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Presentato il ritorno della ‘piccola’ Crocifissione

Consegnata al Museo della Collegiata l’opera, rubata nel 1985, e ritrovata dai carabinieri alla Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze


EMPOLI – Sottratta nel marzo del 1985 dal Museo della Collegiata di ‪‎Empoli questa mattina è tornata a ‘casa’.
Si tratta di una tempera su tavola a fondo oro, attribuita a Niccolò di Tommaso, attivo nel XIV secolo tra Toscana e Campania, del valore superiore ai 100.000 euro. L’opera è stata recuperata dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze.

Brenda Barnini: «La tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico è per noi centrale»

E’ stata individuata in uno stand della Mostra Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze ed è stata recuperata lo scorso 20 settembre. L’antiquario ha precisato che l’opera gli era pervenuta tramite una successione ereditaria familiare. Peraltro la stessa opera, insieme ad altre tre, era già stata rubata una prima volta nell’aprile del 1922, sempre dal museo ecclesiastico empolese.

Questa mattina, sabato 12 marzo, in una delle sale del Museo della Collegiata, in piazzetta della Propositura, a fianco della Pieve di Sant’Andrea, incastonato nel chiostro, si è svolta una cerimonia-conferenza stampa in cui i carabinieri hanno restituito l’opera. Una piccola tavola, per dimensioni, ma dal grande significato.

LA SCHEDA DELL’OPERA →

empoli carabinieri tavola recuperata

Un significato attribuitole da tutti i presenti, ma in particolare dal sindaco della Città di Empoli, Brenda Barnini: «Quest’oggi un piccolo tesoro ritorna a casa e viene restituito alla comunità, tornando ad arricchire il patrimonio artistico della nostra Empoli e di questo scrigno che è il Museo Civico della Collegiata: custode di rarità che ne fanno un’eccellenza in Toscana. Questo museo è nato nell’800 per volontà dei cittadini di Empoli. E’ uno dei più importanti musei civici italiani, pur essendo un museo di arte sacra la sua costituzione è frutto dei moti risorgimentali e della volontà di mantenere da parte degli empolesi il proprio senso identitario.

E anche per questo la riconsegna di un’opera che mancava da oltre 30 anni diventa un momento in cui i rappresentanti di tutta una comunità si ritrovano per sottolineare che anche dall’etica di sostenere e valorizzare le opere d’arte si misura la civiltà di una città. Per l’amministrazione comunale la valorizzazione del patrimonio storico-artistico è centrale, non a caso stiamo lavorando per far convergere a favore di esso le forze cittadine con l’obiettivo di tutelarlo e renderlo ancora più attrattivo in termini turistici. Stiamo creando una fondazione apposita che si occuperà di questo. Il ritrovamento di questa tavola è un incoraggiamento a tutti noi nel perseguire con energia questo lavoro. Ringrazio il nucleo specializzato dei carabinieri per aver rimesso a disposizione di tutta la comunità empolese, e non solo, questa piccola grande opera».

Alla cerimonia erano presenti, oltre al capitano, Lanfranco Disibio, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, che ha illustrato i termini dell’operazione di ritrovamento e identificazione dell’opera, anche Cristina Gnoni, funzionario della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, e il proposto di Empoli Don Guido Engels.

Nella sala ad assistere alla cerimonia anche l’onorevole Dario Parrini, l’assessore regionale Vittorio Bugli, il consigliere regionale Enrico Sostegni, il sindaco di Certaldo Giacomo Cucini, delegato per l’Unione dei Comuni al turismo, l’assessore alla cultura della Città di Empoli Eleonora Caponi, la responsabile dei Beni Culturali del Comune Cristina Gelli, il capitano Giorgio Guerrini, comandante della Compagnia Carabinieri di Empoli, e il maresciallo Giuseppe Carfora, comandante della stazione dei carabinieri cittadina.

«Oggi è un giorno di festa per la città di Empoli – ha detto Cristina Gnoni –, questo recupero è veramente importante. Grazie al lavoro tempestivo dell’ufficio cultura del Comune, alla storica dell’arte Cristina Gelli, l’opera è già stata ricollocata nella prima sala di questo splendido Museo. E’ stata posizionata in un pannello apposito e in condizioni di sicurezza massima. E’ un ritorno eccellente per questo museo, già denso di invidiabili capolavori. Un elemento aggiuntivo di fascino e appeal che contribuirà a valorizzarlo ancora di più».

«Da stamani – ha detto Don Engels – il nostro Museo ha tutte le sue grandi opere d’arte insieme. Il Museo della Collegiata, a detta del professor Paolucci,   attualmente direttore dei Musei Vaticani, è il miglior museo ecclesiastico della Toscana. E’ un luogo da valorizzare ancora di più. Abbiamo pensato di ampliarlo, ma mancano le risorse, vediamo se ce la facciamo tutti insieme».

«L’opera è stata ritrovata – ha spiegato il capitano Disibio – nello scorso autunno  grazie al lavoro dei carabinieri del nucleo tutela e patrimonio culturale di Firenze. Era esposta alla biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze. Il sequestro risale al 30 settembre nello stand di un importante antiquario fiorentino. L’opera era stata sottoposta al controllo dell’ufficio Esportazione oggetti d’antichità e arte della Soprintendenza perché era stato richiesto l’attestato di libera circolazione. Gli investigatori del nucleo di Firenze avevano verificato i vari oggetti in vendita nelle giornate precedenti all’apertura della Biennale. La banca dati dei beni culturali rubati ha consentito di accertare la provenienza illecita dell’opera e di risalire al furto avvenuto nel marzo del 1985 nel museo empolese che ha poi permesso di procedere al sequestro. L’antiquario è stato ritenuto possessore dell’opera in buona fede e ha consegnato la tavola ai carabinieri. L’oggetto era stato ereditato dal padre, anche lui antiquario a Firenze, che l’avrebbe acquistato incautamente tra il 1985 e il 1990, poco dopo il furto dunque. Successivi accertamenti all’archivio storico della Soprintendenza fiorentina, alla fototeca informatizzata del catalogo della Fondazione Zeri e all’archivio dell’istituto tedesco di storia dell’arte di Firenze, con la collaborazione di funzionari dell’arte e docenti universitari, hanno permesso di appurare che la tavola era già stata rubata una prima volta nell’aprile del 1922 insieme ad altre tre opere, tutte successivamente recuperate. L’autorità giudiziaria fiorentina ha convalidato il sequestro e disposto la restituzione del bene culturale al museo ecclesiastico.

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