di Claudio Biscarini Esattamente 70 anni fa ebbero inizio i tre giorni di vera battaglia…
Il Fondo Antico della ‘Fucini’ si arricchisce con “La presa di Saminiato” edizione fiorentina di Batelli del 1827
Un nuovo prezioso volume che andrà ad arricchire la collezione della biblioteca comunale ‘Renato Fucini’ di Empoli. Un prestigioso acquisto per la cultura della nostra città. La biblioteca comunale “Renato Fucini” possiede un Fondo Antico composto da circa trentamila volumi di preziose e rare edizioni stampate dal XVI al XIX secolo oltre a cinque incunaboli della fine del 1400 e numerosi manoscritti.
Nel 2014 questa antica collezione si è arricc hita di un nuovo esemplare acquistato presso la “Libreria antiquaria Pera” di Lucca, a testimonianza dell’interesse per la conservazione e la valorizzazione della cultura locale empolese: si tratta dell’edizione fiorentina di Batelli del 1827 dell’opera “La presa di Saminiato”, scritta dal poeta empolese Ippolito Neri (1652-1709) che affianca le altre edizioni a stampa antiche dell’opera e del manoscritto.
Il poema eroicomico, a cui il Neri deve la sua fortuna, narra della conquista della città da parte degli empolesi. La trama rielabora assai liberamente un fatto storico del 1369, quando il capitano Domenico Cantini, alla guida di duemila fanti, per lo più empolesi, assaltò e prese la città di San Miniato, sollevatasi contro il dominio vicariale di Firenze, per ricondurla sotto la giurisdizione fiorentina.
L’opera, godibile anche se talora un po’ esile, indugia su una comicità di tono garbato; la predilezione per il lessico toscano va di pari passo con continui riferimenti alla realtà locale e a personalità empolesi allora ben note, queste ultime celate sotto nomi anagrammatici. L’opera mostra legami con la tradizione del poema eroico, dal Furioso di Ludovico Ariosto fino alla Gerusalemme del Tasso, spesso con evidenti rimandi parodici ma il punto di riferimento è la Secchia rapita di Alessandro Tassoni.
Il poema è composto di dodici canti scritti a partire dal 1699. Dopo una prima edizione parziale a Lucca nel 1760 (con l’indicazione di Gelopoli sul frontespizio), entro la Raccolta di poesie di eccellenti autori toscani per far ridere le brigate, il poema fu pubblicato per intero a Livorno nel 1764, sempre con falso luogo di Gelopoli. Riedito più volte tra Sette e Ottocento, esso dispone di una edizione critica del 1966 a cura di Mario Bini e Sergio Cecchi, presente nella collezione della biblioteca insieme ad altre edizioni antiche.
La biblioteca conserva anche uno dei manoscritti dell’opera di Ippolito Neri denominato Codice Millanta. Si tratta di manoscritto cartaceo di 170 c. in 4° che fu dato alla biblioteca comunale dal Proposto Monsignor Gennaro Bucchi, come indicato nella prefazione all’edizione critica del 1966.La grafia del ‘Codice Millanta’ è molto simile a quella del ‘Codice Riccardiano’ conservato presso la biblioteca Riccardiana di Firenze, dato dalla maggior parte degli studiosi come autografo ma probabilmente trascritto dal fratello Piero.
Il manoscritto conservato a Empoli si differenzia da quello di Firenze per il minor numero di errori e presenta alcune correzioni di altra mano, probabilmente del pronipote Pietro di Filippo Neri (1770-1843).
Fonte: comunicato stampa
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