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Un incontro, e che incontro! – di Tommaso Mazzoni

↖ Collana su Ferruccio Busoni – di Tommaso Mazzoni

Certo – gli ho detto, quando ieri mattina m’imbattei per caso in quel distinto signore mentre mi recavo a un convegno -, non è che càpiti tutti i giorni d’incontrare un Roman Vlad, così, faccia a faccia, in una via di Empoli!”.

Per il vero, avevo avuto già l’occasione, e la fortuna, di poter scambiare con quest’anziano Maestro qualche opinione. Si tratta di pressappoco cinque anni fa, in occasione di un analogo convegno organizzato sempre dal Centro di Studi Musicali Ferruccio Busoni della mia città, cui anche allora ero stato cortesemente invitato.

Ha risposto alla mia battuta sorridendomi benevolmente, questo caro Maestro, e maggiormente quando gli ho ricordato alcuni particolari di cui avemmo modo di parlare in quell’occasione, soprattutto su alcuni argomenti che riguardavano il nostro grande Giacomo Puccini.

Durante il pomeriggio, ho avuto modo di parlare ancora, con Roman Vlad; e questa volta un po’ più a lungo, mentre eravamo in attesa che iniziasse una tavola rotonda indetta a conclusione dei lavori delle tre giornate previste, cui hanno partecipato insigni maestri di musica e studiosi, critici musicali e registi di opere teatrali.

Fra i diversi argomenti toccati, un particolare desidero riportare per chi leggerà queste poche righe che ho inteso di buttar giù, a ricordo di questo per me importante seppur piccolo episodio; ed è quello che ora seguirà.

Secondo me, dicevo a Roman Vlad, la musica si può accostare al linguaggio parlato, nel senso che è possibile realizzare una composizione, così come il bambino impara a parlare, senza aver studiato sui libri, e poi ci si renderà conto più tardi che si potranno stabilire, e che esistono, certe regole, naturali o meno, che fissano la formazione delle frasi musicali e relative armonie. Eppoi, ho aggiunto, non è indispensabile che le regole si debbano seguire in modo pedissequo, ovvero rispettando a tutti i costi quelle che altri hanno creato.

Notavo pure, parlandone col Maestro, che la valentìa di Chopin è riconosciuta universalmente, pur constatando che certi canoni musicali li ha infranti, con l’iniziare, ad esempio, un pezzo in una tonalità e terminandola in un’altra…

Poi m’accingevo a predispormi ad ascoltare un cenno d’approvazione o di dissenso, ma il Maestro Vlad mi ha risposto indirettamente, ricordando che c’è stato chi ha analizzato alcune composizioni di Bach, osservando che frequentemente, nel musicista tedesco, non c’è corrispondenza fra il lavoro così come sviluppato da Bach e le regole musicali canoniche rapportate al primo settecento.

D’altro canto, la cosa non può ora meravigliarmi, anche perché – leggo su un’enciclopedia musicale – per certe musiche di scena, Vlad ha usato una libera tecnica dodecafonica con spirito sostanzialmente eclettico.

Quindi non si è smentito.

Al riguardo di prima operare e poi creare le regole, posso citare almeno due persone, entrambe suonatori di tromba, che hanno prima eseguito e poi imparato la teoria musicale. Uno di loro è Luciano Cioli, un valido elemento della prima Orchestra Florìda. Luciano ha suonato la tromba prima ancora di studiare il solfeggio musicale. Altri grandi autodidatti, così mi risulta, sono Louis Armstrong e Lionel Hampton!

 

Romeno (nato in Bucovina nel 1919) e naturalizzato italiano, a sua detta non è mai stato un buon promotore di se stesso, ed è questa una valida ragione per la quale Roman Vlad non è stato conosciuto nel modo come invece avrebbe sicuramente meritato.

Tempo fa ho seguito diverse sue lezioni musicali che trasmettevano alla TV di Stato.

Il Maestro Vlad è una persona con cui, nonostante la sua grandezza, si può parlare tranquillamente, e, fin dalla prima volta, non mi è stato difficile avvicinarlo.

È stato Presidente della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) di Roma.

Ho saputo anche che parla otto lingue!

Pur avendo avuto una non piccola serie d’interventi chirurgici, mi auguro, e gli auguro, che la salute gli si mantenga a lungo, anche per poter avere ulteriore tempo a disposizione, sì da trarre maggiori soddisfazioni dai frutti del suo valido lavoro di compositore.

 

Per completare il suo profilo, la sua figura di musicista, desidero qui ricordare che il pianista e compositore Roman Vlad (perfezionatosi a Roma con Alfredo Casella) è autore anche di vari volumi dedicati alla musica contemporanea. Ha composto opere teatrali, balletti, colonne sonore, musiche per orchestra sinfonico-vocali e musica da camera. Ha scritto pure degli studi dodecafonici per pianoforte e una “Storia della Dodecafonia”.

Per sue musiche di scena ha usato tecniche musicali non radicali, dimostrando in tal modo versatilità ed ecletticità.

Per quanto riguarda me: grazie, Maestro Vlad, per la Sua pazienza nel rispondere alle domande curiose e talvolta forse anche un po’ indiscrete di un musicista incompiuto, ma che ama tanto la Musica e che – me lo permetta – vuole un po’ di bene anche Lei!

 

Empoli, domenica 17 ottobre 2004 19:32.

TOMMASO MAZZONI – CHI (RI)COSTRUIRÀ LA RAGIONE?

Per gentile concessione

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