Pubblichiamo tre belle cartoline degli anni '70...
Massimo Cioffi – Guarda l’alba che t’insegna a sorridere
Quanti di noi non hai mai ascoltato da piccoli questa fiaba, quanti di noi non hanno avuto paura che arrivasse l’uomo nero, era forse una pressione ansiogena da parte degli adulti per ottenere qualcosa dai piccoli consapevoli che la costrizione genera molta paura. Spesso i bambini imparano a reprimere le proprie paure, imparano a viverle in silenzio per compiacere le figure di riferimento, per non preoccuparli o inquietarli. “Non prendere le caramelle dagli sconosciuti a scuola” un’altra paura che spesso aveva il significato di non farci fidare di nessuno che non fosse un familiare o un amico dei genitori, giusta attenzione dei genitori verso i piccoli che ancora non hanno la forza per conquistarsi un posto nel mondo.Prima di voler padroneggiare la paura è importante dunque riconoscere la sua importanza: se non avessimo mai paura, mancherebbe qualcosa di determinante nella nostra vita e, come afferma Paola Binetti, neuropsichiatra infantile che si occupa da molti anni di psicologia evolutiva: “Un bambino senza paure è un bambino che ha soffocato il proprio senso dell’avventura”.
Il mondo infantile è animato da mille paure, i bambini possono vivere paure reali e timori irrazionali.
Le paure reali sono quelle “fuori di noi”, quelle legate a esperienze reali che il bambino vive e sperimenta sulla propria pelle, quelle che hanno un riscontro nella realtà come per esempio l’intensa paura e spavento che può sperimentare un bambino quando cade per terra e si fa male o le paure scatenate da stimoli esterni come per esempio la paura dei rumori forti per i neonati, la paura del temporale, la paura per il fuoco che ci ha bruciato, per il gatto che ci ha graffiato, per l’insetto che ci ha punto.
Le paure irrazionali sono quelle che vivono dentro di noi e sono scatenate da stimoli interni, dai nostri pensieri o dalle immagini. Tutti i bambini hanno dei pensieri “belli e brutti”, delle immagini interiori che possono scatenare delle paure. E’ infatti, caratteristico nei bambini della scuola materna o elementare avere paura dei fantasmi, delle streghe, dei mostri, di draghi terrificanti o tigri nascoste sotto il letto che possono aggredirli o ferirli mortalmente: queste sono paure normali, legittime che popolano il mondo interiore infantile.
Ho lasciato per ultimo alcune paure reali che vivono i bambini e sono: la paura per i ladri, per i personaggi in maschera o per i volti sconosciuti.
Oggi, a Empoli e dintorni, la paura per i ladri é una realtá che soffoca grandi e sopratutto piccoli. Quello che, quando io ero bambino, era un qualcosa di raro nella nostra comunitá, ora é routine. E viviamo nella paura di esser derubati perché ormai non c’é quasi più via e casa che non sia stata visitata dai ladri. I nostri figli non sono liberi nemmeno nell’unico posto dove hanno il sacrosanto diritto di esserlo. L’uomo nero, il ladro, lo sconosciuto é una realtá che gli viene trasmessa dalla dura consapevolezza che può arrivare in qualsiasi momento. Perché sentono la paura dei grandi, perchè a differenza della nostra generazione non possono più d’estate andare ai giardini a giocare e cresceranno con questi timori che li accompagneranno per il resto della vita. Cosa conta nela vita di un uomo se non la felicitá dei propri figli?Come cambiare e restituire quella serenitá componente fondamentale per una sana crescita e per poter tornare a sorridere e magari raccontare la favola dell’uomo nero x addormentarli, ma con la certezza che basta l’abbraccio e il bacio della buonanotte per farli dormire sereni. Le persone meritano una vita in cui guardare alla finestra di casa deve significare vedere la luce che entra e non il buio della notte che invade l’anima delle famiglie e sopratutto dei figli. Son giorni cupi quando si parla di poliziotti di quartiere, a Lodi il 3 novembre quel grave fatto in cui una persona ha perso la vita, a Varese è stato aggredito un altro pubblico ufficiale, pagine nere che mostrano realtá dove la delinquenza colpisce nella più completa libertá. Non è mia competenza saper analizzare questo problema in modo specifico, ma il dolore davanti la morte di un poliziotto in questi casi é grande, credo che le forze dell’ordine facciano il massimo per salvarci da questa piaga ma non basta purtroppo, in America analizzando i dati sulla criminalità e individuando i modelli di comportamento, la polizia può prevedere dove intervenire. Questo ha aiutato molte città negli Stati Uniti a ridurre il crimine fino al 30%. Bloccandolo prima che agisca. L’esempio americano forse non sempre é giusto, ma in certi casi é d’insegnamento. Spero che questo possa accadere anche qui e mi domando e domando a voi se dobbiamo aspettare una morte per aggressione a un cittadino qualunque o un’ agente delle forze dell’ordine prima di avere anche nelle nostre zone, persone che si occupano della nostra incolumitá e hanno la possibilitá di farlo, donando serenitá ai nostri figli quando vogliono giocare fuori all’aria aperta. In altre parole, vivere con il sorriso é possibile o ce lo dobbiamo dimenticare?
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