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Sul Genius loci dell’empolese – di Silvano Salvadori

genius loci salvadori

CONFERENZA SeSa a “Il Pontormo”: #APPLICHIAMOCI

Per una alternanza scuola-lavoro dei quattro Istituti Superiori empolesi con SeSa

GUARDA L’INTERO FILMATO DELL’EVENTO ⇓

“C’è un Genius Loci”?

Silvano Salvadori con Tommaso Alfaroli

TOM: Ma,..ma se dovessimo trovare un genius loci, dove lo cercheremo?

Il nostro forse è un genio fluente, non ha una caverna o una semplice sorgente, ma è linfa che scorre fra queste terre che chiamiamo Empolese-Valdelsa.

La forma fluens è l’ARNO e i suoi affluenti, portatori di cultura e di quei valori sociali di cui siamo responsabili verso gli altri.

Dunque a te, Arno, a te fiume dico:

Tu, che tutt’intero come un cordone ombelicale

colleghi le terre di Toscana

e dalla placenta delle sue valli porti limo fecondo;

tu fiume, tu linfa delle intelligenze che abitarono questa terra nei secoli;

tu riflesso del cielo nelle placide anse d’estate

o torbido gorgo nelle alluvioni che spazzarono via

le pietre dei guadi,

le passerelle di tronchi,

gli archi e i piloni

(che, come Campana diceva, fanno il fiume più bello);

tu che in ogni punto hai mille correnti

e che lasci che qualcuna si areni sulle sponde di piagge o di argini verdi,

frenate da gattici e salici che hanno creduto di abitarti in eterno;

tu che invece spazzi periodicamente la loro fede,

dopo averli piegati e vestiti di stracci …

-TOMMASO che fai?

-TOM: Oh, Preside, cercavo di capire io… ma non solo io, anche capire per dire a questi signori dove siamo; chi siamo.

Abbiamo una… identità?

-O sarebbe meglio dire: chi diveniamo!

Non si è cosa definita, ma si può divenire quello che sogniamo.

Bagnati nella corrente dove sei nato, Tommaso! che è corrente di Storia, di vite, di testimoni che sono stati traghettatori di cultura con barche e vele. Carichi di questa Storia diveniamo.

-TOM: Preside, lei è un idealista; la storia è tessuta di fatti economici, altro che sogni!

-Naviga, Tommaso, naviga; filma nella tua mente questo breve percorso dalle Signe all’Elsa; ci sono colori, sapori e geni in carne e ossa e i filamenti biologici di quei geni stanno ancora in noi.

-TOM: L’anima è dunque il fiume?

-Leggi, Tommaso, leggi, leggi:

tu che divenisti porto di mercanzie

e vedesti tessuti gli steli di paglia del grano marzuolo

che indorava a solatio i campi a giropoggio della tua campagna;

-o non l’ha fatto il Ridolfi a Bibbiani, a Meleto questo paesaggio?

Tu, su cui Leonardo navigò di pensieri sul Masso che scavalcasti  

per correre al mare, e rendesti la pietra “serena”,        

mentre un nuovo Ombrone attaccavi al tuo seno.

-O MIO BRUNELLESCHI E’ SERENA LA TUA PIETRA  E’ SERENA!

E poi, solcando le ghiaie marnose fra Montelupo e Capraia,

prendendo la Pesa, tu finalmente dilaghi

per la piana feconda di grani e carciofi,

dopo che la corrente ha deposto nelle vasche delle fornaci

un miscuglio di terre, un tempo preziose per il tritare

delle ruote dei carri sul cecìno di bianche strade polverose,

terre che si arroventavano al fuoco col legno del tuo bosco Albano

da cui la cacciagione volava alle mense dei Medici. 

Tu, che di quel legno fasciasti d’ingegno i carpentieri di Limite

per i navicelli varati verso la via del mare,

e mischiasti i tuoi riflessi ai magnetici colori di Pontormo

e ai vetri verdi delle damigiane, pance nude e vogliose,

come quelle dell’incontro della sua Santa Elisabetta e Maria,

vogliose del loro rosso figlio eucaristico 

delle vigne che l’Elsa divide, e che nei convivi

sciolse certo la loquace lingua al Boccaccio:

tu ascolti e intendi ancora quelle parole

che hanno attraversato i secoli senza mutare!

-CERTO; QUI E’ NATO L’ITALIANO, quello che si biascica ancora noi; ed Empoli è il nodo che allaccia destra e sinistra di queste sponde. Ricordi come lo strinse in nuove mura il Ferrucci questo nodo?

-TOM: Contro il Potere, per difendere la Repubblica Fiorentina

-E non sai che in quegli stessi anni l’empolese Andrea Corsali….

-TOM: Era nato nel 1487 a Monteboro! Uno dei più grandi navigatori!

-….era a Calcutta nel 1525; pensò ad una terra a sud della Nuova Guinea, L’Australia prima ancora che Kook la scoprisse; descrisse per primo la Croce del Sud e una scultura in vetro acciaio e fibre ottiche è stata costruita in suo onore a Sidney nell’agosto 2003.

