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I dimenticati – di Claudio Biscarini

Spesso crediamo di sapere tutto, o quasi, sulla storia delle nostre zone, la cosiddetta storia locale. In realtà, ci sono degli spazi di ricerca che ancora non hanno avuto, o ne hanno avuta poco, l’attenzione che meritano.

Empoli - Piazza dei Leoni 2007-06-04

Piazza Farinata degli Uberti – foto di C. Pagliai


di CLAUDIO BISCARINI

Facciamo degli esempi che riguardano  vicende abbastanza recenti e altre più lontane nel tempo.

Per quanto riguarda il secondo conflitto mondiale nella zona di Empoli e in quelle più prossime ormai sappiamo molto. C’è una cosa, però, che nessuno ha mai cercato di chiarire: quanti furono i residenti locali che, già facenti parte delle strutture politico-militari della R.S.I. all’approssimarsi degli Alleati, soprattutto ai primi di giugno del 1944, andarono al nord al seguito delle truppe tedesche? Quali furono le loro storie personali o collettive dal giugno 1944 alla fine della guerra e oltre? Occupandomi di alcuni esempi che riguardano la provincia di Siena mi sono accorto che una percentuale abbastanza alta di toscani se ne andò a nord e militò nelle formazioni militari della R.S.I. a volte formando interi battaglioni.

Le altre storie sono più lontane nel tempo. Dal 1808 al 1814 circa 23.370 giovani toscani militarono nei reggimenti francesi. Se ne trovano soprattutto nel 113ème Régiment d’Infanterie de Ligne[1] e nel 28ème de Chasseurs à cheval ma anche   nel Bataillon des Vèlites de Florence, nella Gardes d’Honneur, nel 137ème Régiment d’Infanterie de Ligne, nel 35ème Régiment d’Infanterie Légère, nel 13ème e 14ème Règiment de Hussards, nell’84ème Régiment d’Infanterie de Ligne, nei cannonieri, nella marina e in tanti altri reparti. Hanno seminato di morti e feriti la Spagna, la Russia, la Germania, l’Italia, la Francia combattendo fino al 1814 e alcuni, che avevano seguito Napoleone all’Elba essendo originari di quell’isola, anche a Waterloo. L’arruolamento avveniva per estrazione di un numero e relativa partenza verso la Francia per addestramento. Nel 1814 furono chiamati ben 5.955 toscani delle classi 1813-1814 mentre nel 1813 erano partiti in 2.800. Alcuni soldati dei contingenti toscani, assieme a moltissimi altri, vennero chiamati Marie Louise perché il decreto di arruolamento portava la firma dell’imperatrice Maria Luisa Leopoldina Francesca Teresa Giuseppa Lucia d’Asburgo –Lorena, moglie di Napoleone I.

Possibile che in tutta questa gente non ci fossero nostri concittadini o, perlomeno, provenienti da zone a noi vicine? Nell’ottobre 1854, regnando in Francia Napoleone III, questo sovrano volle dare  corso al testamento di Napoleone I che lasciava ai suoi soldati i suoi averi. Non potendo risarcire con danaro i circa 300.000 reduci dalle forze napoleoniche ancora viventi, venne istituita una medaglia  commemorativa detta medaglia di Sant’Elena che, a domanda e dopo aver fornito i necessari ragguagli sulla propria posizione militare , doveva essere inviata al reduce con una pensione, solo per alcuni, di 400 franchi, una specie di Cavalierato di Vittorio Veneto ante litteram. Numerose furono le domande anche dalla Toscana, 5.127, di cui solo 1.491 accolte.  Dalle domande inviate, corredate da  curriculum vitae veramente interessante, emergono alcuni nomi di soldati che vissero vicino a noi. Sebastiano Borracchini, di S. Pietro a Vitolini, venne arruolato nel 1812 nel 2° battaglione del 113° di linea e ebbe l’onore di essere passato in rivista da Napoleone a Parigi davanti alle Tuileries, a Champ de Mars e a Place Vendomme. Cornelio Ranieri degl’Innocenti, di S. Miniato, arruolato nel 1812, fece parte dei Tiragliatori[2] della Guardia Imperiale e venne catturato dai cosacchi ai quali riuscì a scappare. Giuseppe Francesco Landi da Castelfiorentino , invece, fu catturato dai Portoghesi, alleati degli Inglesi, e messo prigioniero sui pontoni ancorati nel porto di Portsmouth. Giovanni Micheli, partì da Empoli nel 1811 e venne arruolato nella Garde Imperiale nel corpo dei Corazzieri. Venne catturato in Russia e spedito al confine con la Cina rientrando a Firenze nel febbraio 1815. Candido Nuti, cerretese, arruolato nel 28° Cacciatori a cavallo, ebbe una storia avventurosa: preso prigioniero nelle Asturie, venne portato negli Stati Uniti  poi riportano in Ighilterra e arruolato, per sette anni, nell’esercito britannico prima di poter tornare a casa. Antonio Montagni nato a San Donato in Greti,  viveva a Vinci nel Popolo di S. Croce, Pretura di Cerreto Guidi e delegazione di Fucecchio. Arruolato come coscritto nel 1813 , venne incorporato tra i Granatieri della Guardia Imperiale con l’incarico di Tiragliatore. Combattè a Berlino fino a che il suo reparto non venne sciolto.

Nomi cancellati dal tempo, nomi che sarebbe obbligo riesumare per aprire una pagina sconosciuta dei rapporti che intercorsero tra i toscani e Napoleone, che non furono solo il Viva Maria di cui si è ampiamente parlato, ma anche un entusiasmo che si evince tra gli ex militari che parteciparono alle sue campagne di guerra per un uomo che aveva segnato la storia d’Europa. Allo Château de Vincennes, presso Parigi, nella sede del Service Historique de l’Armée de Terre sono conservati i fascicoli con le storie sia dei reggimenti che ebbero personale toscano che di molti militari che scrissero per avere la Medaglia di Sant’Elena. Qualche studente universitario che “si avvita” su tesi copia-incolla, potrebbe, volendo, svolgere un lavoro nuovo e importante per la comprensione di quel periodo così importante anche per la Toscana[3].

 


Note e Riferimenti:

[1] Nel settembre 1808 il reggimento aveva 10 ufficiali, 14 sottufficiali e soldati nello Stato Maggiore e 80 ufficiali, 1037 effettivi presenti tra sottufficiali e soldati, 418 all’ospedale e 16 ragazzi (enfant de troupe) aggregati.

[2] Tiralleurs, ovvero tiratori.

[3] Le notizie per questo articolo sono tratte da: Cfr.  Paolo Coturri, Gianni Doni, Stefano Pratesi, Daniele Vergari, Partire partirò, partir bisogna. Firenze e la Toscana nelle campagne napoleoniche 1793-1815,  Edizioni Polistampa 2009.

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