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Empoli e l’iscrizione sulle Pallottole in Via de’ Neri
Questa iscrizione lapidea fu apposta nell’anno 1745 sulla parete della Chiesa di S.Stefano degli Agostiniani ovvero S. Agostino per gli empolesi.
E’ sopravvissuta fino ad oggi a diversi eventi, alcuni naturali come l’usura del tempo e alcuni spiacevoli come il crollo del campanile avvenuto nel Luglio 1944; ai primi si può rimediare con interventi di restauro cadenzati, ai secondi invece poco si può opporvi.
Allo stato attuale si presenta in stato di degrado per il quale si auspica (appunto!) un celere intervento di restauro e magari anche una migliore protezione dagli agenti atmosferici e dai balordi oggi in circolazione.
A parte questa nota di decoro urbano, l’iscrizione merita debita divulgazione del suo pregresso messaggio.
LA LAPIDE INSERITA NEL NOSTRO
ATLANTE DEL PATRIMONIO LOCALE: http://goo.gl/maps/9P9i7 →
Versione del testo inciso a discrezione dello scrivente, tenuto conto della versione pubblicata da Olinto Pogni nelle sue Iscrizioni; si è provveduto anche a fare lettura dell’immagine in negativo e a falsi colori allo scopo di rilevare tutti i segni indispensabili per una lettura approfondita.
N.B: tra parentesi quadre le lettere non più leggibili ma desumibili dal Pogni.
D’ORDINE DEGLI ILLU[STR]I[SS]
SIGN˜ OTTO DI BALIA DI FIR˜
DEL DÌ 14 GIU:O 1745 SI PROIBISCE A
QUAL PSO: IL GIOCARE A PALLA PAL
LOTTOLE O A QUAL ALTRO GIO
CO INTORNO A QO MONASTERO
E CHIE DEI RR-PP DI S STEFAN[O]
PER BRACCIA CINQVANTA
DA OGNI PARTE ALLA PENA
DELLA CATTURA CARCERE
[ED] ALTRI RIGOROSI ARBITRI
Trascrizione estesa comprensiva delle abbrevazioni:
D’ORDINE DEGLI ILLUSTRISSIMI
SIGNORI OTTO DI BALIA DI FIRENZE
DEL DI 14 GIUGNO 1745 SI PROIBISCE A
QUALUNQUE PERSONA IL GIOCARE A PALLA
PALLOTTOLE O A QUAL’ALTRO GIOCO
INTORNO A QUESTO MONASTERO
E CHIESA DEI RR-PP DI S STEFANO
PER BRACCIA CINQUANTA
DA OGNI PARTE ALLA PENA
DELLA CATTURA CARCERE
ED ALTRI RIGOROSI ARBITRI
La versione del Pogni invece è:
D’ORDINE DEGLI ILLUSTRISS
SIG.ri OTTO DI BALIA DI FIR.z
DEL DÌ 14 GIU : 1745 SI PROIBISCE A
QUAL.e PSO.a IL GIOCARE A PAL
LOTTOLE O A QUAL’ALTRO GIO
CO INTORNO A Q.o MONASTERO
E CHIE.a DEI RR · PP · DI · S · STEFANO
PER BRACCIA CINQUANTA
DA OGNI PARTE ALLA PENA
DELLA CATTURA CARCERE
ED ALTRI RIGOROSI ARBITRI
Tenuto conto che la versione proposta dallo scrivente è basata sull’attuale stato consunto della lapide e riservandosi ricerche di sue vecchie immagini, la trascrizione del Pogni è da ritenersi non fedele; infatti al quarto rigo omette la parola “PALLA”, alla seconda riga l’abbrevazione di Firenze omette il simbolo « ˜ » spesso utilizzato nel ‘700 per indicarne il troncamento, e più volte si rileva lo scambio dell’abbreviazione ” o ” in ” .o” vedi accanto alla parola Monastero.
Ribadendo indispensabile una ricerca in archivio e in letteratura per individuare una vecchia foto raffigurandola in miglior stato di conservazione, si passi a spiegare il significato di questa iscrizione.
FUNZIONE DELLA LAPIDE.
Trattasi di un bando inciso su pietra serena emanato dagli Otto di Balia, ovvero un’antica magistratura fiorentina[1] alla quale i frati agostiniani di Empoli si rivolsero per far cessare il costume di questo gioco in voga all’epoca, che disturbava le funzioni e l’esercizio del monastero, immaginando gli schiamazzi gratuiti e le bestemmie che volavano di bocca agli avventori.
Sul gioco delle Pallottole altri autori hanno già scritto e si rimanda ai loro articoli; tuttavia si rileva curioso che nell’anno 1820 l’odierna via degli Orti, quale prosecuzione esterna al castello di via de’ Neri verso ovest, si chiama appunto…. via delle Pallottole.
Chissà se tale denominazione fosse derivata dai suddetti avventori, che si spostarono assai rispetto al Convento.
Come dire…. meglio non scherzare con un bando dei magnifici Otto di Balia.
Note e Riferimenti:
[1] entrata in funzione nell’anno 1378, all’inizio formata da 4 rappresentanti delle quattro maggiori Arti maggiori allora vigenti, e quattro delle Arti minori; col passare del tempo assunse funzioni gestionali in materia di giustizia e ordine pubblico. Ad essa ricorrevano i cittadini per ottenere azioni o provvedimenti, appunto “bandi” che riportavano precise prescrizioni con altrettante sanzioni per chi non le rispettava.
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