Uomo certamente degno d’ogni fede… el quale ha consumato utilmente in ricercare questi mari e terre. Lo loda così Giovanni da Empoli

Una voglia di conoscere pura, non legata né a mercati né alla politica!

-TOM: Dalle barchette sull’Arno all’Oceano Indiano: empolesi giramondo!

-Ma pensa te che anche un torrentello di queste parti porta gloria quanto l’Arno.

Quando morì il Pontormo, il Bronzino scrisse questi versi rivolti all’Orme, per la dipartita di quella eccelsa anima:

Quella, che amò sì ‘l vero, odiò l’inganno

d’arte eccellente, e di bontà divina,

che l’Arno altero a par teco cammina

colmo di gloria e di pietoso affanno.

Dolce, vago, gentil, chiaro ruscello,

piangi con meco, e da quest’occhi prendi

più che dal fonte tuo forza, e vigore.

Tu perso hai ‘l figlio, io l’amico e ‘l fratello,

anzi ‘l padre e ‘l maestro: or meco rendi

debito officio a così giusto amore.

-TOM: Qui siamo proprio nella scuola che porta il suo nome.  Ho letto che Jacopo negli affreschi del Coro di S. Lorenzo volle far la creazione di Eva esaltandola nel ruolo elettivo di madre. Dio stesso la prende per mano.

– Guarda la magia di questa pala: e l’ho presa a Firenze dopo la mostra; dov’ha a star meglio che qui.

Giuseppe, padre putativo, tiene il figlio che vuol giocare con il compagno Giovanni.

-TOM: O preside, non le sembra che anche in questa nicchia di scuola anche i prof dovrebbero fare i padri putativi agli studenti per affidarli al tempo futuro? Quello preoccupa! come preoccupa lì l’Evangelista che prefigura l’Apocalisse.

-L’Apocalisse non ci sarà, ma certo i segni son poco belli.

– TOM: Ci vorrebbe il lavoro, per pensare al futuro.

– Ci vuole prima di tutto cultura; ricordo che al “Virgilio” quando ci insegnavo, scelsi questo motto per il liceo: Che cosa meravigliosa è l’uomo quando è uomo veramente.

– TOM: Quando ha cuore per gli altri; pensi a Giulio Vanghetti: anche lui uomo di genio che in questa terra, umile e scevro d’ogni tornaconto, guardava le sue galline razzolar per l’aia con arti artificiali da lui inventati, inventati per i poveri mutilati della guerra d’Abissinia; fu l’inventore delle protesi cinematiche.

– E Ferruccio Busoni che sognò, dopo esserci nato, di tornare qui a morire. Vero maestro, che affida alle future generazioni, che siamo noi, il compito di migliorare la sua opera, dicendo per bocca di Faust al figlio morto che resusciterà:

“….lego a te la mia vita: che passi dalla più profonda radice della mia esistenza nel nuovo fiore della tua che sboccia. Che io mi perpetui in te e tu continua a essere testimone, fa’ più profondo il solco della mia vita sino alla fine della sua corsa. Raddrizza ciò che ho deformato, crea ciò che io ho trascurato; ecco, mi innalzo al di sopra delle regole, abbraccio tutte le epoche e infine mi unisco alle ultime generazioni: io Faust, volontà eterna.

-TOM: O non era lui che diceva: Solo chi guarda innanzi ha lo sguardo lieto.

Certo la volontà, è la volontà la cosa che dobbiamo esercitare.

O preside, ma che son tutti così seri questi geni del posto?

– No! E ce n’eran anche di divertenti, come Benigni e più di Beppe Grillo.

Leggi Tommaso leggi, questo sonetto del Fucini; leggi, leggi 

TOM: Er Parlamento.

Sono stato a Firenze ar Parlamento

Pel senti’ ragiona’ quell’ arruffoni :

Nun fann’ artro che ride’ unni (1) mumento.

Che robba, bimbo mio, be’ mi’ lattoni (2) !

E di’ che son armèno (3) ‘n cinquecento

A mangiare alla balba de’ ‘oglioni !

Vedi, mi sento ‘r sangue bolli’ drento….

Di già sèmo ragazzi tròppo boni.

-Mi sembra che ce n’è abbastanza di geni e di genius loci: è terra feconda questa.

Anche la SeSa, gira gira, ha trovato il nido di fronte a San Donato in Val di Botte.

-TOM: E del vin di Val di Botte voglio berne giorno e notte!! Diceva il Redi.

-Allora facciamo un brindisi a questo luogo!

– TOM: Ma prima di stappare la bottiglia che gli diciamo a questi studenti?

-Sperando che ‘un diventin ciuchi, l’avvertenza migliore sono i versi del Guadagnoli:

O studiar con impegno ed esser homini

o in Empoli volar pel Corpus Domini!

Noi si beve ora. Voi APPLICATEVI!!!!!! 

24-9-14         (testi di Silvano Salvadori)

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