Si discute molto sull'assetto dell’Arno nei pressi del castello di Empoli antecedente alla costruzione del…
Il Bargello: Riconoscenza empolese
Giovanni da Empoli che non è nato e non è mai stato a Empoli (forse c’è passato un paio di volte in navicello); il grande sinologo Alberto Castellani che non andò mai in Cina; l’arcivescovo Giovanni Marchetti che – titolare della chiesa di Ankara – non fu mai in Turchia.
Ebbene: l’immaginario comune fa del primo una gloria locale, del secondo un mandarino quasi collega di Mao, del terzo l’antesignano di papa Roncalli in Anatolia.
Altre buffonerie nostrane: Farinata degli Uberti che salva Firenze, ma ammazza i guelfi empolesi e ne distrugge le case, è l’eroe eponimo di piazza dei Leoni; Francesco Ferrucci, che impiccò gente da mattina a sera, tanto da strabattere i tedeschi del ’44, è l’altro sublime eroe repubblicano.
Ma chi sono allora i veri grandi di Empoli?
Ve lo dico sùbito senza andare tanto a ritroso nel tempo: il gonfaloniere Luigi Busoni e il proposto Michele Del Bianco, che salvarono la città dalla vendetta francese nel 1799; il gonfaloniere Niccolò Vannucci che seppe attutire le conseguenze dei tumulti del 1849 mentre il lodatissimo Vincenzo Salvagnoli villeggiava al sole di Nizza; Mariano Bini e Amadeo Del Vivo che, di riffe o di raffe, misero insieme dei patrimoni immensi e costruirono opere durature, sfamando così centinaia di poveracci.
A nessuno di questi personaggi è stato dedicato un vióttolo. Riconoscenza empolese.
IL BARGELLO
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