la proporzione tra i caduti israeliani (militari e civili) e i Palestinesi (membri di Hamas ma soprattutto civili) è spaventosa e dimostra come, dalla seconda guerra mondiale in poi, chi paga di più in un conflitto sono in non belligeranti.
Oggi, anche gli Stati Uniti, si domandano se Israele ha commesso crimini di guerra. Credo che non ci siano dubbi su questo, come credo che, se Israele non avesse potuto contare su un sistema missilistico di difesa all’avanguardia, i suoi morti civili sarebbero stati molti di più. Credo anche che Hamas abbia commesso crimini di guerra, lanciando i suoi missili con l’evidente intenzione di colpire obiettivi civili in Israele. Se questo non  è accaduto che in minima parte, si deve, appunto, al sistema missilistico di difesa israeliano[1].

Claudio biscarini
Claudio biscarini

Inutile farsi delle illusioni: la soluzione è diplomatica e non più rinviabile. Occorre uno stato palestinese e che i due popoli convivano. Del resto, son convinto che sia in Israele, a parte gli ebrei ortodossi ( i quali, tra l’altro, non partecipano alle operazioni militari) e alcuni coloni dei Kibbutz, il resto della popolazione sia stanco dei continui conflitti così come anche i palestinesi, a parte i fanatici di Hamas e una parte della popolazione che li appoggia( ma lo farà ancora?).

Dobbiamo por fine a questi focolai perché un avversario più temibile si avverte all’orizzonte in Medio Oriente: lo Stato Islamico dell’Iraq e di Sham (Siria e Levante, ISIS o ISIL).

I Jiihadisti che lo hanno creato, guidati da Abu Bakr al Baghdadi, hanno preso la supremazia addirittura su al-Qaeda, giudicata troppo tenera con gli infedeli. Colui che è alla guida di questo emirato ha saputo radunare attorno a se gli ex seguaci di Saddam, baathisti, con i sunniti[2] e alcune tribù della zona di Anbar. Essi possono già contare su una rilevante forza militare, che attrae anche volontari stranieri tra i quali alcuni europei, con una forza finanziaria notevole, l’ISIS ha conquistato in Iraq le città di Mosul, Tikrit, Falluja e Ramadi, nonché alcuni pozzi petrolifici, e minaccia Baghdad, che ha un governo sciita. In Siria, i suoi combattenti tengono le zone a est di Raqqa e Deir Ezzor, creando un vero e proprio emirato che ha occupato territorio di qua e di là del fiume Eufrate. Probabilmente le mire di ISIS non si fermeranno a queste conquiste, ma potrebbero anche allungare la mano sui “ribelli” della Cirenaica e così affacciarsi a pochi chilometri dalle nostre coste. Forse un non lontano futuro vedrà la strana alleanza tra gli Stati Uniti e l’Iran, i cui soldati pare che già combattono in quella parte di Iraq conquistata da ISIS, per cercare di fermare l’avanzata degli uomini dell’emirato. In tutto questo, la posta è alta e si chiama, come altre volte, oro nero.

[1] Il sistema antimissile a corto raggio israeliano “Cupola di Ferro”, dell’azienda israeliana Rafael Advanced Defense System, è basato su missili Tamir muniti di radar EL/M-2084 Multi-Mission Radar della ditta israeliana ELta, e Battle Management & Weapons Control della ditta israeliana mPrest Systems. Il sistema, a batterie mobili, può contrastare i razzi balistici a corto raggio Qassām e Fair-5 in dotazione a Hamas. Contro i missili balistici a lungo raggio, come gli iraniani SRBA del tipo SS- 1 Scud,Fateh-11, Ghadr-110, Shabab-3, Israele mette in campo un sistema antimissile detto Hertz (freccia) che sostituirà gli ormai semi-obsoleti MM-104 Patriot.

[2] Alla morte di Maometto nel 632, i mussulmani si divisero tra i seguaci di Alì, cugino e genero del Profeta, che presero il nome di sciiti da shi’at’Alì  ( sostenitori della linea diretta dinastica ) e sunniti, da sunna, che volevano che i capi politici e religiosi fossero tali per elezione. I nodi vennero al pettine nel 680 d.c. quando il figlio di Alì, Husayn, venne sconfitto in battaglia dal califfo Yazid. Da questo momento, iniziò la maggioranza dominante nel mondo dell’Islam dei sunniti.

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